TRA MAGLIE E RITIRO, libere divagazioni di Gabriele Majo
(gmajo) – Ad un certo punto pareva di essere tornati indietro di una ventina d’anni: poco dopo le 9 del mattino al Centro Sportivo di Collecchio hanno fatto capolino in rapida successione Tino Asprilla e poi Alessandro Melli. E’ vero che il parco punte crociato, come avrebbe ammesso pochi minuti dopo nella prima conferenza stampa della nuova stagione Franco Colomba, è piuttosto assortito, e forse pure un po’ affollato, ma i loro due cognomi non figurano – mera questione di carta d’identità, non certo di capacità tecniche – nell’elenco dei convocati consegnato ai giornalisti, assieme allo Year Book e alle date ufficiali della stagione ai cronisti accorsi ad assistere al raduno per la partenza per il ritiro estivo di Levico Terme. Ciccio era presente nell’ormai consueto ruolo di team manager, essendo stato confermato ancora una volta in organigramma, mentre Tino, come scrive gazzettadiparma.it nella inedita veste di talent scout (peraltro una-tantum), avendo importato dalla Colombia il cugino Victor, che lui giura essere buonissimo. Per il momento il giovane di belle speranze sosterrà un provino con il Parma. Poi se son rose fioriranno. Certo vedere Tino di buon mattino (che bella rima, magari potrei candidarmi come ghost writer di lenzuoli) è fatto piuttosto inusuale: e glielo ho pure fatto presente, in quanto i suoi ritardi erano proverbiali. E non sempre per questioni di minuti… Nell’elenco dei convocati, alla voce attaccanti anziani, non figura, invece, un certo Cristiano Lucarelli… (continua all’interno)
Egli, infatti, di comune accordo con il Parma FC – che continua ad essere il suo datore di lavoro in virtù di un contratto extra large stipulato, pur senza puntargli la pistola alla gola, col presidente Tommaso Ghirardi nel gennaio del 2007 (nel tempo Tom avrebbe cambiato strategia, proponendo solo contratti annuali agli over 30, come ben sa Paci che ha preferito garantirsi almeno un paio d’anni di attività con il Novara) – ha preferito rinunziare al suo diritto/dovere di sudare in ritiro con i crociati (un anno fa collezionò una manciata di giorni a Levico, come documentato dalla foto di repertorio, scattata alla partenza dal Tardini) per non creare turbative all’ambiente. Durante la conferenza stampa, seduto al tavolo con l’AD
Leonardi, lo ha spiegato senza girarci troppo attorno: “Io qui non rientrerei nel progetto tecnico del Parma: sapete tutti che qui c’è un calciatore che più o meno farebbe quello che potrei fare io, cioè un giocatore esperto, al servizio del gruppo, che da una mano. Un giocatore con queste caratteristiche il Parma ce l’ha già, per cui di fatto, per non creare eventuali polemiche, abbiamo deciso di presentarci tutti quanti insieme per farvi capire le cose come stanno”. Qualora non si fosse capito, il calciatore cui alludeva Cristiano era Crespo: ed è curioso pensare che i due possano trovarsi, tra un anno o due, a fare i dirigenti sempre in questo club, dal momento che Ghirardi e Leonardi hanno aperto ad entrambi le porte della società, garantendo un posto per il post attività agonistica. Se da un lato Crespo può essere un uomo immagine per il club, non solo per l’aureo passato, ma anche per il contributo
fattivo nell’ultima salvezza, e per quella empatia che ha con Parma, viceversa Lucarelli qui non ha avuto modo di fare breccia nella totalità dei cuori dei tifosi, in quanto il suo rendimento, purtroppo, è stato ben al di sotto delle aspettative o degli emolumenti generosamente concessigli da Ghirardi (il Pres decise in prima persona, sebbene il suo uomo mercato di allora, Andrea Berta, avesse manifestato piuttosto chiaramente le sue perplessità sull’operazione). Chissà quale ruolo gli si potrà ritagliare addosso. Nel frattempo, però, lui che era diventato famoso per la sua celebre frase “Tenetevi il miliardo”, divenuto un best seller, non ha fatto altrettanto con il Parma, riciclandola in euro: “Tenetevi il milione”. E qui, per milione, come l’antico signor Bonaventura intendiamo una cifra arrotondata, quella vera potrebbe essere lievemente inferiore o superiore
a quella indicata. Al termine della conferenza di cui abbiamo precedentemente proposto la videoregistrazione amatoriale integrale (scusate per l’audio non ottimale), mentre stava lasciando il Centro Sportivo, abbiamo chiesto a Cristiano se avevamo capito bene le sue parole, cioè se voleva dirci di aver rinunciato all’ultimo anno di contratto col Parma, ma egli ci ha detto piuttosto chiaramente che avevamo capito male…
