L’OPINIONE DI MAJO DOPO PARMA-FIORENTINA 1-1: “STAVOLTA PRESUNTUOSI SONO STATI I VIOLA. PRIMA DI TUTTO MONTELLA…”
“L’allenatore della Fiorentina ha mantenuto un invidiabile aplomb per l’intera gara: come dire, va tutto bene. Ma alla fine Eupalla ha fatto sì che quel peccato di superbia venisse pagato con due punti. E così il Parma ha potuto raccoglierne almeno uno”
(gmajo) – Saranno anche “cose personali” come a Pronto chi Parma hanno voluto liquidare, sollecitati da un telespettatore indignato per il silenzio sui potenti mezzi targati Upi (Gazza+Tv Parma) la querelle Ghirardi-Majo, ma “personali” cessano di esserlo nel minuto in cui uno dei due attori – nella fattispecie il presidente della società di calcio – decide di esternarle, al contrario di quanto avesse precedentemente fatto il giornalista che per precisa scelta, pur essendo direttore responsabile e proprietario di un quotidiano on line, non aveva mai voluto utilizzarlo (pur trattandosi di un blog, dunque di un diario) per finalità “personali”. Una volta tirato in ballo, però, con tanto di balle, questi non poteva certo starsene con le mani in mano accettando, supino, la premeditata diffamazione del suo ex padrone. Premeditata, certo, perché va associata all’accusa – sia pure indiretta del più prudente Leonardi – nella conferenza stampa del giorno precedente, quando aveva tirato a mano la “malafede”. Dunque per Ghirardi e Leonardi Majo sarebbe in malafede perché in causa con il club crociato. Causa intentata – questa l’accusa più infamante – per arricchirsi. Alle spalle del Parma.
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Lor signori, invece, dovrebbero ben ricordare che la vertenza di lavoro era stata intentata a suo tempo dal lavoratore per la condotta per lo meno immorale (e lui credeva pure irregolare) del proprio datore di lavoro. Visto che mi sono imposto di non dilungarmi troppo sull’argomento – questo spazio vorrei continuare ad usarlo per la serena analisi dell’andamento stagionale del Parma e non dei “fatti miei” – risparmierò, in questa sede al lettore i dettagli della questione, anche se, prima di tirar giù definitivamente la saracinesca su questa storia comporrò una significativa memoria. Ma chi volesse farsi
una idea può rileggersi quanto scrissero a caldo Pramzanblog.com, parma.repubblica.it e Settore Crociato (cliccando sugli appositi collegamenti ipertestuali). Né cambia i termini della vicenda la verità processuale emersa dalla lettura del Giudice con la chitarra che me le ha suonate (respingendo 3 dei 4 punti del ricorso studiato dal mio ufficio legale, ma accogliendone uno, con relativa condanna della controparte che peraltro deve ancora ottemperare a quanto previsto dalla sentenza) e la vicenda giudiziaria non è ancora conclusa. Comunque Ghirardi sappia che Majo non vuole arricchirsi né alle spalle del Parma né sue, né di nessun altro: Gabriele Majo non è un imprenditore come lui che ha nel far soldi la propria mission. Gabriele Majo fa il giornalista (vocazione precoce dato che è da quando aveva 11 anni che bazzica nelle redazioni) e il suo fine è quello di raccontare fatti ed esprimere opinioni, nel pieno rispetto della deontologia.
