I NON CONVOCATI PER PARMA-NOVARA
Innovativa comunicazione del club che anziché diffondere alla stampa, come abitualmente avviene, l’elenco dei prescelti ha inviato quello degli esclusi…
(Ufficio Stampa Parma FC) – Collecchio (PR), 11 aprile 2012 – Seduta di rifinitura sotto una pioggia intensa per il Parma FC, questa mattina al Centro Sportivo di Collecchio. Mister Roberto Donadoni ha scelto di convocare (in vista di Parma-Novara, gara in programma questa sera al Tardini alle ore 20,45 e valida per la 32^ giornata del campionato di Serie A 2011/12) tutti i giocatori presenti nel ritiro, ad eccezione di Paletta, Brandao, Pereira, Ferrario, Marques e Palladino.
Majo, dato che il tuo sito è letto da quelli del Parma, ti sembra normale che sul sito ufficale nella pagina dei prezzi non ci sia alcuna informazione della lodevole iniziativa della società di far entrare i cassaintegrati, disoccupati… ?
Secondo me sono gravi errori di comunicazione. C'è gente che nei vari forum chiede informazioni perchè non sa nulla. Io penso che se una società ci tiene veramente fa una comunicazione adeguata. Ma questa non è la prima volta, quasi settimanalmente ci sono errori, mancanze. Io non sono esperto di comunicazione ma sono solo un tifoso però se i tifosi non vengono informati significa che qualcosa non funziona.
Poi il direttore Leonardi, anzichè "bastonare" voi giornalisti, pensasse a guardare un po' in casa. Tuttavia, penso che non sia nelle sue priorità controllare queste cose.
Stefano
Stefano ha ragione. La comunicazione è un problema antico del Parma. Non sanno farla. L'ultimo esempio della iniziativa per chi si trova in difficoltà per entrare a tifare nella partita di stasera è la punta di un iceberg altissimo. Silenzio totale, tranne Angelo il baffo del coordinamento che dice due cose a una cena. Roba da principianti. Con i principianti che farebbero meglio. Da Monguidi a còl tarò 'd Rodio a questa bresciana nulla è cambiato. Povero Parma. E pò Levati l'unìch pramzàn in tlà societè cò fàla? An lè miga al sò mestèr col ad relazionèr? Al dorma in pè, ètòr che relazionèr. Nanì, spajot. Tì, al tò presidènt, al tò diretòr e la sjorènna Luisa, clè mej clà vaga a imparèr a fèr la fojèda dalle rezdore di Corradone di là da l'aqua o di Iotti, al tifòs ariòs. Dilettanti allo sbaraglio, lontàn dalla citè.
Vòn còl Pèrma in tal còr
Sono un po' imbarazzato ad intervenire su questo tema per due motivi: 1) il mio passato 2) il fatto che abbia dato la stura a questi messaggi "critici" (peraltro giustamente) il post che ci sta sopra, che voleva solo essere un innocente divertissement e non lo stimolo per infilare il coltello nella piaga.
