IL SEQUEL DEL “BACO DEL SISTEMA”: QUELLA QUARANTINA DI OBIETTORI DELLA TESSERA CROCIATI RISPEDITI A CASA DAL DALL’ARA…
Un anno dopo ribadiamo: è assurdo che sia delegato agli esercenti l’obbligo di verifica dei requisiti prima della emissione dei biglietti. Chi li acquista, però, sappia che fa correre rischi di gravi sanzioni a chi li vende
(gmajo) – Nel novembre del 2010, agli albori della nuova gestione di stadiotardini.com, passata al sottoscritto, ci occupammo dello strano caso della vendita di circa 150 biglietti – buona parte dei quali emessi da una tabaccheria in zona Orsoline, poi estromessa dal circuito – finiti, in circostanze mai acclarate, nelle mani di tifosi sampdoriani che avrebbero voluto seguire la partita in Curva Nord al fianco dei gemellati Boys Parma 1977 (alla fine decisero di non entrare, pur avendo il titolo in mano), ma che non avrebbero potuto acquistarli dal momento che era stata vietata la vendita ai residenti della regione Liguria. Pochi giorni fa vari media (noi abbiamo sotto mano il lancio dell’Agenzia Adnkronos rilanciato da parma.repubblica.it che abbiamo conservato) davano notizia di “momenti di tensione prima della partita tra il Bologna e il Parma: 41 supporter crociati si sono presentati nel settore ospiti di via Cimabue pretendendo di entrare allo stadio e 38 di loro avevano il biglietto loro intestato e il documento di identità, ma non erano in possesso della tessera del tifoso necessaria per permettere l’accesso. 3 non avevano neppure il tagliando. 37 tagliandi erano stati acquistati da ricevitorie di Parma e provincia, mentre uno on line da una ricevitoria di Trento”.
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Intanto rimarchiamo il dettaglio che on line dalla ricevitoria di Trento ne era stato venduto solo 1 dei 38 e non tutti quanti come erroneamente è stato detto da qualcuno in televisione, durante l’ultima puntata di Bar Sport: dunque gran parte di questi –37 – sono stati emessi nel nostro territorio e a stadiotardini.com risulterebbe, in particolare, in un esercizio in zona Fiere, diciamo così, laddove qualcuno (ma non certo noi) vedrebbe bene delocalizzato lo stadio del Parma (anche se abbiamo sentito nei giorni scorsi a Tv Parma il candidato sindaco Ghiretti,
precedentemente uno dei sostenitori della proposta, affermare che ora “purtroppo” non è più una priorità). Il take dell’Adnkronos riferiva pure di “intemperanze verbali da parte dei tifosi, ma nessuno scontro con le forze dell’ordine che li hanno scortati alle loro auto e poi fino all’autostrada dopo averli identificati. Adesso sono in corso accertamenti da parte della Digos per verificare come mai sia stato possibile l’acquisto nonostante la mancanza della tessera del tifoso. E per questo partiranno anche della segnalazioni in via amministrativa nei confronti delle ricevitorie. Pare inoltre che già in altre circostanze i tifosi del Parma abbiano fatto la stessa cosa in occasione di trasferte della loro squadra del cuore e sarebbero pure riusciti ad entrare allo stadio”. Di questo passaggio finale sottolineo e chioso due argomenti: il primo è la circostanza che i tifosi del Parma sono “recidivi”, il secondo, che è poi il tema principe dell’articolo, le conseguenze nei confronti di chi ha emesso i titoli vietati in buona o cattiva fede che fosse. Sulla “recidività” del tentativo di accedere nei settori ospiti degli stadi, pur senza l’odiata tessera – tentativo riuscito, ad esempio, a San Siro per Inter-Parma 5-0 – esiste una adeguata documentazione scritta e fotografica sul sito www.boysparma1977.it . Deplorevole fin che si vuole, è in vigore attualmente un ordinamento che prevede l’accesso dei tifosi ospiti negli stadi purché muniti dell’apposita tessera maroniana: aggirarlo come nel caso citato e farlo sapere pubblicamente da un lato può essere uno strumento di reclame per sottolineare come detto sistema non funzioni, sia inutile, etc., ma dall’altro lato, una volta che la notizia è nota, mette in condizione la controparte (o “il nemico” per usare un linguaggio che non mi appartiene, ma che rende meglio l’idea) di essere prevenuto nell’occasione successiva. Non è un caso che a Bologna le FdO fossero in effetti preparati a respingere i disobbedienti della tessera desiderosi di varcare la soglia del Dall’Ara. Per completezza di informazione ricorderò un ulteriore precedente, a Novara, quando un manipolo di non tesserati crociati non venne fatto accedere allo stadio Piola. Urge specificare, prima di passare al secondo punto, un dettaglio che è fondamentale: non è proibito l’acquisto dei biglietti, quanto la vendita. Non sono soggetti a sanzioni , dunque, coloro che riescono ad ottenere il ticket quanto chi lo ha spacciato. In poche parole i tabacchini che li hanno emessi o per ignoranza, o per compiacenza o sotto pressione. Costoro, infatti, oltre a rischiare una multa che può arrivare fino a 20.000 euro , se pizzicati perdono come minimo la concessione, uscendo dal circuito. Come scrissi un anno fa dopo il caso di Parma-Sampdoria non dovrebbero essere gli esercenti ad avere l’onere – che non gli compete, se no avrebbero scelto di fare un altro mestiere – di verificare se uno può o meno acquistare un biglietto, dovrebbe essere lo stesso sistema computerizzato ad impedirne l’emissione. Se questo non avviene vuol dire che c’è un baco. Il fatto è che di bachi ce n’è più di uno: l’anno scorso, infatti, documentammo come, incredibilmente, la residenza dell’acquirente non fosse prevista tra i campi necessari per l’emissione del titolo (e, assurdo egli assurdi, le assurde circoscrizioni geografiche anziché essere tolte, come suggerimmo, sono state di fatto applicate ad ogni partita della presente stagione); stavolta, invece, il “verme” (sinonimo di “baco”) è che il previsto campo ove indicare il numero della tessera del tifoso è di fatto reso superfluo da una serie di deroghe, prorogate nel tempo, concesse per favorire l’acquisito dei biglietti non solo a chi è in possesso della tessera, ma anche a chi ne ha fatto la semplice richiesta (e ovviamente non ha un numero da indicare): spetta dunque al venditore, anche in questo caso, come per la residenza, esercitare, l’attività di controllo, sotto la propria responsabilità (esattamente come avviene nel caso della vendita di sigarette ai minori). Ecco perché se sgarra viene sanzionato, indipendentemente dal fatto che abbia omesso questo controllo per negligenza, per compiacenza, o sotto minaccia. Ribadisco, quindi, quanto ebbi modo di affermare lo scorso anno: il sistema deve essere impermeabile, non avere delle falle facilmente aggirabili; dunque: se si vuole porre delle limitazioni geografiche non può mancare tra i campi l’indicazione della residenza; se si vuole che solo i possessori della Tessera del Tifoso possano acquistare i biglietti, in caso della mancata indicazione del numero della stessa deve essere il sistema a non far emettere il titolo, senza scaricare l’oneroso compito della verifica al povero rivenditore. Gabriele Majo
Vorrei chiedere a qualcuno di voi, magari a Lei Majo che è più informato, se è necessario un documento originale per fare i biglietti oppure serve, come si è sempre fatto, una fotocopia.
Lo chiedo perchè ieri sera mi sono recato presso la tabaccheria Dall'Aglio di San Pancrazio per fare dei biglietti per dei miei amici di Malta e mi è stato detto che non potevano farmeli perchè avevo solo un copia dei documenti. La tabaccaia ha motivato il tutto alludendo ai recenti fatti di Bologna riportati sulla GDP e per non correre rischi di alcun tipo non mi ha fatto alcun biglietto. Sono dovuto quindi andare stamattina al Tardini sotto la pioggia facendo un po' di fila. Ho notato però che la ragazza della biglietteria non mi ha chiesto alcuna documento originale ed sono state sufficienti le fotocopie per fare i biglietti.
Saluti
IndipendenzaXilDucato.
Buondì Indipendenza, ci siamo rivolti al responsabile sicurezza del Parma F.C. Stefano Perrone, il quale ci ha spiegato che le disposizioni impartite agli operatori delle biglietterie del Tardini prevedono che possano essere venduti fino a un massimo di 4 biglietti anche presentando la sola copia del documento di identità. Dunque la persona in servizio ai botteghini oggi ha agito correttamente. Lo stesso Perrone, tuttavia, ha aggiunto che comprende l'atteggiamento oltre modo prudente della tabaccaia da Lei citata, che dopo gli ultimi accadimenti diciamo che è stata più realista del re, proprio per non correre il rischio di incappare in eventuali sanzioni. Dunque basta la copia e non l'originale. Cordialmente Gmajo
Grazie Majo per la risposta e l'interessamento.
Tuttavia non deve esistere "l'atteggiamento cautelativo" della tabaccaia, bisogna sapere e conoscere le disposizioni della questura e di Lottomatica e nella ricevitoria di San Pancrazio non le sapevano. L'atteggiamento cautelativo non è contemplato da nessuna parte.
IndipendenzaXilDucato.
Buona sera, lunedi un amico sarà a Parma per acquistare dei biglietti per Parma-Milan, è vero che i non residenti in Emilia non possono assistere alla partita in curva nord?