C. LUCARELLI PRESENTA PARMA-NAPOLI SU EUROSPORT: “NON PARTEGGIO NE’ PER L’UNA PER L’ALTRA: VOGLIO VIVERE UNA BELLA PARTITA DA SPORTIVO”
(Mattia Fontana, da Eurosport – Twitter: @mattiafontana83) – Livorno, soprattutto Livorno. Ma nel cuore di Cristiano Lucarelli sono pian piano entrate anche altre due città. Napoli, dove ha chiuso la propria carriera da calciatore nel giugno scorso. E Parma, tranquilla città emiliana nella quale ha iniziato la seconda vita pallonara, quella da allenatore. Lì muove ora i primi passi da tecnico guidando gli Allievi Nazionali A dei crociati, ragazzi classe 1996 con i quali sta scalando i vertici della classifica di girone (splendido il 4-3 sul campo dell’Empoli nell’ultimo weekend, con tanto di secondo posto conquistato a -1 dalla vetta). Inutile nascondersi, Parma-Napoli di domenica alle 15 sarà una partita importante per il campionato. Ma anche per lui. Eurosport lo ha così raggiunto per fare il punto della situazione.
Il 15 gennaio 2008, cinque anni fa quasi esatti, ha firmato per il Parma. Che cosa ricorda di quel momento? Avrebbe mai pensato di essere ancora a Parma dopo tutto questo tempo, in questa veste di allenatore degli Allievi Nazionali?
“Me lo ricordo bene, ricordo quei momenti molto belli. La gioia di tornare in Italia in una società che presentava già allora grandi ambizioni, la convinzione di aver fatto la scelta giusta. Ricordo il grande entusiasmo del presidente Tommaso Ghirardi, al quale sarò sempre grato per avermi dato la possibilità di ritornare nel mio Paese dopo l’esperienza allo Shakhtar Donetsk. Con lui si è instaurato uno splendido rapporto che mi ha portato poi ad iniziare la mia carriera da allenatore proprio qui a Parma. Certo, poi ci furono anche dei problemi con la mia città, Livorno. Una situazione difficile che fortunatamente con il tempo si è risolta”.
Quando è nata l’idea di allenare?
“L’ho sempre avuta. In quasi tutte le squadre in cui ho giocato sono stato capitano. Nella mia carriera sono sempre stato abituato a prendermi le mie responsabilità e a divenire l’uomo di riferimento all’interno di un gruppo. Il pensiero di allenare, così, è stato naturale quando la mia carriera ha iniziato a volgere al termine. La qualità di saper gestire il gruppo credo che sia una mia dote naturale, utile anche per allenare. Certo, poi ci sono tanti altri aspetti di questa professione che devo approfondire. In fondo sono un tecnico alle prime armi”.
Alle prime armi sì, però fino a un certo punto. I risultati non stanno mancando già dopo i primi mesi in panchina…
“Devo ammettere che da quando ho accettato questo incarico ho sempre saputo che avrei avuto a disposizione un buon gruppo, con grande qualità e giovani di prospettiva. Merito del responsabile del settore giovanile del Parma Francesco Palmieri, che ormai da anni sta portando avanti un lavoro che inizia a dare i suoi frutti. Sono molto soddisfatto, i risultati per il momento ci stanno ragione e sono anche oltre le aspettative. Adesso l’obiettivo diventa quello di arrivare alle finali nazionali”.
Tra i tanti ragazzi che ha a disposizione e che sono stati convocati dalla Nazionale Under 17 sta già facendo notizia Alberto Cerri, un centravanti che per alcuni potrebbe essere presto aggregato alla prima squadra e che un po’ assomiglia anche al Lucarelli attaccante. Che cosa ci può dire di lui?
“Le analogie ci sono, sicuramente dal punto di vista fisico siamo molto simili. Io però ero molto più cattivo in area e lui con i mezzi di cui dispone non può accontentarsi. Può crescere ancora molto. Anche perché tecnicamente lui ha qualcosa di più rispetto a me. È un talento davvero importante”.
Parlando di talento e ricordando che domenica si gioca Parma-Napoli, sfida tra le sue ultime due squadre, non si può non pensare a Edinson Cavani. Ha appena tagliato il traguardo dei 100 gol in Serie A. Lei che ne ha segnati 120 e si è allenato con lui tutti i giorni, ci può raccontare qual è il suo segreto?