Concetti che al proprietario del sodalizio sono stati ribaditi dall’Ordine dei Giornalisti, dalla Federazione Nazionale della Stampa e dall’Associazione Stampa Emilia Romagna con tanto di note ufficiali: loro hanno accennato al diritto di cronaca e critica, ma io mi permetto di aggiungere anche il dovere. Perché è proprio lì che casca l’asino: perché se fa tanta specie il mio normalissimo comportamento (che è lo stesso che avevo in epoca Tanzi) è perché evidentemente c’è in giro troppa gente che abdica non solo al proprio diritto, ma anche al proprio dovere, di cronaca e di critica. Nonostante il goffo tentativo di delegittimarmi agli occhi del tifoso superficiale (“Majo è in causa col Parma, dunque ha il dente avvelenato”) rivendico, al contrario, la mia totale serenità d’animo e il mio equilibrio, sempre
dimostrato su questo sito e laddove mi è stata concessa ospitalità. Da 30 anni a questa parte. Non dall’altro ieri. La patente di Nemico del Parma il Presidente Tommaso Ghirardi, bresciano, me l’ha consegnata un paio di giorni dopo la mia opinione post Napoli: in quella sede, evidentemente, devo aver avuto il torto di menzionare delle parolacce, alias i nomi dei precedenti allenatori del Parma Francesco Guidolin e Franco Colomba. Avevo avuto l’ardire (per Leonardi la “malafede”) di rimarcare come loro due, non certo profeti del calcio propositivo, dallo Stadio San Paolo di Napoli fossero tornati con i tre punti nella saccoccia, al contrario di quanto accaduto a Pasquale Marino e Roberto Donadoni, considerati più
vicini all’ideologia calcistica preferita dai vertici della società. Una provocazione? Certo, non lo nascondo: perché da Grillo Parlante mi sono ripromesso di fare il bene del Parma (altro che nemico !!!) portando avanti pensieri e parole che spesso non convergono con quelle che i vertici vorrebbero sentire, ma che al contrario dovrebbero fungere per loro da stimolo di riflessione. Ma oltre ad essere una provocazione era anche un dato di fatto. Mica una balla. Perché in effetti questa combinazione di risultati mica me la sono inventata di sana pianta. Mi è stata servita da Eupalla. E io l’ho porta al lettore, con tanto di riflessione aggiuntiva: evidentemente al San Paolo il calcio propositivo non paga. Al San Paolo, beninteso. Non in assoluto o dappertutto. Con tanto di rischio mio: perché nonostante
quest’anno le milanesi stentino parecchio, almeno per ora, è facile prevedere che a San Siro il Parma donadoniano farà meglio, ad esempio, di quello di Colomba. In quei giorni, dunque, mi buscherò le intemperie di prese in giro, sfottò e quant’altro dei propositivi, e io le accetterò con animo senza dubbio più sereno rispetto a quello di Ghirardi e Leonardi, perché so che queste cose fanno parte del gioco. Oggi vinco io, domani vinci tu e viceversa. Perché il calcio non è una scienza esatta. E dunque, alla fine, abbiamo ragione tutti, sia noi “speculatori”, che voi “propositivi”. Certo, avevo aggiunto – e lo avevo sottolineato anche a Calcio & Calcio – che una smodata propositività è da
presuntuosi. Eh sì, perché non si può andare al San Paolo ed applicare una strategia suicida solo perché dappertutto dobbiamo imporre il nostro gioco, perché siamo il Parma. Ma cari miei, perfino la finale di Champions League non è certo stata vinta in modo propositivo, e il collega di Ghirardi (come lo stesso Tommaso lo ha definito) Abramovic alla fine era, ovviamente, contento per il trofeo conquistato senza star lì a pensare a come la sua squadra ci sia riuscita… Insomma il Grillo Parlante – al fine che non si sperperino punti in giro e non certo perché vuole il male del Parma – intendeva e intende suggerire di non esagerare troppo con la presuntuosa propositività “a prescindere”, ma di calibrarla magari con una piccola dose di
specularità e opportunismo. In quella sede aggiunsi pure che se persino il Napoli non diventa rosso a praticare nel proprio stadio, davanti a 35.000 spettatori, un sano e antico contropiede all’italiana, pur essendo la più accreditata sfidante della Juve per il Tricolore, perché mai il più modesto Parma, dagli obiettivi ridotti rispetto a loro, si deve prendere l’onere di fare la partita, vieppiù in trasferta? Tutti argomenti di calcio, vecchi come il mondo. Che si dovrebbero poter trattare liberamente senza correre il rischio di essere tacciati di essere nemici di un dato club oppure in malafede o di aver i denti con residui di devitalizzazione in giro. Se il Parma è stato presuntuoso al San Paolo, così la Fiorentina è stata presuntuosa al Tardini.
