COLOMBA AL PARMA, L’ANALISI di Gabriele Majo
Per il fallimento del primo progetto hanno pagato concretamente Ghirardi (che si sobbarca i costi del nuovo allenatore), Marino (un esonero sul groppone non è mai piacevole) e Leonardi che ci ha messo la faccia, assumendosi le sue responsabilità…(gmajo) – Visto che non sono in competizione con il sito ufficiale – come il solito simpatico provocatore l’altra notte aveva vergato tra i commenti di questo blog, mentre a con opera certosina stavo trascrivendo ogni sillaba pronunziata sul piccolo schermo, a reti non unificate, ma entrambe, dal presidente Ghirardi – in occasione della presentazione del nuovo tecnico Franco Colomba evito di “sbobinare” quanto affermato dai vari protagonisti in sala stampa (al tavolo con il sostituto di Marino c’erano l’Ad Pietro Leonardi, suo mentore, e il direttore sportivo Antonello Preiti. Assente giustificato il Pres, che l’altra sera a Bar Sport aveva parlato di impegno improrogabile per ieri pomeriggio, ma sarà a Collecchio stamani. Per la proprietà ha assistito a parte della conferenza il vice presidente Penocchio), servizio, in questo caso, garantito con tempestività dagli amanuensi di fcparma.com: inutile quindi perdere tempo a ri-digitare gli stessi contenuti, si può passare direttamente a qualche considerazione a ruota libera sull’evoluzione post-Bari. Chiusa, frettolosamente, una gestione tecnica, se ne apre ora un’altra. Frettolosamente. Continua all’interno
Ho già utilizzato qualche volta una frase di Oreste Cinquini: “La gatta che ha fretta fa i gattini ciechi”, anzi lui forse diceva addirittura i “bambini”, ma non importa questo dettaglio, quanto quello della fretta. Nell’editoriale pubblicato lunedì mattina dal titolo “La mossa della disperazione” (ovviamente si intendeva l’esonero, non la scelta del successore, il cui nome, in quel momento era solo il più ventilato, ma non ancora una certezza acclarata) mi ero permesso di osservare: “Io credo che ad oggi si debba puntare su un classico traghettatore (e su un buon cappellano): la scelta per il nuovo corso non può essere fatta sull’onda delle emozioni, a caldo, e senza neppure sapere la categoria in cui si disputerà il prossimo campionato”, concetto che, a 48 ore di distanza, non posso che confermare, pur in presenza di una decisione societaria diametralmente opposta a quella suggerita. Certo Ghirardi e Leonardi avranno ben ponderato prima di trarre il dado, nessuno lo mette in dubbio ed indubbiamente lo avranno fatto a fin di bene, ma rimane il rischio, nel caso le cose non andassero per il verso giusto, di poter andare a compromettere anche la stagione successiva, indipendentemente dall’esito dell’attuale, prima e fondamentale emergenza da risolvere. Ecco, mi pare che ci sia stata troppa fretta di chiudere con il passato, abbandonando il libro che si stava leggendo, per andarne ad aprire un altro. Il messaggio della pietra tombale sulla disgraziata epoca Marino lo aveva ben scandito “Tom” nei suoi interventi televisivi e, non a caso, figurava pure nel titolo riservato alle sue esternazioni nella ripresa del sito ufficiale. Voler ripartire subito con un mister nuovo utile non solo per il mini-campionato con sette finali (definizione leonardiana), ma anche per l’annata successiva è stato un moto d’orgoglio dei manovratori. Infatti il Plenipotenziario, in apertura di conferenza, ha subito chiarito: “Siamo contenti e fiduciosi sia per questo fine di stagione, ma anche per la prospettiva per il futuro. Il Parma, come giustamente ha detto il nostro presidente, non sceglie tecnici per sette partite: abbiamo fatto questa scelta molto ponderata, siamo contenti di questo e perciò ci auguriamo di svoltare già da domenica con l’aiuto del nostro nuovo allenatore”. Bene, speriamo che abbiano ragione loro, ad onta del proverbio cinquiniano (quello dei micini accecati) che ogni tanto tiriamo a mano…
Teorema: se per Marino esistevano problematiche ambientali perché aveva raccolto la pesante eredità di Guidolin (con la complicanza del boomerang per la gran cassa su gioco propositivo ed affini di inizio mandato), per Franco Colomba non ce ne saranno di certo, dovendo solo fare leggermente meglio del suo poco amato predecessore. Le difficoltà a cui potrà andare incontro il gentile signore presentato ieri sono dettate “solo” (“solo”, si fa per dire…) da questioni di classifica e dalla breve lunghezza della nuova competizione. Come ha ricordato lui stesso non c’è tempo da perdere: c’è da sperare che abbia delle felici intuizioni immediatamente: il materiale umano a disposizione dovrebbe essere di prim’ordine – non sono d’accordo con chi reputa scarso il parco giocatori assemblato da Leonardi – deve essere solo fatto funzionare bene, pur tra le mille difficoltà derivanti dal fatto che questa squadra era stata allestita solo virtualmente per la salvezza, trattandosi di un organico di qualità indubbiamente superiore a quello dei competitor, ma quando ci si trova nelle sabbie mobili proprio nella fase topica, questo più che un vantaggio potrebbe essere un handicap. Insomma la famosa alchimia che già ad agosto avevo indicato quale componente fondamentale per la buona riuscita della stagione, speriamo, per incanto, nasca adesso grazie alla bacchetta magica del nuovo allenatore.