Còl còl Pèrma in tal còr non ci è andato giù per il sottile, poi. Io, tuttavia, vorrei spezzare una lancia a favore di chi si trova a gestire l'ufficio stampa perché, so per esperienza, che tante volte le notizie viaggiano sopra le "nostre" teste. E scrivo "nostre" appunto perché c'ero passato anch'io. E spesso mi incavolavo se venivo a sapere che la notizia X o Y veniva confidata all'amico Caio o Sempronio, anziché essere veicolata con gli opportuni mezzi. Poi sta anche alla bravura e alla sensibilità dei giornalisti. Nel caso specifico io ho subito veicolato, appena tornato a casa dal Circolo Toscanini, le due notizie più importanti della serata: cioè la dichiarazione di Leonardi su Giovinco e poi, appunto, la promozione Novara pro-disoccupati. In questo caso la mancata veicolazione da parte del Parma FC di questa comunicazione in effetti non ha giustificazioni, perché se la Promozione Emporium era meglio non finisse sui giornali, poiché i biglietti disponibili sono pochi (e gran parte promessi), diverso è il caso di quando si vuole riempire il Tardini in una gara come quella con la penultima, tra l'altro sotto la pioggia. Ma all'ufficio stampa di una società deve arrivare il preciso input da parte di chi l'organizza o lancia l'idea. L'ufficio stampa, poi, cercherà di veicolarla il meglio possibile. Tra l'altro quella sera l'annuncio è stato fatto da Manfredini davanti ai commensali del CCPC, nelle interviste registrate poco prima dalle due tv (anche loro si sono prodigate a trasmettere l'annuncio) l'AD Leonardi non aveva fatto menzione dell'iniziativa. Né credo fosse solo destinata agli iscritti del CCPC. Insomma servirebbe un maggiore coordinamento e sensibilità per la comunicazione, ma non è detto che le responsabilità siano solo di chi firma come "responsabile". Cordialmente Gmajo
Ok, direttore Gabriele Majo, non addossiamo colpe precise alle persone, a Tizio e a Caio, sulla pietosa comunicazione del Parma, che non è capace e che non trasmette passione. Fatto sta che, fuori dai discorsi tecnici, agonistici e sportivi, questo è un grande problema, è il problema per chi vive il calcio da appassionato e da tifoso, che è la componente a cui il calcio deve affidarsi per sopravvivere. Se il Parma, negli anni, ha perso per strada un’ampia fetta del suo maggior patrimonio, i suoi tifosi, la gente di questa città, arrivando al punto di dilapidarlo, è per questa lacuna. Se l’abisso con il suo popolo si fa sempre più profondo è per questa mancanza. L’ultimo fatto indicato da Stefano è l’ennesima macroscopica pecca in questo settore. Mi dispiace se si imbarazza a pubblicare questi giudizi, ma anche quando c’era lei non è che lei fosse un genio, ma almeno ci provava e almeno era già qualcosa.
Saluti
Il Basco
Grazie per il Suo contributo Basco. Volevo solo rimarcarLe – mi scusi se oso, dal momento che è più genio di me – che non mi imbarazzo a pubblicare commenti su questo tema, quanto ad occuparmene di persona, a scriverne io, per via dei miei trascorsi in Società. Con educazione, invece, ognuno di Voi lettori può esprimere qui il proprio malcontento anche su questo tema, senza alcun imbarazzo da parte mia.
Cordialmente Gabriele Majo
Anche su questo tema in tempi non sospetti il mio occhio di lince vedeva molto lontano e indicava un nuovo responsabile della comunicazione di una società che sempre più, anche sotto questo aspetto, dimostra di fare acqua da tutte le parti. Ghirardi del resto giocando al risparmio per i calciatori ha preferito spendere poco anche qui, assumendo fondamentalmente una mera segretaria che eseguisse pedantemente gli ordini dall'alto per curare l'aspetto comunicazionale. Guai ad affidarsi ad un vero professionista come Majo o Gavazzoli perchè questi potrebbero poi avere la pretesa di usare la propria testa interferendo in maniera intollerabile nelle lungimiranti scelte comunicazionali operate dai sapienti vertici societari. Ben vengano dunque impiegate e spaventapasseri a curare i rapporti con gli organi d'informazione. Con questi risultati imbarazzanti.
Ma la struttura comunicazionale del Parma allora a chi è in mano? Cioè in pratica chi la gestisce? C'è la bresciana amica del presidente che fa la responsabile dell'ufficio stampa e poi? Chi c'è sotto di lei e chi c'è sopra di lei? Volete dire che non ha autonomia neppure per scrivere un comunicatello sui convocati scrivendo invece i non convocati? Volete dire che non ha autonomia per pubblicizzare una iniziativa che porta gente allo stadio? Dailà, ma stiamo scherzando? No, no, in questo caso non ci credo che il presidente e il potentato Leonardi facciano degli autogol del genere contro l'immagine della loro società su argomenti e fatti risibili rispetto a altri. No, no, qui si tratta di incompetenza o di mancanza di attenzione o di mancanza di voglia di lavorare saltami addosso.
