LA “MEZZALA” E LE INTERVISTE NELL’INTERVALLO

Il fantasista dell’Informazione ci serve un assist per parlare di un argomento molto caro, la radio…
mezzalaI nostri lettori hanno già avuto modo di conoscere la Mezzala, pseudonimo dietro il quale si cela una prestigiosa firma sportiva, che il martedì propone sulle colonne del quotidiano Informazione di Parma (delle cui odierne vicissitudini abbiamo già reso conto nel post precedente) dribbling e veroniche accattivanti da leggere tutto d’un fiato. Tra l’altro notiamo che ci segue con una certa attenzione, della quale non possiamo che essere onorati, e nel nostro piccolo cerchiamo di non essere da meno, sbirciando con attenzione quanto scrive sulla sua rubrica. Gli spunti e le riflessioni interessanti non mancano mai: stavolta ci parla del michelottiano San Crispino, protettore dei ciabattini, dei colleghi bolognesi che in tribuna stampa domenica remavano un po’ contro il Baraldi Bis al Bologna e delle radio-interviste dell’intervallo. Ed è proprio questo l’assist che intendiamo sfruttare…

Scrive la Mezzala:
boni interviste coi giornalisti“Da sempre al Tardini dopo i primi 45′ sbucano microfoni per le intervista di rito. Quello più pronto ed attento è indubbiamente un reggiano, Boni, che sventola l’apparecchio sotto il naso dei cronisti giovani e meno giovani. Un tempo lo faceva anche Gabriel Majo ma negli ultimi anni è salito di grado. Ordunque il Boni in questione ha polemizzato con chi asseriva che il Parma non poteva avere risentito della partita di coppa infrasettimanale, a suo avviso il problema era un altro.” Tralascio il tema della disputa, che non è quello che mi interessa: vorrei focalizzare 2l’attenzione, invece, sulle interviste radiofoniche dell’intervallo, perché come ha ricordato la mezzala era una mia specialità, nei bei tempi andati. Preciso che se ho smesso di ficcare sotto il naso dei cronisti il microfono (e nel caso di Del Piero persino dentro una narice una volta…) non è perché ultimamente sono salito di grado (anche perché è noto che sia stato “degradato”…), quanto per oggettiva mancanza di emittenti che possano ospitare tale servizio, eccezion fatta per Radio Bruno, che acquista i diritti radiofonici in ambito locale dal club, il quale può cederli – per via dei vigentienrico boniregolamenti della Lega Calcio – solo ad un unico soggetto, abilitato a proporre, con tutti i crismi del caso, il servizio di radiocronaca e delle interviste in diretta. Dunque non è che Boni sia il più pronto ed attento: solo è l’unico. Ai miei tempi, invece, l’offerta, sia pure “pirata” (nel senso che non era stata ancora “canonizzata”) prevedeva su Parma, ad un certo punto, ben cinque diverse emissioni, a propria volta moltiplicate su più frequenze e cioè: Radio Parma, Radio Emilia, Radio Onda Emilia, Radio 12 e il “gruppo” Radio Elle-Lattemiele. In pratica sullo “spettro” dell’ FM erano captabili cinque diversi racconti “locali” della partita, uno diverso dall’altro, ognuno con i propri punti di forza o debolezza, il tutto su circa 15-20 frequenze, senza contare quelle occupate da Mamma Rai con il suo“Tutto il Calcio minuto per minuto”, l’unica, in realtà, autorizzata a trasmettere. Insomma pluralismo e democrazia, sia pure, forse, un po’ esagerata e confinante SAM_9101con l’anarchia. Appena prima della fine del secolo, e credo di non sbagliarmi se indico tra i fautori della “riforma” anche Michele Uva, già dirigente del Parma, la Lega Calcio, con il beneplacito delle più forti economicamente e meglio strutturate stazioni private, riconobbe l’esistenza fino a quel punto negata delle radio private, ma contestualmente ne regolarizzò lo schema di funzionamento concedendo solo ad una stazione radio per squadra la possibilità di acquisto (dietro versamento di un congruo corrispettivo economico) dei diritti per poter esercitare la radiodiffusione integrale della partita (e dei servizi collaterali, cioè le interviste) in ambito locale. Alle altre erano consentitMajo intervista Cuoghi (Degerfors) bi solo brevissimi flash, in ossequio al diritto di cronaca Quella è stata la fine della mia attività come radiocronista delle partite del Parma. E come la mia terminò quella di molti altri. Sì, certo, “a gettone” mi sarebbe capitato ancora di raccontare le gesta del Parma per la “radio ufficiale” (ricordo, ad esempio, quella di Coppa Uefa a Tel Aviv in piena guerra, con tanto di ‘testina’ scattata dalla fotoreporter della Gazzetta di Parma Annarita Melegari, piazzata all’altezza del metaldetector del “Verdi”, ad ogni partecipante alla trasferta ‘perché non si sa Scala Majo Calathopoulosmai’), ma era tutta un’altra situazione rispetto al periodo precedente. Proprio la lunga consuetudine con le interviste dell’intervallo – per le quali spero di essermi sempre distinto per l’educazione e l’acutezza dei quesiti e non per il voler imporre smodatamente la mia opinione, pensando di essere Dio in terra, anche ai cronisti più anziani – credo sia stata all’origine della mia indimenticabile esperienza lavorativa nella redazione sportiva di Mediaset nelle estati, ormai lontane dal 2000 al 2003. Il vice direttore, il salsese Nicola Calathopoulos, credo non avesse avuto alcun tipo di dubbio avendomi conosciuto in azione. E tra l’altro, visto3 che siamo in vena di revival mi fa piacere ricordare come lui stesso una volta si prestò (allo Estàdio Da Luz di Lisbona) a reggere, oltre al suo, anche il mio radio-microfonino (sì, lo stesso della narice di Del Piero…) durante le interviste del dopo-partita, mentre io mi disimpegnavo con la ricevente mentre, nello stesso tempo, coordinavo la trasmissione dalla postazione commentario. Un grande. E un grande servizio per chi ci stava ascoltando da casa, che non avremmo potuto garantire così completo senza il suo aiuto. E sì, perché, delle interviste in diretta, specie quelle con i1giornalisti, io avevo proprio la fissa: ritenevo questa appendice ancora più importante, se possibile, della radiocronaca stessa. Ed era un piacere confrontarsi con le firme più prestigiose dei quotidiani sportivi o nazionali che spesso seguivano il Parma in casa ed in trasferta: i nostro radioascoltatori potevano ascoltare una rassegna stampa del giorno dopo, prima ancora che il giornale uscisse. Anzi prima ancora che il pezzo fosse spedito (o dettato ai dimafoni, dato che parliamo di qualche tempo fa…). Vorrei citare, inparma look vita radiocronisticonclusione, qualche nome di chi non ha disdegnato di dire due parole in quel microfono, ma c’è il rischio di dimenticarne troppi. Perciò ne scelgo uno solo, che purtroppo ci ha lasciato poco più di un anno fa, stroncato dal cancro. Si tratta di Corrado Sannucci, una delle firme più prestigiose di Repubblica. Lui, in realtà, inizialmente non era stato propenso a concedersi, ma dopo aver letto su Parma Look, la mitica rivista degli anni d’oro del Parma, diretta da Giorgio Gandolfi, il cappottino che gli avevo confezionato, mutò atteggiamento, diventando uno tra i più disponibili degli inviati: “Devo poi riconoscere – scrissi – di aver avuto io stesso qualche parma look radiocronisti 2difficoltà di approccio con giornalisti affermati, dal fare sussiegoso, disposti sfavorevolmente nei confronti di chi, telefonino alla mano, si avvicinava loro per richiedere un’opinione. A Foggia, per esempio, venni attratto dall’armoniosa pinguedine, appena stretta in una giacca marrone a righe rosse, rigorosamente aperta, di Corrado Sannucci, inviato di Repubblica: per raggiungerlo dovetti superare, zigzagando tra gli stretti banchetti della locale tribuna stampa, una folla di “portoghesi”, infiltratisi tra i giornalisti persino con i propri figliuoli, grazie a dei pass visibilmente contraffatti; arrivato infine al suo cospetto, venni velocemente liquidato dallo sguardo schifato e deciso dei suoi occhi cerulei, senza una sola smorfia di quel volto incorniciato da una candida barba, dietro la quale faceva capolino la lunga chioma fulva, raccolta in una coda alla Fiorello (una volta si diceva “di cavallo”), che io tentai di imitare con scarsi risultati, la scorsa estatemajominotti. Mi presi la rivincita a Copenaghen, quando, superato ogni indugio, ritentati l’intervista, dopo aver imparato a memoria, di nascosto, il suo ultimo articolo: dalla postazione commentario, sentendolo rispondere, gli increduli colleghi Gianni Barone e Carletto Vaccari, che avevano assistito dal vivo alla scena di Foggia, si voltarono verso di me sollevando il pollice in segno di vittoria. E pensare che fino a qualche minuto prima di quella sfortunata finale ancora mi divertivo ad appostarmi dietro di lui, proprio come faceva il comico della Gialappa’s Marco Milano con i calciatori, esclamando, senza che mi potesse sentire “Siamo Amicissimi”…” (Gabriele Majo)

Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.