AZZURRO RUSSO / IL RITORNO DELLA FILOSOFIA DEI BLOCCHI: E’ UNA NAZIONALE BIANCOROSSONERA. PER FORZA…

cesare prandelli stadiotardini it(Luca Russo) – Chiamatela pure ItalJuve. Ma non scordatevi del Milan. Nazionale a due facce, e tre colori, quella che è appena atterrata ad Amsterdam, dove domani sera sfiderà, in amichevole, l’Olanda del guru  Van Gaal. Biancorossoneri per forza.  Il suggerimento cromatico è dettato, quasi imposto, dal campionato. E tempestivamente accolto dal commissario tecnico Cesare Prandelli. Che, per la verità, non avrebbe potuto fare altro che dar credito ai verdetti fin qui espressi dalla nostra massima serie. La Juventus ha ripreso a frullare gioco ed avversari, e, Napoli permettendo (di quelle che sono ai vertici della classifica, è l’unica che nel 2013 non ha ancora accusato uno scadimento di forma), il tricolore dovrebbe ricucirselo, senza DSC00038problemi, sul petto. Il Milan è in crescita: lo Scudetto, al lume dello strapotere bianconero, resta un miraggio. La Champions League, invece, è un sogno a portata di mano. La Lazio è appena tre punti più su e per due mesi dovrà fare a meno del suo totem Klose: senza il tedesco, il rendimento dei biancocelesti capitolini è quello di una squadra che farebbe fatica pure a salvarsi. E allora che l’Italia prandelliana si colori di bianco, rosso e nero, ci pare la soluzione migliore, ed anche quella più logica, cui il CT potesse ricorrere. Sulla tenuta in nazionale degli juventini, non nutriamo dubbio alcuno. In questo senso, l’ultimo Europeo e le DSC00053prime quattro uscite del girone di qualificazione al Mondiale brasiliano, ce ne hanno già fornite di prove. Buffon e Barzagli (insieme a Chiellini e Bonucci, domani assenti: il primo per infortunio, il secondo per l’applicazione del codice etico, divenuta inderogabile per via della sua partecipazione attiva alla ‘caciara’ scatenatasi a margine dell’infuocato Juventus-Genoa), offrono grande solidità e tanta esperienza non solo al reparto arretrato, ma a tutta la fase difensiva. Con loro, DSC00060dietro non dovremmo correre grossi rischi. In cabina di regia, in attesa della definitiva consacrazione di Monsieur  VerrattiPirlo è insostituibile. Come del resto lo è in bianconero: la sua assenza fa male ai Campioni d’Italia più di quanto gliene faccia la mancanza, in avanti, di un goleador alla Cavani. Con una complicazione in più per Prandelli: alla nazionale manca un Pogba di scorta da gettare nella mischia quando e se dovesse servirci. Senza il regista di origini bresciane la Juventus, e dunque anche l’Italia, perde di inventiva e imprevedibilità. E, per DSC00149quanto Pirlo non sia veloce e dinamico come quel tale che risponde al nome di Usain Bolt, la sua rapidità di pensiero (e di esecuzione) è una dote che fa difetto agli altri mediani nel giro della Nazionale. Ma non è tutto: la presenza dell’ex rossonero schiude spazi invitanti ai centrocampisti che gli fanno da guardie del corpo. Marchisio e Vidal, in bianconero, e De Rossi e lo stesso principino, in azzurro, ne sanno qualcosa. Così come fan gli illusionisti, Pirlo attira su di sé l’attenzione dei rivali, che puntualmente cascano DSC00099nella trappola, e chi gli è vicino può beneficiarne privo come è di qualsiasi marcatura. Il trucco, insomma, c’è, ma Andrea lo nasconde benissimo. Senza il numero 21, la libertà di cui godono in sua presenza, che induce gli avversari a riservargli il triplo delle attenzioni che normalmente vengono dedicate ai giocatori della porta accanto, i vari Marchisio e De Rossi possono tranquillamente dimenticarsela. Della serie: se non c’è il marziano, possiamo curarci anche dei terrestri.

