L’OPINIONE DI MAJO DOPO GENOA-PARMA 1-1: “A PARTE GUIDA-GIUDA BISOGNA SAPER CHIUDERE LE PARTITE. E GRAZIE TANTE ALL’INDIGESTIONE DI IMMOBILE CHE SI E’ MANGIATO L’INVEROSIMILE…”

“La consapevolezza di essere stati ‘derubati’ per due volte di fila sullo stesso campo non deve farci chiudere in un poco propositivo vittimismo, ma anzi stimolarci ad un pronto riscatto, possibilmente correggendo gli errori. Primo di tutti l’atavica stipsi in zona gol…”

GABRIELE MAJO Foto Franco Saccò Archimmagine -007(gmajo) – “Majo, accendi il computer e scrivilo: è stato un ladrocinio!” Così stanotte sul pullman gracchiava il megafono dei Danè, anima pulsante della comitiva forte di una cinquantina scarsa di tifosi raccolta dal CCPC e fatta salire su un pullman dagli ammortizzatori da revisionare e con un conducente assai ossequioso delle normative sul riposo degli autisti (e pazienza se il suo riposo andava a cozzare con quello dei gitanti di ritorno da Genoa, arrivati al parcheggio scambiatore Ovest verso le 2.45, anche grazie alla simpatica complicanza della chiusura del tratto autostradale tra Lavagna e Chiavari). “Majo, accendi il computer e scrivilo: è stato un ladrocinio!”, ribadiva l’altoparlante completando  il concetto con una di quelle espressioni blasfeme che hanno reso famoso il povero Germano Mosconi al di fuori dei confini della sua Verona. E, come a voler sottolineare il concetto, i curatori della nostra colonna sonora di viaggio hanno proposto il “Mosconi Rap”…