“Cavani ha delle qualità fisiche impressionanti ma, ancora di più, ha delle motivazioni impressionanti. Non si accontenta mai, vuole sempre far meglio. È il classico giocatore che arriva prima di tutti all’allenamento e se ne va per ultimo. Non mi stupisce che abbia segnato così tanti gol in così poco tempo”.
A Napoli temono che a fine anno se ne possa andare. Lei cosa ne pensa?
“Quello che penso io conta poco. Dipende tutto dalle valutazioni che starà facendo Edinson. Se si sente di diventare qualcosa di molto importante nella storia del Napoli, di provare ad arrivare lì dove è arrivato soltanto Diego Maradona allora credo che resterà. Altrimenti potrebbe scegliere esperienze nuove…”.
Restando sul tema attaccanti, la sfida di domenica al Tardini proporrà anche un altro centravanti molto interessante anche se molto più giovane. Ishak Belfodil, che ha già segnato 7 reti a soli 20 anni. Che impressione le ha fatto e dove può arrivare l’attaccante del Parma?
“Bisogna tenerlo d’occhio. Questo è un attaccante con mezzi eccezionali. È bravissimo a far salire la squadra, a trattare il pallone. E poi la mette dentro, cosa che per il suo modo di giocare non è affatto scontata. Credo che nei prossimi anni ci farà vedere grandi cose”.
La sfida di domenica metterà di fronte anche due allenatori con cui lei ha lavorato, Roberto Donadoni e Walter Mazzarri. Quali delle loro caratteristiche sta cercando di portare nel proprio lavoro?
“Si tratta di due tecnici molto diversi tra di loro, nel carattere e nella forma. Donadoni mi ha sempre colpito per la serietà estrema con la quale affronta il proprio lavoro, mentre di Mazzarri l’abilità tattica. È incredibilmente meticoloso nel preparare la partita e spiegare il modo giusto per affrontare l’avversario. Sono due qualità che vorrei fare mie”.
Di certo adesso avrà modo anche di spiare Donadoni un po’ più da vicino…
“Purtroppo no. Perché anche se le nostre squadre si allenano entrambe al Centro Sportivo di Collecchio, i campi sono distanti. E, in più, di solito iniziamo le sedute alla stessa ora…”.
Che partita dobbiamo attenderci domenica?
“Sarà un match durissimo. Sia Parma che Napoli sono in ottime condizioni di forma e vivono un momento positivo. Gli azzurri lottano per lo scudetto, mentre il Parma non perde da cinque partite e vede l’Europa League. Tatticamente sono due squadre che si assomigliano perché giocano entrambe con una sorta di 3-5-2, quindi sì, sono sicuro che sarà una bella partita. Tutta da godere”.
Ma davvero il Napoli può lottare sino in fondo per lo scudetto?
“Continuando così penso che sia inevitabile. Sono tutti discorsi che ci possono stare, così come per il Parma si può pensare a una posizione insperabile a inizio stagione. Se questo stato di forma proseguirà, ne vedremo delle belle”.
Per chi tiferà?
“No… Domenica è importante che sia una bella partita. A Napoli io ho trovato grandissime soddisfazioni nel finale della mia carriera da giocatore, mentre a Parma mi sono sempre sentito benissimo e adesso è qui che ho iniziato la mia nuova esperienza da allenatore. Non c’è ragione per parteggiare per l’una o per l’altra. Sono felice di vedermi una gran bella partita, da vero sportivo”.
Va bene, però almeno ci dica quando la vedremo sulla panchina del Parma o su quella del Napoli?
“La speranza c’è (sorride, n.d.i.). Sarebbe un sogno poter arrivare a quel traguardo e non nascondo che sia una mia ambizione. Però mi rendo conto che ho ancora necessità di crescere in questa veste. Vedremo…”.
(di Mattia Fontana, da Eurosport – Twitter: @mattiafontana83)
Peccato che al finto comunista paghi lo stipendio il Parma!
Ormai tifa per tutti Lucarelli…Livorno, Parma, Napoli…
Lontanissimi i tempi del milione rifiutato per rimanere nella sua Livorno.
Che ci ritornasse subito.
almeno stai muto e non rispondere…