PARLIAMO ANCORA DI OMBRELLI

Torno sulla vexata quaestio per postare direttamente qui la risposta a CM, poiché per problemi tecnici non entrava nell’apposito spazio commenti

SAM_5719[2]Gentile CM, innanzitutto grazie per il Suo contributo. Già ieri, rispondendo a diversi commenti pervenuti credevo di avere chiarito un po’ la situazione, ma repetita juvant. Lei, all’inizio del suo commento, si chiede da che parte sto. Ebbene, sappia che non sono "schierato", ideologicamente, con nessuno. E penso che la mia storia professionale ne possa essere ottima testimone. Non sto né di qua, né di là, anche se non capisco bene di quali parti si tratti. Lei successivamente asserisce che le pare di capire che non mi vadano a genio gli Ultrà: l’assunto non corrisponde a verità. Se no non mi presterei ad essere organo amplificatore di alcune iniziative che sottoscrivo, vedesi la protesta del panino, che ho provveduto ad inviare – di testa mia, senza che alcuno me lo chiedesse – ai media di tutta Italia….

Ciò non toglie che possa esprimere delle critiche – sempre con il massimo della buona fede – qualora lo ritenga necessario. Vedesi, ad esempio, quella fatta dopo Parma-Roma per il silenzio-tifo del primo tempo che ho trovato fuori luogo. E l’ho scritto. Ma non per farmi degli amici o più facilmente dei nemici, ma come spunto di riflessione costruttivo, perché una squadra ultima in classifica dovrebbe avere il sostegno dei suoi tifosi. Specie di quelli tradizionalmente più caldi e coloriti. Lei, inoltre, sostiene che io avrei vergato l’articolo "NO ALL’OMBRELLO, SI ALL’ACCAPPATOIO" come ritorsione per essere stato definito "Uomo di merda". Niente di più sbagliato, visto che quello che mi interessava era – da cronista – riportare il racconto di quello che ho visto, e sentito, prestando ascolto a più campane, inclusa quella dei tifosi. Potrei anche avere sbagliato qualcosa nello stilare quella relazione: ad esempio non aver appreso sul posto che all’origine della contestazione ci fosse stato il mancato accesso per l’ombrello a punta di una persona disabile. E di questo me ne dolgo. Ma ieri sera, dopo aver incontrato Perrone dinanzi al Cedro del Libano "defunto", gli ho chiesto se fosse stato al corrente di questo particolare e mi ha detto di no, anche se, con molta onestà, ha ammesso le problematiche per anziani e bambini. Già domenica avevo detto a Perrone, e scritto su queste pagine virtuali, che ci vorrebbe buon senso nell’applicazione delle norme che, va specificato, vietano l’ingresso di ombrelli. Perrone, ieri sera, mi ha ribadito: pensa se tutti avessero l’ombrello in Curva quante discussioni, potrebbero nascere perché si ostacola la visione della partita a chi è vicino. Discussioni che poi potrebbero anche degenerare. Ma qui non si sta chiedendo di concedere l’ingresso a tutti gli ombrelli, si chiede qualche doverosa eccezione per vecchi, bambini, portatori di handicap. Anche queste eccezioni, però, potrebbero di nuovo portare a discussioni del tipo "perché lui si ed io no?" E poi vai a spiegare il perché. Un dato è certo, però, "dura lex sed lex". Poi ci sono persone più o meno solerti e zelanti che le devono far rispettare. E’ un po’ come per le scelte di un allenatore: tutte le giudicano, ma uno mica fa azioni contro sé stesso, cerca di fare al meglio. Io, ad esempio, nel dare spazio alla protesta dell’Ombrello ero convinto di fare un piacere a chi l’ha messa in scena: mi accorgo, invece, di aver dato ancora una volta fastidio. Sì, ancora una volta, perché di solito la mia macchina fotografica è vista col fumo negli occhi. Prima di Parma-Roma qualcuno mi ha mandato a quel paese quando mi ha visto passare dalle parti dell’edicola con la "compatta" alla mano, l’altro giorno il signor X e i suoi fratelli, anzichè avere il buon senso di chiamarmi e spiegarmi la storia dell’handicappato cui era stato vietato di portare dentro il parapioggia, hanno preferito, a distanza, urlarmi dell’Uomo di merda. Con un diverso atteggiamento avrebbero potuto collaborare alla migliore riuscita dell’articolo, che sarebbe stato più ricco di particolari, piuttosto di quelli sommari raccolti sentendo comunque più voci, non solo quella di Perrone, ma anche quella di alcuni tifosi vicino alla Palazzina Liberty, da dove ho eseguito gli scatti fotografici. Nessuno di questi mi ha segnalato il problema dell’handicappato. L’ho appreso solo da chi ha scritto nei commenti alla mia cronaca. Cronaca che se non ci fosse stata, sia pure incompleta che fosse, non avrebbe potuto offrire uno spazio per dire a Lei e a chi l’ha preceduta come stavano le cose. Se lei pensa che questa sia una mancanza di rispetto per i tifosi… Grazie, comunque, per il suo contributo al dialogo gmajo

Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.

4 pensieri riguardo “PARLIAMO ANCORA DI OMBRELLI

  • 2 Novembre 2010 in 13:54
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    il problema non è non aver documentato che l'ombrello sia stato sequestrato ad un ragazzo diversamente abile, ma sta proprio nel fatto che la notizia è quella e non la rumorosa protesta dei Boys Parma, che tanto le piace citare.

    E poi: metta a fuoco prima di scattare, la prego.

  • 2 Novembre 2010 in 14:36
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    Gentile Anonimo delle 13.54, anche a Lei, cortesemente, rivolgo l'invito a firmarsi almeno con un nick name. Grazie. Non ho documentato che l'ombrello sarebbe stato sequestrato (anche) ad un ragazzo diversamente abile, solo per il fatto che questo è emerso solo sul web. Ho già chiarito di avere parlato con tre tifosi davanti allo stadio, uno dei quali piuttosto conosciuto, e nessuno mi aveva segnalato che le proteste erano scattate per questo motivo. La rumorosa protesta dei Boys non è che mi piace citarla, ma, appunto, è la notizia. La notizia che avevo colto sul posto: poi, grazie al contributo di tutti i commenti, la stiamo approfonendo qui sul web. Se mi fosse stato riferito di persona lo avrei inserito, e forse sarebbe stata la notizia. Non avendolo saputo la notizia rimaneva appunto la protesta. Ora sappiamo anche il perchè. Non è mai troppo tardi. Per quanto concerne la messa fuoco cercheremo di fare il meglio possibile, ma si tratta di scatti amatoriali, non ho l'ambizione di vincere premi di fotografia. Grazie del suggerimento e del suo intervento. Gm

  • 3 Novembre 2010 in 15:55
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    ma in questo blog i commentatori sono tutti omonimi anonimi?
    come si fa a seguire?

  • 3 Novembre 2010 in 16:13
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    Caro infernauta, grazie per aver messo un identificativo. In effetti auspico che i vari interlocutori si firmino almeno con un nick name, anche per snellire le pratiche di lettura degli altri. A presto Gmajo

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