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SALLUSTI GIORNALEIn effetti il finale amaro servito da Guida-Giuda – sperando, a causa di questo ardito anagramma di non finire in gaglioffa per diffamazione, giacché in questo paese allo sbando c’è pure quel rischio, come sa bene Alessandro Sallusti direttore de Il Giornale, condannato in via definitiva a 14 mesi di reclusione per diffamazione aggravata, avendo ospitato su Libero un editoriale non scritto da lui, ma da un autore coperto da pseudonimo, contenente affermazioni ritenute false e al quale va, per quel nulla che genoa ccpc fotogallery amatorialepuò servirgli la mia totale solidarietà – poteva far sorgere spontanee imprecazioni mosconiane in chi ha il Parma nel cuore. Vieppiù se si considera che il teatro dove è andata in scena la messinscena è il medesimo dove lo stesso copione era stato servito un campionato fa. Come da specifica richiesta dei miei compagni di viaggio, eccomi qui, dunque, ad accontentarli: scrivendo a chiare lettere che il ladrocinio è stato perpetrato. Forse non serve neppure che lo faccia, giacché la gran cassa al servizio del Parma ha già dato il meglio di sé per amplificare  – oltremodo – gazzetta sport troppi due rigori al genoal’asportazione dei due punti a cagione del doppio penalty inesistente assegnato ai rossoblù. Che poi fossero inesistenti entrambi, però, proprio non saprei, giacché la sensazione che io ho provato dal vivo è che fosse netto (o per lo meno meno discutibile) il fallo di mano in area di Galloppa – pur senza una netta deviazione della traiettoria della sfera cuoiata mentre mi pareva del tutto strologato quello per il presuntissimo intervento finale di Lucarelli su Borriello. Ma siccome nel calcio, a seconda degli interessi, o della passione, o gds moviola genoa troppi due rigoridel tifo, la visione dei fatti difficilmente è oggettiva e reale – malgrado io mi sforzi di essere il più equidistante possibile per lo sviscerato amore della mia professione, con la quale sono felicemente fidanzato dal lontano 1975 – capita ad esempio che Filippo gds moviola genoa parma 1 1 Grimaldi, genovese cronista della Gazzetta dello Sport – ma persona dabbene e onesta, per quello che l’ho potuto conoscere in diverse occasioni al seguito del Parma anche in Europa – abbia una sensazione totalmente capovolta rispetto alla mia valutando Lucarelli Junior caduto nella trappola di Borriello, quale autore di un fallo ingenuo quanto inutile e netto. Insomma per contatto borriello lucarelli per gds inegnuo difensoreil roseo sarebbe più netto il secondo penalty che non il primo. Più deciso ancora il moviolista della Gazza Sport Francesco Ceniti: nella titolazione si arguisce: “Genoa, troppi due rigori”, ma quando egli entra nel dettaglio non ha dubbi nel battezzare corretta la decisione di Guida sul secondo penalty. E c’è pure una esplicativa foto a grimaldi genoa parma gazzetta dello sportcorredo de LaPresse con la seguente dida: “Il fallo di Lucarelli su Borriello: secondo rigore giusto dato al Genoa”. Queste, comunque, le parole di Ceniti: Due i rigori concessi nella ripresa al Genoa, molti dubbi almeno sul primo quando Galloppa tocca la palla col braccio tenuto largo, ma il gesto sembra involontario. Nel finale contatto Lucarelli-Borriello: ingenuo il difensore a cercare senza trovare la palla tra le gambe dell’avversario”. Il moviolista Aldo Tani della Gazza Parmatargata UPI – come sua abitudine si affida completamente, majo praticantato firmato fedenella proposizione dei fatti, alla ricostruzione dei telecronisti Sky, i quali, un po’ come tutti noi, a caldo, ci hanno capito ben poco. Ciò non toglie che i titoli proposti dal principale mezzo confindustriale siano un po’ come quelli dell’ex Fede al TG 4 (o delle sue parodie), e lo dico con tutto il rispetto per il direttore defenestrato, il quale firmò, temporibus illis, il mio praticantato, allorquando prestai servizio sia pure non permanente ed effettivo per la redazione sportiva di Mediaset Sport (RTI), di cui lui era sulla carta il responsabile, firmando a suo tempo la testata Videonews da cui dipendeva la struttura sportiva del biscione prima di diventare un organismo a se stante. “L’arbitro inventa due rigori – Parma beffato”, strillano in prima. “Una vera ingiustizia – Parma derubato” è invece la titolazione portante delle pagine sportive; “Il Parma beffato da Guida. L’arbitro si inventa due rigori”. Senza parma aderisce all'unione industrialidimenticare il pistolotto di Pep: “Resta l’amarezza per il torto subito”. Ricordo che sul Palazzo o sulla classe arbitrale, sempre ammesso che la si possa condizionare, penso possa aver maggiore influenza un titolo o un votaccio della Gazzetta dello Sport (a Guida 5.5) piuttosto che quella di Parma (4), ma penso che Leonardi non si possa certo lamentare del trattamento riservato dal quotidiano appartenente allo stesso organismo cui da qualche mese è pure iscritto il Parma ghirardiano. Del resto il suo grande desiderio è che siano gli altri – leggi i gazzetta di parmagiornalisti – a dire quello che il club pensa. A maggior ragione nelle situazioni di grande incazzatura, vedesi ieri sera, quando sia pure a fatica ci si auto-impone il bavaglio. Piovanone, nonostante all’intervallo fosse andato a rendergli