Enrico Boni, il Saltimbanco reggiano, ieri vestito a lutto nel suo giorno più brutto (“Andrò a Marsala a consolare Marino e vi manderò una foto”), ci ha detto ieri mentre aspettavamo che arrivasse la comitiva da Bologna), ha dato il benvenuto (sua la prima domanda) a Colomba ricordandogli che non è esattamente famoso per il suo pugno di ferro. Garbata, ma efficace la replica del mister: “Questo fa parte dell’opinione che la gente si fa, ma io comunque non credo che sia un problema di durezza, di polso o pugno duro, che peraltro potrebbero anche essere caratteristiche a mia disposizione, ma si tratta di ricompattare rapidamente una situazione che sta degenerando, e per fare questo occorre collaborazione, intelligenza, non solo da parte mia. Occorre percepire rapidamente quali sono le problematiche di questa squadra. Poi forse non c’è neanche tempo per il polso, che viene fuori solo alla lunga…”. Metodi garbati, dunque, non pugni sugli armadietti o sul tavolo dello spogliatoio, come auspicato dal (di solito) variopinto opinionista di Calcio & Calcio: beh, l’uomo forte in questo senso è Leonardi (quando varcherà le porte del tempio), per tacere di Ghirardi, il quale, stamani, dovrebbe andarle a cantare dal vivo ai giocatori, dopo aver già fatto capire sia privatamente (via telefono) che pubblicamente (gli interventi in tv) il suo disappunto con questi suoi stipendiati. Un po’ Ranieri, un po’ Cuper, speriamo più Ranieri che Cuper, del Cuper parmigiano, si intende: così è parso Colomba, molto attento, nel suo intervento, a rimanere sul pezzo, cioè su questa (breve) stagione. Gli accenni al futuro (il prossimo campionato, già contrattualizzato) sono arrivati solo a fine conferenza, curiosamente parlando di passato: egli, infatti, stava ricordando, con orgoglio, di essere stato artefice della salvezza del Bologna nell’anno del centenario: al che Gallerani, ha ricordato a voce alta, quanto nella mente hanno pensato anche altri tra gli astanti, e cioè che nel 2013 anche il Parma festeggerà il suo 100° genetliaco. L’auspicio è che possa esserci anche lui, per questo piccolo record personale, due Centenari sulla via Emilia.
E’ piacevole sapere che tra gli uomini dello staff di Colomba figuri la bandiera crociata vivente Luca Bucci, che purtroppo concluse la sua carriera nel Parma nell’anno della inopinata retrocessione, alternandosi tra i pali con Nicola Pavarini, ora diventato un suo “sottoposto”: proprio il ricordo di quella pessima esperienza potrebbe aiutarlo nel trovare le parole e le azioni giuste per far sì che non ne segua la replica. Ieri è tornato in quello spogliatoio, a riprendere confidenza, oggi pomeriggio ascolteremo con interesse le sue considerazioni, mai banali. Un altro ex crociato è Renzo Ragonesi (i collaboratori di Colomba sono un mix di esperienza e giovani) che disputò 21 gare nella stagione 1973-74 agli ordini di Sereni.
