“CARMINA PARMA” / NON SI PUO’ MORIRE UN TEMPO QUANDO NON E’ ANCORA PRIMAVERA…

(Luca Savarese) – Non si può morire dentro  cantava Gianni Bella nel 1976. Prendiamo in prestito le prime quattro parole e scriviamo il testo della canzone di ieri pomeriggio, pezzo tutt’altro che ballabile, ma che sa di triste epitaffio, poco consono con il primo sole di questi giorni: Non si può morire un tempo. No, una squadra non dovrebbe mai farlo, ma tanto meno è riprovevole incappare in questo limite al giorno 3 di Marzo, quando la primavera ed i suoi cambiamenti di metabolismi, non sono ancora arrivati. Allora, vien da chiederci, cosa succederà quando nelle giornate prossime alla Pasqua e successive, potenti raggi di sole coinvolgeranno i ragazzi ad un dispendio maggiore di energie? Può certamente essere normale durare un tempo in un amichevole estiva (anzi, sarebbe già troppo), può starci alle prime battute di un campionato, ma non alla gara numero 28 dove il pedale sarebbe stato auspicabile che fosse l’acceleratore e non quello del freno, e la marcia la quarta, non la retro, per cercare di prendersi a tutto gas e con le unghie gradite posizioni di classifica. Non siamo stati un taxi che ci porta velocemente alla stazione dei tre punti, ma un motorino che è partito bene ma al quale al momento cruciale, è mancata la benzina. Si, i primi minuti del secondo tempo qualche kilometro siamo riusciti ancora a tenerlo, però poi la spia della riserva lampeggiava, inesorabile e ci siamo fermati e dalle aree di servizio Mesbah (entrato per Coda), Amauri (dentro per Gobbi) e Strasser (in campo per Parolo) il rifornimento è arrivato, ma è stato senza piombo ad una macchina diesel  a rovescio che è partita bene, ma che è finita male. Al di là di benzinai e macchine, il male più evidente non pare tuttavia di natura meccanica-anatomica quanto piuttosto sembrerebbe di ordine psicologico-interiore: i tasti del corpo sono stati premuti, altrimenti Biabiany mica si presentava così di frequente a tu per tu con Romero. Ciò che si è completamente tralasciato, è stata la parte software e i bottoni dello spirito non sono mai stati chiamati in causa ieri. La birra tra noi ed i nostri fratelli doriani era la stessa, solo che loro poi hanno avuto più spirito ed hanno trasformato quella birra in un caffè deciso mentre noi l’abbiamo annacquata con le nostre paure di non farcela, di non essere all’altezza, così la Samp ha vinto e al Parma è rimasta una brodaglia di rimpianti e patimenti. Anche se fosse entrato Messi non eravamo abbastanza innamorati della partita per farla nostra. Ecco cosa manca a questa squadra barcollante, una fiducia innamorata per quello che si sta facendo; passi in svantaggio (i dieci anni in meno tra Icardi e Mirante si sono visti e sentiti tutti nel patatrac del gol), ti rimbocchi le maniche e vai a pareggiare. Stai pareggiando e hai fatto un primo tempo esemplare, rientri in campo e spacchi la partita, invece il peccato di accidia, sembra aver fatto breccia in tutti gli elementi della rosa e così abbiamo tristemente finito per essere satolli, quando in realtà non avevamo mangiato nulla. Menomale che c’è il gemellaggio che lodiamo ed al quale auguriamo lunga vita, così ci mettiamo nell’alveo tracciato dalla sua serenità per digerire meglio questo terzo incubo consecutivo degli zero puntiForza crociati, è tempo ormai di svegliarvi dal sonno. Luca Savarese

2 pensieri riguardo ““CARMINA PARMA” / NON SI PUO’ MORIRE UN TEMPO QUANDO NON E’ ANCORA PRIMAVERA…

  • 4 Marzo 2013 in 17:17
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    Pienamente d’accordo. Alfredo, cuore crociato da Bergamo

  • 5 Marzo 2013 in 00:31
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    Che fatica essere tifosi, e badate bene non è per i risultaati che non arrivano. Deludente è il gioco. Mi spiego. Un campionato è lungo e anche le grandi squadre non possono sempre dominare il gioco. Fanno una mezz’ora a spingere forte, possibilmente faacendone un paio, poi si riposano e fanno sfogare la squadra avversaria. Il Parma no. Fa una mezz’ora dominando il gioco e sbagliandone un paio. Poi appena rallenta ne prende uno. Poi più nulla (ma guarda che sfiga, noi siamo bravi, è la sfortuna, non ci possiamo far niente ….). Don. I goal verranno, ma non se ne può più di prendere tutte le partite goal da Merluzzi. Una volta la colpa è di Paletta, poi di Lucarelli, poi di Mirante …. ma io credo che quando la squadra arretra non c’è più filtro a centrocampo. In fase di attacco al centrocampo ci sono i difensori, e lì se la cava. Ma quando tre mezze punte invece di impostare devono contrastare davanti alla difesa il portatore di palla ha sempre tutto il tempo di fare il cross o il passaggio filtrante. O attacchiamo 90 minuti oppure dovrai inventarti il medianaccio di rottura che impedisca sta cosa. Poi beninteso ieri siam migliorati sulla fascia sinistra e anche sulla destra. Col ritorno di Paletta siamo a posto con la difesa, ma dobbiamo decidere se siam capaci di attaccare per tutta la gara. Se no inventati il rombo col medianaccio davanti alla difesa.

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