Il titolo di queste libere divagazioni è “Tra le maglie e il ritiro”: logica avrebbe voluto che iniziassi a farneticare, dunque, dall’happening di Ravadese, ma, come avete notato, ho preferito dare la precedenza alla stretta attualità, partendo dalla fine per poi tornare al principio. Una sorta di anello di congiunzione, mica troppo, però, potrebbe essere la blasfema performance di Boni Don Camillo. Anzi, Don Francesco, questa definizione, per contrappasso, non gliela levi nessuno, considerata la sua avversione per Guidolin. E Peppone dov’è?, gli ha detto Leonardi, appena prima di prendersi la benedizione laica del Saltimbanco. Speriamo che nostro Signore
non sia permaloso – e mi perdoni per la bestemmia concettuale del solo proferire questo dubbio – se no il Parma potrebbe vedersela male in stagione per la messinscena di oggi. E quel povero chierichetto, poi! Che Boni faccia circonvenzione di minori è risaputo, dal momento che il presidente del suo fan club non ha ancora raggiunto la maggiore età, ma farsi accompagnare nello show da un bambino in tarcisiana è davvero troppo. Fermatelo! Al trash non c’è confine. Questa deriva
spettacolare dove ci porterà? Stasera la sua esibizione sostituirà il Blob di Calcio & Calcio, dal momento che alle 21 su Teleducato, andrà in onda uno speciale sulla festa del CCPC e sul raduno di stamani, e c’è da immaginarsi che gran parte dei filmati riguarderanno l’uomo in tonaca. E devo pure confessare che quel Saltimbanco, con l’abito talare, non sta neppure male. Certo se la conversione fosse stata reale, sarebbe stata un’altra cosa, ma così si reitera quella che era stata la prima profanazione al Santuario delle Fontanelle, là dove la mamma di Ghirardi aveva inviato i
pellegrini di Boni, dopo la visita nella villa di famiglia a lato della Leonessa. In quella occasione (ovvero la gita di ringraziamento a casa Tommaso) mi ero divertito un sacco, non lo nego, e pure oggi mi sono fatto due risate al circo di Collecchio, però mi domando quanto possa essere funzionale per il Parma dare corda ad un personaggio così. Boh. L’errore è a monte, cioè averlo sdoganato un mese fa: la prossima volta chissà cosa si inventa… A questo punto punitelo e punitevi guardando stasera Bar Sport. Ci sarò anch’io. A questo punto, se i suoi rapporti col CCPC fossero stati
buoni, vista la verve artistica, sia pure un po’ particolare, Don Enrico avrebbe potuto essere chiamato ad animare il rave party di Ravadese, ravvivato, come stadiotardini.com aveva anticipato, dall’imitatore romano Butinar. Dal momento che si era optato per una festa da strapaese (non so quanto funzionale al progetto di internazionalizzazione dell’Erreà), perché innestare nella parmigianità di Piovani (un po’ acerba, mi perdoni, la graziosa Boselli, con una pettinata che non le rendeva giustizia, questo a modesto avviso del gossip writer, ma
potremmo aprire un dibattito) un comico laziale, sia pure davvero bravo? Quello del camper, l’imitatore di Leonardi, avrebbe forse meglio potuto interagire con Sandrone, dal momento che a Bar Sport spesso lo fanno. Invece i presentatori mi sono parsi divisi in tre tronconi, senza un gran gioco di squadra, al di là delle qualità. Butinar ha fatto bene a proporre subito la scimmiottatura di Claudio Ranieri, l’unico con trascorsi crociati del suo repertorio, ma di Ibra, a noi ducali, che ci frega? Piovani ha giocato con il suo consueto
repertorio, nonostante abbia qualche taglia in meno: però la sua auto-ironica battuta sono travestito da obeso, era da premio Oscar. E meglio ancora quando ha detto a Ghirardi che a proprio volta era travestito bene. Manuela, che già lo scorso anno mi parve patire l’ingombrante personalità di Gene Gnocchi, anche stavolta non mi è parsa particolarmente sciolta e disinvolta. Da bocciare le luci (fotografi e cameraman costretti ai miracoli). Troppo serrati i tempi dettati da Piovani: che fretta c’era, a parte il caldo nell’improvvisato
camerino nel quale erano stati rinchiusi i cinque modelli delle maglie, Giovinco per la Crociata (gli inserti gialloblù sulle maniche non mi convincono affatto, anche se a dirlo divento peggio dell’ammorbidito Lefebvre un po’ troppo indulgente nelle assoluzioni, ultimamente, sicché, indegnamente mi tocca sostituirlo); Galloppa per la nera con striscia verticale gialloblù (pur non essendo tradizionale mi pare davvero ben riuscita; piuttosto io eviterei di contrabbandare che il braccio di una ipotetica croce è la scritta dello
