L’OPINIONE DI LUCA RUSSO DOPO PARMA-CATANIA 4-5 / “IL GIOCO DI OGGI E’ LONTANO ANNI LUCE DA QUELLO DEI TEMPI DI SCALA CHE MI FECE INNAMORARE DEI GIALLOBLU’”
“Questa è una squadra che entusiasma poco. Così poco da farmi dubitare che un bambino, alle prese col pallone di oggi e le squadre che oggi lo interpretano, possa esserne sedotto…”
(Luca Russo) – Perdere ci può stare. Soprattutto in una competizione che, tra le priorità stagionali del Parma, di sicuro non occupava il primo posto (sempre che un posto effettivamente ce l’avesse). Ma che si sia perso in questo modo, con un gioco che di divertimento ne ha offerto ben poco e di pericoli, per gli avversari, ne ha prodotti anche meno, no. A proposito: non eravamo noi quelli del calcio propositivo e piacevole? Se la risposta è affermativa, e dovrebbe esserlo visto ciò che società e tecnico vanno dichiarando da inizio stagione, delle due l’una: o il calcio del Parma non è affatto propositivo e frizzante, come si propone di essere, o non lo è quello di squadre del calibro di Juventus, Napoli, Fiorentina e, perché no, dello stesso Catania. Del resto, tolta la gara in cui abbiamo messo sotto l’Inter, non ne ricordo altre in cui i nostri eroi ci abbiano regalato prestazioni tali da stropicciarci gli occhi….
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Dunque, delle due ipotesi di cui poco sopra, è probabile che quella più percorribile e verosimile sia la prima. E non ci meravigliamo (né lamentiamo) troppo del fatto che Fiorentina e Napoli, pur non facendo incetta di trofei (gli azzurri, in otto anni di gestione De Laurentiis, hanno vinto solo una Coppa Italia), riescono ad essere più mediatiche del Parma che, pur vincendo poco o nulla come toscani e partenopei, sulle prime pagine ci finisce molto raramente. Questione di bacini d’utenza, direte voi. Vero, ma solo in parte. C’è anche un’altra ragione che, mettiamola così, impedisce ai giornali di occuparsi più frequentemente delle nostre sorti. Ed è sotto gli occhi di tutti, o almeno sotto quelli di chi ne ha due buoni per vedere ciò che è evidente: il Parma, oltre che essere lontano anni luce dal mostrare il calcio divertente che pur vorrebbe esibire, ne propone uno che entusiasma poco. Così poco da farmi dubitare che un bambino di oggi, alle prese col pallone di oggi e le squadre che oggi lo interpretano, se ne possa innamorare come noi siamo stati sedotti dal Parma divertente, ancor prima che vincente, di Scala e di chi lo ha seguito (fino a Prandelli, di cui godevo, e non poco, il modo in cui ci faceva giocare). La partita col Catania, in cui Donadoni ha schierato ben sette titolari (altro che Parma 2!), è la dimostrazione di questo assioma, di cui, in verità, già in passato avevamo avvertito l’odore. Per non dire la puzza. Con un centrocampo che si limita a giocate orizzontali e che spesso pecca di precisione (ieri abbiamo perso il conto dei passaggi, peraltro semplici, sbagliati da Valdes) ed un attacco incapace non solo di pungere, ma anche di occupare, nel senso letterale del termine, l’area di rigore, è difficile che si riesca a fare tanta strada. Figuriamoci il calcio propositivo. E se, tirando le somme, è la difesa (Dio salvi Paletta, altro che la Regina!) il reparto più produttivo del Parma, si capisce quanto i crociati siano tutto tranne che all’altezza della pretesa che hanno di fare un calcio che sia allo stesso tempo offensivo ed equilibrato, divertente e redditizio. Ripeto un concetto già espresso in passato: sarà forse che il gioco propositivo non è sostenibile da questa squadra e da questa rosa? A voi la risposta. Intanto, e mi ripeto anche in questo caso, non lamentiamoci, io per primo, delle scarse attenzioni che la stampa sportiva dedica alle nostre ‘imprese’: se riuscissimo a portare in campo metà della ‘propositività’ che Donadoni ha nella sua testa, in prima pagina e nei titoli ci finiremmo eccome. Così come qualche anno fa è accaduto al Chievo. Che in materia di calcio offensivo, ma vero e non tarocco come quello proposto da certe squadre di oggi, ha fatto ‘giurisprudenza’. Difficile che sappia farne anche questo Parma. Dal quale sospetto che Donadoni non possa cavare molto più di quanto abbia saputo, fin qui, tirar fuori. In questo senso, nutro molta nostalgia per il Parma di Guidolin, che se non altro usciva dal campo inducendomi sempre a pensare che avesse lasciato una qualche potenzialità inespressa. Non vorrei, al contrario, che il Parma di Donadoni altro non possa essere che quello da cui siamo stati allietati da agosto ad oggi. Ma temo che sia proprio così. Facciamocene una ragione. E facciamocela in fretta. Luca Russo
io rispondo SI luca russo …questi giocatori non possono sostenere un calcio propositivo sempre e cmq non hanno abbastanza talento….sono giocatori normali se qualcuno con pabon belfodil benalouane parolo acquah ha pensato di poter essere più vicino "A Dio"ha commesso un grave errore,la rosa lo ribadisco in questo post ma l ho scritto anche in altri è discreta per ottenere una buona salvezza stop…….solo con l inter abbiamo convinto quest anno…per il resto tanto possesso in orizzontale e poche conclusioni da inizio campionato
Filippo