DONADONI E I VELENI POST INTER-CAGLIARI: "PERCHE’ NON SI STILANO DOSSIER DEI FAVORI RICEVUTI, ANZICHE’ SOLO DEI TORTI?"
“Se uno pensa che l’arbitro sia in malafede – ha detto l’allenatore, durante la seconda parte della odierna conferenza stampa – deve avere il coraggio di dirlo e di dimostrarlo: se no gli errori dell’arbitro vanno considerati come quelli di un attaccante che sbaglia il gol o il difensore in una chiusura o di un allenatore in una valutazione tecnica…”
(gmajo) – Dei veleni post Inter-Cagliari Roberto Donadoni ha parlato sia nella prima parte (clicca sul collegamento ipertestuale per il video, circa dal minuto 5) che in questa seconda parte di conferenza, di cui sopra trovate il filmato amatoriale. I concetti espressi in materia arbitrale dall’allenatore crociato sono gli stessi portati avanti da noi di stadiotardini.com e quindi li “quotiamo” in pieno per lo spirito sportivo. E dunque, volentieri, proponiamo, all’interno, la trascrizione delle sue parole.
ALL’INTERNO LA TRASCRIZIONE DEL PENSIERO DI DONADONI SULLA QUESTIONE ARBITRALE
Michele Angella (Teleducato) – Quando assiste ai vari polveroni, più o meno mediatici, sulle polemiche arbitrali e su altre cose lei si è detto spesso irritato e si è chiamato fuori, dunque quando legge i giornali o guarda la televisione, le viene mai la voglia di dire vorrei allenare all’estero? Per carità, so benissimo che ha un contratto con il Parma, però è proprio una curiosità…
“Il fatto di voler più o meno allenare all’estero non dipende certo da queste cose, anche se ritengo che siano situazioni che lasciano veramente il tempo che trovano. O uno pensa che l’arbitro sia in malafede e allora deve avere il coraggio di dire: “questo arbitro è in malafede, sbaglia in questo modo, fa queste cose, perché ha l’intenzione di avvantaggiare uno piuttosto che un altro” e allora ha un senso. Se non è così, ed è un errore, fine: rientra nella categoria degli errori, come, ripeto, io posso sbagliare nel fare una valutazione tecnica, così come un attaccante può sbagliare un gol e un difensore una posizione e quindi avvantaggiare l’avversario quando questi marca un gol. Rientra in questa categoria: fine. Se no siamo sempre lì… Fino a che non tocca a qualcuno di subire un torto, senza valutare quelle che sono, a volte, i vantaggi che si ricevono, da un eventuale errore, perché gli errori, secondo me, ci sono sia in positivo che in negativo, sia a vantaggio, che in svantaggio… Quindi dobbiamo smetterla, se no poi si parla di sudditanza psicologica: quando uno fa un ragionamento del genere che tipo di atteggiamento ha? Quello di creare un certo tipo di ansia e tensione ancora maggiore in un arbitro o chicchessia, mettendolo nelle condizioni di essere poi, la volta successiva, poco lucido e poco sereno, e quindi condizionato, con l’eventualità, dunque, di commettere ancora errori. Semplicemente questo: ma è chiaro che ognuno fa sempre dei ragionamenti a proprio vantaggio…”
(Roberto Donadoni, estratto dalla conferenza stampa del 21.11.2012 al Centro Sportivo di Collecchio – Video registrazione amatoriale e trascrizione a cura di Gabriele Majo per www.stadiotardini.com)