PERCHE’ UN GIORNALISTA SINCERO DIVENTA “NON GRADITO” ?

Riccardo Schiroli, capo ufficio stampa della FIBS (Federazione Italiana Baseball e Softball), già voce di Radio Onda Emilia, interviene sul caso dell’esternazione (“Majo, lei è un nemico del Parma”) del presidente del Parma FC contro il direttore di stadiotardini.com: “Tommaso Ghirardi che può ritenere Majo ipercritico, scomodo, anche fastidioso, persino antipatico non può insinuare che lo sia per vendicarsi di una causa civile che non è andata come voleva lui. Lo dico a voce alta: Gabriele Majo non lo farebbe mai”.

schiroli majo ghirardi(Gabriele Majo) – Poi verrà fuori a pontificare un Pericle Ferrari qualsiasi, accusandomi di affliggere il lettore con storie personali: pazienza. Del resto il primo a tirare a mano vicende che non ci azzeccano un bel niente, tipo una vertenza per vedere tutelati i miei diritti di lavoratore infangati,  è stato Tommaso Ghirardi il 19 settembre scorso in una pubblica conferenza stampa (e da allora non si è mai scusato, quando perfino Cellino lo ha fatto con la Gazzetta dello Sport dopo aver tenuto fuori da Is Arenas il giornalista Bibi Velluzzi), e non certo io che di quella triste storia non avevo mai parlato sul quotidiano on line che dirigo, anche perché, al contrario di quanto asserito dal padrone non è certo quella vicenda a condizionarmi nell’esercitare il mio dovere-diritto di critica di giornalista. E mi fa un estremo piacere che il collega Riccardo Schiroli, capo ufficio stampa della FIBS e già voce di Onda Emilia, tenti di farglielo capire attraverso uno scritto pubblicato sul suo blog  (www.riccardoschiroli.com) che qui riprendo volentieri, completandolo con le risposte alle sue domande e con qualche piccola correzione sui contenuti, ringraziandolo di cuore per questa difesa d’ufficio.

All’interno l’articolo di Schiroli e le risposte di Majo

 

 

(Riccardo Schiroli)Majo, io glielo dico una volta per tutte: lei Majo a me non rivolgerà mai più una domanda da oggi in poi, perché lei non è persona gradita al Parma, lei ha intentato una causa per arricchire le sue tasche e l’ha persa, perciò vuol dire che la giustizia ha fatto il suo giusto percorso. Perciò lei, da oggi, a me non rivolge più parola. Non le verrà impedito di venire alle conferenze stampa: i tesserati, se vorranno, le potranno rispondere, ma lei a me non rivolgerà mai più una domanda. Perché chi non è amico del Parma, come lo è lei, non lo è neanche del suo presidente”.

Tommaso GhirardiQuando ho visto il video di una conferenza stampa del Parma calcio e ho sentito il suo presidente Tommaso Ghirardi rivolgersi con le parole che ho trascritto sopra a Gabriele Majo, prima di tutto mi sono preoccupato. Vuoi vedere, mi sono detto, che sono così preso dalla mia attività che non mi accorgo di un casino che riguarda un mio collega, che oltre tutto è un caro amico? Ma subito dopo, se posso usare l’espressione, mi sono tranquillizzato. Mi aspettavo che la stampa locale avesse dedicato pagine indignate a questo. E invece, nulla. Quindi mi è venuta voglia di scriverne io.

Voglio iniziare analizzando le parole di Tommaso Ghirardi:
1) “le Majo a me oggi non rivolgerà più una domanda da oggi in poi”. Beh, poteva limitarsi a dire “Io non risponderò più a una sua domanda, da oggi in poi”.
2) “lei non è persona gradita al Parma” questa è pesantuccia, ma Ghirardi ci spiega anche perchè
3) “lei ha intentato una causa per arricchire le sue tasche e l’ha persa” Ah, ecco. Tra qualche riga, parliamo della causa
4) “non le verrà impedito di venire alle conferenze stampa” Ci mancherebbe altro
5) “chi non è amico del Parma, non lo è neanche del suo presidente” E chi ha parlato di amicizia? Qui si parla di lavoro. E per lavoro, un giornalista che scrive di una squadra di calcio dovrà pure rivolgere domande al presidente. Anche se non è suo amico.

Dicevamo della causa. Dopo qualche anno di lavoro come Addetto Stampagabrielemajo del Parma calcio a forza di contratti annuali, Gabriele Majo si aspetta di ricevere la proposta di una assunzione a tempo indeterminato. Non accade. A Majo viene proposta un’assunzione con scadenza a un anno (in teoria, dopo 3 assunzioni a tempo determinato, non si potrebbe riassumere a tempo determinato) con firma di una liberatoria per quanto eventualmente dovuto per i rapporti pregressi. Majo non firma e non viene confermato. Al che, intenta una causa al Parma calcio: vuole vedersi riconosciuto il suo ruolo.
Non conosco le carte, ma so che il Giudice di primo grado non accoglie tutte le richieste di Majo. Anzi, ne accoglie solo una: il Parma calcio gli dovrà versare una certa cifra per lavoro notturno e straordinari non pagati. Ma non dispone la reintegrazione sul posto di lavoro. Ovviamente, ci sono altri gradi di giudizio, prima di dire “l’ha persa” (la causa, si intende). Ma non è questo il punto. Il punto è che non trovo accettabile che si insinui che Majo è stato critico nei confronti del Parma a causa di questo verdetto (per lui) negativo del Tribunale.

