GHIRARDI ALLA DS: “NON MI VANNO GIU’ I TRE TURNI DI SQUALIFICA A GALLOPPA”
Il Pres spiega: “Solo dopo il ricorso il giudice guarda le immagini: così potrà rendersi conto che si era trattato di un fallo di gioco e non di una reazione”(gmajo) – Prosegue la campagna di comunicazione del Parma tesa a far sapere, in ambito nazionale, quanto le vessazioni (arbitrali) subite possano aver influito sul rendimento in campionato della squadra. Squadra, va ricordato, che ha pure delle proprie responsabilità, del resto come chi l’ha guida, e prima ancora chi l’ha allestita e chi ha impresso la propria solenne benedizione all’operato dei suoi sottoposti, ovverosia il presidente Tommaso Ghirardi, il quale ieri, è apparso sui teleschermi della Domenica Sportiva con sedute alle spalle la mamma Gabriella Pasotti, e la fidanzata Francesca, che l’avevano accompagnato nel salotto sportivo di Rai Due. Per il Pres è stata l’occasione di ricordare che ieri, anche se alla fine è andata bene, il Parma aveva comunque subito il decimo rigore contro, e per l’ennesima volta era stato cacciato dal campo un proprio calciatore. Ma va da sé che quando sei ospite di un media nazionale prima di poter arrivare a spiegare le tue difficili condizioni di Cenerentola (e si fa l’una…) devi stare lì a sorbirti la celebrazione di tutte le Genoveffe del caso, pronunciando in rigidi tempi televisivi la tua opinione anche su argomenti che ti importano fino lì… (Continua all’interno)
Tornato in treno da Genova che erano già le 23.30 solo attorno a quell’ora ho potuto mettermi alla visione del programma che fu di Massimo De Luca (la cui conduzione equilibrata e non gridata ben calzava su una emittente del servizio pubblico; personalmente non mi convince affatto il nuovo corso). In collegamento con Mazzarri dal San Paolo si stava parlando delle possibilità tricolori o perlomeno di partecipazione Champions del Napoli (promossa al rango di Genoveffa proprio una settimana prima da Tommaso), che nel posticipo poco prima aveva battuto il Cagliari 2-1. Ogni tanto, confesso che non ne ho capito il motivo, Civoli, Collovati, Zazzaroni e
compagnia cantante parlavano di querele, specie a proposito del futuro di allenatori et similaria. Si vede che questo tipo di azione legale va di moda anche da quelle parti, o anche da quelle parti se ne straparla, ma tant’è… Il primo intervento che ho udito di Ghirardi (chiedo scusa se per caso ne ha fatti anche prima, ma non mi pare, pur sbirciando i contenuti della sintesi pubblicata nottetempo dal sito fcparma.com, cui vanno sinceri complimenti almeno per la tempestività, essendo on line il sunto con foto, a pochi minuti dalla conclusione della trasmissione,
anche se, come si suol dire, la gatta che ha fretta fa i gattini ciechi, e sul web esistono implacabili censori dei refusi. Io ho preferito rimandare ad oggi, un po’ per stanchezza dopo la trasferta, un po’ per chiosare con la dovuta calma) era a proposito della Genoveffa Inter. Coinvolto nella discussione dalla padrona di casa Paola Ferrari, che ha ricordato che il Parma, nel girone di ritorno, deve ancora incrociare i nerazzurri, il Ghiro ha affermato: “Spero, quando li affronteremo, che avremo qualche punto in più rispetto ad oggi. E’ sempre difficile fare risultato con l’Inter, però sono convinto che sarà una battaglia fino alla fine. Sono molto contento anche per il presidente Moratti, che ho il piacere di conoscere, che è una persona squisita, che merita tutti quei bei momenti che sta vivendo in questi anni dopo tanti anni sofferti. Perciò è una bella storia, di famiglia, legata a un nome importante come è l’Inter”.
