I TALENTI DELLE SERIE INFERIORI: DIAKITE ABDULAYE – DECISO, MA ELEGANTE – RICORDA IL PRIMO THURAM. MA SANDOMENICO, FUTURO ATTACCANTE CROCIATO, IERI HA UN PO’ DELUSO
“Meritano una segnalazione anche altri due elementi dell’Aprilia: Marco Croce (’87) e Stefano Amadio (’89). Centrocampisti alla Nocerino, per intenderci. Bravi sia col fioretto che con la sciabola. Dimostrazioni viventi che la qualità non sempre fa a cazzotti con la quantità. Anche in Lega PRO c’è del ‘materiale umano’ a cui almeno quindici minuti di celebrità potrebbero essere concessi…”
(Luca Russo) – Si dice che neanche il tempo può curare certe ferite. E così, con le dovute proporzioni, il recente attacco sfoderato da Massimo Mauro – noto opinionista Sky, all’indirizzo di Pabòn, attaccante colombiano da quest’anno in forza al Parma, e delle scelte di mercato assunte dal club di Viale Partigiani d’Italia, anche a campagna trasferimenti passata in giudicato e ormai lontana dalle pagine dei giornali – resta un intervento scomposto, di quelli a gamba tesa. Poco elegante e che fa male. Soprattutto a chi ne è destinatario, nella fattispecie il ragazzo di Medellin ed il club di Tommaso Ghirardi, ma anche al suo mittente. Perché Mauro, ricordiamolo, è quel che si definisce un addetto ai lavori e non può certo immaginare di guadagnarne in simpatia o credibilità offrendo valutazioni sommarie e, ancor peggio, neppure tanto articolate. Il suo ‘in serie B ce ne sono quindici più forti di lui’ somiglia più ad una frase sparata nel bel mezzo di una chiacchierata da bar sport (con rispetto parlando) che al giudizio di uno che nel calcio c’è stato e che dunque dovrebbe capirne almeno tanto quanto basta da permettergli di argomentare più minuziosamente le proprie valutazioni.
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Normalmente tra colleghi o ex colleghi i toni di certe discussioni si mantengono ben al di sotto del livello di guardia, pur in presenza di vedute diverse della stessa materia. Mauro, in questo caso ed in barba al ruolo di cui sopra, ha deciso di alzare arbitrariamente la temperatura del dibattito sparando a zero sull’attaccante sudamericano, che – lo si tenga a mente e lo tenga presente soprattutto Mauro – è al suo primo anno di A e dunque pagherà ancora per qualche partita l’adattamento al nostro torneo, e sul club ducale, mai come quest’anno impegnato a tenere il bilancio in pareggio così come impone il fair play finanziario, le cui sanzioni come una ghigliottina caleranno, a partire dal 2014, sui club poco virtuosi. Ecco, tenga conto anche di questo il signor Mauro e le sue battutine al vetriolo se le risparmi per quelle società, tipo P.S.G. o le spagnole degli anni passati, che hanno speso a ruota libera ignorando qualsiasi vincolo timidamente o esplicitamente ventilato dalla U.E.F.A. E’ facile andare sul mercato a far razzia dei migliori calciatori, di quelli che ‘nemmeno in A ce n’è uno bravo come lui’, quando alle spalle si ha uno sceicco disposto a immettere tantissima liquidità nel calcio.
Detto ciò, sono lontano dall’immaginare che in B ci siano almeno quindici calciatori più forti del nostro Pabòn. Ma è lecito pensare, pur senza accodarsi al parere di Massimo Mauro, che i campetti di provincia e di Lega Pro pullulino di talenti giovani (e non) a cui i palcoscenici del calcio che conta sono preclusi perché troppi dirigenti di casa nostra decidono di investire altrove, senza curarsi troppo dell’offerta, ad alto contenuto qualitativo, espressa dal calcio cosiddetto minore.