Conosco Gabriele Majo dal 1984 e non è che siamo andati sempre d’accordo. Anzi, nella primavera del 1988 sono stato anche chiamato a sostituirlo come Amministratore di radio Onda Emilia e poco tempo dopo ho chiuso il suo programma di Dediche e Richieste (era molto seguito, ma c’era la pressione dell’editore a cambiare linea). Ma ho sempre riconosciuto a Majo una grande onestà intellettuale, così come penso (anzi: ne sono sicuro) lui abbia riconosciuto a me una solida professionalità e una notevole serietà. Per altro, io sono molto diverso da Majo. Sono molto meno generoso e molto più geloso del mio tempo libero e della mia vita privata. Al punto che nel 1988 proprio a Majo confidai, prima di sostituirlo: “Spero lo sappiano, che io non ho intenzione di vivere in radio come fai tu”.
Majo si definisce “vecchio, inguaribile democristiano”. Ma è certamente tutt’altro che doroteo. Lui sposa un punto di vista e lo fa al 100%. Lo abbiamo (io e altri colleghi di Onda Emilia) definito Talebano (non ha mai minacciato di farsi esplodere, state tranquilli). Qualcuno anche Il nemico di tutti (cattiva, e profondamente ingiusta; ma il tempo l’ha cancellata).
Quando il Parma licenzio Zdenek Zeman (1987), Majo chiese al Presidente di allora Ernesto Ceresini: “Come mai una decisione del genere? La città è contro…”. E Ceresini gli rispose: “Ma che domande del cavolo fa, lei?”.
Con il Parma neo promosso in Serie A, Majo venne accusato di aver falsificato una richiesta di accredito. Naturalmente non era vero (anzi, c’è da vergognarsi, a fare un’accusa del genere). Successivamente, il Direttore Sportivo del Parma Pastorello passò a vie più spicce: se non controllate Majo, tolgo le tessere stampa.
Ma Majo nel frattempo aveva scelto una strada diversa e intrapreso una nuova avventura professionale. Io lo avrei ritrovato qualche anno dopo in giro per i campi. Prima per caso, poi per scelta, abbiamo iniziato a girare in lungo e in largo l’Italia per le rispettive testate. Rivali (di ascolti) durante la partita, ma amici prima e dopo. Specie dopo, in interminabili cene della domenica sera, a volte notte.

Quello che voglio aggiungere è che non ho mai visto tanta dedizione nella preparazione del servizio (giornalistico) come in Gabriele Majo. E tanta voglia della verità. Che a volte, sia chiaro, è la sua verità (magari contestabile, ma sempre onestamente espressa) e Majo la difende energicamente.
Il suo sito Stadio Tardini è oggi uno degli esempi di contenuto meno embedded del giornalismo sportivo italiano dedicato al calcio. Lui dice come la pensa e offre un contenuto estremamente interessante per qualsiasi appassionato di calcio, dando voce a più fonti di informazione. Non è quello che deve fare un giornalista?
Roberto DonadoniPoi con Majo si può anche non essere d’accordo. Io, ad esempio, alla prima occasione gli chiederò conto della solidarietà espressa per Alessandro Sallusti (che a pubblicare un editoriale, protetto da un nome d’arte e quindi anonimo, di qualcuno espulso dall’Ordine dei Giornalisti, non merita nessuna solidarietà). E, se devo dirla tutta, non sono d’accordo sulle sue punzecchiature a Donadoni (allenatore del Parma e, ai tempi in cui io e Majo lavoravamo a Onda Emilia, astro nascente del calcio italiano) e al suo “calcio propositivo”. Perchéè tutto da dimostrare che, a parità di organico, chi si difende ottiene più risultati di chi cerca di imporsi.
Sono invece pienamente d’accordo con Majo sul fatto che un giornale importante come la Gazzetta di Parma non dovrebbe fare titoli come “Parma derubato”. Nemmeno quando l’arbitro concede 2 rigori (che non c’erano, secondo me: sto parlando di Genoa-Parma di qualche settimana fa) contro ilParma. Anche se probabilmente Tommaso Ghirardi riterrà “amico” il giornalista che il titolo lo ha fatto.

Ci tengo però a spiegare a Majo che scrivendo queste cose, non ci si deve aspettare di sentirsi dire grazie.

Ci tengo anche a spiegare a Tommaso Ghirardi che può ritenere Majo ipercritico, scomodo, anche fastidioso, persino antipatico. Ma non può insinuare che sia stato critico nei confronti del Parma per vendicarsi di una causa civile che non è andata come voleva lui. Lo dico a voce alta: Gabriele Majo non lo farebbe mai.

 