Presuntuosa, sì, ma non per un discorso ideologico (la cara propositività) come il Parma al San Paolo. I Viola, infatti, a mio avviso – ma anche di Giuseppe Bisantis di Radio Rai che lo ha rimarcato nella sua radiocronaca – hanno avuto la pecca di considerare già chiusa la pratica una volta passati in vantaggio con quel gran tiro da lontano di Roncaglia, che ha fatto un po’ stizzire i tanti detrattori di Mirante, parzialmente ricredutisi dopo l’ennesimo rigore parato dallo specialista di Castellamare. Pep, a Pronto chi Parma (sostituito di Michelotti, assente per problemi famigliari) ha annunziato sulla GdP di oggi
una inchiesta di Paolo Grossi sul portiere crociato che ha la media di un penalty neutralizzato su tre. E stavolta, rispetto ad altre volte, la ribattuta non è finita sul piede di un avversario rivelandosi efficace. Anche per ribaltare, in pieno recupero e con un uomo in meno, l’idolo delle folle Rosi immolatosi per la patria, una partita sempre e comunque nelle mani dei presuntuosi avversari. Il primo ad esser stato presuntuoso è stato il mister Montella: beninteso il suo aplomb è lodevole, soprattutto nel post gara per come approccia i giornalisti (magari il suo esempio positivo venisse inseguito anche da altri…), ma quel suo starsene impalato davanti la panchina per l’intera gara senza proferir verbo ai propri giocatori è parso un segnale come dire va tutto bene, non c’è bisogno di suggerimenti o di apportare modifiche o sproni. In realtà, invece, i viola, pericolosamente (per loro, of
course) avevano dato segnali di cedimento e qualche piccolo campanello d’allarme avrebbe dovuto accendersi. Dopo il rigore calciato da pacarito da Valdes gli avversari dei crociati anziché darsi una sveglia hanno proseguito nel loro torpore, salvo trovarsi nella condizione di poter sbagliare a propria volta un penalty, con quel Jovetic, fino all’ultima giornata sempre regolarmente in rete. E’ lì che è cambiato lo spartito di una partita noiosa trasformatasi in emozionante proprio al fotofinish con quei due punti buttati nel capirone – come scritto da Paolo Grossi della GdP – dai viola uno dei quali raccolto dai crociati che lì sono andati a frugare. Orgogliosi, i nostri, fin che si vuole, ma se Toni non avesse commesso la dabbenaggine di compiere un mani volontario in area, Valdes non avrebbe potuto trasformarsi da passerotto in sparviero, divenendo
l’eroe della giornata dopo esserne stato fino a quel punto il coglione (se mi passate la poco urbana citazione calcistico-cinematografica). Certo di attributi ne ha avuti da vendere il buon Venturini a ripresentarsi su quello stesso dischetto dove poco prima aveva telefonato a Viviano-Trupo: però sulla questione rigorista ci sarebbe da riflettere. Perché il tentativo di trasformazione della massima punizione deve essere appannaggio del numero 10 quando in campo, ad esempio, c’è un Pabòn cui un gol, sia pure su calcio di rigore, sarebbe un toccasana, dopo un inizio di esperienza italiana non proprio incoraggiante? Tra l’altro essendo in possesso di una invidiabile "carrocchia", peraltro finora inespressa alle nostre latitudini, difficilmente il colombiano sarebbe stato autore di un tiro improponibile come quello di Valdes. Sul replay, invece, bene ha fatto Amauri a lasciare il
rischio al compagno, che così ha potuto riscattare non solo l’erroraccio di prima (anche Jovetic ha sbagliato, ma Mirante ha avuto molti più meriti nel neutralizzarlo rispetto a Viviano con lui) ma anche una prova piuttosto incolore e comunque nettamente inferiore rispetto a quella del dirimpettaio Pizarro che ha vinto lo scontro diretto. Come già evidenziato dal Mister sulla mediana crociata c’è di che riflettere: ma non solo su Parolo o Galloppa (dei tre è stato quello che mi è piaciuto di più, ma noto che
in pochi la pensano come me) ma anche sul cileno, il cui standard mi pare decisamente inferiore rispetto al confortante finale della scorsa stagione. Poi, magari, si sbizzarrirà proprio il Mister nello strologare qualche suggerimento a Donadoni per la fascia destra che mercoledì sera a Genova sarà orfana di Biabiany e dello squalificato Rosi: io provo a buttar lì proprio Valdes. Era o non era una sorta di simil Biabiany prima della trasformazione in regista voluta da Donadoni? Era o non era un esterno offensivo? Spostandolo sulla fascia (del resto è un ambidestro o se preferite un ambisinistro) si potrebbe tentare qualche novità in mezzo al campo. Lo scorso anno Musacci era nella hit parade di gran parte dei supporters crociati: ora non se lo fila più nessuno. Noto, invece, come adesso siano in tanti ad invocare Morrone al posto di Parolo. Ma forse erano gli stessi