omaggio affacciandosi dalla tribuna stampa sulla tribuna Vip, alla fine non è riuscito ad estorcergli una intervista ufficiale, ma solo a trascrivere qualche mezzo fuori onda, rimasto off the record per modo di dire, ma che ben dipinge il quadro del Leonardi Furioso. «Non parlo, meglio che non parlo». Certo, quel rigore… Forse meglio aspettare le moviole, le contromoviole e le immagini da satelliti impossibili che magari transitavano sul Ferraris in quel momento. «Non parlo perché sono arrabbiatissimo. Meglio che non parlo» leonardi gazzetta di parma 27 09 2012conclude Leonardi prima di scappare verso gli spogliatoi. La rabbia è tanta. Chi lo conosce raramente lo ha visto così rosso in volto, così infuriato. I suoi collaboratori sgattaiolano via al suo seguito. Leonardi si gira. «Fate parlare loro che sono bravissimi, gli altri». Si prova ancora a rintuzzare, a chiedere. Un commento, una battuta. La sensazione è che Leonardi addirittura metta in discussione entrambi i rigori. A nominargli le due azioni incriminate fa fatica a DSC06283trattenersi. «Ho detto che non parlo. Giudicate voi e dite». Sandrone nostro parla di immagini provenienti da satelliti impossibili che transitavano dal Ferraris: forse il riferimento è a quelle immagini tratte dalla satellitare e che poi vengono stampate sulla stessa carta rosa con cui collabora, le quali spesso arrivano a smentire le più forti convinzioni dei nostri. Chi ha seguito qualche puntata di Calcio  & Calcio sa bene come, ad esempio in materia di fuorigioco, un paio di settimane fa ci sia stato un battibecco (in onda e non nella viciniore omonima trattoria) tra il Sommo Maestro Andrea Schianchi e il Saltimbanco Enrico Boni dopo Napoli-Parma e se il colorito personaggio d’Oltr’Enza spergiurava che l’off side in discussione fosse netto, il top journalist (dinnanzi al quale si genuflette forse un po’ troppo il conduttore Angella, che meglio farebbe a richiamarlo all’ordine quando questi, al culmine del DSC06133proprio culto della personalità arriva ad irridere i telespettatori al telefono, oltre che gli ospiti in studio, rei di non essere al suo livello come competenza calcistica) lo invitava – giustamente – a non aizzare il popolo dicendo cose inesatte, dal momento che le immagini non chiarivano affatto la dinamica. Comunque se si predica che si ha fiducia negli arbitri non bisogna farsi prendere la mano dal desiderio di battere i pugni sul tavolo e farsi sentire, come vorrebbero, irrazionalmente, anche i tifosi (e c’è chi dice pure i giocatori, citando calcio e calcio post napoli Zaccardo). Anche perché un conto è essere dirigenti della Juventus (o del Milan, dell’Inter o del Napoli) e un conto è esserlo del Parma. E populismo a parte (queste sono cose che fanno breccia nel popolino dei tifosi), se si decidesse di alzar la voce, perdendo l’abituale aplomb (meno male che ieri sera si è presentato al microfono il solo signorile Donadoni, che però educatamente ha avvertito: “Vediamo tutto quello che succede”), la cosa potrebbe rivelarsi controproducente, come già era avvenuto nel recente passato (dopo il Parma-Napoli 1-3, con annesse polemiche su Sky di Ghirardi e Leonardi) proprio per via della diversa gazzetta di parma prima paginaentratura che il Parma ha rispetto alle grandi. Ma, tornando a ieri, la consapevolezza di essere stati ‘derubati’ per due volte di fila sullo stesso campo non deve farci chiudere in un poco propositivo vittimismo, ma anzi stimolarci ad un pronto riscatto, possibilmente correggendo gli errori. Primo di tutti l’atavica stipsi in zona gol… A parte Guida-Giuda bisogna saper chiudere le partite: cosa che per l’ennesima volta il parma beffato da guida gdp genova parmaParma ha dimostrato di non aver saputo fare. E grazie tante all’indigestione di Immobile che si è mangiato l’inverosimile – quanto a gol – se no col cavolo che si riusciva almeno a pareggiare… Risultato, il pari, che – arbitraggio a parte – non fa una grinza, perché se ai bianco-crociati va riconosciuto un miglior controllo in generale della tenzone, tutto sommato con una manovra piacevole a vedersi, nonostante la sterilità, agli avversari, per altro non parsi messi molto bene in arnese, vanno ascritte il maggior numero di nitide occasioni da rete, peraltro sperperate. Stando al computo citato al nostro microfono mazzeo tutto il calcio analisi stadiotardini com– e in diretta a Tutto il Calcio Minuto per Minuto – dall’imparziale radiocronista di Radio Rai Tarcisio Mazzeo 7-3 per i padroni di casa, e le nostre tutte nel primo tempo. Ai calciatori del Parma, pochi giorni dopo aver goduto al fotofinish grazie al replay di un calcio di rigore (che peraltro era limpido come le chiare fresche dolci acque petrarchiane al contrario di quelle torbide di ieri sera) è toccato, stavolta, di tornarsene negli spogliatoi frustrati, con le pive nel sacco ed inalberati dopo aver perso due punti a lungo assaporati in analoghe circostanze. E qui debbo un po’ tirare le orecchie, per la prima volta, al Mister di stadiotardini.comil mister che però stia pure tranquillo non lo esonero poiché non sono un piccolo e grosso emulatore di Zampariniil quale in apertura di analisi (a me parsa un po’ meno lucida del solito, ma capita ad ogni mister che si rispetti di toppare una