IL MISTER / “DONADONI LE HA PROVATE TUTTE: PREMIATO IL SUO SFORZO OFFENSIVO”
“Mi ha sorpreso Benalouane schierato terzino sinistro: una scelta che ha aiutato soltanto in parte la produzione dei cross per Amauri. Sul gol di Di Natale apparentemente l’errore è di Paletta, ma in sostanza è colpa di Lucarelli e Benalouane che sono saliti su palla scoperta, situazione nella quale non si applica il fuorigioco…”
(Il Mister) – La fortuna aiuta gli audaci. Roberto Donadoni è stato audace. E, indubbiamente, è stato anche fortunato. Il sillogismo imperfetto racchiude a mio avviso il 2-2 di Udinese-Parma. Una partita nella quale i crociati hanno strappato un punto preziosissimo al termine di una prestazione in cui non mi sono mai sembrati superiori ai padroni di casa. Ma, se un merito c’è, sta nel fatto che il tecnico gialloblù le abbia provate tutte per risolvere i problemi di una squadra arrivata al Friuli senza Zaccardo, Valdés, Galloppa e Biabiany, una formazione che non segnava da più di due partite e non sembrava in grado di mantenere i giusti equilibri. Prima ha rivoluzionato l’assetto. Poi, nel cuore del secondo tempo (mentre Guidolin alzava le barricate levando le due punte Di Natale e Maicosuel) ha tentato il tutto per tutto mettendo prima Acquah per Musacci, poi Palladino per Sansone (70’) e infine Pabòn per Belfodil (80’). Alla fine, il massimo sforzo offensivo, qualcosa ha prodotto, nello specifico lo splendido 2-2 costruito sull’asse Parolo-Palladino. Tutto il resto, invece, mi pare francamente trascurabile. Ma andiamo con ordine…
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La decisione di passare alla difesa a quattro è stata ben mascherata in settimana, anche se questa volta il vostro mister aveva intuito che ci sarebbe stato un cambiamento. Quello che nessuno si sarebbe atteso era il posizionamento di Benalouane da terzino sinistro. Una scelta prettamente difensiva fatta con l’obiettivo di arginare la spinta di Basta e al tempo stesso concedere a Belfodil, in teoria l’esterno sinistro del tridente (ma si può dire che fosse più un 4-5-1 di un 4-3-3), la possibilità di spingere. Un’opzione che mi ha sorpreso parecchio, una scelta che ha aiutato soltanto in parte la produzione dei cross per Amauri, lasciato molto solo al Friuli e a tratti immalinconito. Nella presentazione avevo schierato Gobbi e Zaccardo, ma con l’infortunio di quest’ultimo nella rifinitura avrei pensato più a Lucarelli largo con Benalouane terzino (una mossa che, strano ma vero, fu adottata da Guidolin proprio a Udine nella prima partita dopo la promozione, quando per la prima volta usò la difesa a quattro dall’inizio mettendo fine a un precampionato ricco di sconfitte con la retroguardia a tre). Dire quanto la mossa abbia pagato è difficile. Perché l’ex cesenate ha spinto soltanto nella ripresa, non mettendo mai un cross. E ha comunque concesso a Basta il tiro che ha portato al 2-1 di Pereyra. La nota più negativa, però, è l’ennesima bambola difensiva su un lancio dalle retrovie. L’episodio si è verificato al 9’, quando Domizzi ha innescato Di Natale e si è assistito a un classico patatrac. L’errore apparente è quello di Paletta, che resta staccato da Lucarelli e Benalouane non applicando il fuorigioco e perdendo l’uno contro uno in velocità con il capitano friulano. Ma, in realtà, è un errore dei due che sono “saliti”. Su una palla scoperta, categoria alla quale appartiene anche il lancio lungo, non si applica mai il fuorigioco perché si concede all’uomo in possesso del pallone la possibilità di servire un numero più ampio di giocatori. Lucarelli e Benalouane lo hanno applicato e hanno sostanzialmente spalancato a Di Natale la porta per il gol del vantaggio. Una rete che ha tagliato le gambe alla squadra e ha fatto emergere tutte le pecche del gioco del Parma. Che, se possibile, al Friuli mi è piaciuto ancora meno del match con il Siena. Troppi lanci lunghi per Amauri e poco gioco sugli esterni, dove Belfodil e Sansone sono rimandati. Musacci davanti alla difesa è parso più bravo in fase di distruzione che costruzione, anche perché l’arbitro Russo lo ha graziato un paio di volte quando il giallo sembrava inevitabile. E, alla fine, il migliore è stato Marchionni, sempre più a suo agio nel ruolo di interno e capace di dare un contributo decisivo con i propri inserimenti, come testimoniato nell’azione dell’1-1. Un pareggio durato nemmeno quattro minuti che la diceva lunga sugli equilibri visti in campo, a mio avviso sempre a vantaggio di un’Udinese dominante in ripartenza sino a quando Guidolin non ne ha smorzato gli ardori levando il pericoloso Maicosuel (che in contropiede stava iniziando a fare male, come testimoniano i due gialli provocati a Lucarelli e Paletta tra 62’ e 67’). Donadoni ringrazi il “don” e continui a lavorare da artigiano del calcio cercando di intagliare il miglior prodotto finale. L’impressione mia è che però l’ottavo posto in classifica attualmente in condivisione con la Roma sia in realtà la giusta dimensione di un Parma che ha sì grandi qualità, ma sembra sempre più un prodotto difficile da amalgamare per un tecnico bravo e coraggioso. Che dimostra la bontà del proprio lavoro portando al gol anche l’undicesimo giocatore su 16 reti prodotte complessivamente. Incredibile ma vero, il redivivo Palladino.
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