che lo davano per finito fino a poche settimane fa… Esistono anche altre opzioni: Marchionni, ad esempio, a sorpresa era stato convocato per Parma-Fiorentina, nonostante durante la conferenza stampa precedente Donadoni avesse detto che era ancora abbondantemente indietro. Ma se il 32 è persino andato in distinta vuol dire che evidentemente è pronto. Questi, lo scorso anno, con un certo profitto, era stato proposto proprio alla Valdes, in mezzo al campo: io nel caso specifico non mi scandalizzerei se Donadoni gli facesse fare proprio il regista,
spostando sull’esterno il cileno. Viceversa mi farebbe un po’ storcere il naso una scelta non propositiva come quella di inserire il rientrante Zaccardo (ieri, domenica, si è allenato regolarmente, stando al bollettino medico) avanzato sulla fascia con la conferma come terzino destro di Benalouane, che dabbenaggine a parte in occasione dell’azione del rigore costato il rosso a Rosi, aveva fatto piuttosto bene. La situazione di emergenza infermeria – che di riffa o di raffa sta accompagnando il Parma da inizio campionato – evidenzia come l’organico, sia pure generalmente ben assortito, abbia qua
e là qualche piccolo buco. Il problema degli esterni, ad esempio, è amplificato dall’assenza di Biabiany, il quale avrebbe potuto essere utilizzato anche a sinistra, dando la possibilità, qualche volta, a Gobbi di rifiatare. Incognita Marchionni a parte gli esterni sono tre (Rosi, Gobbi e il jolly Fulmine Nero) per due posti. Su Palladino c’è poco da dire: il calciatore più pagato della rosa del Parma dopo Amauri, come mi ha segnalato il Mister (che spero ci proponga un approfondimento) “da quando è arrivato a Parma nel gennaio 2010 ha perso circa 150 giorni per infortunio. Di conseguenza, i numeri delle sue partite: ha giocato 927′ in tutto (così ripartiti: 670 nei primi sei mesi, 213 l’anno scorso e 44′ quest’anno) segnando 4 gol (3 e 1).” Ora, stando sempre al referto dello staff medico: “l’attaccante, subito dopo il suo ingresso in campo ieri sera al Tardini, ha avvertito una fitta alla giunzione miotendinea dell’adduttore della coscia sinistra. L’entità dell’infortunio sarà valutata
nei prossimi giorni”. Contro il Genoa non mi dispiacerebbe se Donadoni confermasse fiducia al suo sostituto Ninis, finora la più riuscita delle tante scommesse del Parma. L’aspetto migliore messo in campo sabato sera dai crociati è stato l’orgoglio (magari un po’ tardivo) di riacciuffare una gara che sembrava maledettamente irrecuperabile. In un qualche modo esserci riusciti ha consentito di muovere la classifica, respirare e auto iniettarsi una buona dose di autostima. Gabriele Majo
Caro Gabriele, la tua lunga ed intellettualmente ineccepibile disamina dimostra ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, quanto il tuo indefesso e quotidiano lavoro sia visceralmente permeato da un'autentica passione, quella per il Parma, che rende ancor più ridicole ed intollerabili le detestabili affermazioni diffamatorie che il presidente della ditta bresciana Leonessa ha recentemente pronunciato nei tuoi confronti. La viltà di tale attacco é stata aggravata dal contesto di pubblica conferenza stampa del soggetto autore di tali affermazioni, che non ha permesso da parte tua di poter obiettare alcunché, costringendoti dunque ad un silenzio che ha peggiorato gli effetti devastanti, dal punto di vista psicologico, di tale inaudita azione. Sono certo che questo episodio ti abbia procurato un profondo stato di malessere psicologico, oggettivamente documentabile dal punto di vista medico, il quale presumibilmente ti avrà procurato un evidente danno biologico per il quale ti consiglio fraternamente di valutare un'azione risarcitoria in sede legale. Sono certo tuttavia che saprai superare questo travagliato e doloroso periodo, causato dalla cattiveria di chi si é reso tuo nemico in quanto assordato dalla voce della Verità che tu hai sempre servito. É per questo che voglio riportarti un salmo, quello della Messa di ieri, che potrà sostenerti nei momenti di silenzio. Come vedi la Parola di Dio ci segue e ci sostiene nel nostro peregrinare terreno. É significativo il passaggio in cui "gli stranieri" insorgono contro il giusto. Un saluto fraterno, Parmigiano. (Sal 53/54,3-6.8) R Il Signore sostiene la mia vita. Dio, per il tuo nome salvami, per la tua potenza rendimi giustizia. Dio, ascolta la mia preghiera, porgi l'orecchio alle parole della mia bocca. poiché stranieri contro di me sono insorti e prepotenti insidiano la mia vita; non pongono Dio davanti ai loro occhi. Ecco, Dio é il mio aiuto, il Signore sostiene la mia vita. Ti offrirò un sacrificio spontaneo, loderò il tuo nome, Signore, perché è buono.
