ANTONINI E I DISABILI AL TARDINI: “INTEGRAZIONE, NON SOLO COPERTURA”
Intervista esclusiva di stadiotardini.com all’assessore allo sport della Provincia di Parma, il quale ringrazia il privato che ha fatto le veci del pubblico per ovviare all’annoso problema dei diversamente abili esposti alle intemperie nell’impianto cittadino “però lo stadio dovrebbe essere accessibile sempre e ovunque: i disabili dovrebbero poter scegliere, come tutti, se andare in Curva o in Tribuna…”
(gmajo) – “Non è giusto confinare i disabili in un unico settore dello Stadio: come ogni tifoso anche il diversamente abile dovrebbe poter essere libero di scegliere se andare in Curva o in Tribuna”. Walter Antonini, assessore allo sport della Provincia di Parma, aggiunge ulteriori elementi al dibattito in corso su stadiotardini.com sulle condizioni del settore disabili dell’Ennio, dopo la garbata richiesta di aiuto del tifoso in carrozzina Fabio Giarelli ai nostri microfoni. “Ringrazio il privato che è venuto in soccorso del pubblico per donare una tettoia che protegga dalle intemperie i tifosi disabili. Mettere a posto questo spazio definito è importante e indifferibile oggi, ma è un passaggio da superare in futuro: i diversamente abili debbono stare in mezzo agli altri tifosi. Una piccola piattaforma in mezzo ad altri spazi potrebbe consentire ad una carrozzina di star in mezzo ad altra gente, e il disabile potrebbe conoscere altre persone, scambiare delle opinioni, fare amicizie, socializzare, confrontarsi e perché no litigare, in senso sportivo. Questa sarebbe integrazione…”. All’interno la trascrizione integrale della videointervista di Gabriele Majo a Walter AntoniniWalter Antonini, assessore allo sport della Provincia di Parma: in questi giorni stadioardini.com ha parlato di disabilità collegando l’argomento allo Stadio Tardini di Parma per via del settore disabili. Abbiamo ospitato le dichiarazioni di Fabio Giarelli, un tifoso in carrozzina che frequenta il Tardini e abbiamo ospitato il parere del suo collega comunale Giovanni Paolo Bernini. Che opinione si è fatto sull’argomento? Com’è il settore disabili del Tardini allo stato dell’arte?
“Mi sembra, intanto, che sia un bellissimo gesto, perché c’è da ringraziare la ditta privata che è intervenuta. Come al solito si aspetta sempre il privato per poter dare una mano laddove il pubblico dovrebbe avere una maggiore sensibilità ed attenzione, però, in questo momento di difficoltà economica è giusto che ci sia anche l’impegno dei privati. Credo che ci sia da fare un ragionamento rapido, ma un po’ più ampio: questa è una soluzione importante e indifferibile perché consente comunque a dei disabili di poter
assistere, protetti e coperti, alle partite del Parma, però nella accezione di integrazione per il mondo dello sport e per i disabili nello sport, credo che sia un passaggio che dovrà essere superato. Io credo che sia corretto che uno stadio sia accessibile sempre e ovunque. Come dice Luca Pancalli l’obiettivo degli stadi del futuro è che una persona anziana o un disabile possano andare tanto in curva come in tribuna e poter assistere normalmente, in mezzo a tanti altri, alle partite: questa è integrazione, stare assieme agli altri, conoscere persone nuove e usare lo sport, andare a vedere lo sport, per un processo di socializzazione. Creare uno spazio definito è comunque importante oggi, ma deve essere un passaggio da superare”.
Il sogno, dunque, potrebbe essere quello di avere tante postazioni attrezzate per disabili in mezzo agli altri tifosi, in ogni settore?“Sì i diversamente abili debbono stare in mezzo agli altri tifosi perché una piccola piattaforma in mezzo ad altri spazi potrebbe consentire ad una carrozzina di star lì in mezzo ad altra gente, in mezzo ad altri tifosi. Questa sarebbe integrazione e integrazione è una parola molto usata: in realtà vuol dire conoscere anche altre persone, scambiarsi delle opinioni, fare amicizie, socializzare, confrontarsi, perché no litigare, in senso sportivo. Questa sarebbe integrazione…”.
Il risultato della campagna di sensibilizzazione porta avanti che sta per essere ottenuto è la costruzione di una tettoia che dovrebbe proteggere i disabili dalle intemperie: purtroppo, infatti, da alcune stagioni a questa parte in caso di maltempo piove su di loro, per cui magari preferiscono starsene a casa piuttosto che rischiare qualche malanno, come testimonia la significativa foto a lato di Settore Crociato, scattata per Parma-Chievo dello scorso campionato con un solo tifoso in carrozzina con l’ombrello. Lei ha sentito qualche testimonianza?