DSC00112Il blocco milanista, rispetto a quello bianconero, dà qualche certezza in meno, ma altrettanto talento. Abate, che a gennaio sembrava pronto a far le valigie per trasferirsi ai russi dello Zenit (allenati dall’italiano Spalletti), salvo poi restare al Milan (con evidente gradimento di Prandelli che in questo modo potrà verificarne personalmente le condizioni ed il rendimento, senza doversi sobbarcare lunghi e faticosi voli continentali), potrebbe definitivamente togliere il posto a Maggio. L’esterno partenopeo è ai box per un infortunio alla mano sinistra, capitatogli proprio DSC00116quando le sue quotazioni erano segnalate in ripresa dopo un inizio di stagione poco promettente. Saprà approfittarne il rossonero che già agli Europei di Polonia ed Ucraina ha dimostrato di meritare il posto fisso? Al momento non ci è dato saperlo. Ma l’essersi guadagnato una casella nell’undici di partenza che domani se la vedrà con gli orange e le condizioni fisiche non eccelse in cui versa il suo competitor Maggio, sono l’ideale trampolino da cui lanciarsi per arrivare in Brasile coi galloni del titolare inamovibile. Montolivo, in azzurro, non è più una novità. Né una sorpresa. Stupisce, piuttosto, che il rendimento offerto con Prandelli, sia sensibilmente più alto di quello garantito alla corte di Allegri. Per il Riccardo nazionale, l’effetto balsamico del clima mite e temperato di Coverciano è più salutare del gelo preso durante certe sgambate in quel di Milanello. DSC00113Ci chiediamo, in proposito, quanto sia stata indovinata la scelta di muoversi da Firenze, dove era e sarebbe rimasto il faro della squadra, per sposare la linea verde del Milan, dove, al contrario, non poteva che aspettarsi d’essere solo uno dei tanti. E veniamo al tormentone di questi giorni. La domanda da cento milioni di dollari a cui nessuno, e quindi nemmeno noi, può sfuggire: Balotelli ed El Shaarawy, oltre che far parte, insieme a Niang, del trio d’attacco del Milan dei prossimi dieci anni, sapranno replicare tanta longevità anche in azzurro? A pelle, diremmo di sì. Segnali di feeling, tra i nostri due gioiellini, li abbiamo già intercettati a Parma, in occasione dell’amichevole persa per 1-2 contro la Francia, e nel corso dell’ultimo posticipo di DSC00118campionato. Al Tardini è stato Balotelli a dare il là all’azione che spedisce in rete il Faraone. Che ha ricambiato il favore nel rocambolesco successo dei rossoneri ai danni dell’Udinese (penalizzata, nella circostanza, da una scellerata chiamata del non sempre preciso Valeri): l’ex attaccante del Padova sfonda a sinistra, arriva sul fondo e la piazza al centro per l’accorrente Balotelli. Sinistro al volo e palla in fondo al sacco. Padelli a stento riesce ad avvertirne il fruscio nei suoi paraggi. Gongola Prandelli. Che ha accolto con piena soddisfazione il rientro in patria del Balo. Per due ragioni. La prima: marcarlo a uomo è più semplice che farlo con la difesa a zona. In altre parole: il DSC00119Balotelli rimpatriato lo si sorveglia con molta più facilità di quello al di là dei nostri confini. In Inghilterra, al netto delle immancabili interferenze dei soliti tabloid britannici, SuperMario ha goduto di ampie praterie in cui, visto che glielo hanno permesso, ha potuto dare libero e ampio sfogo al lato più oscuro di sé stesso. In Italia, sebbene il campionato non riesca più ad esprimere gli stopper dei bei tempi (andati), per la fase difensiva c’è sempre DSC00120un’attenzione particolare. Sfuggire alla marcatura del CT, non sarà semplice nemmeno per il più talentuoso dei nostri centravanti. La seconda: il fatto che Allegri e Prandelli si affidino allo stesso tandem d’attacco, ci sembra un vantaggio soprattutto per Prandelli. In campionato, Balotelli ed El Shaarawy avranno il tempo ed il modo di fiutarsi, prendere confidenza l’un con l’altro e imparare a conoscersi. Per poi trasferire a DSC00094Coverciano ciò che di buono hanno appreso qualche chilometro più a nord. Milanello come laboratorio della Nazionale. Un tempo, era in questo modo che l’Italia costruiva i suoi successi. Con la filosofia del blocco. O, al massimo, dei due blocchi. Non di più. Comunque, nel 4-3-3 che Prandelli opporrà agli  orange  di Van Gaal, c’è spazio anche per altre tonalità. Dal nerazzurro Ranocchia ci aspettiamo una prestazione di spessore. E che ci faccia capire se di tanto in tanto possiamo rinunciare a Bonucci. L’ex nerazzurro Santon dovrà convincerci di aver mantenuto la promessa che era da giovane. E a Diamanti si chiede ‘solamente’ di essere all’altezza dei suoi due fenomenali partner d’attacco. Il mondiale carioca è ancora lontano, ma l’Italia in salsa brasiliana è già pronta. Luca Russo