L’INTERVENTO DI GABRIELE MAJO

GABRIELE MAJO Foto Franco Saccò Archimmagine -007Intanto ringrazio Riccardo Schiroli per aver trattato di questa vicenda sul suo blog. Tra l’altro, pochi giorni prima, essendo sensibile al processo di decadimento della nostra professione, aveva scritto: “Visto che nelle ultime 2 settimane mi è toccato sentir dire che è normale, pubblicare il materiale di un ufficio stampa come se fosse produzione della redazione (in tempi di crisi…) e che i giornali si fanno con le agenzie di stampa, per fermare l’urto della nausea ho assunto un farmaco importante: mi sono andato a rivedere il film “Tutti gli uomini del Presidente” di Alan J. Pakula (1928-1988, autore anche di ‘La scelta di Sophie’, ‘Presunto innocente’ e ‘Il rapporto Pelikan’). Quel post aveva il significativo titolo: “Il mestiere di giornalista: dal Watergate a Indro Montanelli, già Montanelli che chissà quante volte si rivolta nella tomba quando sente certi suoi allievi diretti o indiretti che dicono di ispirarsi a lui e poi si fanno condizionare pesantemente dal primo dirigente calcistico dal telefono facile. Riccardo scrive che sono un “talebano”, e per certi versi è vero, sono un integralista. Ma la cosa più importante è che lo sono da tempo immemore: lui ricorda quel “Che domande del cavolo che fa lei…” che mi disse Ceresini nell’87 e che da allora noi ripetiamo ogni volta che ci incontriamo facendo il verso del compianto predecessore di Ghirardi. Io stesso, in un commento ebbi modo di elencare, per diverse ere, i vari contrattempi in cui sono incappato proprio per il mio interpretare in modo integerrimo il ruolo, tipo: “Il dipende da dove lei vuole arrivare” che mi pronunziò minaccioso Stefano Tanzi, pochi mesi prima del crac (e del mio ingaggio a capo ufficio stampa nel club precedentemente da lui presieduto), oltre alle varie ritorsioni paventate da Pastorello. Io, per la mia condotta, non mi aspetto certo un grazie dai miei “clienti”, non sono un illuso, Riccardo, ma nemmeno di esser colpito sotto la cintura, perché come avversario penso di essere tanto ostico, quanto corretto. Il palese tentativo di screditarmi agli occhi dei tifosi da parte del presidente (e di Leonardi, il quale, il giorno precedente, alludendo a me, aveva accennato al concetto di malafede) è grave perché va a colpire l’unico bene che mi è rimasto: la credibilità che mi sono costruito in circa 30 anni di attività, durante i quali ho perso – proprio per mantener sempre la spina dorsale diritta – importanti opportunità. So che è difficile credere che uno non abbia il dente avvelenato quando scrive di qualcuno con cui ha avuto delle tensioni, eppure nel mio caso è così. E la produzione di stadiotardini.com 387372_431341663579274_1381392161_nè tutta qui a dimostrarlo. Sfido chiunque ad avere lo stesso equilibrio. E allora, proprio per questo, non ci sto a sentirmi diffamato e offeso come Ghirardi ha sguaiatamente fatto il 19 settembre scorso, accusandomi persino di volermi arricchire alle spalle del Parma! Il mio avvocato difensore Riccardo Schiroli, però, cade in contraddizione comportamentale, però, quando mi pone le domande a conclusione del suo pezzo, perché quelle, sì, tradiscono un po’ di dente avvelenato (peraltro poi ammesso dall’interessato…) nei confronti di Sallusti, o il “tifo” per l’ex (per ora) rossonero Donadoni (eh sì, perché Schirolone è milanista)… Allora se ha ragione Riccardo nel biasimare la condotta di Sallusti (l’aver ospitato lo scritto di un giornalista radiato, il contenuto non veritiero della notizia offerta, e l’’iperbole della pena di morte), non penso che questa nel 2012 possa essere punita persino con l’incarcerazione. Non la chiederei neppure io per la diffamazione di Ghirardi nei miei confronti, tanto per capirci… I reati di opinione non possono portare in gaglioffa. E anche sulle pene pecuniarie ci sarebbe di che ragionare (comodo tappar la bocca a chi poi ha il timore di smenarci dei quattrini). E sul calcio propositivo di Donadoni io non sono contrario “a prescindere”, quanto solo sull’applicazione sistematica in una piazza come Parma, che non è il Milan o il Barcellona. A parte che parlo a suocera affinché capisca nuora. E comunque il dibattito sulla filosofia del pallone è vecchio come il mondo: e il mondo di porlo educato e garbato (sia pure ironico) che ho dovrebbe mettere al riparo da rischi. Ma quando c’è di mezzo la coda di paglia di qualcuno è tutto possibile… Ringrazio Riccardo per l’outing a proposito di Dedichevolissimevolmente: non ricordavo fosse stato lui, DSC06452 (2)in quella occasione, il braccio armato di Pallini, e non sapevo che fosse stato lui a cambiar la serratura della radio (come mi ha scritto in privato, ma lo ringrazio anche per avermene dato la copia). Non fu una bella pagine chiudere un programma che aveva fatto breccia e che ancora oggi in tanti ricordano. Bigadel, direi. Ho rivisto pochi giorni fa la Chiara, una mia ascoltatrice dell’epoca, colei che inventò il mio soprannome “Gabo”. Bei tempi. Riccardo ricorda anche la scomoda etichetta “Il nemico di tutti” che mi affibbiò con una certa cattiveria l’allora leader carismatico della redazione sportiva (di cui tacerò il nome per carità di patria) di Onda Emilia. Completo l’aneddoto rendendo pubblico che proprio quella persona fu la prima “gratificata” dal sottoscritto con l’elargizione di una “tessera stampa” del Parma FC. E quando gliela consegnai gli dissi: “Questa te la dà il nemico di tutti”. Sul resoconto della mia causa di lavoro Riccardo, pur non essendo in possesso degli incartamenti, ha cercato di essere il più preciso possibile, pur scrivendo qualche inesattezza. Ma non è fondamentale. Puntualizzo solo che la famosa firma sulla liberatoria non mi fu chiesta direttamente dal Parma, bensì da una sindacalista (da loro identificata per assistermi !), tale Avanzini, la quale rispondendomi al telefono se ne uscì dicendo: “Ah sì, Majo, quello del tombale”. Capito? A Ghirardi e ai suoi uomini non interessava che Majo rinnovasse – alle loro condizioni capestro – per un ulteriore anno il rapporto di lavoro. Interessava che firmasse un foglio di non aver nulla a che pretendere. E’ stato lì che, con la morte nel cuore, ho deciso di fermarmi. Di dire stop dopo aver lavorato per cinque anni, nel momento più difficile del club, senza alcun risparmio di energia. Non sentivo fiducia. Se volevano che firmassi quel foglio – del quale nessuno di loro mi aveva detto niente, e peraltro non c’era stato alcun tipo di trattativa (giacché lì funziona così: o mangi la minestra o salti la finestra) – significava che temevano ritorsioni (appunto una causa di lavoro) che io non avevo per nulla in mente, poiché mi interessava solo proseguire un rapporto nel quale avevo dato tutto e di più. Come di tutto e di più avevo dato a Onda Emilia e in tutti i posti dove mi è capitato di lavorare. Gabriele Majo

 

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“CARO GHIRARDI SI METTA L’ANIMO IN PACE: MAJO L’HA TRATTATA COME TANZI E TUTTI GLI ALTRI: LA VERTENZA NON C’ENTRA NULLA”

 

CARO LEONARDI, GRAZIE PER L’IMPORTANZA CHE MI DA’ E CHE NON MI MERITO, MA SI TENGA PER LEI IL SOSPETTO DI MALAFEDE, CHE NON MI APPARTIENE

Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.

