IN ATTESA DI GUIDOLIN, PARMA SPETTACOLO MA SCONFITTO

10 tiri in porta alla Scala del Calcio contro gli Scudettati, tuttavia non bastano a muovere la classifica

SAM_7504Lo scorso anno dopo che il Parma di Guidolin tenne testa all’Inter di Mourinho per oltre 70’ salvo poi capitolare solo per una prodezza individuale di Eto’o (ininfluente nel finale il raddoppio di Milito), il direttore generale Pietro Leonardi se ne uscì con espressioni di critica per l’atteggiamento della squadra che avrebbe dovuto presentarsi a San Siro meno rinunciatario. Quelle parole – eravamo appena alla terza di campionato, al cospetto della capolista schiacciassi delle ultime stagioni – a me parvero come una sorta di delegittimazione dell’allenatore Francesco Guidolin , il primo atto pubblico, diciamo così, di un malessere che mesi dopo si sarebbe concretizzato con la nota separazione…
(segue all’interno)

SAM_7402Va ricordato, per onestà intellettuale, che successivamente il dirigente avrebbe specificato che il suo riferimento non era alle scelte dell’allenatore, quanto alle interpretazione sul campo dei giocatori. Ma non fui l’unico a capire che il reale destinatario degli strali era per l’appunto il poco amato mister di allora. Ad un anno e poco più di distanza, Eupalla, la dea del pallone (secondo la calcio mitologia di Gianni Brera) ha voluto che proprio a San Siro, contro il medesimo avversario, il successore di Guidolin, Pasquale Marino, confezionasse la gara indubbiamente SAM_7405più spettacolare della sua gestione (ad onta del grigio della casacca preferita alla Crociata) condita da ben 10 tiri in porta, solo due di quali, però concretizzati dal Divino Crespo. Per il resto ci hanno pensato un po’ la sfiga, un po’ Castellazzi, sostituto di Julio Cesar, ben protetto dai pali (due i legni colti…). Eupalla, però, aveva anche programmato che la visita a San Siro del Parma venisse calendarizzata proprio il turno precedente il ritorno di Guidolin al Tardini con la sua Udinese (nella stagione scorsa guidata da Marino) proprio per rendere ancora di più d’attualità il dibattito che ci ha accompagnato dalla fine della scorsa stagioSAM_7412ne a buona parte della presente, e cioè se sia meglio il calcio concreto e ragionato del Don, piuttosto che quello spettacolare, ma non sempre altrettanto fruttifero, di Bazguale. Se ragioniamo dal punto di vista dei punti fatti direi che questo o quello pari sono, dal momento che zero punti si sono totalizzati allora come stavolta, e direi a parità di condizioni, visto che i nerazzurri di allora non erano certo al top, del resto come quelli odierni (fase difensiva piuttosto deficitaria). Ma è meglio perdere per una prodezza individuale altrui verso fine gara, quando stai accarezzando l’idea di aver bloccato degli avversari più titolati, o perdere SAM_7413come stavolta con tre gol di scarto, pur avendo prodotto il doppio dei tiri in porta dei competitor? Certo i complimenti ai presunti crociati non sono mancati, in virtù di una prova complessivamente buona (solo per circa un quarto d’ora si è registrato un comprensibilissimo blackout dopo il micidiale 1-2 di Stankovic, in un giro di lancette, e la terza segnatura di Cambiasso neppure cinque minuti dopo), ma le congratulazioni non vennero negate neppure a Di Carlo l’anno della retrocessione, dopo la rocambolesca sconfitta di allora. In sala stampa (dove curiosamente viene negato di scattare foto, ma si può regolarmente filmare, mah!) Sandro Piovani dellaSAM_7414 Gazzetta di Parma non ha atteso a chiedere a Marino della sfida incrociata dei tecnici ex, un leit motiv della settimana che si apre, tema però subito smorzato ,senza polemiche dal tecnico siciliano, col quale conveniamo su questa dichiarazione: “Chi non ha visto la partita non può capire quanto questa sia stata aperta. Reagire dopo due goal su deviazione, non è semplice, i ragazzi lo hanno fatto e abbiamo avuto diverse occasioni, colpendo anche due pali. Abbiamo avuto l’opportunità per il 3 a 3 e poi anche per riaprire la partita sul 4 a 2, poi è normale che quando ti gira tutto storto puoi perdere un po’ di fiducia…” (gabriele majo)

Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.