“Io sono stato coinvolto perché in un paio di casi mi è stato chiesto di interessarmi della questione, anche se la Provincia centra fino lì con lo stadio Tardini, impianto che è del Comune, però la sensibilità soprattutto di Ghirardi, ma anche di altri, ci ha permesso di affrontare la cosa togliendoci ogni imbarazzo. E’ una soluzione di cui ringrazio Settore Crociato che ha avuto l’idea, il sito stadiotardini.com che ha preso la cosa in carico, ed è una risposta efficace, una risposta importante, che dovrebbe dare una risposta anche a quei ragazzi in carrozzina o non, che vogliono andare a vedere il Parma”.
Noi come stadiotardini.com va da sé che siamo particolarmente affezionati a questo impianto dove vorremmo che il Parma continuasse a disputare gli incontri di serie A: lei, invece,ci pare abbia una diversa opinione, non vedrebbe male la creazione di un altro stadio, trasformando l’area del Tardini in un qualcosa di diverso. Anche se questo non vorrebbe dire cementificazione o costruzione di palazzi, per carità…
“Esatto, niente palazzi… Io credo che se il Parma Calcio non ha necessità di modificare o di ampliarsi e gli va bene il Tardini, va benissimo il Tardini lì dov’è. E’ chiaro che in un’ottica, tra virgolette, di sviluppo che potrebbe esserci, o comunque anche di crescita della società sportiva, che gli permetta di stare sul mercato, l’esser proprietario di uno stadio è una cosa importante. Il problema, poi, è cosa si potrebbe fare dell’area del Tardini: io – lo dissi anche in periodi non sospetti – credo che quello spazio non debba essere adibito a costruzioni, ma debba rimanere uno spazio sportivo. La mia idea all’epoca era quello di renderlo un parco per gli sport all’aperto, quindi uno o due campetti di basket, un
percorso vita, spazi per giocare anche per i ragazzi, metterci più alberi, per fare in modo che quello sia un altro piccolo polmone verde, magari maggiormente dedicato allo sport all’aperto. I costi non sono proibitivi e non dovrebbero essere in questo caso sostenuti da privati, perché per impianti sportivi all’aperto i costi poi sono abbastanza contenuti e la città li potrebbe tranquillamente sostenere”.
La Provincia, recentemente, si era aperta ai Boys, con una esperienza comune a Traversetolo, se non ricordo male…“Ho avuto questa idea di collaborare assieme per far capire ai bambini che venivano alla Festa provinciale dello sport (foto a lato da www.boysparma1977.it) che noi teniamo ogni anno in una cittadina della nostra provincia, dove arrivano tra i 3 e i 4.000 bambini, attraverso un percorso formativo, che cos’è il tifo, che cos’è il tifo positivo e che cos’è, in qualche maniera, l’attaccamento ai valori del tifo, la maglia, la bandiera, eccetera, che possono sembrare cose molto pompose,
molto passate, ma sono anche una maniera per stare assieme, un modo per conoscersi. Io credo che questa opportunità serva a noi per entrare in rapporto e per far conoscere ai ragazzi il tifo e possa servire ai Boys per conoscere meglio il mondo dei ragazzi, ad esempio delle scuole e credo che assieme ci consenta anche di fare un’operazione verità. Io sono convinto che i Boys a Parma siano un ottimo gruppo, che ha una grande sensibilità: in qualche caso, all’interno, ha delle persone
che forse non è importante che stiano nei Boys, che possono andare a fare dell’altro, grazie a Dio sono pochissime e forse le possiamo mettere sulle dita di una mano, massimo due, ma tutto il resto dei Boys sono ragazzi – che io ho conosciuto e che avevo conosciuto tanti anni fa – straordinari, che hanno sensibilità, che hanno questa voglia di stare assieme al Parma e che vanno sicuramente sostenuti”.
In questi giorni c’è parecchia sensibilità sul tema dei disabili sui media: noi ci siamo occupati del problema all’interno dello stadio Tardini, essendo una sorta di nostro compito istituzionale, mentre su Tv Parma hanno fatto diversi servizi legati soprattutto alla stazione ferroviaria di Parma. Vuole dire qualcosa in merito?