partita) ci propone un panegirico di questo pari che a suo dire varrebbe di più, come peso specifico, rispetto a quello di sabato scorso. Io non sono un tecnico-tattico come lui o come Donadoni, ma sovente sono attento alla componente psicologica: e così dopo aver detto la mia al riguardo delle possibili implicazioni sulla mente della esclusione di Belfodil a Torino o sul non aver scelto belfodilPabòn per calciare il primo rigore alla Fiorentina (giustissimo, invece, avergli consentito, pur tra tutti i rischi del caso, di tornare sul dischetto per la rivincita), ho adesso occasione di sostenere che, psicologicamente parlando, il pari con il Genoa, a mio modesto avviso, pesa assai meno rispetto a quello insperato colto con la Viola. Perché l’altra volta hai raccolto un punto dal capirone in cui la Fiorentina ne aveva gettati due, stavolta, invece, sia pure con tutti gli aiuti del caso, sono stati i rossoblù a beneficiarne. Dunque, a meno che i nostri non siano talmente bravi da trasformare la rabbia e la frustrazione in parma confluisce unione industrialienergia positiva, nella testa può pesare lo sperpero dei due punti di fatto considerati già in tasca. C’è un secondo punto in cui mi dissocio dall’analisi del Mister di Stadiotardini.com, ed è quando questi afferma: “A convincere è la prestazione degli uomini di Roberto Donadoni. Mai timorosa, sempre propositiva e capace di controllare il gioco a centrocampo, sicura per larghi tratti anche in difesa. Dove, a parte un paio di svarioni, non si è mai subita una coppia di tutto riguardo come quella composta da Immobile e Borriello. E, soprattutto, non si è concesso il contropiede al Grifone, un’arma che Gigi De Canio teneva in serbo tanto quanto Walter Mazzarri nel 3-1 di Napoli”. MISTER ACQUAH ASAMOAHOkey, d’accordo, il Parma non ha concesso al Genoa delle ripartenze, però in gran parte della gara la difesa è stata tagliata a fettine, più da Immobile che da Borriello, altro che solo un paio di svarioni, come asserisce lei, o Mister, per una volta accecato dalla soddisfazione di essere stato accontentato dal mister vero (l’inserimento di Acqua-Asamoah) e dagli entusiasmi per gli effetti allucinogeni del calcio propositivo!  Io continuerò ad essere antico, retrogrado, a non capirne niente di pallone (tanto basta e avanza Schianchi che ne sa più di ogni qualsiasi essere umano), ma del fatto che la opinione majo dopo napoli parmasquadra non (le) sia apparsa “mai timorosa e sempre propositiva e capace di controllare il gioco a centrocampo” me ne impipa fino lì, specie se la difesa non mi è parsa altrettanto sicura come asserisce lei. Se mi si consente un paragone un po’ osé un conto è il petting, un conto è un rapporto completo. Ecco, non vorrei che, pur piacevoli che siano i preliminari, poi ci si dimenticasse quanto sia importante arrivare… alla conclusione. Che nel calcio sono appunto le conclusioni a rete, i tiri in porta possibilmente riusciti, i gol fatti e dunque, il conseguente risultato. A proposito di calcio propositivo, caro Mister, ho un terzo rilievo da muoverle: giustamente lei ha ricordato come questo inizio di stagione ghirardi majo nemico parmaricordi sinistramente quello di Pasquale Marino (attento che poi magari, come me, l’accusano di essere in malafede o un nemico del Parma…) per via della serie record di calci di rigore contro fischiati: ma non mi trovo d’accordo sul suo distinguo a proposito del fatto che “allora ci fossero motivazioni tattiche (squadra troppo perforabile)”, mentre “in questo caso bisogna prendersela con la dabbenaggine di Guida che è stato di manica larghissima con la doppietta regalata al Genoa. Il totale fa 5 in 5 giornate, ma se si tolgono i 2 di ieri e quello inesistente della prima giornata a Torino si va verso un più logico numero di 2 in 5 partite. Quindi escludere motivazioni tattiche è quasi d’obbligo”. Già, a suo dire escludere motivazioni tattiche è quasi d’obbligo. Quasi. Io, invece, da un Mister come leonardi calamajolei mi attenderei un approfondimento appunto sulle motivazioni tattiche che hanno comportato le situazioni di gioco dalle quali sono poi scaturiti i due penalty di ieri più o meno esistenti che fossero. Le rinfresco la memoria: anche ai tempi di Marino i vertici societari del Parma FC si lamentavano per il poco desiderato record di massime punizioni subite, anche allora in avvio di campionato, indipendentemente dalla cagioni tattiche che potevano averle cagionate. Proprio come oggi. Io non ci noto differenze di sorta. Mi viene anzi da pensare che tutti questi rigori a sfavore siano un prodotto indesiderato proprio del calcio carmina parmapropositivo. A lei il compito di dimostrare che mi sbaglio. E attenzione, non glielo chiedo solo io che, secondo Ghirardi e Leonardi sarei nell’ordine o un nemico del Parma o in malafede, ma anche un conclamato tifoso crociato come il nostro Luca Savarese, autore di Carmina Parma, che nel tridente di opinionisti allestito per il post gara da stadiotardini.com è sulla carta il meno razionale, ma che oggi ha razionalmente, sul tema rigori ha argomentato: “Semmai viene da chiederci perché li prendiamo? Perché riescono ad arrivare lì davanti con troppa facilità: vedi Pandev a Napoli, Borriello ieri, Cassani con la Fiorentina?”. Gabriele Majo

Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.

7 pensieri riguardo “L’OPINIONE DI MAJO DOPO GENOA-PARMA 1-1: “A PARTE GUIDA-GIUDA BISOGNA SAPER CHIUDERE LE PARTITE. E GRAZIE TANTE ALL’INDIGESTIONE DI IMMOBILE CHE SI E’ MANGIATO L’INVEROSIMILE…”

  • 27 Settembre 2012 in 17:52
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    Caro Gabriele, vorrei andare parzialmente fuori dal seminato cogliendo il tuo accenno al caso di Sallusti per proporre la mia opinione in merito. Nell'articolo incriminato firmato da uno pseudonimo il Direttore, condannato dalla Cassazione in quanto responsabile della testata giornalistica, distorce consapevolmente la realtà e chiede tra l'altro la pena di morte per il magistrato: è stato infatti accertato che la giovane fosse consenziente ad abortire e che ciò venne appurato il giorno prima della pubblicazione dell'articolo stesso, che fu perciò manipolatorio degli eventi comportando così non solo una grave diffamazione nei confronti del magistrato, ma che ne mise soprattutto a repentaglio l'incolumità. In Italia infatti da una parte la diffamazione aggravata per mezzo della stampa è considerata giustamente un reato punibile con la galera, dall'altra l'aborto è un argomento delicatissimo agli occhi dell'opinione pubblica e un articolo di questo tipo di fatto ha gettato benzina sul fuoco descrivendo uno scenario volutamente inquietante che avrebbe potuto benissimo fomentare l'esaltazione di fanatici potenziali assassini (vedi casi analoghi negli USA). A mio parere perciò è stata volutamente distorta la realtà e messa gravemente a repentaglio l'incolumità di una persona: altro che libertà di opinione! Per questo non mi trovo assolutamente d'accordo con le proteste in difesa di Sallusti, reputo più che giustificabile la querela del magistrato e considero la sentenza della Cassazione del tutto opportuna. Il principio della difesa della propria incolumità infatti è tanto valido quanto quello della tutela della vita altrui e credo che questo caso sia stato montato ad arte da un certo tipo di stampa, come appunto quella di Libero, maestra nell'orientare l'opinione pubblica verso conclusioni semplicistiche. Ciao, Dino Pampari.

  • 27 Settembre 2012 in 18:06
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    Ma chi è quel mona che fischia due rigori inesistenti e che se ne va urlando ?

    L'arbitro Guida !

