PARMA-SAMPDORIA, TRE RAGIONI PER VINCERE
“I tre punti restituirebbero entusiasmo ad una piazza mortificata, farebbero riprendere confidenza con il successo e toglierebbero un po’ di ansie in vista della sfida salvezza col Torino. I crociati hanno prestato solo due nazionali anziché cinque come i blucerchiati che hanno già esaurito il proprio momento felice. E per la legge dei grandi numeri…”
(Luca Russo) – Rieccolo il campionato. Finalmente! Ok, le nazionali avranno, tra qualche ora, ancora qualche prima pagina da occupare. Ma tutta la Serie A, e abbiamo il sospetto che la stessa cosa valga anche ad altre latitudini, è già pronta per rimettersi in pista. Compreso il Parma che ha il dovere di ritornare ai tre punti per rendere meno amaro questo primo scorcio di stagione in cui ha raccolto solo una vittoria e tre pareggi in sette partite. Al Tardini arriva la neopromossa Samp di Ciro Ferrara. Non un avversario di quelli particolarmente abbordabili. E nemmeno uno squadrone, per la verità. Ma i blucerchiati in sette giornate di punti ne avrebbero collezionati undici se non gliene avessero tolto uno per la questione scommesse.
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Son riusciti a mettere in riga Milan, Siena e Pescara ed hanno impattato contro il Torino e, udite udite, la Roma di Zeman. Col Chievo hanno perso male, ma il Napoli, una settimana prima, era riuscito a batterli solo grazie ad un rigore molto contestato. Insomma, è una di quelle squadre da maneggiare con estrema cautela. Di reti ne ha fatte nove anche se non pratica un calcio eccessivamente offensivo (‘alla faccia’ del Parma che in barba alla sua supposta propositività è andato a segno solo sei volte). E ne ha incassate otto. Ma attenzione: in difesa non fanno acqua da tutte le parti. Al contrario, si è costretti ad un lavoraccio per superarli. Brutte notizie per i gialloblù che di questi tempi riescono a fare solo il solletico agli avversari, creando pochissime occasioni per andare in rete e finalizzandone anche meno. In questo senso, contro la Samp c’è da dare il via a quell’inversione di tendenza che non si è consumata al Cibali di Catania. In altre parole e tanto per rifarsi ad un coro tanto di moda nella Nord dell’Ennio: bisogna vincere. Per tre motivi. Primo: i tre punti restituirebbero entusiasmo ad una piazza mortificata non solo dal brutto avvio di campionato, ma anche dalle recenti e poco felici esternazioni di Ghirardi. Secondo: superare la Samp vorrebbe dire riprendere confidenza col successo – finora solo il Chievo non è andato a punti contro i crociati – e strozzare quel vortice di pessime sensazioni a cui la brutta prova di Catania ha dato il là. Terzo: battere i blucerchiati permetterebbe al Parma di togliersi di dosso un bel po’ di ansie in vista della sfida col Torino, che, per quanto non sia ancora il caso di parlare di ultime spiagge o match decisivi, è a tutti gli effetti uno scontro salvezza. E tutti sappiamo quanto si faranno sentire a fine anno i punti conquistati o persi in partite del genere. Tre sono anche le ragioni per cui è legittimo pensare (e non solo sperare) che il Parma domenica prossima riuscirà ad aggiungere un’altra gioia all’unica che fin qui ha saputo regalare ai propri tifosi. I crociati hanno ‘prestato’ alle nazionali appena due giocatori, Ninis e Pabon. La Sampdoria, invece, ha avuto la bellezza di cinque elementi in giro per il mondo a giocarsi la qualificazione a Brasile 2014. Sergio Romero tra i pali dell’Argentina impegnata a Santiago contro il Cile; Jonathan Rossini a Reykjavik, per Islanda-Svizzera; Krsticic volato in Macedonia con la sua Serbia; Simon Poulsen, convocato insieme a Larsen dal C.T. Morten Olsen per Italia-Danimarca. Rientro anticipato per Estigarribia che, diffidato, in Colombia ha rimediato un giallo e la conseguente squalifica per la gara con il Perù. Aver dato alle nazionali solo due giocatori a dispetto dei cinque che ha dovuto cedere la Samp è un vantaggio che il Parma non deve trascurare visto che in questi casi chi è più ‘generoso’ paga dazio, in termini di condizione fisica, quando il campionato riapre i battenti. La Sampdoria ha già esaurito il suo momento felice. E adesso è in fase calante. Dopo le tre vittorie nei primi tre turni di campionato, gli uomini di Ferrara hanno pareggiato con Torino e Roma e perso prima in casa col Napoli, tenendo comunque testa ad un avversario in lotta per il titolo, e poi contro il Chievo a Verona, dove in campo ci è andata la brutta copia della squadra che tanto aveva fatto bene nei primi centottanta minuti del torneo. Non c’è due senza tre, o no? Ne approfitti il Parma che in questo campionato non ha ancora avuto il suo quarto d’ora di celebrità. E così arriviamo al terzo motivo per cui immaginiamo che i gialloblù domenica prossima faranno un figurone. Dei tre è l’unico che ci ‘costringe’ a smettere l’abito della razionalità per indossare quello con cui vanno in giro i giocatori d’azzardo. Che, per un’errata interpretazione della legge dei grandi numeri, scommettono sull’evento che non si verifica da più tempo, convinti che esso prima o poi debba avere luogo. Dunque, l’aver visto un Parma non vincitore per cinque turni di campionato, aumenterebbe la probabilità che vengano i tre punti alla sesta occasione. Ecco, la matematica dice che le cose non stanno proprio così. Ma per una volta non ci dispiacerebbe che proprio la matematica fosse semplicemente un’opinione. Anche sbagliata. Luca Russo
solo tre ragioni mi sembrano riduttive,la samp ne ha almeno quattro
nichilista
mhà!!……….io ci vedo tanto un pareggio…..speriamo di nò ma……….
Filippo1968