“Sì, torniamo un po’all’inizio di questo discorso… E’ brutto constatare che quando si costruisce qualcosa non lo si faccia già senza barriere architettoniche, eppure sembra una sciocchezza, ma ancora oggi è così. Parma e la provincia di Parma hanno fatto dei grandi passi avanti, ma ancora non è fatto non dico tutto, perché tutto non è mai possibile, ma non è ancora così tanto. Negli ultimi 20 anni Parma ha lavorato molto per l’abbattimento delle barriere architettoniche e credo che un lavoro ancora forte sia quello di una maggiore attenzione nelle nuove costruzioni, non solo pubbliche, ma anche private e credo che la stazione, le scuole, i teatri, per quanto vogliamo dire non tutti sono ancora totalmente accessibili; è un buon lavoro che è stato iniziato da tutte le amministrazioni comunali del territorio della Provincia di Parma e anche
dalla Provincia e credo che sia un percorso che ci mette sicuramente davanti agli altri, ma non ci deve poi far fermare, perché poi di barriere – io me ne accorgo – ancora oggi anche nelle aree nuove ne trovo ancora”.
Nel 2009 il Ministro Carfagna si era congratulata con Parma indicandola quale città modello per l’accoglienza ai disabili: dal 2009 al 2011 è cambiato qualcosa?
“Non so quanto possa essere cambiato, ma credo che i complimenti fatti al nostro territorio e alla nostra città siano guadagnati e meritati. Credo che 20 anni di lavori di varie amministrazioni di tutti i colori abbiano portato la città ad avere una maggiore accessibilità. Credo, però, che Parma abbia fatto qualche cosa di più: non è solo una questione di accessibilità, è una questione di integrazione: credo che dagli anni ’80 in poi Parma – intesa come città e come provincia – sia sempre stata un modello di integrazione, sperimentando cose nuove, cose, all’epoca, anche all’avanguardia, quindi è stato sicuramente un complimento meritato da un’intera città e un intero territorio”.
(Walter Antonini, Assessore allo Sport della Provincia di Parma,29.07.2011. Video intervista esclusiva e trascrizione a cura di Gabriele Majo per www.stadiotardini.com)
apprezzabile lo sforzo, ma ormai almeno un trepiedi da tavolo e un microfonino per gli intervistati si impongono…
Gianni
Salve Gianni, al momento le strumentazioni a disposizione sono queste, alias la mia compatta, che forse accetta il trepiede, ma non il microfono per l'intervistato. Tanto poi c'è la fedele trascrizione… Vedremo in tempi migliori… Saluti Gmajo
Com'è avanti questo Assessore provinciale che non conoscevo. Intervento intelligente e costruttivo che ci fa capire quanto siamo indietro. Altro che Parma città modello.Ce nè di strada!… G Sport, stiamo aspettando un vostro segnale. E avrete il nostro applauso. Ghiretti, Aiello ndo state? Non avete niente da dire? E'no, dite la vostra anche voi. La questione vi riguarda.Eccome. Luigi
Salute Luigi, in effetti l'apporto di Walter Antonini ha offerto un differente punto di vista, oggetto di crescita intellettuale per tutti, diversamente abili inclusi. L'idea di uno stadio che possa accogliere carrozzine non solo in un "lager" stabilito ma in qualsiasi punto senza discriminazioni è plausibilissima, anche se di difficile attuazione in un impianto "vetusto" quale l'odierno Tardini. Ieri, mentre ero a Collecchio a documentare il primo giorno di Primavera (mi riferisco a quella crociata affidata a Pizzi, non certo a quella metereologica, dato che siamo in agosto) ho notato come sul campo del settore giovanile del Centro Sportivo esistano piazzole dedicate ai diversamente abili se non ricordo male almeno 4. Quando era stata progettata la struttura, e andiamo attorno alla metà degli anni '90, c'era già stata questa sensibilità. Non solo: anche la rampa di accesso alla tribuna ha un percorso delimitato colorato di giallo su cui possono transitare le carrozzine (a parte qualche sobbalzo, perché in qualche punto il selciato ha ceduto all'usura del tempo). Insomma, in piccolo, è quanto auspica Antonini per gli stadi nuovi. Ghiretti l'ho già messo in croce abbastanza con la faccenda dei seggiolini, che poi non vorrei me ne tirasse in testa uno alla prima occasione, quanto ad Aiello, in effetti sarebbe da ascoltare, ma perché infierire di questi tempi, quando il privato sembra voglia supplire alla perdurante manchevolezza del pubblico? G Sport metterà la tettoia, primo step di lavori di riqualificazione che forse comporteranno altre novità per i disabili (auspichiamo ancora il G HANDCAP, corridoio attrezzato per loro, ma nel caqso sarà una soluzione per il futuro, non certo per l'immediato): l'esito della campagna di sensibilizzazione mi pare già sufficiente. O meglio, lo sarà, quando la tettoia non solo sarà su, ma quando la medesima avrà superato l'esame di Fabio Giarelli e degli altri tifosi in carrozzina, sperando di non dover più documentare un unico disabile temerario con l'ombrello come era capitato agli amici di Settore Crociato in occasione dell'ultimo Parma-Chievo. Saluti Gmajo