DENTRO IL BILANCIO / LA GAZZETTA DELLO SPORT: “GLI STIPENDI SONO IL 90% DEL FATTURATO DEL PARMA”
(gmajo) – Il nostro – ormai ci permettiamo di definirlo così, viste le tante riflessioni che ci ha donato nei giorni scorsi – Luca Marotta, dottore commercialista, esperto lettore di bilanci, ha battuto sul tempo niente di meno che la Gazzetta dello Sport, che solo stamani, venerdì santo, o di passione, ha percorso la Via Crucis dei club della serie A italiana attraverso i conti contabili del 2012 passati al setaccio, con l’approfondita analisi di Marco Iaria (twitter@marcoiaria). Il titolo della sua inchiesta, sulla prima pagina della Rosea, è
significativo: “Povero calcio…”. Nel sottotitolo si legge: “La serie A perde 300 milioni, debiti a 1,6 miliardi. Otto le società virtuose (Napoli in testa), Inter maglia nera, rimontano Milan e Juve”. Ovviamente l’attenzione – per via della legge di mercato applicata anche dal fornaio di Schianchi che produce più o meno panini di un certo tipo a seconda della richiesta della clientela, come ha spiegato lunedì scorso ai telespettatori di Calcio & Calcio – è subito focalizzata sui grandi club, e partendo dallo stesso materiale oggetto delle nostre precedenti analisi
anche la Rosea è sostanzialmente giunta alle nostre conclusioni, giacché avevamo rimarcato il virtuosismo del Napoli, il non virtuosismo dell’Inter (cui uno che sa fare le nozze coi fichi secchi come Leonardi farebbe davvero comodo), e forse messo meglio in luce la bassa spesa/punto della Juve campione d’Italia. Ma giustamente sono fatti loro: noi dobbiamo pensare al nostro Parma. Beh: un anno dopo la precedente inchiesta della Rosea il Parma è uscito dal novero delle otto squadre in verde (il bilancio chiuso a Giugno 2012 è in perdita, nonostante la plusvalenza record di Giovinco e dunque è passata tra quelle in rosso) e continua a soffrire delle stesse problematiche che sono ormai una costante della gestione Ghirardi, alias le possibili tensioni di liquidità che i revisori dei conti continuano ad inserire nelle loro note. Come già riferito in altri
articoli le obbligazioni saranno garantite – e l’impegno è stato preso in assemblea – fino a dicembre 2013 dalla proprietà (Eventi Sportivi), nel nome della continuità aziendale. “Il sistema calcio in Italia – scrive in proposito la Gazzetta dello Sport – continua a vivere, con le dovute eccezioni, al di sopra delle proprie possibilità. E’ l’azionista di turno a garantire, col suo apporto in conto capitale, la continuità aziendale: un mecenatismo che non riguarda ormai solo le big, ma anche le medio piccole come Genoa e Parma. E ciò si sta verificando proprio nella fase in cui la forbice dei ricavi interni, per effetto della Legge Melandri e della centralizzazione dei diritti tv, si è rimpicciolita. Quasi un paradosso. In realtà, i soldi televisivi stanno riproponendo quell’inflazione dei costi che tra gli anni Novanta e Duemila fu pagata a duro
prezzo”. Il trafiletto tagliato su misura sul Parma è così titolato: “Gli stipendi sono il 90% del fatturato”. Ecco come Marco Iaria sintetizza la situazione: “Stabile la torta dei ricavi (+1,8 milioni dalle tv) c’è stato il boom delle plusvalenze: 53,4 milioni. Spiccano i 17,6 milioni per Giovinco, ma a ingrossare il conto economico sono soprattutto gli scambi”. Non so se tra questi l’autore sottintenda lo scambio Galli-Portin ognuno dei quali iscritto a bilancio per 4 milioni di euro (poco meno, per capirsi, di Pabon, l’acquisto più caro della scorsa campagna compravendite estiva), tra l’altro col difensore che ha una temporanea inidoneità fisica, mentre la metà del centrocampista è stata ricomprata dal Parma per 2 milioni. Ma torniamo alle valutazioni di Iaria: “Tolto il mercato, la gestione caratteristica risulta molto sbilanciata: gli stipendi sono saliti da 38,1 a 43 milioni, il 90% del fatturato”. Questo aumento del costo del personale, dall’anno prima a quello dopo, era stato evidenziato anche
da noi di stadiotardini.it, in particolare quando l’avevamo confrontato con la stabilità del Catania, che alla stessa voce spende circa la metà e cioè attorno ai 19 milioni in entrambi gli ultimi due esercizi. Peccato che ci fosse chi asseriva che allestire il Catania fosse costato molto di più… Schianchi, nell’ultima puntata di Calcio & Calcio, aveva suggerito di tener presente anche i diritti di immagine, poiché a suo dire, o di chi lo ha ispirato, ci sarebbero dei club che ricorrono a questo escamotage per risparmiare dal punto di vista fiscale: il commercialista Marotta, però, attraverso stadiotardini.it gli aveva fatto presente che quella fattispecie potrebbe nascondere un’elusione fiscale e comunque anche alla voce “diritti di immagine”
sembrerebbe che il Catania spenda meno del Parma (nel bilancio ducale questa voce è sommata ad altre). Infine Iaria sulla Rosea, chiude così la sua analisi: “Pur prevedendo un pareggio per il 2012-13, secondo gli amministratori ‘potranno rendersi necessari ulteriori interventi di natura finanziaria’. Ghirardi, con Eventi Sportivi, ha confermato il suo appoggio: nel 2011-12 ha prestato 5,2 milioni”. Un mecenate… Gabriele Majo
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