CARMINA PARMA / LO ZERO A ZERO RISULTATO PERFETTO? SI E NO…
Che strano effetto giocare contro undici che hanno indossato la casacca crociata!
(Luca Savarese) – A parte che fa uno strano effetto giocare contro undici che hanno indossato la casacca crociata e che hanno ancora negli occhi e nel cuore aromi gialloblù. Però, nel calcio di oggi è così, ieri pinco pallino era tuo e dopo due ore lo vedi già di un’altra. Parma-Siena parte con tanti ex e finisce con tante occasioni gettate al vento che potevano valere i tre punti ma che portano un punto, vitale dopo il malore di Pescara. Tornano Amauri e Belfodil, i pezzi grossi, ma Pegolo (volto importante nella cavalcata che ci riportò a riveder le stelle della A, nella stagione 2008-09) fa il diavolo a quattro e para tutto dando al Siena un pareggio vitale anche per loro. E quando due squadre hanno bisogno di qualcosa assolutamente, finisce che ne esce uno zero a zero, che non si sbilancia né da una parte né dall’altra.
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Annibale Frossi, calciatore e giornalista dell’Italia degli anni trenta e poi il poeta Eugenio Montale ebbero a dire che lo zero a zero è il risultato perfetto, quello che incarna lo spirito del gioco del calcio e che esalta il ruolo dei portieri. (A proposito un grazie a Mirante che è stato super e che ci ha cucito più di tutti il punto). Sarà vera quell’espressione, preferiamo piuttosto scomodare un verso della poesia di Eugenio Montale, Non chiederci la parola per sintetizzare il pomeriggio di caccia magra contro i senesi che ad un certo punto della faida potevano esultare con Calagol che per nostra fortuna è rimasto solo Calaiò. Il verso dice, inserito in un contesto dove il poeta ligure invita sostanzialmente i suoi lettori a non chiedere al poeta ed alla sua poesia chissà quale formule segrete e quali rimedi universali, Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. Probabilmente non siamo ancora la squadra, come si auspicava dopo il sorprendente filotto, capace di rimanere in pianta stabile e con autorità dietro le primissime, come la Fiorentina, per intenderci, forse però non lo vogliamo davvero essere, quantomeno non ancora, perché se si sbagliano cinque grandi palle gol, Parolo-Musacci (gliene entrerà qualche volta uno) Zaccardo, ancora Parolo e Belfodil o non vuole entrare la palla, o non vogliamo abbastanza noi che entri. A volte ci vuole un pizzico di volontà in più per spingerla dentro. Non basta tirare. Abbiamo avuto le armi per far male, e questo è un passo grande in avanti dopo l’apatia di Pescara ma, non abbiamo sparato abbastanza forte. Alla prossima per premere i grilletti nella giusta maniera e fare magari qualche golletto. Luca Savarese
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