A CALCIO & CALCIO IL GHIACCIO DI PARMA-JUVE SCALDA LA TRASMISSIONE
Il Saltimbanco – che nonostante le temperature polari indossava la t-shirt gialla a maniche corte sfoggiata durante il pellegrinaggio estivo a casa Ghiardi – ha messo via una bottiglia di spumante per festeggiare i 5 anni di presidenza di Tommaso. Studio spaccato sul dilemma portiere
(Lorenzo Fava) – Eliminato Franco Colomba, nel mirino del Saltimbanco Killer è ora finito Sergio Floccari. Il generoso centravanti crociato, causa evidente sterilità, non rientra nelle grazie del variopinto personaggio, che, bontà sua, gli concede però ancora qualche attenuante e un singolare suggerimento: «Floccari, bel ragazzo, persona squisita e simpatica (anche se non lo conosco) dovrebbe entrare nell’Ordine dei Giornalisti: tanto ormai ci entrano proprio tutti…!». Perfetto assist, questo, per il suo roseo antagonista Andrea Schianchi, che così poteva chiosare: “Probabilmente l’Ordine dei Giornalisti era stato aperto a troppe persone anche nelle zone limitrofe di Reggio…” Ogni riferimento ad Enrico Boni da Sant’Ilario era puramente voluto…
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Uno dei tanti punti in contrasto tra i due soliti litiganti è stato il dilemma portiere: se per il giornalista Paco Misale e per l’ex consigliere comunale Matteo Caselli il posto da titolare spetta a Mirante senza troppi indugi, la discussione tra gli altri loggionisti si è protratta maggiormente. Per me togliere Pavarini significherebbe togliere sicurezza alla squadra: in più, degradarlo di nuovo come era già avvenuto dopo il ritorno in A, non sarebbe assolutamente giusto. Non la pensa così il top journalist della Gds, il quale mi ha suggerito, per le castronerie che secondo lui stavo
dicendo di “prendere roba più buona”, cioè di cambiare pusher! Secondo lui, infatti, la gerarchia tra i portieri del Parma deve essere rispettata e ripristinata a come era sino a prima dell’avvento di Donadoni e dell’infortunio di Mirante. Lo stesso Schianchi, tra l’altro, pur riconoscendo buona la prestazione del numero 1 contro il Chievo, non ha perso l’occasione per rimarcare l’errore che questi secondo lui avrebbe commesso, quello, cioè, di trovarsi troppo avanti su una conclusione avversaria ed essere costretto a una parata meno agevole e troppo spettacolare. Non si sono trovati
d’accordo su questa valutazione Ivo Dallabona, presidente del Parma Club Collecchio, aderente all’Associazione Petitot e l’ex difensore crociato anni ’70 Adriano Capra: «E’ normale sbagliare nel calcio», ha detto quest’ultimo «l’importante è sapersi correggere». E Pavarini in questo si è dimostrato molto rapido. La delicata decisione spetterà ovviamente a Mister Donadoni e lo sapremo domenica in Parma-Fiorentina o, al massimo, mercoledì 15 quando di scena al Tardini ci sarà l’attesissimo recupero del match tra Parma e Juve. Infatti, come è ben
noto (anche grazie ai reportage in diretta del direttore Majo) la contesa sportiva inizialmente programmata per martedì 31 gennaio non è andata in scena per le conseguenze delle avverse condizione meteo. Argomento, questo, che non si poteva certo tralasciare nel salotto di Teleducato. Ivo Dallabona, ebbro di amarezza e rabbia per il calcio di oggi, nel suo intervento conclusivo ha ritenuto sconsiderata la decisione di programmare un turno infrasettimanale in una serata di pieno inverno, per di più con la ‘fioccata’ e il gelo previsti con diversi giorni di anticipo. Il bastian contrario Schianchi ha osservato: «Se io quest’estate decido di andare all’Arena di Verona a vedere un’opera, ma purtroppo piove, so che l’opera è rimandata… E così anche allo stadio», ma il pugnace presidente del Parma Club Collecchio, ha ribattuto, ad alta voce: «Senza Sky, Mediaset Premium e compagnia cantante sarebbe un altro calcio!» . «Ma, Ivo, senza le pay tv – che sono quelle che ci mettono i soldi – ci sogneremmo di vedere in serie A giocatori del calibro di Giovinco, Biabiany, Ibrahimovic… e scenderebbero in campo dei calciatori di Lega Pro», la replica del Roseo. «Forse tornerebbe a essere un vero sport!», la conclusione del Saltimbanco. Questi ha voluto inoltre celebrare il primo lustro di presidenza della famiglia Ghirardi («la ricorrenza cadeva il 24 gennaio», ha precisato il puntuale presentatore Michele Angella), indossando addirittura la t shirt gialla a maniche corte, fuori stagione, con la scritta “Tommy forever” sfoggiata il 18 giugno 2011, giorno del pellegrinaggio nella dimora bresciana del Ghiro con i discepoli del suo fan club da me presieduto; e, a proposito di gelo e ghiaccio, il Variopinto non ha avuto difficoltà a mettere da parte una bottiglia di spumante da stappare alla prima occasione utile. Rispondendo ad un telespettatore il Saltimbanco ha quindi citato pari pari un simpatico messaggio lasciato dal lettore di stadiotardini.com Federico: «Boni giovedì sera a cena con Guardiola, la prossima settimana aperitivo con Mourinho e quella dopo ancora brunch con Ferguson». Si attende il brindisi con il Ghiro… Lorenzo Fava (Presidente Enrico Boni Fans Club)
Difficile districarsi tra la possibile riconferma di Pavarini e il reintegro di Mirante. Il primo si è disimpegnato bene nelle occasioni in cui gli è stata assegnata una maglia da titolare. Il secondo, titolare lo è stato fino all'infortunio che l'ha costretto al riposo forzato.
