A BAR SPORT IERI SERA AVEVANO AMAURI (MA NON IL SALTIMBANCO)…
(gmajo) – Ieri sera, in quello che c’è stato chi ha avuto la premura di definire “il programma di punta del lunedì televisivo locale sul Parma Calcio” (chi lo ha scritto è senza dubbio “il sito di punta sul Parma Calcio”), l’ospite d’onore era Amauri Carvalho de Oliveira, cioè l’autore della storica tripletta che ha concesso al Parma, in solido con il gol del “sano incosciente” Sansone, di matare il Toro nel finale di una partita propositivamente da lui dominata ed interrompere il lungo digiuno crociato dalla vittoria. Laddove non ce l’aveva fatta il talismano Sampdoria, ha
provveduto l’altrettanto portafortuna Torino, pure non nuovo a rianimare gli abituali rianimatori altrui. Beh, scelta non poteva essere migliore: garantirsi Amauri all’indomani di una tripletta storica (per sé e per tutti noi) è stato senza dubbio un grande colpo giornalistico e pazienza se è stato favorito dalla comune militanza (del club e dell’antenna televisiva) nell’Unione Parmense degli Industriali. Il “Porta a porta” sportivo-parmigiano è senza dubbio il luogo migliore dove far passare in passarella il simbolo della Resurrezione (che ha pure, abbastanza, il phisique du role per via di quella lieve rassomiglianza con Nostro Signore Gesù Cristo, al quale è assai devoto). Una presenza che aveva ragione di essere anche per i tanti spunti offerti dall’attualità, non di quelle stucchevoli quando per forza metti in mostra magari un calciatore di secondo piano solo perché hai la godiola di avere un ospite con la divisa del Parma. (A parte che ieri il tri-bomber non la sfoggiava, ma era in abiti civili: a suo tempo eravamo ossequiosi a un certo tipo di etichetta, che ora, evidentemente, è finita in cavalleria). Non mi scandalizza il fatto che – per via dell’Upi – Amauri ieri sera fosse ospite a Bar Sport e non nel programma meno di punta del lunedì televisivo locale che nella presente stagione mi fregio di frequentare: sono queste le occasioni in cui far prevalere lo ius (primae noctis), non certo quando – in barba ai più elementari principi della democrazia informativa – si nega la quotidianità della conferenza stampa ai peones. Ovviamente tutti gli strumenti al servizio del colosso di Via Mantova, con l’aiutino dell”un-official (sull’official, mentre copongo, non trovo tracce dell’apparizione), hanno già doviziosamente informato la comunità del Verbo del Sosia di Cristo. Noi, da blasfemi eretici, non possiamo che raccoglier le briciole e chiosare gli spunti principali, da moderni Monti, non il premier decaduto, ma il “Gran traduttor dei traduttor d‘Omero", giacché traduciamo non dall’originale (il programma), ma da come questo è stato riportato dalla sorella più grande (o mamma?) Gazzetta. Parto dal titolo: dico la verità, io avrei puntato su qualcosa d’altro (non saprei cosa, lo scopriremo, forse, solo leggendo…) che non: “Amauri «Vincerò la scommessa con Leonardi»”, perché l’AD, in questi quattro anni in cui ha beneficato Ghirardi e tutti noi, di scommesse con dei suoi calciatori ne ha fatte parecchie, alcune vincendole, altre perdendole, insomma non è una novità assoluta. E poi se il protagonista era – giustamente – Amauri, perché fargli condividere il titolo con il Plenipotenziario? Per dirgli un indiretto grazie di tutto? Purtroppo non si poteva titolare sul numero dei gol promessi: «A fine stagione vi dirò tutto». E grazie tante, prima no? C’era tutta Parma sul 17 in trepida attesa di sapere quante volte “Ama” infilzerà la porta altrui e lui non lo svela? Comunque, vedendo gli highlights durante il TG di Tv Parma, ho visto che è stato
Piovanone, che la sa sempre lunga (del resto fu lui ad imporne l’utilizzo a San Siro in luogo di Belfodil, avendo avuto il privilegio di poter intervistare l’italo-brasilero in esclusiva), e gli piace farlo vedere (in ciò è il vero erede di Bellè, non solo per la scrivania ereditata alla Gazza…) ad andare in tema scommessa… Gaudio e grasse risate sono la colonna sonora dello spezzone proposto. Con l’evidente soddisfazione di tutti quando Amauri ha promesso di ritornare a, campionato