Grazie per il sostegno Parmigiano, in effetti – come testimoniato dal lungo silenzio (da mercoledì a ieri non ho scritto nulla sull'argomento, riducendo all'essenziale i contributi a mia firma e l'alimentazione del sito) l'entrata col piede a martello presidenziale mi ha psicologicamente turbato e non poco, ma lungi da me il prestare il fianco alla sua accusa di volermi arricchire alle spalle del Parma con altre cause differenti da quella afferente quella ormai storica del posto di lavoro. Né ho voglia di arricchirmi alle spalle sue – lascio all'imprenditore la mission di arricchirsi, io non ne avverto, come lui, il bisogno – anche se la diffamazione perpetrata potrebbe essere punita da un giudice codice penale alla mano.
cordialmente
Gmajo
Certo Gabeiele, ma sia chiaro che il mio consiglio é mosso UNICAMENTE da due esigenze: A) vedere difeso un DIRITTO INALIENABILE DELLA PERSONA e cioé la TUTELA della propria ONORABILITÁ e B) SANZIONARE OGNI tipo di DIFFAMAZIONE. Non ho MAI pensato infatti che il fine di una DOVEROSA QUERELA nei confronti di Ghirardi sia il mero arricchimento pecuniario, accusa che verrebbe peraltro FACILMENTE SMONTATA dichiarando IN ANTICIPO la devoluzione di QUALSIASI risarcimento in BENEFICENZA, quanto la TUTELA di un SACROSANTO PRINCIPIO, quello cioé della DIFESA DEL PROPRIO ONORE. Ciao, Parmigiano.
scusate se vado un po fuori argomento,ma ieri
quando ho visto il "VALIO" insaccare di testa qualche porco mao l'ho tirato 🙂
mi son sempre chiesto il senso di alcune cessioni,adesso ancor di piu'
turella
Già. Viva i giovani, viva i giovani. Però nei momenti difficili sono i giocatori di esperienza e di sacrificio che tengon su la baracca. Si è visto l'ingresso di Amauri che ha spinto tutta la squadra, Belfagor deve diocare per crescere, ma non so quanto tempo si possano aspettare i risultati. Mercoledì a Genova vedrei volentieri come esterno di sinistra il greco, inserendo Zaccardo sulla dx, ma anche lo scozzese che ha mostrato di essere molto dinamico potrebbe essere avanzato a centrocampo. Ma vedremo, vedremo, a me Donadoni mi piace e ha sempre dimostrato buon senso. Ha bisogno di lavorare e di essere sostenuto, così come la truppa di giovinastri che gli hanno dato per valorizzarli. Guardate i giovinastri dell'Udinese, che ogni anno ne sforna un paio per far mercato, anche loro ci hanno le loro difficoltà, magari ci vogliono tre anni per farli crescere. Del resto il Parma non vive di tifosi e nemmeno di spettatori, bisogna che esploda un qualche Giovinco o qualche Borini per far cassetto
china65 …non e' che quel "diocare" sia un lapsus freudiano ? :-),e' da mo che vado dicendo le stesse identiche cose sui "vecchi",piuttosto tornando a sabato c'e' qualche attento osservatore che mi puo' spiegare da dove son venuti quei circa 900 abbonamenti in piu' ? "mistero della fede"
turella
E' chiaro che quest'anno non abbiamo piu' il nanetto magico che risolve tanti problemi e abbiamo tanti giovani stranieri da aspettare perche' entrino bene nella mentalita' del calcio nostrano. Allora un po' di pazienza e tanto appoggio al calcio propositivo del Mister. I risultati son certo si vedranno
Scrivo ancora perchè in questo lungo lungo post mi è parso di capire che lei non abbia compreso quello che molti cercano di dire. In molti post che ha fatto in passato si denotava una ricerca frenetica della polemica. Ha ragione lei nel pensare che le polemiche portano ascolti, ma una persona che subisce dopo un po' si stufa. Mi colpì per esempio, la mancanza di rispetto verso Jonathan, chiedendo a lui se sapeva del nomignolo "parcheggiatore della Pinetina"; questa domanda mise in inevitabile imbarazzo il calcitore che alla fine fece finta di non capire.