sponsor); Feltscher e Biabiany per terza e quarta blu e gialla (la prima con righine invisibili gialle, la seconda, speculare, con invisibili righine blu) che stando ai puristi sono da Hellas Verona (lo scorso anno la seconda era da Chievo…), ma che a me ricordano quelle casacche appunto interamente gialle o interamente blu, abitualmente utilizzate durante le amichevoli estive, ma mai assurte al rango di essere protocollate; Russo per la azzurra da portiere, uno dei vari colori che Erreà farà roteare come tradizione sulle casacche degli
estremi difensori. Curiosamente, stamani, in prima pagina, la Gazzetta di Parma è riuscita a titolare proprio sull’azzurro del portiere. Mah ! Torniamo alle battute, anche Ghirardi ne ha sciorinata una in linea con il suo tradizionale repertorio: appreso dal presentatore che quest’anno sulle maglie gli sponsor hanno più spazio, non si è lasciata sfuggire una richiesta di aumento del 10% e il bello è che Angelo
Gandolfi, presidente Erreà, gli ha pure dato la mano. E si sa tra galantuomini darsi la mano è come firmare un contratto: dunque l’Erreà si prepari a versare nelle casse societarie il corrispettivo pubblicamente aggiunto…
In conclusione darò un po’ i numeri, come se non lo avessi fatto già fino adesso, ma che ci volete fare, non li ho tutti a casa. Anzi darò un risultato: Taro Taro Story batte Vernissage Maglie del Parma 2-1. Moltiplicando per mille, infatti, si ha il numero dei presenti nelle due serate della Festa Gialloblù del Centro di Coordinamento dei Parma Club. Il ballo degli anni 70-80 ha richiamato il doppio rispetto al velo tolto alle casacche. C’è di che riflettere perché al di là dello zoccolino duro non mi pare di avere intravisto un gran messaggio di vicinanza alla squadra. Per lo meno numericamente parlando… Gabriele Majo
"Che Boni faccia circonvenzione di minori è risaputo, dal momento che il presidente del suo fan club non ha ancora raggiunto la maggiore età, ma farsi accompagnare nello show da un bambino in tarcisiana è davvero troppo. Fermatelo!" è un ironico passaggio del tuo testo, Gabriele, che arricchisce il consuntivo riguardante la serata di ieri.
La battuta di Sandro Piovani – "Sono travestito da obeso" – è fortemente degna di una candidatura alla prossima edizione di Zelig, il varietà umoristico più noto in Italia (provo a testare questo spunto poiché prontamente mi avevi già rubato l'"era da premio Oscar", che è – diciamocelo pure in confidenza, Gabriele, – un po' classico e sdoganato).
Non ho invece capito a fondo la parte in cui dici quanto possa essere funzionale al club dare spazio a un personaggio come Enrico. Partiamo dall'ἀρχή di tutto; domanda di fondo: può dare grattacapi un giornalista/personaggio comico a una società di calcio? A mio avviso, in questa specifica situazione no o in altre circostanze non più di tanto. Poi, addentrandoci nella stori, altre reti televisive con i loro rispettivi programmi "pallonari" hanno i classici personaggi che devono suscitare il sollazzo e i sorrisi dei gentili telespettatori: la sempreverde "DS" aveva due stagioni fa il buon Teocoli e l'anno scorso il modesto (e, a mio avviso, fuori luogo come un pinguino nel deserto) Gianni Ippoliti, che ci ha provato, per lo meno. Senza dimenticare il buon Bacconi con i suoi schemi; "Contro Campo", in versione latte, ovvero con la scadenza ravvicinata, era ricco di personaggio comici: da Giacomo Ciccio Valenti (che il comico lo fa di mestiere) alla Maria Jimenez di due stagioni or sono (poi sostituita dalla Satta, a sua volta rimpiazzata, in quella appena terminata, – attenzione, ti sto rubando il mestiere di gossip writer – dalla morosa di Pippo Inzaghi), dal one more time di Mughini fino ai bravissimi e simpaticissimi Gian Luca Paparesta e Roberto Bettega, che hanno una strada spianata per questotipo di lavoro (ma, secondo me, potrebbero anche indirizzarsi sulla strada della politica: anche lì di panzane ne raccontano!); di 7 gol, con la sua "Domenica Stadio" non me ne far parlare, perché se ne salvano pochi; a TV Parma, infine, ci provano ma non ottengo i consensi che raggiunge il buon "Profeta" di TD. Buon "Profeta" – che anche stamani si è dimostrato tale, nella versione inversa però del soprannome che gli era stato attribuito – che ha fatto divertire anche te nella gita fuori porta dello scorso 19 giugno, data memorabile per tutti i presenti.