Spillo
Caro Parmigiano, il problema, come avevo evidenziato tempo addietro, è che il responsabile della comunicazione andrebbe anche ascoltato, non bypassato o non adeguatamente considerato da chi lo ingaggia. Anche perché la sensibilità per la comunicazione non è cosa da tutti: solo un professionista del settore sa capire cosa è meglio rimarcare e come farlo. Il fatto, poi, di conoscere la piazza è un ulteriore addentellato piuttosto importante, specie da noi che siamo alquanto sensibili alla nostra territorialità e alla nostra parmigianità. Il paragone, forse, può sembrare irriverente, ma io lo facevo spesso anche ai miei tempi per cercare di far capire l'importanza del ruolo, spesso ritenuto marginale, o di impaccio nelle società di calcio (parlo in generale): il capo ufficio stampa è come l'allenatore. Dovrebbe avere la stessa autonomia decisionale. Come non si dovrebbe permettere nessuno – neppure il presidente, neppure l'Ad – di mettere il becco sulla formazione, così dovrebbe avvenire anche sulle scelte di come e cosa comunicare, perché solo un professionista sa come agire. Io, per esempio, non sono un imprenditore, e non saprei da che parte iniziare a dirigere un'azienda. Bene, siccome nessuno di noi è onnisciente, anche per un aspetto delicato e di questi tempi importantissimo come la comunicazione ci si dovrebbe fidare ciecamente di chi si sceglie per tale ruolo. La mia sensazione, invece, è che non avvenga così. Riporterò solo un esempio edificante di come ci si dovrebbe comportare. E' un esempio che mi vede protagonista. Quando capitò l'improvvisa "fuoriuscita" del presidente Angiolini, il Commissario Straordinario Bondi, (non un babalano qualsiasi, si badi bene…) nel bel mezzo del CdA, chiese: chi è il responsabile della comunicazione? Poi mi fece chiamare. Scesi nella sala riunioni (l'ufficio stampa allora, come oggi, era ricavato in un ambiente vicino ai bagni al piano superiore). Davanti a tutto il consiglio riunito mi mise al corrente della situazione. Poi mi chiese: "Lei come comunicherebbe all'esterno questa notizia?". Io risposi esponendo il mio "piano", ovviamente ideato lì per lì, e lui subito dopo mi diede carta bianca, dicendomi, va benissimo così, faccia pure. Capito? Un mostro sacro come Bondi ha chiesto consulenza a un addetto stampa (che manco conosceva, che lo ha visto in quel momento per la prima volta, e che non aveva scelto lui) come fare, e si è fidato, dopo averlo ascoltato. Quello sarebbe il modello da imitare. Cordialmente Gmajo
La sensazione è che in molte società sportive l'ufficio stampa non viene considerato con le dovute attenzioni!
Sembrano proprio dei passa carte, segretari/e che non devono rompere le scatole!
Danno fastidio alle persone che ricevono le loro richieste di informazioni che servirebbero per fare bene il loro lavoro!
Quando ti trovi in queste situazioni probabilmente visto la precarietà dei loro contratti, mandano giù il rospo ed eseguono come impiegati e non come giornalisti professionisti il loro lavoro.
Apro parentesi alla Gazzetta di Parma fanno così, non li considero giornalisti ma impiegati e il risultato si vede! Giornale INGUARDABILE e le vendite lo dimostrano, nonostante camuffino i numeri! Chiudo parentesi.
Tornado alla comunicazione delle società sportive in questo caso il calcio, ce ne sono alcune anche in serie A che sarebbero da prendere a modello perchè non banali accattivanti da sgrisori!
Se nel Parma prendessero e lasciassero fare ad un professionista serio e appassionato, che conosce la realtà, si vedrebbe subito la differenza, ma bisognerebbe avere il coraggio di investire dei soldi, non tantissimi, con giusto stipendio e non contributi da fame (non è con questi risparmi che si salvano i bilanci!) e l'onesta intellettuale di lasciarlo lavorare!!!