Il successivo intervento era a proposito del Milan, in particolare della stella Cassano, che ultimamente sembra brillare un po’ meno rispetto a quando era arrivato in rossonero. “E’ un leader – ha sentenziato Ghirardi – anche se alle volte ha fatto fatica, in passato, anche alla Roma, dove c’erano grandi campioni e può trovare qualche difficoltà adesso nel Milan. E’ chiaro che questi talenti debbano essere considerati tali da tutto l’ambiente. Loro hanno bisogno di essere protagonisti”. Ivan Zazzaroni gli ha quindi chiesto se per caso avesse fatto un pensierino su Cassano, quando si era
capito che avrebbe lasciato la Sampdoria, o se lo aveva subito considerato un giocatore inarrivabile. Tom gli ha risposto così: “E’ un giocatore che piacerebbe averlo a tutte le squadre. Noi non ci abbiamo pensato perché in quel ruolo siamo coperti, perché noi abbiamo puntato su Giovinco, facendo un’operazione anche molto onerosa per noi. E in più ero convinto che se fosse andato via dalla Sampdoria, era solo per andare in un club di questo livello (quello del Milan, nda), perché lui alla Samp si trovava bene, era un leader, la famiglia di Garrone lo adorava, e poi si è rotto il giochino.”
“E poi si è rotta anche la Samdporia…”, ha sancito Zazzaroni
“La Sampdoria –ha affermato Ghirardi – è in difficoltà, però io credo che abbia una forza che hanno in pochi, cioè una solidità societaria rara nel calcio italiano, perché ha una solidità paragonabile a Milan ed Inter. Perciò bisogna dargli tranquillità, lasciar costruire il gruppo inserendo in quello storico qualche giovane come stanno facendo, e poi è una piazza che non può lottare per la Champions League. Se ce la fa un anno è già buono…” Intervento di Paola Ferrari: “Quella di oggi, per voi, è stata una grande vittoria…”.Risposta di Ghirardi: “Sì quello sicuro…”.
Nuovo argomento di discussione col presidente del Parma è Amauri. “Sono contento di tenerlo: è un lusso per noi perché ha uno stipendio elevatissimo, giocatore che mi sono reso conto che è un grande campione: sono allibito che giochi nel Parma, con tutto il rispetto per il Parma, è un giocatore che ha delle qualità fisiche, che ha qualità tecniche”. Forse l’aggettivazione non è il massimo, ma tant’è. Interviene Bagni: “Era a zero gol, ma come è arrivato da voi si è sbloccato come d’incanto…” Aggiunge la Ferrari: “E’ rinato”. Ghiro concorda: “Da noi è rinato, ha fatto tre gol, ne ha fatti fare almeno un paio, è stato fuori una domenica e mezzo, e l’abbiamo sentita la differenza. Oggi ha fatto una partita strepitosa”. Nello studio ferve il dibattito. Osserva Collovati: “Questo è il paradosso del calcio: un attaccante dovrebbe avere più facilità a fare gol nella Juve che non nel Parma, perché nella Juve hai più opportunità, più occasioni…”.Da qualche tempo a questa parte Ghirardi è tornato a godersi una delle soddisfazioni che il suo attuale costoso hobby gli concede, la possibilità di avere visibilità televisiva alla quale nell’ultimo anno aveva un po’ volontariamente rinunziato lasciando i riflettori pressoché completamente a Pietro Leonardi, del quale spesso si accontentava di interpretare il ruolo di riserva, come portavoce delle istanze crociate, tant’è che le sue rare apparizioni mediatiche pubbliche erano spesso in coincidenza con le vacanze del Plenipotenziario (vedesi il famoso 10 agosto,
quando Ghirardi pronunziò l’ormai celebre frase “Quest’anno non ci basta vincere. Vogliamo vincere giocando al calcio”) o sue eventuali sue giornate di inibizione (a questo proposito facciamo una doverosa – e non richiesta – errata corrige, dal momento che prestando fede ad una fonte autorevole, cioè il quotidiano locale, che parlava di un provvedimento inibitorio di due settimane per Leonardi ci siamo fidati a scriverlo anche noi, senza verificare, salvo poi accorgerci dell’errore vedendo ieri il dirigente regolarmente in panchina. Il vecchio maestro Bellè predicava