concluso, per svelare la natura della sua scommessa con Leonardi. Scommettiamo che non ci tornera? L’apertura del pezzo sulla GdP è invece dedicata da Paolo Grossi al pallone di Parma-Toro (uno dei…) che Amauri ha avuto il diritto di portare a casa per la segnatura multipla: “Ha fatto felice mio figlio, che ha già cominciato a giocare in casa. Per fortuna non ha ancora rotto niente, ma è meglio dirlo piano…”. Pallone passato al discendente, ma non ancora autografato dagli altri crociati: “Lo farò firmare da tutti i miei compagni. Resterà un bel ricordo della mia prima tripletta in serie A”. Ma non poteva provvedere subito dopo l’incontro? Levati o Melli o Paini o Di Taranto non avevano pennarelli sottomano? Da apprezzare la sincerità sul “gatto vivo” ingerito domenica: “Abbiamo sofferto molto. Solo dopo l’1-1 abbiamo giocato come sappiamo. Prima c’era voluta una gran parata di Mirante per impedire il 2-0 dei granata”. Amauri, prima del suo lungo peregrinare italico, era stato pescato proprio dal Parma (era Calisto): e proprio nel Ducato, sia pure un decennio abbondante dopo, si è cavato le migliori soddisfazioni: “Per me questa è comunque una bella stagione perché da qualche anno facevo un girone qua, un girone là, e con qualche problema fisico. Il Parma mi ha dato fiducia. E’ vero che venivo da sei mesi a Firenze in cui sono riuscito a segnare un solo gol, sia pure molto importante visto che ci ha fatto vincere in casa del Milan regalando così virtualmente lo scudetto alla Juve: però qui ho lavorato bene, lo staff tecnico
sa come farmi allenare e i risultati si vedono”. Il parterre, non credo fosse casuale, vedeva prevalere la quota rosa: anche se in quello studio mancava il Saltimbanco, il maggiore estimatore (maschile) su piazza di Amauri. Era, ovviamente, sull’altro canale, con tanto di maglia originale numero 11 ricevuta in dono (ma non autografata, si vede che è un vizio…) e fatta recapitare al Giullare dal servizio segreteria. Quando Boni chiama il Parma risponde. O viceversa. Vabbè, il Saltimbanco è
stato sconfitto perché grazie ai suoi (supposti) buoni uffici avrebbe dovuto portare il suo idolo (come promesso, peraltro) nei più modesti studi di Teleducato, anziché subire l’onta personale di vederlo assegnare infiocchettato ai potenti concorrenti. Chissà se Boni si farà sentire ai piani alti… Ebbene, secondo il versatile e variopinto opinionista di Calcio & Calcio il vero leader del Parma è appunto Amauri, il quale da Bar Sport, indirettamente, gli risponde così: “Credo di essere stato ingaggiato anche per questo, i dirigenti sanno come sono fatto. A 32 anni posso cercare di
trasmettere il mio spirito. A volte le cose vanno bene, come ieri, ma anche quando vanno male io non mollo. Sarebbe stato troppo bello se le cose fossero continuate come nel girone d’andata. Non lo si può pretendere, in ogni stagione c’è un calo, grande o piccolo. In certi momenti il nostro gruppo ha avuto segnali importanti anche da chi non stava giocando e quando lo ha fatto ha dato una grossa mano. Credetemi, anche nei momenti difficili siamo sempre molto uniti. Ieri ad esempio Lucarelli, che era il capitano, nel riscaldamento ha visto la squadra un po’ contratta e ci ha spronato tantissimo. Anche quello è servito. Per quanto mi riguarda, sono felice che i tifosi apprezzino la mia passione, la mia voglia di vincere sempre e comunque”. Doti che lo fanno accomunare a Crespo (e lui si inorgoglisce). Le tre rondini (che non fanno primavera secondo Schianchi) favoriscono anche sms e mail in cui lo caldeggiano n Nazionale (discorso che l’interessato ritiene aperto, ma che razionalmente mi pare improbabile visto il progetto giovani di Prandelli). Si parla anche di tattica (del resto l’autore Mister Grossi ha il patentino) ma ora smetto di scopiazzare, che si sa mai che mi chiedano il copyright: così tanto non ha scritto neppure la GdP on line a tutela dell’esclusivo prodotto, e il mio diritto (nonché dovere, se no c’è chi mi scrive sgridandomi perché parlo di più di Teleducato) di cronaca direi che si esaurisce qui. Per sdebitarmi avrei voluto copia incollare il link ove gli interessati avrebbero potuto rivedere il puntatone: ma ahimè il contenuto è al momento indisponibile. Semmai rimedieremo più tardi. Per ora accontentatevi (come me) della sintesi andata in onda nel TG, cliccando qui.