Sig. Tribuna Stampa
Quindi Majo lei risponde anche indiretto alle mie questioni alludendo che la Rancati e i suoi sottoposti siano solo lo zerbino di Ghirardi e di Leonardi, che è tutta colpa del presidente e dell'amministratore delegato, che lei non è responsabile, che i comunicati in pratica li scrivono e li correggono il Ghiro e il potentato. Andèma bèn.
Spillo
Gentile Spillo,
La invito a leggere il precedente commento di risposta a "Parmigiano", in quanto contiene diversi spunti anche per replicare al Suo intervento. Indipendentemente da limiti e pecche, che non sta a me giudicare (come spiegavo ieri mi trovo in imbarazzo ad intervenire su un tema che, è vero che conosco bene, ma non è certo simpatico che esprima giudizi su chi si trova ad occupare la mia stessa posizione professionale di qualche stagione prima), del responsabile dell'area comunicazione, questi dovrebbe essere adeguatamente ascoltato e tenuto in debita considerazione da chi lo ingaggia. Credo sia calzante il paragone con l'allenatore che ho proposto prima…
Detto questo qui aggiungo pure che la struttura comunicazionale di un club di serie A – un club, tra l'altro, come il Parma che vanta nel proprio palmares trofei e coppe importanti – dovrebbe contare su una adeguata struttura di professionisti del settore, adeguatamente retribuiti, inquadrati all'interno del club, anziché preferire soluzioni, diciamo così, più a buon mercato.
Quella che lei definisce "bresciana amica del presidente" è in realtà cremonese di nascita (e forse anche di residenza), è sì amica del presidente, avendolo conosciuto sui campi di gioco, ma è una giornalista professionista con all'attivo una lunga esperienza in una televisione bresciana, di cui era redattrice. Io la conosco fin dal 2000, quando era la spalla di Claudio Raimondi (sì, il Raymond di Mediaset) quando questi conduceva a Telecolor di Cremona la trasmissione Formula Mista, per la quale sono stato opinionista sul Parma per due stagioni. Poi Maria Luisa Rancati venne assunta dalla Tv bresciana dalla quale Ghirardi prelevò il suo cartellino. I suoi collaboratori appartengono ad una struttura esterna al Parma FC.
E' evidente che Lei debba relazionarsi con chi le sta sopra, cioè Ghirardi e Leonardi, ma anche con chi le sta sotto o al pari: è mia opinione che se migliorasse la comunicazione interna se ne gioverebbe anche quella esterna. E l'esempio sta tutto nella famosa mancata comunicazione all'esterno dell'ultima lodevole iniziativa pro disoccupati, rimasta, ahinoi, lettera morta. In una situazione ideale chi l'ha ideata avrebbe dovuto tempestivamente informare il responsabile della comunicazione, che a propria volta avrebbe dovuto scegliere tempi e modi di comunicazione. Invece la notizia è emersa perché Manfredini lo ha detto ai convitati del CCPC presenti al Toscanini, noi giornalisti abbiamo ascoltato e riferito tramite i nostri mezzi, ma non c'è stata alcuna uscita sugli organi ufficiali. E mi pare neppure sulla GdP (anche se non ci giuro, perché negli ultimi giorni non ho divorato le pagine del quotidiano locale). Avrebbe sbagliato il responsabile della comunicazione se nella sua testa avesse pensato: beh l'hanno già scritto è inutile che ci si torni su, perché un organo ufficiale non è in concorrenza con i non ufficiali, dunque non ci deve essere la sindrome del buco. Ma non credo che, nel caso specifico, abbiano ragionato così. Come scrivevo anche ieri è singolare che lo stesso Leonardi, nelle interviste registrate poco prima dell'intervento di Manfredini, non avesse detto nulla. Poi a Bar Sport lunedì sera avevo sentito la Bertini leggere alcune note specifiche: ma quel comunicato (che io non ho mai ricevuto), chi l'ha scritto? A chi è stato mandato? Boh…