    [Germa Moscons RIP]

  • 27 Settembre 2012 in 18:48
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    non fara' un giorno di galera,finche' c'e' da tirare della cacca addosso a qualcuno ognuno per se,quando si tocca la corporazione tutti uniti,bel giornalismo non c'e' che dire.

    non preoccupatevi che il suo padroncino gli trovera' il canile giusto.

    tornando alla partita di ieri niente di nuovo sul fronte occidentale,fatti fummo per soffrire e per gufare le solite tre aggiungo io 😀

    Turella

  • 27 Settembre 2012 in 19:34
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    L'autore del commento mosconiano sono io, mi sono scordato la firma.

    Zaccardo è veloce e rapido come me.

    Dents

  • 27 Settembre 2012 in 21:08
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    Vediamo di ridurre alla stipsi il Majo-pensiero. – – Subiamo i rigori perchè la difesa è incerta e gli attaccanti arrivano troppo facilmente in area.
    – Meglio sarebbe non comandare il gioco ma star coperti per non prender freddo
    – Non lamentiamoci per le decisioni arbitrali perchè gli arbitri ascoltano solo le grandi squadre.
    Tre affermazioni, caro Majo, che stridono con l'amore del gioco del pallone. Vediamo perchè.
    – Se i meccanismi di centrocampo migliorano anche la difesa ne trae beneficio e in particolare i due interni non sono al massimo.
    – I Parmigiani son tifosi strani, godono si la vittoria, ma non ottenuta col catenaccio (ricordo vittorie con fischi e sconfitte con applausi).
    – L'arbitro deve essere imparziale, per cui gli errori devono essere solo delle sfortunate casualità, altrimenti che senso ha guardare le partite ?
    Detto questo plaudo gli inserimenti graduali dei nuovi giocatori e attendo di vedere i progressi degli stessi ai quali ci ha abituato Donadoni (ricordo un Jonathan spaesato sul quale ha insistito e alla fine è stato premiato,ora un Acquah, poi chissà)

  • 28 Settembre 2012 in 10:30
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    Dunque, non ho visto nemmeno questa partita e quindi non posso discuterne come invece pur mi andrebbe di fare. Però l'aver preso cinque rigori nelle prime cinque giornate di campionato, è un dato su cui posso spendere qualche riflessione e lanciare una provocazione che a qualcuno, compreso lei Direttore, potrà sembrare bella e buona e priva di qualsiasi fondamento di razionalità.

    A prescindere dal fatto che dei cinque rigori solo uno effettivamente ci fosse, quello di Napoli in occasione del quale, a mio avviso, l'arbitro si 'scordò' di cacciar fuori Mirante, mi chiedo: ma alla Juventus, all'Inter, al Napoli, al Milan, alla Roma, alla Lazio, alla Fiorentina…in cinque giornate li avrebbero fischiati cinque rigori contro (che fossero netti o meno)? Non credo. Anzi, rincaro: sicuramente no. Loro hanno accesso ai piani più alti del Palazzo e meritano attenzioni particolari. Sono io a dirlo, e non solo io visto che è opinione diffusa che in Serie A ci sia una sensibilità maggiore per le squadre più potenti (attenzione, non sempre le più forti) e minore per i club che hanno poco ascendente nel panorama calcistico nostrano, ma anche il rapporto favori ricevuti/torti subiti che a fine campionato, sistematicamente, restituisce alle nuove sette sorelle molti più utili di quelli che legittimamente dovrebbero riscuotere.