Ed è dal suo infortunio che si dovrebbe ripartire. Mi spiego: se c'è un criterio per scegliere chi tra i due mandare in porta, deve essere strettamente connesso alle ragioni che han portato ad una modifica delle gerarchie tra i pali. E visto che Mirante è stato "fatto fuori" non da una scelta tecnica, ma da un infortunio, venendo meno gli acciacchi di natura fisica è giusto che recuperi il suo posto tra i pali, senza che questo getti del fango sulle ottime (e decisive) prestazioni di Pavarini che, solo per citare l'ultima gara disputata dal Parma, col Chievo ha compiuto due interventi tanto importanti quanto le reti che ci han permesso di sbancare il Bentegodi.
Insomma, se Mirante fosse stato escluso per aver commesso qualche papera, sarebbe stato giusto riproporre, fino a prova contraria, Pavarini tra i pali. Ma visto che l'esclusione del primo fu dovuta solamente ad un problema di ordine fisico, risolto l'acciaccio è giusto che siano ripristinate le gerarchie in essere prima del suo infortunio.
Aggiungo a quanto detto prima che la conferma di Pavarini tra i pali potrebbe essere un'arma a doppio taglio. Spiego perchè: Pavarini conserva il posto, Mirante, pur ristabilito fisicamente, interpreta la decisione come una bocciatura delle sue prestazioni. Poi arriva la domenica in cui Pavarini non si esprime al meglio e Donadoni a quel punto dovrebbe riproporre un Mirante colpito nell'orgoglio dalla possibile esclusione (e quindi per questo non più sereno come un tempo) e mandare in panchina un portiere, Pavarini, che si sentirebbe di nuovo relegato ad un ruolo di secondo piano.
Magari le mie son congetture strane. Siam comunque in presenza di professionisti pagati per fare sempre bene il loro lavoro e farsi trovare pronti quando sono chiamati in causa. Ma sono, ovviamente, anche essere umani. E per questo anche orgogliosi. Orgoglio che è un aspetto non trascurabile delle loro reazioni.
Insomma, le questioni che riguardano i portieri son sempre molto delicate. In linea di massima io, al netto di eventuali errori o prestazioni scadenti, rispetterei sempre le gerarchie di inizio anno. Così almeno i patti son chiari e l'amicizia può essere molto lunga.