Ti ringrazio, Gabriele, se sei riuscito ad arrivare in fondo al mio lungo messaggio di risposta e qualora questo fosse accaduto, aspetto la tua contro-risposta. Con simpatia e ammirazione, saluti. Lorenzo.
Ciao Lorenzo, presidente minorenne dei Saltimbanco Fans. L'errore sta nella formulazione: "Può dare grattacapi un giornalista/comico a una società di calcio?" O uno è giornalista – e mi pare che Enrico lo sia da anni, sia pure come pubblicista, o si è dei comici. Io sono un purista della professione e trovo degradante travestirsi ed essere sguaiati in nome dell'audience. Sono contro il trash, sebbene mi sia divertito a seguirvi. Un conto, però, è zelig, posto che uno abbia le qualità per parteciparvi, un conto è un salotto sportivo. Il ragionamento non vale solo per il tuo mito, ma anche a livello nazionale: non mi hanno mai convinto (e trovo pure che violino la privacy di singoli tifosi inquadrati per essere presi per i fondelli) nè Laurenti nè gli altri esempi che hai riportato. L'unico comico che trovo essere stato un grande conduttore di un programma calcistico è lo scomparso Raimondo Vianello ai tempi di Pressing, genitore diretto dell'odierno Controcampo. Da Teocoli in giù tutti gli altri li trovo fuori luogo. Ma Boni non è un comico e nell'esercizio dell'attività giornalistica ha commesso tante di quelle infrazioni al codice deontologico da fargli andare in fumo la tessera. La vostra visita può aprire dei pericolosi precedenti, perché adesso Ghirardi è nelle condizioni di dover aprire la porta di casa a qualsiasi supposto gruppo di tifosi che desiderino andarlo a trovare. Il travestimento di oggi, poi, oltre ad essere irriverente, ha anche un che di pericoloso per la scaramanzia, che nel calcio la fa da pardona… Ciao Gmajo
d'accordo con te, Gabriele. una curiosità, ma i media cartacei hanno ignorato le sue sortite? la visita a casa ghirardi era carina, come l'hanno trattata? e tvparma il don camillo? mah, capirei la benedizione alla squadra di marino dopo la sconfitta con il bari, o meglio con colomba, toh. ma adesso…
Ciao Vanni, come ben sai Boni è un personaggio "marchiato" Teleducato, oltre che Radio Bruno e La Sera, ove espone per iscritto le sue opinabili opinioni. Va da sé, quindi, che non ricavi spazio da altri media con le sue estemporanee iniziative. Non ho fatto una rassegna stampa eccessivamente accurata sul Saltimbanco, quindi non vorrei scrivere imprecisioni, ma il travestimento da Don Francesco o Don Camillo non mi pare che sia stato pubblicato dalla Gazzetta nè mostrato da Tv Parma. Il cosidetto (detto così da lui) pellegrinaggio a casa Ghirardi, invece, gli ha fruttato una foto di gruppo sulla Gazza, anche se senza esplicito riferimento al suo fan club. La "velina", inviata agli organi di stampa dall'ufficio comunicazione del sodalizio, infatti, faceva un generico accenno a un gruppo di tifosi in visita al presidente Ghirardi. La benedizione? Beh, io l'avrei evitata, essendo un po' sacrilega e poi si sa mai che effetti può sortire. L'ultima volta avevva benedetto (sia pure senza aspersorio) i suoi idoli Marino e Bojinov e sappiamo bene come andarono le cose. Io sono un purista dell'informazione e mi piace poco la contaminazione dello spettacolo, Enrico, invece la pensa in maniera diametralmente opposta a me. Vedendo ieri sera un mostro sacro come Franco Ordine su Telelombardia esibirsi nelle sue celebri frasi pronunciate in modo stridulo e compiacersene, e poi avendo bene in mente le performance di Elio Corno da quando gioca con Tiziano Crudeli, mi viene da pensare che forse alle volte sono stato troppo severo nei confronti di Boni. Però prediligo un altro stile e non lo nascondo. Ciao Gmajo