26 pensieri riguardo “PERCHE’ UN GIORNALISTA SINCERO DIVENTA “NON GRADITO” ?

  • 5 Ottobre 2012 in 10:59
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    Majo bastaaaa

    Veramente…..
    Lei avrebbe tutta la solifarieta se qualcuno avesse leso qualche suo diritto
    Ma il giudice ha deciso che non è successo

    Lei continua a fare il suo lavoro parlando e scrivendo di coloro che l hanno allontanata da quel posto.
    Converra con me che questo non succede alle migliaia di lavoratori che subiscono ogni giorno soprusi ben piu gravi di quelli che ha subito lei

    continui a fare il suo lavoro e lasci perdere o mascheri il piu possibile il suo livore, perche cosi dovrebbe fare un giornalista professionista

    e lasci stare woodward e bernstein per favore……

    baggio

  • 5 Ottobre 2012 in 13:17
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    Gentile Signor Majo, complimenti per il pezzo platealmente autocelebrativo.
    Non male anche l'aneddoto in cui racconta che, bontà sua, ha ELARGITO una tessera stampa ad un non meglio identificato (…) ex capo della redazione sportiva di Radio Onda Emilia.
    Sorge, però, spontanea una domanda: le tessere stampa non andrebbero date a giornalisti per fare il proprio lavoro di informazione? (come, proprio Lei, ha rivendicato qualche mese fa quando pareva che gliela negassero?)
    E poi Schiroli, Schiroli…: supera sè stesso quando, nemmeno conscio della figura che ci fa a scriverlo, afferma testualmente "…poco tempo dopo ho chiuso il suo programma di Dediche e Richieste (era molto seguito, ma c’era la pressione dell’editore a cambiare linea)". Illuminante esempio della famosa "schiena dritta"!!! Complimenti!
    In conclusione: un inutile articolo su un argomento poco interessante oltre che passato che, forse, poteva essere scritto meglio e, soprattutto, da qualcun altro.
    Il suo Otelma

  • 5 Ottobre 2012 in 15:49
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    Egregio Baggio,

    l'assurdità del suo scritto mi conferma che faccio bene a continuare a cercare di difendere la mia reputazione dagli attacchi diffamatori ricevuti, poiché lei è dimostrazione vivente di quanto tali attacchi abbiano attecchito sul "popolino".

    Lei dice che avrei tutta la solidarietà se qualcuno avesse leso qualche mio diritto. Ma il giudice ha deciso che non è successo.
    Primo: il giudice, che ha emesso un verdetto che a mio modesto avviso non mi ha certo fatto giustizia, ha comunque condannato il Parma FC almeno su uno dei quattro punti del ricorso, dunque ha riconosciuto, sia pure in piccola parte le mie ragioni. In Italia esistono tre gradi di giudizio e vedremo come andrà nei successivi. Anche perché non capita sempre di mangiare dei gatti vivi per qualcuno e morti per un altro(è un po' come certi arbitraggi e certi rigori…). Quindi attento con le affermazioni. perché lei è tecnicamente in torto.

    2. Lei dice che io continuo a fare il mio lavoro parlando e scrivendo di coloro che – a suo dire – mi hanno allontanato da quel posto. E anche qui scrive una cazzata (scusi il francesismo, ma quando ci vuole ci vuole), ma da quel posto sono andato via io con le mie gambe non avendo deciso di sottostare alle condizioni capestro che mi erano state poste. Dopo di che la vertenza era fisiologica per la tutela dei miei diritti. Ma quella è una causa di lavoro che nulla c'entra con la mia attuale attività lavorativa. Peraltro espletata solo attraverso una mia libera impresa a perdere (stadiotardini.com) poiché non c'è posto a Parma per chi ha avuto l'ardire di far causa al Parma FC. E lo stesso dicasi in altre società di calcio. Basti pensare al vergognoso comportamento di un dirigente del Gruppo Gazzetta di un anno fa che vietò – salvo poi doversi rimangiare la questione – a Gavazzoli di avermi ospite a Bar Sport (Tv Parma) poiché non sarei stato a suo dire obiettivo poiché in causa col Parma. Stessa storia apertamente tirata fuori da Ghirardi in conferenza. Veda un po'.
    Io comunque parlo non di chi mi avrebbe allontanato ma di tutto quello che ruota attorno alla squadra di calcio della mia città, che seguo da oltre 30 anni. E che continuerò a seguire – a Dio piacendo – anche dopo l'attuale gestione.
    Se ci sono soprusi ben più gravi di quelli che ho subito io non sta a lei giudicarlo, ma le auguro di cuore di vivere le mie stesse vicissitudini. Magari anche di non sapere come sbarcare il lunario a 50 anni. Forse dopo potrebbe avere ragione di causa. Forse. Perché tutti i casi sono diversi. E io non sono certo stato cacciato poiché negligente o delinquente o ladro sul lavoro. Ma per una stupida controversia che con un po' più di lungimiranza, meno arroganza o semplice conoscenza dei fatti si sarebbe potuta evitare.
    Sul fatto che io poi – mettendo a frutto la mia professionalità, il mio background o know how specifico – stia continuando a occuparmi del Parma Calcio, e anche con un certo successo, direi che fosse un percorso inevitabile dopo averlo fatto per 30 anni. Comunque andrò presto a zappare la terra, o sotto la medesima, così è contento…
    Ed è chiaro che altri che non sono giornalisti difficilmente possono occuparsi (tra le altre cose) di chi non è più il proprio datore di lavoro.
    continua