Ne ho avuto prova ieri quando, per conto de ‘Il Corriere del Pallone’, sono stato inviato ad Aprilia a seguire la gara di Seconda Divisione (Lega Pro) tra i locali e l’Arzanese, formazione dell’hinterland napoletano che l’anno scorso, al primo tentativo tra i professionisti, ha conquistato un ragguardevole decimo posto con la possibilità di agganciare la zona playoff tenuta viva a lungo prima di vederla svanire sul finire del campionato. E’ stata l’occasione per ammirare ‘live’ una nuova e giovane conoscenza del Parma, Salvatore Sandomenico. Uno che è l’incarnazione della classica eccezione che conferma la regola per cui ciò che è giovane e/o italiano finisce per soffrire la concorrenza dello straniero. Per il giovanotto napoletano, infatti, le porte della A dovrebbero schiudersi l’anno prossimo. Classe ’90, l’attaccante dell’Arzanese è stato ingaggiato da Leonardi nel corso dell’ultima sessione di mercato. Col club crociato ha firmato un contratto della durata di cinque anni, ma la società emiliana ha deciso di concedergli ancora un anno di ‘calcio minore’ per farsi le ossa prima di compiere il salto tra i grandi. Ne avrà bisogno. Soprattutto se si prende come riferimento la prestazione che il giovanotto ha
sfoderato ieri in terra laziale. Sandomenico ha agito da esterno sinistro del tridente d’attacco, posizione in cui ha reso ben al di sotto degli standard che hanno persuaso il Parma a metterci su i propri tentacoli. Sebbene l’affiatamento collettivo sia un miraggio per qualsiasi squadra quando sul calendario è appena apparsa la scritta Settembre, Salvatore non è mai riuscito a dialogare coi compagni di reparto. Spesso si è intestardito nel cercare di risolvere la partita mettendosi in proprio ed al tiro ci è arrivato più di una volta, ma mai con la potenza e la precisione necessarie per finire nel tabellino dei marcatori. A metà primo tempo, quando la gara era già deragliata e l’Aprilia conduceva per due reti a zero, Sandomenico si è ritrovato sui piedi la palla per accorciare le distanze: dribbling secco al portiere e conclusione a porta vuota che si perde di poco a lato. Peccato. Nel complesso, comunque, il futuro centravanti gialloblu, di fatto una fotocopia (per dimensioni e movenze) del greco Ninis, non ha mai creato grossi grattacapi alla solida retroguardia apriliana. Insomma, ci verrebbe da dire rimandato a Settembre se non fosse che a Settembre già ci siamo. Chi invece ha già dato prova della bontà del proprio repertorio e dunque non ha bisogno di prove d’appello è Diakite Abdulaye, difensore centrale della formazione laziale. Classe ’94, quindi non giovane ma giovanissimo, fisico da corazziere, piedi fin troppo buoni nel suo genere e dotato di un innato senso dell’anticipo, della posizione e della chiusura. Che sia di piede o di testa fa poca differenza. Il ragazzo mi sembra già pronto per avventurarsi sulle ribalte in cui la palla scotta ed a tratti mi ha ricordato il Thuram dei primi mesi in gialloblù. Elegante ma deciso e attento a non infognarsi in situazioni dalle quali non saprebbe venir fuori. Segnatavi il suo nome. Perché questo difensore farà strada ed io, ingenuamente, spero che Leonardi mi stia leggendo e che se lo sia annotato in vista della spesa invernale. Meritano una segnalazione anche altri due elementi del team laziale: Marco Croce (’87) e Stefano Amadio (’89). Centrocampisti alla Nocerino, per intenderci. Bravi sia col fioretto che con la sciabola. Dimostrazioni viventi che la qualità non sempre fa a cazzotti con la quantità. Scriva pure i loro nomi Leonardi. E mi perdoni se ho osato rubargli, almeno per una domenica (ma lo farò anche in quelle a venire), il suo mestiere. Ma proprio non potevo fare a meno di dimostrare che anche nelle serie minori c’è del ‘materiale umano’ a cui almeno quindici minuti di celebrità vanno concessi. Luca Russo