CAMPORESE E MORRONE: IL CALCIO RIFLETTA
Il giovane viola confessa di avere ingannato l’arbitro, il capitano del Parma, per la ragion di stato, fatto passare da bugiardo. Le riflessioni di Gabriele MajoLa notizia dell’ammenda comminata al capitano del Parma Stefano Morrone (e allo stesso club per responsabilità oggettiva) per il Caso Romeo mi è arrivata ieri sera poco prima delle 19.30, quando avevo già spento il pc e stavo per recarmi a Castellina di Soragna alla Festa Gialloblù del Parma Club Fidenza, per la cena con premiazione di Hernan Crespo. Riacceso in tutta fretta il computer ho fatto in tempo a postare la news completata con cinque righe di commento in corsivo dove esprimevo il mio disappunto per l’esito finale di questa antipatica vicenda. Avendo già espresso il mio punto di vista anche il 13 gennaio scorso all’atto del deferimento da parte della Procura Federale, probabilmente avrei evitato di comporre questo editoriale se al mio ritorno non avessi trovato in giacenza alcuni preziosi commenti di nostri utenti (che ringrazio di cuore) i quali mi segnalavano la notizia riportata da alcuni siti con l’ammissione del giovane Camporese di aver ingannato l’arbitro in Parma-Fiorentina per procurarsi il calcio di rigore poi trasformato da D’Agostino, valso il pari dei viola. (Continua all’interno)
Ovviamente sono due casi completamente differenti tra loro, ma accomunati dal fatto che gli episodi sono occorsi sempre in gare che vedevano opposti il Parma alla Fiorentina e sempre con protagonista l’arbitro. O meglio, i due arbitri: uno, quello indotto all’errore dal nuovo Pluto, cioè il signor Gabriele Gava da Conegliano Veneto, l’altro – mi si scuserà se, date le circostanze, ometto il classico “signor” – Andrea Romeo della sezione AIA di Verona, fischietto del match d’andata con i viola, quando, secondo la prima ricostruzione di Stefano Morrone, poi costretto a rimangiarsela
per la ragion di stato, insultò il calciatore crociato con l’espressione “Capitano di merda”.
Un arbitro vittima, dunque, Gava, un arbitro carnefice, Romeo, ma alla fine a risultare danneggiato è sempre il Parma: non è per indulgere al pietismo o al piangerci addosso – sport che noi parmigiani amiamo praticare, specie quando discettiamo di cose di calcio, avendo un po’ la sindrome da Calimero – ma la sintesi di quanto è accaduto nei due incontri con la Fiorentina. La candida (candida?) ammissione di Camporese, pronunziata a margine dell’amichevole dell’Under 21 contro l’Inghilterra, (“Per quanto riguarda il rigore di Parma l’arbitro ci è cascato, meglio per noi”) è stata da alcuni condannata fermamente (“Una dichiarazione veramente da brividi, in pratica un’ammissione di simulazione resa ancora più grave dal fatto che chi parla è un ’92, un giovane che non dovrebbe iniziare la sua carriera con simili scorrettezze ed antisportività”, ha argomentato Simone Lorini su http://www.sportsbook24.net/) e da altri accolta con un po’ più di paterna comprensione (la Gazzetta di Parma di oggi, nel darne notizia
parla di “grande candore” del difensore e di enfatizzazione da parte di qualche sito, salvo aggiungere che, dopo questa rivelazione si “ «alleggerisce» la posizione di Gobbi” ma “non rende un favore all’arbitro Gava, la cui scelta di assegnare il rigore era parsa subito discutibile”).
Io, pur con tutto il beneficio d’inventario possibile – non avendo sentito la dichiarazione con le mie orecchie, ma avendola letta solo mediata, tra l’altro sul web – tenderei comunque, in questa occasione, ad essere più un colpevolista che innocentista. Ha ragione Lorini: un giovane dovrebbe crescere con maggiori valori di sportività. La sua ammissione di colpa sarà in un qualche modo punita? A mio avviso no. No, perché non so se la Procura Federale sarà altrettanto solerte nell’applicare i dettami della giustizia sportiva nei confronti di questo giocatore, così come è stata zelante nel deferire Stefano Morrone per la questione Romeo. Egli, nella rubrica “Intervista Doppia” di Bar Sport di Tv Parma (tra l’altro da alcune settimane soppressa, in quanto il club pare non metta più a disposizione i propri tesserati, che invece continuano, a parte qualche rara eccezione, a partecipare a “Piacere mi presento – Footballandia e dintorni” di Chiara Andreoli su Teleducato, secondo indiscrezioni volto identificato per il canale televisivo tematico della società, anche se ieri sera l’interessata ci ha detto di non saperne nulla), al quesito della giornalista Monica Bertini “Quale l’insulto che più ti è rimasto in mente?”, dopo essere stato fino a quel punto sorridente e gioviale era diventato scuro in volto ed aveva risposto: “L’insulto… L’insulto… Me l’ha fatto Romeo domenica a Firenze: sei un capitano di merda mi ha detto. Pensa te…” Come già ebbi modo di argomentare, non ci trovai niente di preparato, in quella situazione: si trattò di una
risposta spontanea e genuina. Non si trattava assolutamente di dichiarazioni lesive della classe arbitrale, in generale, o del signor Romeo, in particolare, così come pedissequamente ritenuto dalla Procura Federale nel deferimento.
La strategia della società non mi convinse per nulla da subito, avendo a suo tempo cercato, a buoi scappati, di mettere la sordina, cercando di limitare i danni della grave denuncia del capitano, che in effetti poi non trovò particolare amplificazione su altri media, benché i presupposti per approfondire il tema ci fossero tutti. A mio avviso Stefano Morrone tre mesi fa avrebbe dovuto ricevere, al contrario, un coraggioso concreto appoggio dal club: forse si sarebbe lo stesso buscato il deferimento, e pure la sanzione pecuniaria, ma almeno si sarebbe cercato, insieme, di rendere un po’ migliore il decadente mondo della Pedata, con una reale difesa di valori. Invece così società e giocatore hanno sì risparmiato 20.000 euro a testa patteggiando, ma per patteggiare Morrone ha dovuto ammettere la sua “colpa” (visto che nel dispositivo si legge “per avere affermato, in modo non veritiero, che l’arbitro Romeo nel corso della gara Parma-Fiorentina del 26 settembre 2010, gli avrebbe rivolto una espressione ingiuriosa“) passando così per bugiardo. Un prezzo troppo alto, secondo me anche superiore ai 20.000 euro risparmiati: ma quando si fa parte di una squadra capitano dei sacrifici da pagare, e Morrone, per il Parma, ha fatto anche questo, piegandosi alla ragion di stato per limitare i danni. Un’occasione persa. Un’altra brutta pagina per il calcio. Anzi due, se ci aggiungiamo pure Camporese… (Gabriele Majo)
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