Al termine della conoscenza di Colomba si è parcamente intrattenuto con i cronisti anche l’AD Pietro Leonardi, il quale, in controtendenza rispetto al passato (incluso il post partita con il Bari) ha avuto (sincere) parole di ringraziamento per la stampa locale che, a suo dire, avrebbe dato il proprio apporto, propositivo e non distruttivo, nel corso delle ultime 5-6 giornate. Insomma, è uno scoop: la stagione disgraziata non è più colpa della stampa locale (a parte quei pochi “validi” giornalisti che avevano sostenuto strenuamente, assieme a proprietà, AD e calciatori, Marino). Va bene così: nessuno ha voglia, di questi tempi, di cavalcare equivoci o ricamarci su: abbiamo, avete, cose più importanti a cui pensare. La salvezza del Parma. Speriamo, ora che è stato seppellito Marino, che non vengano più tirati a mano altri scheletri del passato: non c’è voglia di stare qui a rivangare, per l’ennesima volta, come andarono le cose un anno fa. Quegli scheletri rimangano negli armadi, magari un po’ più sigillati di prima, senza tirarli fuori ad ogni minima occasione. Tradotto: personalmente mi sarei ben guardato dal parlare di Guidolin nella presente stagione se non mi fosse stato servito l’assist di farlo, a partire dal famoso diktat di quest’estate (non si facciano confronti, quando era da mesi che né io, né altri, avevamo più scritto/parlato del vecchio trainer), per proseguire con i proclami estivi (“Non ci basta vincere, vogliamo vincere giocando al calcio”), via via nel tempo arrivando alla Guidolineide del 1° dicembre scorso, eccetera. Dunque mettiamo (bilateralmente, però), fino a fine stagione, una pietra sia su Marino che su Guidolin. Salviamoci e poi se del caso se ne riparlerà a bocce ferme.
Un’ultima considerazione: sempre nell’editoriale prima citato avevo scritto una considerazione che poi è stata un po’ amplificata, estrapolandola dal contesto, da altri organi di informazione (sia sul web, che da Boni durante Calcio & Calcio). Questa: “Per il Parma del futuro (in serie A) vedrei bene Claudio Ranieri, oggi non scritturabile avendo nella presente stagione allenato la Roma. Egli potrebbe supplire, in caso di addio, anche a parte degli attuali compiti di Pietro Leonardi, qualora il dirigente decidesse, concretamente, di assumersi le sue responsabilità, rinunziando di sua sponte al proseguimento del contratto pluriennale in corso con il Parma, prendendo atto dell’andamento fallimentare della presente stagione. Il gesto, nel caso, gli farebbe onore, così come avrebbe fatto onore a Marino precedere la decisione di ieri dei suoi superiori rassegnando di sua sponte le dimissioni”. Come si può notare, partivo da una ipotesi (il ritorno di Ranieri) che ora, ragionevolmente, mi pare impercorribile dopo gli ultimi sviluppi, specie se Colomba porterà felicemente a termine, come tutti auspichiamo, la difficile prima parte del suo mandato. L’arrivo del nuovo allenatore consolida la posizione di Leonardi e la incondizionata volontà del Presidente Ghirardi di proseguire in questo “abbraccio” con lui, così come da contratto pluriennale in essere. Eppure Schianchi, che vanta ottime relazioni con il Risanatore, del quale spesso ne incensa le gesta sul piccolo schermo, è convinto (o almeno era convinto lunedì sera durante il programma di Teleducato) che a maggio se ne andrà. Di questi tempi è difficile fare previsioni: ma se davvero si fosse incrinato il rapporto – che all’esterno si vuole fare apparire comunque solido, nonostante i terremoti, tra Ghirardi e il suo primo collaboratore (l’altra sera il Pres, a Bar Sport, ha di fatto contraddetto il suo prezioso collaboratore, nel rispondere a Marco Balestrazzi, sul concetto di “morte annunciata” di Marino) – non sarebbe certo stato scritturato Colomba, cioè il candidato designato da Leonardi. Insomma, pare essere una scelta basata sulla continuità aziendale, con il Plenipotenziario saldamente alla guida. Certo sarà decisivo l’epilogo della stagione, ma tutti quanti, davvero, auspichiamo che sia nel segno della serie A. Certo, per il fallimento del primo progetto hanno pagato concretamente Ghirardi (che si sobbarca i costi del nuovo allenatore, il quale a Bologna percepiva 600.000 euro netti a stagione, tanto aveva sottoscritto nel biennale firmato con i Menarini dopo la salvezza dei rossoblù, stagione nella quale aveva percepito emolumenti per 250.000 euro) e Marino (pur non smenandoci economicamente, un esonero sul groppone non è mai piacevole): Leonardi, invece ci ha messo la faccia, assumendosi le sue responsabilità… (gabriele majo)
GM, LEI E' "UN FIUME IN PIENA DI BUON SENSO E DI CRISTALLINA ANALISI".