esattezza, esattezza, esattezza…), adesso, invece, con il modulo d’attacco a due punte, il Pres è tornato ad essere titolare inamovibile della comunicazione crociata. Ma come si suol dire onori ed oneri: ieri all’onore di essere nei gloriosi studi Rai di Corso Sempione a Milano, accompagnato dalle sue donne più care, si è sommato l’onere di dover sentire parlare di Guidolin, il quale, alla guida della sorprendente Udinese, sta vincendo e convincendo. Anche per la bontà del gioco, pure ieri sera ritenuto, dal parterre, il migliore dell’intera serie A. Sull’ostico argomento lo accompagna Paola
Ferrari, che ricorda (con assieme a significative immagini di repertorio dal Tardini che scorrono sul maxischermo) i trascorsi Crociati del Don. Il Ghiro, inizialmente, la prende con filosofia, e fa buon viso a cattivo gioco: “Sì è stato con noi due stagioni. Sono contento per lui, perché voleva tornare ad Udine, voleva tornare nella sua terra, io l’ho accontentato perché questo è un dato di fatto. Sicuramente ho dei ricordi molto positivi, ho un rapporto ottimo: non nego che alle volte anche ci sentiamo, sono contento per lui e per la famiglia Pozzo, che fanno parte della storia del
calcio”. Ma perde un po’ di aplomb quando Zazzaroni butta lì un “Avete fatto uno scambio di allenatori…”. Tommaso sbotta: “No, no, questa è una diceria che ha portato molta negatività su Marino, purtroppo…” Interviene Marco Civoli, che certifica: “E lei lo ha sempre difeso…”. ( Ovviamente Marino). Ghirardi riprende: “Sì, l’ho difeso, perché è giusto difendere le scelte che si fanno. E siccome erano scelte che avevo fatto io, le porto avanti. Però non mi è mai piaciuto che si sia pensato a questo scambio di allenatori. Guidolin, e dico purtroppo, perché con noi aveva fatto bene, aveva ancora un anno di contratto con noi, e mi ha chiesto di poter andare a Udine, perché era il suo sogno, voleva tornare vicino a casa, e io l’ho accontentato senza chiedere buone uscite,
pagandogli lo stesso il premio, e senza chiedere niente all’Udinese. Questa è la verità. Io gli ho fatto un regalo, perché lui mi aveva fatto dei bei regali in questi due anni”. Applausi dello studio a chiudere la discussione. Ghirardi ha definito la sua vulgata la verità, ed essendo un uomo d’onore come non credergli? Tuttavia io ritengo, magari sbagliandomi, che Guidolin abbia riscoperto il suo amore per Udine dopo (e non prima) che aveva capito di non essere altrettanto apprezzato dove era. Ma non dalla piazza (che pure lo portava su un palmo di mano, salvo
rinnegarlo prima che il gallo cantasse tre volte, sul finale della scorsa stagione, per poi rimpiangerlo quest’anno, guardando con invidia cosa sta facendo nella nuova destinazione) quanto proprio dai suoi datori di lavoro. Questa, ovviamente, è una idea che mi sono fatto io considerando un po’ di date e un po’ di esternazioni, in tempi non sospetti, dello stesso Guidolin e degli altri protagonisti della vicenda. Ma siccome lo stesso allenatore – in cambio del regalo presidenziale di scioglierlo, senza penali, con un anno di anticipo dal suo legame con il Parma FC, come spiegazione del divorzio ha accettato pienamente la linea societaria – è inutile che io stia qui ad aggiungere altro…
A proposito di allenatori: alla DS ieri sera asserivano che la colpa di Edi Reja, coach della Lazio, è quella di aver perso troppi derby con la Roma. In questo frangente Ghirardi ha dato il meglio di sé, con una sagace battuta di quelle che gli avevano fatto bucare il piccolo schermo fin dalle sue prime apparizioni: “Se vai in Europa guadagni 20-25 milioni, se vai in B ne perdi 35-40, se perdi il derby non perdi nulla…” Parole sagge, dice la Ferrari, prima di ribadire: “La vittoria di oggi vuol dire un bel passo avanti per la salvezza e quindi è proprio una vittoria importante”. Così Ghirardi, quando