CONTINUA
PROSEGUE
Specifico di non aver mai scritto, né sottinteso tra le righe, che l'ufficio stampa del Parma FC non abbia la libertà di scrivere un comunicatello. Ieri io mi ero divertito a sottolineare (sapete che questo sito è ricco di curiosità) la novità della comunicazione dei non convocati anziché dei convocati (sempre "per far l'asino" dico che il titolo giusto era il mio "i non convocati" e non il loro "i convocati"), ma se ieri avevano dato la notizia in quel modo c'è anche una spiegazione (anche se io avrei agito diversamente, cioè in modo classico). Che è questa: il giorno prima, martedì, Donadoni aveva riferito verbalmente a noi giornalisti che tutta la rosa sarebbe andata in ritiro, dunque tutti sarebbero stati "tecnicamente" convocati per la gara con il Novara. Il giorno dopo, al termine della rifinitura, egli ha scremato quelli che, pur essendo stati in ritiro, non rientravano nei suoi programmi per la partita serale, vuoi per infortunio, vuoi per sua scelta, vuoi per squalifica. Ecco dunque che dal "tutti convocati" sono stati sottratti i non convocati di ieri. Mi spiace aver suscitato uno tsunami in un bicchier d'acqua per la questione convocati, anche se riconosco che abbiano piena ragione tutti gli utenti che si sono lamentati per la mancata comunicazione della promozione pro disoccupati.
Cordialmente Gmajo
Caro Spillo, mentre componevo non avevo visto il suo commento delle 12. Comunque le conclusioni che Lei trae ("La Rancati e i suoi sottoposti sono solo lo zerbino di Ghirardi e di Leonardi, che è tutta colpa del presidente e dell'amministratore delegato, che lei non è responsabile, che i comunicati in pratica li scrivono e li correggono il Ghiro e il potentato") non è quella che io intendevo comunicare. La libertà di scrivere i comunicati stampa la Rancati ce l'ha: il problema è che alla Rancati dovrebbero dire prima: "Luisa, ci siamo messi d'accordo col CCPC per favorire l'entrata dei disoccupati per Parma-Novara, così riempiamo il Tardini. Tu come pensi sia meglio agire per farlo sapere al maggior numero di persone?" Non credo che questo sia avvenuto, perché mi rifiuto di credere che una giornalista professionista, capo ufficio stampa di un club di serie A, abbia risposto a questa domanda dicendo: "Fatelo dire a Manfredini alla cena dei club". Né credo che l'iniziativa fosse solo rivolta al CCPC.
Come argomentavo prima, a mio modesto avviso, andrebbe migliorata la comunicazione interna. E quella esterna ne trarrebbe giovamento.
Cordialmente Gmajo
Concordo con Tribuna Stampa sul problema in esame, non entro nel merito della valutazione sulla GdP che è OT.
In molte società di calcio – tra cui il Parma (almeno questa è la mia impressione, diretta ed indiretta) – l'ufficio stampa non viene considerato con le dovute attenzioni". Non parlerei, però di, "passa carte, segretari/e", mentre concordo sul fatto che pensino (presidenti e dirigenti superiori) "che non devono rompere le scatole!" Concordo anche sul
"Danno fastidio alle persone che ricevono le loro richieste di informazioni che servirebbero per fare bene il loro lavoro!"
Giusta anche la valutazione sulla precarietà dei loro contratti (ne sappiamo bene sia io che il Parma stesso…). Giusta a mio avviso anche la ricetta "Se nel Parma prendessero e lasciassero fare ad un professionista serio e appassionato, che conosce la realtà…" Questo senza nulla togliere a chi c'è adesso, perché non è quello il problema, quanto la comunicazione interna. Infine il "giusto stipendio e non contributi da fame (non è con questi risparmi che si salvano i bilanci!) e l'onesta intellettuale di lasciarlo lavorare!!!" è pure sacrosanto e da me pienamente condiviso.
Cordialmente Gmajo