  • 5 Ottobre 2012 in 15:49
    Permalink

    (prosegue) – Io io il mio lavoro continuo a farlo e non ho bisogno di mascherare il mio livore, perché quello c'è solo nella testa di qualcuno e di chi, come lei, da qualcuno è condizionato. E la mia condotta è certificata dall'Ordine Nazionale dei Giornalisti, che è l'organismo disciplinare che regola l'attività dei giornalisti, professionisti o pubblicisti che siano. Ordine che ha espresso totale e piena solidarietà al sottoscritto dopo aver analizzato a lungo i fatti successi.
    E sul fatto che lei è un lettore superficiale c'è il suo invito finale "lasci stare Woodward e bernstein per favore……", poiché la citazione non è mia, bensì del collega Riccardo Schiroli. E non si riferiva al mio caso specifico, ma a quanto il giornalismo delle veline è caduto in basso.
    Insomma bisogna anche saper leggere (cosa che farebbero bene a fare anche coloro che si inalberano il più delle volte per voci riportate).
    Cordialmente
    gabriele majo

  • 5 Ottobre 2012 in 16:04
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    Guardi Majo che se lei non sa come sbarcare il lunario a 50 anni (non è l'unico con questa crisi, mi creda) mica è colpa del Parma FC, eh. Mica erano tenuti a farle un contratto per forza. Evidentemente alla società lei non andava bene nonostante tutta la sua professionalità, know-how eccetera. Quanto poi al fatto che lei non lavori a Parma a causa di una causa di lavoro… beh, bisogna dimostrare che è così. Quanto all'episodio qui citato ("un dirigente del Gruppo Gazzetta di un anno fa che vietò – salvo poi doversi rimangiare la questione – a Gavazzoli di avermi ospite a Bar Sport (Tv Parma) poiché non sarei stato a suo dire obiettivo poiché in causa col Parma"), mi duole dire che tale dirigente, che pure non avrebbe dovuto intromettersi, ha comunque espresso una sensazione che è comune a molti quando lei parla o scrive del Parma: che non sia obiettivo per rancori personali

  • 5 Ottobre 2012 in 16:21
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    Ed eccomi a rispondere al carissimo Mago Otelma, e non è necessario essere il Mago Otelma per sapere chi si celi dietro questo simpatico nick name, il quale ad orologeria appare, del resto come "Chi" di altre parti.
    Il pezzo, gentile Mago Otelma, mi spiace contraddirla, ma non è per nulla auto-celebrativo. Semmai sarà celebrativo, avendolo vergato Riccardo Schiroli. Forse io mi sarò autocelebrato pubblicandolo, ma mi pare il minimo, nel tentativo di pareggiare gli effetti nefasti delle dichiarazioni ghirardiane delle quali non ha neppure avuto modo di scusarsi successivamente.
    L'aneddoto, nella risposta a Schiroli, in cui racconto di aver elargito (verbo scelto da lei) la tessera ad un non meglio identificato (non volevo fargli fare brutta figura, avendo un po' più di delicatezza di chi si muove come un elefante in un negozio di porcellane) ex leader della redazione sportiva di Onda Emilia. Se gliela ho consegnata è perché questi aveva diritto di averla (per lo meno al pari di tanti altri che gremivano la tribuna stampa che fanno gli opinionisti), anche se, nella discrezionalità del ruolo avrei potuto riservargli rogne o brutte sorprese, del tipo di quelle riservate in analoghe circostanze al sottoscritto un anno fa. Episodio di cui non avevo mai scritto qui – proprio perché di queste rogne personali ho sempre preferito non infestare il sito di cui sono direttore – ma di cui esiste un'ampia documentazione su altri portali o organi di stampa.
    L'esempio di Schiroli c'entrerà con la schiena dritta sua, semmai, non con la mia. Comunque se Schiroli a quei tempi era amministratore delegato di Onda Emilia e Fabrizio Pallini (sì, proprio lui, il mio caro amico Pallini per il quale non so quanti improperi mi sono preso, magari anche da lei, qui su stadiotardini.com per difenderlo) gli aveva ordinato di chiudere la mia trasmissione, obtorto collo Riccardo non poteva che adeguarsi. Cosa c'entra la schiena dritta? Sa quante corbellerie mi sono state chieste in un recente passato che ho dovuto eseguire poiché dipendente, pur avendo avuto la schiena diritta di far il grillo parlante dicendo, io lo faccio, ma è una cazzata?
    L'argomento non sarà stato interessante, eppure lei è venuto a leggerlo. E come lei svariate decine di altre persone, se è quello di gran lunga più letto delle ultime ore. Che poteva essere scritto meglio? Mi perdoni ma non credo che lei sia Igino Marchi per poter giudicare la qualità della mia prosa. Se poi si riferisce al lessico di Schiroli credo stia pestando ancor di più, essendo quest'ultimo in possesso di un vocabolario che gli ho sempre invidiato. L'articolo, comunque, ha avuto lui la bontà dio scriverlo e io l'ho ripreso volentieri. E quindi non l'ho scritto io. E Schiroli aveva tutto il diritto di farlo.
    Cordialmente
    il suo gabriele majo