NON DEMORDA MAI!
ENZO DALLAI
Lei però si diverte a criticare Leonardi… sembra che anche lei voglia le sue dimissioni.
Ringrazio Enzo Dallai per il nuovo attestato di stima. Che dire… Un fiume in piena lo sono senz'altro. Per tutti, anche per i miei detrattori. Poi che lo sia di buon senso è il mio intendimento: c'è chi lo capisce e chi no. Ad esempio l'anonimo delle 19.03 (che dovrebbe anche comprendere quanto sia buona educazione firmarsi, dal momento che lo ripeto a ogni piè sospinto) asserisce che io mi diverta a criticare Leonardi. Perché mai dovrei divertirmi? Quando si compie un delitto ci deve essere un movente. O no? E io non saprei che movente avere per criticare Leonardi "a prescindere" solo per il gusto di farlo. Io non lesino critiche a Leonardi, come a diverse altre persone, istituzioni, etc. cercando di ragionare, di offrire spunti propositivi e costruttivi. Le sue dimissioni? Per me erano un atto dovuto, considerata la situazione. magari le ha anche rassegnate e il presidente le ha respinte. Cosa possiamo saperne noi, che siamo al di fuori della stanza dei bottoni? Ma ricordo anche di una dichiarazione di Leonardi, fatta dopo una trasferta lontana, (non ricordo quale) in cui ringraziava Ghirardi e lui sapeva perché. Non si è mai capito di cosa si trattasse, ma tra noi cronisti era circolata l'ipotesi che Leonardi, per salvare Marino, in quella occasione avesse puntato giocato un po' d'azzardo, anche del suo. Queste, però, sono solo chiacchiere. Il fatto è che assumersi concretamente le proprie responsabilità, a mio avviso, non sia metterci solo la faccia: come scrivevo oggi, Ghirardi ha avuto un esborso economico, Marino si è buscato l'esonero. E la penitenza "concreta" di Leonardi, compartecipe a propria volta del fallimento, qual è? L'essere andato in sala stampa per comunicare l'amara decisione? E' altrettanto doveroso sottolineare che eventuali dimissioni di Leonardi contestuali all'esonero di Marino avrebbero potuto significare un abbandono della nave che affonda, e giustamente era giusto che lui, per primo, si adoperasse per tarare la falla. Nelle parole pronunciate da Leonardi domenica sera mi era sembrato di cogliere ("a maggio ognuno si prenderà le proprie responsabilità) la possibilità che potesse in effetti lasciare Parma, sensazione che mi pare di aver capito condividessero pure altri colleghi, magari più a stretto contatto col dirigente. Certo il fatto che sia arrivato Colomba, cioè il candidato che si dice designato dallo stesso Leonardi, potrebbe significare un rafforzamento della sua posizione anche per il futuro. Ma saranno interrogativi che ci porremo davvero alla fine, perché ora quello che conta è che il Parma si salvi. Cordialmente Gmajo
Premesso che Colomba non mi piace ma voglio ugualmente che salvi il Parma (ci mancherebbe!!!), le chiedo le…percentuali. A suo parere, senza la pretesa di indovinare per forza:
– in caso di salvezza, Colomba resta al …%
– in caso di retrocessione, Colomba resta al …%
Mattia
Non so, Mattia… Provo a buttare lì qualche numero, ma le variabili sono parecchie. dipende anche come ci si salva o come … (meglio non continuare la frase).
Comunque direi che in caso di salvezza al momento si attesti su un 85-90%
In caso di … (omissis) credo che non superi il 10-15% . Immagino, infatti, che abbiano previsto opportune clausole per sciogliere l'accordo, considerata anche la spesa dell'ingaggiuo un po' fuori portata.
Non so quanto possa essere utile questo giochino, ma l'ho accontentata. Almeno credo…
Colomba, di primo acchito, mi pare una brava persona, un signore di buon senso. Però, come ho già scritto qualche giorno fa, la salvezza al Bologna non fu così luccicante: su certe scelte discutibili ricordo bene gli improperi che ascoltavo sugli spalti del Dall'Ara. Tuttavia è meglio evitare, di questi tempi, critiche preconcette, proprio per cercare di favorire il delicato compito che lo aspetta. Con l'esperienza che vanta penso che non sia uno che si formalizzi sui paragoni col passato come il suo predecessore. Buonanotte gmajo
Grazie per l'opinione!
Mattia