ormai mezzanotte era passata da un pezzo: “Quella di oggi è stata una vittoria importantissima: avevamo bisogno di una vittoria, perché era qualche domenica che stavamo facendo bene e non riuscivamo a raccogliere risultati. Sono contento per l’allenatore e sono contento per i ragazzi e sono contento anche per me e per Leonardi. Però assolutamente non abbiamo fatto nulla: questo non dobbiamo dimenticarlo, e il campionato è ancora lungo, e noi dobbiamo essere ambiziosi. Noi partivamo da una stagione, quella scorsa, in cui eravamo arrivati
ad un punto (in realtà i punti in meno erano 3, nda) dalla Europa League, dietro la Juventus, e quest’anno non ci immaginavamo di giocare per la salvezza. Fortunatamente, quattro o cinque domeniche fa, ci siamo resi conto che il nostro campionato era questo ed abbiamo iniziato a giocare come si deve giocare in questa posizione di classifica: essere molto concreti, fare una battaglia, una battaglia sportiva, lottare dal primo all’ultimo minuto e raccogliere quello che viene. Oggi siamo stati molto bravi: non voglio dire fortunati, perché abbiamo ricevuto il decimo rigore, eppure
abbiamo vinto lo stesso, andiamo avanti e non ci lamentiamo…” Lo interrompe, provocandolo, Marco Civoli, ex telecronista azzurro di Germania 2006: “Mi perdoni, faccio l’avvocato del diavolo: dieci rigori significa anche che gli avversari entrano in area…” Il Ghiro, incassa, e rilancia e si arriva al tema che abbiamo scelto come titolo: “Sì, sì. Ma allora dico un altro dato. Noi è la sesta partita di fila (in realtà come scritto sul sito sociale è la settima volta stagionale, la quarta di fila, nda) che vengono espulsi dei nostri giocatori. La vera amarezza che ho, e non parlo più di contestazioni
arbitrali, è per la squalifica di Galloppa per tre giornate. Quella proprio non mi va giù, perché è un fallo di gioco puro, senza cattiveria, ed è stato paragonato al fallo di reazione di Ibrahimovic…”. Irrompe Zazzaroni che chiede: Avete fatto ricorso? – Tommaso risponde: “Sì, abbiamo fatto ricorso e sono convinto che verrà ridotta. Mi voglio esporre, perché per me c’è stato un abbaglio da parte dell’arbitro…” La Ferrari lo interrompe : “Lei dice che c’è stato un giudizio assolutamente sbagliato?”. Al che Ghirardi si fa “divulgativo”: “Il problema è che anche queste cose non si sanno. Il giudice
sportivo decide sulla base del referto che gli viene dato, su quello che viene scritto dal referto arbitrale. Poi, lui, magari molte volte non vede neanche l’episodio, perché gliene arrivano talmente tanti…” Fulvio Collovati obietta: “Mi rifiuto di credere che non l’abbia visto questo episodio”. Ghirardi cerca di proseguire: “Io sono convinto, siccome che c’è stato il ricorso, che lo debba vedere. Se uno lo vede…” Interviene Gianni Ippoliti, che si dimostra il più informato dello studio (!) e sancisce: “Ha ragione il presidente. Lo vedono solo quando c’è il ricorso”. Collovati non si dà
per vinto: “Ma non è che ti danno una o più domeniche senza vedere l’episodio…” Ippoliti completa la spiegazione: “La prima è una decisione solo sul referto dell’arbitro, poi dopo, quando, c’è il ricorso allora le vede. Se poi, per sua cultura, le guarda anche prima…”. Tommaso conclude: “E’ un procedimento che mi hanno spiegato in Lega. Io ho chiesto due anni fa alla Lega e la Lega mi ha dato questa spiegazione. Quando poi si fa il ricorso, giustamente, il giudice sportivo analizza e poi molte volte riduce le squalifiche, perché vede le immagini e con discrezione valuta ed analizza quello che è successo”. Gabriele Majo