IL MISTER / “FOSSI IN DONADONI PUNTEREI SU AMAURI PER FAR FARE UN BAGNO DI UMILTA’ A BELDOFIL”
(Il Mister) – Due sconfitte consecutive, quattro partite senza vittoria e tre titolari assenti (oltre ai due lungodegenti Santacroce e Galloppa). I numeri che portano il Parma verso la sfida delle 12:30 contro il Genoa non sono affatto buoni, ma non è detto che tutto il male venga per nuocere. Almeno quanto non è scontato che la riscossa emotiva del Grifone, capace di fermare Juventus e Lazio nel giro di otto giorni dall’arrivo dell’ex crociato Davide Ballardini in panchina, debba per forza di cose continuare al Tardini. Quel che è importante è che Roberto Donadoni si dimostri capace di interpretare le ultime partite nel modo giusto. Senza disfattismi e senza voglia di rivoluzionare tutto, ma comprendendo gli aggiustamenti necessari da apportare in vista della sfida ai rossoblù. Il primo pensiero va logicamente al modulo, considerando gli errori difensivi che sono costati cari contro Napoli e Fiorentina. Secondo alcuni sarebbe opportuno tornare alla difesa a tre, ma a mio parere si tratterebbe di un errore. Specie se contrapposti a una squadra come il Genoa, che schiera una punta (Borriello) più un’incursore (Bertolacci) e quindi nemmeno due attaccanti veri. Optare per un pacchetto a tre significherebbe arrivare a una superiorità numerica eccessiva in una zona del campo nella quale il Genoa non farà densità, ma punterà ad arrivare in ripartenza. Quindi, meglio restare fedeli al 4-3-3 che ha decisamente più prospettiva per un Parma che non può prescindere dal talento di Biabiany e Sansone (schierati nel ruolo che prediligono, quello di attaccanti d’appoggio a una prima punta). Semmai, sarebbe opportuno interrogarsi sul momento fisico di alcuni singoli. Al Franchi Marchionni e Parolo mi sono sembrati in flessione, almeno quanto Lucarelli e Gobbi in difesa. Di mezzo si sono messe le squalifiche dello stesso Marchionni e di Rosi (un altro che non ha ancora la brillantezza dimostrata in autunno). E, quindi, metà del problema potrebbe essere risolta dagli inserimenti di Benalouane e Mariga, sul quale mi sembra che Donadoni sia più deciso a rischiare rispetto a Ninis, la seconda opzione da lui stesso definita un’alternativa. Il tecnico, nella conferenza stampa della vigilia, lo ha messo dietro a Mesbah e Coda a livello di stato fisico, ma ha affermato piuttosto chiaramente che si tratta di un giocatore ormai pronto. La scelta più probabile in mediana è dunque lui, che darà – fino a quando le gambe reggeranno – un tasso atletico più alto rispetto a Ninis e compenserà eventuali passaggi a vuoto di Parolo. Un altro che avrebbe bisogno di rifiatare ma che, molto probabilmente, non verrà risparmiato per evitare scompensi derivanti da un eccessivo turnover. Scompensi ai quali Donadoni ha sempre dimostrato di pensare molto, evitando più di tre cambi da una partita all’altra (anche nell’impegno di Coppa Italia con il Catania, quando tutti si attendevano un gran turnover). Proprio per questo ipotizzo che sia difficile rinunciare a Lucarelli e Gobbi in difesa, nonostante entrambi potrebbero essere incalzati da Coda e Mesbah. A meno che Donadoni non voglia sorprenderci e schierare l’ex friulano al posto di un Lucarelli che era già stato risparmiato dal primo minuto contro il Napoli, quando partì titolare Santacroce un po’ a sorpresa. Le due novità, dunque, saranno Benalouane al posto di Rosi e Mariga per Marchionni, oltre ovviamente a Pavarini per Mirante (Donadoni si è esposto abbastanza in conferenza stampa sull’argomento). Ma, per una volta, rischierei di più. E azzarderei Coda per Lucarelli, ma anche Amauri per Belfodil. Come? Sì, avete capito bene. Il franco-algerino potrebbe aver bisogno di un bagno di umiltà importante dopo gli errori delle ultime settimane. E un giro di stop, con ingresso nella ripresa, potrebbe servirgli eccome. Donadoni se la sentirà?
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