Il dilemma, caro Luca Russo, non è di piccola levatura, e già lo aveva ammesso qualche turno fa lo stesso Donadoni. Non penso, tuttavia, che debbano essere le gerarchie stabilite ad inizio stagione – quando peraltro l'ex ct non era al servizio di Ghirardi – a dover condizionare l'allenatore nella scelta del portiere che in un preciso momento storico reputa più funzionale alla squadra, indipendentemente dal motivo (fisico e non tecnico) dell'accantonamento. Ragionando poi per congetture, un po' come nella postilla aggiunta nel secondo commento, cosa potrebbe accadere se Donadoni ripristinasse Mirante e questi facesse male? Poi cosa fa? Ripristina Pavarini, nel frattempo deluso per aver perso il posto ingiustamente prima e quindi a rischio di non essere più lucido come prima? Comunque sia la questione non è di lana caprina. In questo momento, visto che sta facendo bene Pavarini, penso sia giusto continuare a proporlo. Del resto capita anche ai giocatori di movimento che le gerarchie vengano sovvertite. Ma non va trascurato che Pavarini ha 38 anni, per cui è agli sgoccioli della propria carriera, mentre Mirante è un patrimonio della società che non può essere depauperato. Ma Leonardi in Tv ha detto che questi non sono problemi, sicché godiamoci l'abbondanza. Un'ultima annotazione: Mirante sa benissimo – per averlo provato sulla sua pelle – che è stato estromesso per infortunio e non per scelta tecnica: per quale motivo, dunque, dovrebbe considerare una bocciatura le sue attuali esclusioni? Il calcio è uno sport di squadra, anche se spesso gli stessi protagonisti se ne dimenticano, e come tale le scelte anche quando sono penalizzanti sotto il profilo personale individuale del singolo debbono da lui essere accettate per il bene più grande, appunto quello della squadra. Cordialmente Gmajo
Cerco di ribattere "colpo su colpo" recuperando i vari pezzetti della sua risposta 😉
"Ragionando poi per congetture, un po' come nella postilla aggiunta nel secondo commento, cosa potrebbe accadere se Donadoni ripristinasse Mirante e questi facesse male? Poi cosa fa? Ripristina Pavarini, nel frattempo deluso per aver perso il posto ingiustamente prima e quindi a rischio di non essere più lucido come prima?" – Il ruolo dei portieri è delicato per diverse ragioni. Non ultima quella per cui è l'unico in cui si stabiliscono effettivamente delle gerarchie: c'è il primo e c'è anche il secondo. Gerarchie che possono aver luogo anche in altri reparti ma senza che vi siano contorni così definiti tra chi dovrebbe essere titolare di una maglia e chi invece dovrebbe fungere da ruotino di scorta (per intendersi: son tante le volte che Pato ha dovuto cedere il passo a Robinho e quest'ultimo ha dovuto farlo a favore del suo collega più giovane, senza che nessuno si preoccupasse di alterare certi equilibri. Preoccupazioni che verrebbero fuori se si dovesse mettere da parte Abbiati per far posto ad Amelia). Se fino al suo infortunio Mirante è stato utilizzato come primo portiere in campionato perchè ritenuto, rispetto a Pavarini, più funzionale alle esigenze di squadra, Pavarini una volta relegato nuovamente al ruolo di secondo (che aveva sistematicamente ricoperto per tutta la prima parte del campionato) non dovrebbe, in linea teorica, sentirsi derubato ingiustamente del posto, tenendo a mente che senza l'infortunio del suo collega mai sarebbe sceso in campo da titolare. E mai avrebbe potuto dimostrare il suo stato di forma, se non in allenamento e nelle apparizioni in Coppa Italia. Sia chiaro: questo ragionamento non vuole promuovere la cristallizzazione di certi equilibri. E' giusto cambiare se si ritiene che il cambiamento possa sortire buoni effetti. Altrimenti chi scende sempre in campo potrebbe allentare la tensione avendo il posto assicurato. E chi invece è eternamente secondo, può non essere invogliato a dare qualcosina in più per ribaltare le gerarchie. Ma è altrettanto giusto fare chiarezza e definire delle "regole" nella gestione di alcune situazioni. Altrimenti si fa confusione a danno dell'interesse più grande che è quello del collettivo (e della squadra in questo caso).
"Un'ultima annotazione: Mirante sa benissimo – per averlo provato sulla sua pelle – che è stato estromesso per infortunio e non per scelta tecnica: per quale motivo, dunque, dovrebbe considerare una bocciatura le sue attuali esclusioni?" – Vale anche per questo passaggio quanto ho scritto qualche riga più su. E' umanamente comprensibile (non lo è invece da un punto di vista professionale) considerare ridimensionati i propri meriti, sentendosi messo in discussione o bocciato, nel momento in cui si perde la titolarità di un ruolo fin lì sistematicamente occupato (spesso con profitto, talvolta con poche lodi) e non più recuperato anche quando vengono meno le ragioni dell'esclusione, nella fattispecie un infortunio. Per la serie: se andavo bene finora, perchè cogliere l'infortunio come occasione per "farmi fuori"?
Detto questo, ho la sensazione che per certe questioni, e la scelta del portiere è una di queste questioni, non esista un criterio valido per ogni singola circostanza. Si può far bene una volta adottando un certo criterio…e far male quella successiva adottandolo di nuovo. Insomma, per dirla terra terra: qualsiasi cosa si faccia, si sbaglia…o si fa bene. In questo senso, l'unico banco di prova oggettivo per certe scelte, resta il rettangolo di gioco.