  • 5 Ottobre 2012 in 16:44
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    Gentile Pericle Ferrari,
    se io non so come sbarcare il lunario a 50 anni (op meglio spero di saper come fare quando raggiungerò quella veneranda età) qualche colpa il Parma Calcio ce l'ha, perché al di là della fantasiosa interpretazione della legge del giudice di primo grado, chi ha fatto tre contratti a termine dovrebbe passare automaticamente a tempo indeterminato, specie – e negli atti era provato con prove documentali – se c'è stata continuità.
    Come ripeto sarebbe bastata un po' meno presunzione per risolvere nel migliore dei modi una situazione che si è incancrenita per assoluta mancanza di dialogo da parte della controparte in sede di rinnovo (o è così o è pomì) e scarsa trasparenza (il fatto di avermi taciuto la necessità di firmare un tombale).
    Il dirigente della Gazzetta di Parma non avrebbe dovuto intromettersi perché ha scavalcato i poteri del direttore (dell'allora direttore, guarda un po' poi che fine ha fatto…) al quale spettava il compito politico di decidere se io fossi o meno condizionato dalla causa. Gavazzoli, giustamente, ha valuto che non lo fossi e il posto mi è stato ridato.
    Lei dice che mezza Parma la pensa così? Io non so se lei da solo vale mezza Parma. O se basti lei, Ghirardi, Leonardi, e il nostro utente Baggio per costruire il 50% dell'opinione del territorio. Ma se voi avete il 50% io, immodestamente, posso dire che ho dalla mia l'altro 50%…
    Comunque non finirò mai di ripeterlo: la causa non c'entra un cazzo col mio modo di esser giornalista. Se non crede a me, a Schiroli o a Vaccari vada a chiederlo a Stefano Tanzi. Non posso dirle Ceresini (Ernesto) perché è morto: ma con costoro ho avuto anche in passato gli stessi problemi diplomatici di oggi con l'attuale proprietà: e le garantisco che non sono mai stato in causa né con Stefano Tanzi, né con Ernesto Ceresini. Semplicemente ho sempre detto la mia. e me ne vanto. E continuerò fin che campo.
    Cordialmente
    Gmajo

  • 5 Ottobre 2012 in 16:50
    Permalink

    mi scusi, esimio signor Majo, ma mi pare di intravvedere una palese contraddizione, precisamente laddove lei scrive che non si è mai adeguato (e questo, se vero, le fa onore) ma, al contempo, afferma che sia pure 'obtorto collo' Schiroli non poteva che adeguarsi.
    Quindi lei ha la schiena dritta, mentre il buon Schiroli ha, se non la gobba che lo costringe a 90gradi, almeno la scogliosi?Sempre più suo, Mago Otelma

  • 5 Ottobre 2012 in 16:53
    Permalink

    La scogliosi ce l'ho avuta anch'io quando mi sono trovato obtorto collo ad obbedire a certe cose che non avrei mai fatto di mia sponte. Ma penso di aver avuto la schiena sufficientemente diritta per far presente questo mio dissenso.
    Lo stesso penso valga per Schiroli: il quale, pur non essendo d'accordo sulla decisione di Pallini di sospendere la trasmissione, ha dovuto farlo per il ruolo che interpretava.
    Cordialmente
    Gmajo

  • 5 Ottobre 2012 in 17:01
    Permalink

    Capisco Otelma, che fa il mago, ma lei che è giornalista professionista come fa a scrivere scogliosi con la 'g'? E' una malattia che si prende al mare?

  • 5 Ottobre 2012 in 17:21
    Permalink

    "Cit"
    gm

  • 5 Ottobre 2012 in 20:09
    Permalink

    Caro Gabriele, la descrizione degli eventi che hanno portato al contenzioso legale tra te e il Parma pesa come un macigno sulla coscienza di chi ti attacca in maniera scomposta e mette in luce la vera natura di Ghirardi agli occhi della stragrande maggioranza dei tuoi lettori: per questo non tutto il male vien per nuocere. Un saluto, Dino.

  • 6 Ottobre 2012 in 04:33
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    Io da oggi non leggerò più il suo sito. Lei vuole fare il grillo parlante a tutti i costi e a prescindere e sono decine (se non centinaia) i lettori che glielo hanno scritto. A fronte di questo suo ruolo obiettivo di fronte al mondo asservito è poi significativo come risponde cortesemente quando è lei ad essere criticato (i suoi commenti qui sopra). Lei tiene tutto segreto e si aspetta che i lettori facciano atto di fede a darle ragione e a unirsi a lei nel coro "Ghirardi stronzo" o qualcosa di simile. Ma per favore! Io, come credo il 99% dei lettori, non conosco personalmente lei, Ghirardi e nemmeno Leonardi e quindi atto di fede non lo faccio per nessuno dei tre. E non mi pare di essere l'unico. Lei si guarda bene dal dire di più (e questo a voler pensare male qualcosa significa), dice a me che le sentenze vanno rispettate e poco più sopra parla di "fantasiosa interpretazione della legge da parte del giudice", quindi è il primo a non rispettarle. Mi piaceva leggere le notizie dal suo sito ma questa manfrina autocelebrativa e incazzosa che porta avanti da settimane e a cui dobbiamo crederle sulla parola sul Ghirardi infamatore mi ha veramente nauseato.
    Raffo Ferraro

  • 6 Ottobre 2012 in 06:57
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    Egr. Raffo Ferraro, purtroppo per lei io sono proprio uno dei tanti lettori che non conosce personalmente nè Majo, nè Ghirardi, nè Leonardi e che ho potuto farmi una chiara idea su di loro giudicandone le azioni. Qui non si tratta infatti di sposare o meno l'opinione di Majo nè di fare alcun atto di fede nei suoi confronti, ma di sviluppare un responsabile giudizio critico: si limiti pertanto ad esprimere il suo senza arrogarsi il diritto di esprimere anche quello degli altri. Cordialmente, Dino Pampari.