Ecco Majo lei si difenderà quanto vuole, magari non pubblicherà neanche questo commento, ma lei ed Angella per quanto tempo avete abusato della pazienza del Parma? Per me molta
Mario
Gentile Mario,
la ringrazio per il suo commento, però la invito a riflettere sulla esatta dinamica dei fatti e a riportarla di conseguenza nei giusti termini di correttezza.
Premessa: il primo a divulgare attraverso la trasmissione Calcio & Calcio il nomignolo di "posteggiatore o parcheggiatore della Pinetina" non è certo stato il sottoscritto e neppure il conduttore del programma Michele Angella, che lei tira in ballo dicendo che entrambi abbiamo abusato della pazienza del Parma (tra l'altro non capisco perché lo stimato collega dovrebbe avere il dente avvelenato, dal momento che non ha fatto causa al Parma: vuoi forse che sia perché – a dispetto di altri – esercitiamo come deontologia insieme il nostro dovere-diritto di cronisti?) bensì l'autorevole giornalista della Gazzetta dello Sport andrea Schianchi.
Quando io tirai fuori la questione al Centro Sportivo di Collecchio dinnanzi al giocatore (e quando poi telefonai a Scarpini di Inter Channel per chiedergli se ne sapesse qualcosa) lo feci proprio perché indignato di quel nomignolo tirato fuori, secondo me non per caso, in trasmissione dall'illustre giornalista.
Giova ricordare, particolare non trascurabile, che questi rivelò di tale soprannome esattamente la stessa sera in cui Leonardi tuonò contro il brasiliano – attraverso Sky e tramite le tv locali (alla premiazione di Vetrina Crociata) – reo di temporeggiare un po' troppo prima di scegliere Parma.
Pensi un po' che consecutio temporum !
Allora, egregio: ho mancato di rispetto io a Jonathan o forse il buon Schianchi e a chi lui magari poco prima di andare in onda gli aveva telefonato definendo così il giocatore che stava nicchiando?
Non so Angella, ma a me delle polemiche che portano ascolti me ne impipa un fico secco: io ho la mia piccola e selezionata nicchia di lettori ai quali mi rivolgo, certo se la community si allarga mi fa piacere, ma non mi servono grandi numeri. Sia chiaro una volta per tutte: io non faccio polemiche: tiro fuori dei fatti, cosa che ruga un po' a chi vuol tenerli "gornati" e appunto per questo attacca – magari in modo goffo e grottesco – chi al contrario rispetta scrupolosamente la deontologia nell'esercitare il proprio mestiere.
Poi io non ho bisogno di fare ricerche frenetiche di polemica, poiché mi servono assist in continuazione, con la propria condotta o con le proprie parole, i diretti interessati. I quali basterebbe si comportassero un po' meglio per evitare di alimentare i miei contenuti-
Cordialmente
Gabriele Majo
Ciao Gabriele, vorrei tornare un attimo sul discorso relativo ai mezzi comunicativi UPI perchè in questi giorni ho avuto modo di riflettere con calma sul recente episodio che ti ha visto protagonista involontario e mi sono sorte alcune considerazioni che vorrei condividere con te e gli amici sinceri di Stadiotardini. Devo confessare che l'assoluto silenzio da parte sia della GdP sia di TV Parma su un episodio che ha colpito molti tifosi mi ha rammaricato profondamente. Mi sarei infatti aspettato per lo meno una nota di biasimo da parte dei tuoi colleghi di via Mantova riguardante l'indebita negazione dei tuoi diritti professionali che Ghirardi ha esercitato. La sua azione infatti, ancor prima che offesa personale verso di te, è stata una ferita inferta a tutta la professione dei giornalisti (come testimonia la repentina ed 'appropriata presa di posizione del rappresentante provinciale del vostro Ordine): se perciò nessuno all'interno delle due Redazioni filo-UPI ha protestato, noi tutti abbiamo assistito ad una deplorevole e colpevole omissione che mi sembra doveroso denunciare. Un caro saluto, Parmigiano.