    Detto che la sudditanza psicologica è un fenomeno di cui 'godono' queste sette società, e non solo la Juventus come vorrebbero far credere le altre sei (in primis il Napoli che pare stia lì in alto solo per meriti propri e non per le buone attenzioni che la classe arbitrale frequentemente gli riserva: non scordiamoci che senza le malefatte in Parma-Napoli dello scorso campionato, gli azzurri a quest'ora potrebbero serenamente concentrarsi solo sul campionato e vedere l'Europa League dalla poltrona), e detto che un torto ricevuto da un piccolo club spesso passa inosservato mentre per uno, magari presunto, incassato da una società potente i giornali si sentono in diritto ed in dovere di versare ettolitri di inchiostro per una o più settimane (le invenzioni dell'arbitro Guida non hanno avuto la stessa risonanza mediatica delle DECISIONI GIUSTE del direttore di gara di Juventus-Napoli, fatte passare per errate dal club partenopeo), condivido e rispetto la scelta di non parlare messa a punto da Ghirardi e Leonardi. Io però mi sarei spinto oltre l'ormai inflazionato 'meglio che non parli dell'arbitro, meglio che stia zitto, lasciamo parlare gli altri, le immagini si commentano da sole'. Io sarei stato completamente zitto ed avrei evitato qualsiasi contatto coi media. Il silenzio, a volte, fa più rumore di dichiarazioni del genere, con le quali si vorrebbe poter dire NIENTE ma alla fine invece si fanno trapelare anche i dettagli del proprio pensiero. —> SEGUE

  • 28 Settembre 2012 in 10:31
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    —> CONTINUA

    E qui arrivo alla mia provocazione. Va bene il silenzio, anche se io ne avrei preferito uno che rispettasse il senso letterale del termine, ma ora è giunto il momento di passare dal silenzio ai fatti. Ghirardi e Leonardi abbiano il coraggio, anzi le PALLE, di chiamare a raccolta le società meno influenti di A e insieme a loro cerchino di spaccare la Lega in due. Da una parte le sette sorelle, dall'altra i comuni mortali. Le si minacci di uscire dalla Lega, dal campionato. Si prospetti l’istituzione di un nuovo torneo che faccia a meno delle squadre che da sempre beneficiano di certe attenzioni. E lo si strutturi secondo quei principi che io ritengo dovrebbero trovare residenza anche nell’attuale Serie A: salary cap (per distribuire in modo uniforme i grandi campioni tra tutte le squadre), playoff/playout (per evitare i tarocchi di fine stagione), riservare alle ultime classificate le scelte migliori sul mercato (così da evitare che siano sempre le solite ad avere la possibilità di vincere). Insomma, o le cose cambiano o le grandi restano sole solette a spartirsi quel che già si dividono sotto gli occhi delle società più indifese. Mettiamogli un po’ di pepe sotto il sedere e vediamo che succede. Di tempo ce n’è a disposizione visto che prima di arrivare ad una soluzione di questo tipo si deve attendere l’estinzione di tutti i contratti, e televisivi e relativi a sponsorizzazione varie, in essere. Certo, so io per primo che un campionato senza le grandi storiche non converrebbe innanzitutto a società come Parma, Chievo, Siena, Cagliari etc. Ma siamo sicuri che un torneo privo della ‘provincia’ sia interessante per le nuove sette sorelle? Non credo. A quanti tifosi della Fiorentina, per esempio, piacerebbe arrivare sempre ultimi visto che anche tra le sette sorelle ci sarebbero squadre più tutelate e quelle più bastonate e di certo la Viola non ha più peso delle tre strisciate? A nessuno, credo. Dopo un po’ uno si scoccia di veder comunque sempre e solo le solite giocarsi il titolo. Sarà anche ‘eccitante’, ma poi quanto?, far parte di un torneo di soli Juventus-Napoli, Inter-Roma e Lazio-Milan, ma alla lunga diventa noioso dover quasi sempre perdere certi scontri, per le ragioni che noi tutti conosciamo, e veder sempre gli altri con al collo le medaglie che contano. Si giocheranno la carta della Superlega, ipotesi tanto cara al ‘pittoresco’ (per non dire altro) De Laurentiis? Facciano pure. Vorrà dire che le ultime sette posizioni di questo nuovo torneo saranno riservate alle squadre italiane, dato che al momento nessuno dei nostri grandi club può solo lontanamente pensare di competere col meglio del calcio continentale.
    Pur avendo meno potere dalla nostra parte, siamo in una condizione di superiorità numerica rispetto alle sette sorelle. Abbiamo la possibilità di metterle seriamente nei guai se davvero dovessimo prospettar loro l’idea di uscire dalla Lega per istituirne una nuova. Giochiamocela questa carta, tanto peggio di così, onestamente, non può andarci. E, soprattutto, facciamogli vedere come si organizza un campionato SERIO. Ripeto: salary cap + playoff/playout + ‘mercato alla rovescia’.

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