  • 6 Ottobre 2012 in 07:00
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    Arrivederci Raffo.
    Torni presto. L'aspetto.
    Nel frattempo si ricordi bene che qui nessuno ha chiesto di schierarsi pro me o pro Ghirardi (e già glielo avevo scritto, ma si vede che è più de coccio che me) e men che meno di unirsi al coro "Ghirardi stronzo" di cui si assume ogni responsabilità.
    Lei, poi, è talmente curioso che manco si accorge dei mille dettagli aggiunti via e via sull'argomento causa della quale preferisco non parlare non certo perché ho degli scheletri nell'armadio come lei in maniera subdola insinua, ma perché, come lei dovrebbe ben sapere, non è certo questa la sede per celebrare processi.
    Io sono stato infangato pubblicamente da Tommaso Ghirardi, il quale, colpendo sotto la cintura, si è servito di questo argomento (la causa) per lanciarmi un'accusa infamante (quella di volermi arricchire alle spalle del Parma di cui sarei a suo dire un nemico. Io dal mio sito – sul quale mi sono ben guardato in precedenza di trattare questo argomento che nulla c'entra con la mia attività – ho solo offerto scritti di persone qualificate intervenute a mia difesa per chiarire a chiare lettere che Gabriele Majo non è prevenuto con Tommaso Ghirardi e che gli ha riservato lo stesso trattamento dei suoi predecessori (con i quali non ha mai avuto rapporti di lavoro e/o cause).
    Tutto qui.
    Senza autocelebrazioni di sorta, anche perché non c'è niente da celebrare.
    La fantasiosa interpretazione della legge da parte del giudice del lavoro è una mia amara opinione dopo un verdetto che per me non fa assolutamente giustizia. Questo non significa andar contro la legge o non rispettarla, come lei argomenta in modo fallace. Certo mi sarebbe piaciuto fosse stata meglio applicarla e auspico possa avvenire nei successivi gradi di giudizio.
    Infine ho risposto cortesemente sia a lei che ad altri che mi hanno scritto "contro". Non vi ho mai dato delle teste di cazzo mi pare. Certo non vi do ragione laddove non credo l'abbiate. E siccome c'è di mezzo la mia vita – e non la vostra, comoda sparar giudizi dietro una tastiera – mi difendo con tutte le mie forze.
    Ripeto, dopo un attacco che non ho certo sferrato io. Né cercato.
    Tifi pure per il suo Ghirardi e per il suo Leonardi: io non ho mai chiesto né a lei né ad altri di tifare per me.
    Per la nausea consiglio il plasil. A leggere certi commenti fa bene anche a me.
    Saluti
    Gmajo

  • 6 Ottobre 2012 in 11:20
    Permalink

    Guardi: io leggerò male ma nemmeno lei mi sembra molto attento. Io ho scritto esplicitamente che non ho gli strumenti per schierarmi dalla parte di nessuno che è cosa ben diversa dal suo "tifi pure per il suo Ghirardi e per il suo Leonardi". E con questo passo e chiudo.
    Raffo Ferraro

  • 6 Ottobre 2012 in 11:26
    Permalink

    Al contrario di Otelma, io mi firmo con il mio nome e cognome. Per dire che:
    1) Nel 1988 ero Amministratore di Onda Emilia. La proprietà (non sono Pallini) decise che il programma di Dediche andasse chiuso e io lo chiusi. L'unica altra alternativa che avevo, era dimettermi. Cosa che, per altro, feci non molti mesi dopo. A Onda Emilia tornai nel novembre del 1990 per curare il radio giornale
    2) Ci sono cose sulle quali io e Majo non andremo mai d'accordo, ma non posso vedere un collega (indipendentemente dal fatto che Majo sia anche un mio amico) trattato come Ghirardi ha trattato Majo. Il fatto che a sua difesa siano intervenuti anche Bombonato e Rossi mi dice che non sono l'unico che la pensa così
    3) Quando si pubblica qualcosa, è ovvio che si spera che venga letto. Ma se quello che fa Majo non piace, c'è una grande libertà: non leggerlo. Se lo commentate, vuol dire che in qualche maniera vi ha toccato. O mi sbaglio?

  • 6 Ottobre 2012 in 12:21
    Permalink

    Caro Schiroli, se Majo si fosse limitato (come buon senso e deontologia professionale imporrebbero) a criticare anche duramente l'uscita di Ghirardi, sono convinto che tutti sarebbero solidali con lui. Il fatto è che da mesi e mesi, Majo nei suoi commenti cerca il pelo nell'uovo e crea polemichette pretestuose cercando di cogliere in fallo la società, spesso arrampicandosi sugli specchi. Ed è proprio questa scorrettezza di atteggiamento che "ha toccato" chi lo legge, egregio Schiroli. Quindi si risparmi le difese di ufficio, qui non siamo di fronte a una vittima della libertà di informazione, ma a un signore che usa l'informazione che fa per screditare i propri nemici personali

  • 6 Ottobre 2012 in 12:38
    Permalink

    Sono pienamente d'accordo con te, Riccardo, anche perchè nessuno degli avversari di Majo ha potuto obiettare nulla ad alcuna delle tue limpide considerazioni, le quali sanciscono in maniera definitiva ed inopinabile la colpevolezza di Ghirardi, i cui difensori non possono far altro che abbandonare il campo del confronto e del dialogo, messi in fuga dalla luce e dalla forza della verità. Ciao, Dino.

  • 6 Ottobre 2012 in 12:56
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    Mi piace sempre di + stadiotardini.com non c'e' che dire…parafrasando qualcuno di ben + importante di me mi verrebbe da dire NE CON MAJO NE CON GHIRARDI..ma solo al seguito del Parma calcio!! E mi spiego: leggo ed ascolto majo da tanti anni xke' seguo il parma da sempre e quindi il majo pensiero lo incroci per forza (punto a suo favore) e lo ritengo un giornalista con gli attributi e gli riconosco una notevole preparazione tecnica..parlare di calcio e non sapere le regole come molti opinionisti nostrani non lo ritengo normale..xo' adesso ritorniamo a parlare del parma calcio e lasciamo alle opportune sedi le vicende extracalcio..Ghirardi e' il mio presidente colui che ci ha salvato dalla LND ma nn dimentichiamoci che e' lo stesso che ci ha portato in B grazie ad una gestione dissennata delle prime 2 annate sportive (con ranieri ci siamo salvati e' vero ma gettammo le basi per la retrocessione l'anno seguente) ed e' lo stesso che si circonda di YES MAN e si comporta come un bambino che prende il pallone dicendo 'e' mio' interrompendo la partita ai campetti se questa nn va' come dice lui, tacciando un giornalista di faziosita'..l'informazione e' un DIRITTO INVIOLABILE per tutti..su questo sposo la battaglia dei colleghi giornalisti del Majo..Noi siamo una piccola realta' dobbiamo tribolare per restare in A tutti gli anni ma per favore i piagnistei del pelato riportato e di ' sono bravo solo io' (all'anagrafe Antonio Conte e Mazzarri) lasciamoli perdere..vinciamo o perdiamo con stile please!! Un saluto

  • 6 Ottobre 2012 in 14:08
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    Gabriele, non credi che quel "E poi verrà un Pericle Ferrari qualsiasi a pontificare" sia un tirare per il bavero nella discussione una persona che ha espresso un suo legittimo parere? Avresti potuto anche evitare di menzionarlo e scrivere tranquillamente il tuo pezzo. Perchè poi faccio fatica a credere che tu non abbia livore nei confronti di chi la pensa in maniera diversa da te o è pro-Ghirardi e soprattutto te lo faccia notare. Saresti più credibile se dicessi realmente le cose come stanno, sei contro Ghirardi e Leonardi e allora? Non c'è nulla di strano, nella vita tutti abbiamo simpatie e antipatie, ma almeno risparmiaci frasi del tipo "sono imparziale, faccio solo cronaca e bla bla bla". Ti apprezzerei molto di più, per quel che possa valere per te la mia stima.
    AceVentura

    P.S. da oggi mi firmerò così invece che con il mio nome (come ho sempre fatto) poichè non condivido la scelta di mettere nomi e cognomi. Siamo in uno spazio virtuale e un individuo è libero di esprimere il proprio commento senza dover esser "schedato" da nessuno. In fondo i commenti offensivi li puoi sempre bloccare senza approvarli.

  • 6 Ottobre 2012 in 14:21
    Permalink

    Mentre ringrazio il Conte per il suo lucido intervento e il solito "Parmigiano" Dino Pampari, colonna portante della squadra, riferisco al signor Pericle Ferrari che ravviso una grave diffamazione nella sua frase a me rivolta secondo cui sarei "un signore che usa l'informazione che fa per screditare i propri nemici personali". Tale circostanza, infatti, non è stata riscontrata dall'Ordine Nazionale dei Giornalisti che ha vigilato sul mio operato (quale organo disciplinare deputato a farlo) ed espresso totale e piena solidarietà al sottoscritto attraverso un documento ufficiale firmato dal presidente regionale Bombonato.
    Rivendico la più totale e ampia serenità di animo e pulizia nella mia attività giornalistica.
    Gabriele Majo

  • 6 Ottobre 2012 in 15:02
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    Caro Ace Ventura,
    io non ho obbligato nessuno a usare il proprio nome e cognome, però apprezzo chi – come Dino – aha deciso di farlo. Va bene anche un nick name attraverso il quale, però avere almeno una precisa identità virtuale.
    Io non faccio schedature (e mi pare ridicolo che gli ultras abbiano sempre in mente le schedature da parte di qualcuno) però mi fa piacere che uno se esprime una idea dica chi è. Io sono orgoglioso dei miei punti di vista o delle mie opinioni e ne rivendico sempre la paternità mettendoci nome, cognome e la faccia, e mi piacerebbe lo facessero anche altri.
    Detto questo ti dico molto chiaramente che se io fossi in un qualche modo schierato lo scriverei chiaramente, così come sempre piuttosto chiaramente e senza peli sulla lingua esprimo le mie idee con orgoglio.
    Dunque se io fossi contro Ghirardi e Leonardi lo scriverei chiaramente, ma dato che non lo sono non lo scrivo. Anzi: se costoro non fossero (loro) prevenuti nei miei confronti forse si accorgerebbero che quello che loro credono un nemico è in realtà il loro più grande alleato. Certo è molto più semplice farsi leccare il c. che sentire un rompicoglioni che ti dice, occhio qui e attento là.
    Comunque ho difeso scelte di Ghirardi e Leonardi, operazioni di mercato etc. etc. più di mille altri (loro amici), ma quando ravviso cose che non mi convincono lo scrivo senza sconti. E lo stesso facevo con i loro predecessori. Da 30 anni a questa parte.
    Il resto è fuffa.
    Gmajo

  • 6 Ottobre 2012 in 15:12
    Permalink

    La mia battaglia al tuo fianco è un dovere, caro Gabriele, impostomi dal veder calpestata la verità per opera di tutti coloro che continuano ad infangare la tua reputazione nascosti da nomi fantasiosi e dalla stazza di Ghirardi, che per primo ha iniziato questa nefanda opera di diffamazione nei tuoi confronti basata su giustificazioni contraddittorie ed irragionevoli proprio come quelle del sedicente Pericle Ferrari. Un saluto, Dino.

  • 6 Ottobre 2012 in 15:17
    Permalink

    Sì, grazie. Anche se a me in realtà non piacerebbe che si ragionasse "per fazioni" giacché il "muro contro muro" non è certo il mio ideale.
    Infatti contesto lo schieramento Pro o contro Majo o Ghirardi che si è venuto a creare.
    Io non voglio avere più proseliti di lui, né siamo in campagna elettorale.
    Ho solo ospitato una serie di articoli e contributi a sostegno della mia buona fede e del mio modo di essere e di esprimermi.
    Poi chi vuol capire capisce, altrimenti amen.
    Certo se uno – come Pericle Ferrari – viene qui ad infangarmi accusandomi ingiustamente replico. e lo faccio con tutte le mie forze.
    Cordialmente
    Gmajo

  • 10 Ottobre 2012 in 16:54
    Permalink

    Rispettabili amici, mi sono annoiato.
    Cordialmente saluti e felicitazioni.

    Tirpe Ciallomatros

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