MAJO NEL PARTERRE DI “QUELLI CHE”: UN PIACEVOLE SUSSULTO NEL GRIGIORE DI EMOZIONI CROCIATE
MILANO – nostro servizio – Luca Savarese – La giornata di Majo a Quelli che inizia nella mattinata. Com’è bello andare in bicicletta, la domenica mattina, suonava una canzone: com’è bello andare a Milano la domenica mattina. La città della Madonnina e della moda, lo attende per le 11e35 ma lui, o meglio il treno che lo porta in Lombardia, gioca d’anticipo ed arriva in stazione centrale, alcuni abbondanti minuti prima. Niente paura, il duo o meglio la coppia Savarese junior e la dolce fidanzata Maria Teresa, sono pronti ad accoglierlo. Ed allora, mentre questi ultimi
si recano ai binari, lui li attende tirato a lucido e vestito a festa, giacca biancazzurra (ma non è un omaggio alla Lazio, garantisce, del resto è a strisce verticali) con camicia bianca, pantalone casual e scarpa chiara, capello tagliato e barba rasata, al parcheggio dove i Crociati Incantati lo avevano salutato in una delle sue ultime apparizioni in terra meneghina. Sulla mitica ed indistruttibile Polo di Maria Teresa, coeva o quasi della mitica Tipo del Direttore, si va dritti dritti verso Corso Sempione 27, sede dell’attesa kermesse. Davanti alla porta centrale, con scritto Rai, subito le
prime piacevoli sensazioni: uno stuolo di tifosi a caccia di foto, chiede di scattare una foto con Majo, ripetendo un paio di volte il suo nome. Gabriele si stupisce, invece è conosciuto anche fuori dal ducato e dalla cerchia degli addetti ai lavori. Dopo l’ingresso con tanto di pass, inizia una vera e propria esplorazione del mondo Rai: ad iniziare dal mega pannello composto da tante tv a piano terra, poi un corridoio, varie aule, non è la maturità, ma lo scolaretto Majo è vestito a puntino e par pronto a declamar di latino. La signorina Daniela, gli spiega come
funzionerà la questione, lui lusingato e attento firma il contratto e gli altri documenti necessari. Mentre stuoli di personaggi famosi o normali, danno l’impressione di essere lì quasi per far un favore, e sembrano sopportare senza il minimo entusiasmo la giornata, lui come un bimbo posto in un nuovo ambiente, vuole scoprire e vivere tutto. L’appuntamento con la diretta è per le 13 e 50. C’è il tempo per mangiare, distendersi e preparare corpo ed anima al randez-vous. Pronti via e, mentre si
va in mensa, per la precisione appena iniziata la fila per il self-service, notiamo la presenza di Idris, abbandoniamo la fila ed andiamo subito a salutarlo e a tirarlo simpaticamente in mezzo. Lo juventino e ridanciano Idris, vecchia conoscenza del Direttore di stadiotardini.it, accetta di essere disturbato (stava per terminare il pasto). Lo stesso colored di fede bianconera, ci inviterà poi ad aiutarlo a portare via il suo vassoio perché per lui è difficile visto che ora è costretto a deambulare con il bastone. Dal tavolo scorgiamo tanti volti noti calcistici e non che ci catturano:
come quello di Eraldo Pecci. Come quello di Attilio Romita, il celebre conduttore del TG1. Il Direttore ed il Carminator, appena lo scorgono, colgono in lui una specie di Bizzotto-style. Stanno delirando? No perché nel menù Rai, non è previsto il vino. Cosa centra Bizzotto? Semplice: nelle precedenti trasferte vissute insieme, l’auriga Majo e il sottoscritto, collaboratore milanese, hanno sempre incrociato Stefano Bizzotto prima della partita. Oggi che non sono allo stadio, ma direttamente in Rai, ecco Romita indossare, inconsapevole, i panni del telecronista “tedesco”, nelle teste fantasiose e parecchio ebbre di connessioni e profumi pallonari, dell’autore di stadiotardini.it e del suo accompagnatore.
Intanto passa Schillaci e pure lui saluta Majo: secondo segnale della notorietà del nostro direttore. Di corsa, ma non troppo, verso il camerino numero 19, quello che ospita Gabriele e il tifoso del Siena. Numero quest’anno sulle spalle del poi partito Musacci, e in effetti Majo fa una partita da volante davanti alla difesa, buoni assist parecchia corsa. E’ quasi pronto. Uno sguardo ai dirimpettai di camerino: Idris e Giacomo Mazzocchi, che sarà poi suo compagno di partita, durante la visione di Parma-Lazio, in diretta per i telespettatori di Quelli che. Microfono e
via, si può iniziare. Si prende posto. Majo contravvenendo al famoso detto Ubi maior…minor cessat… dove c’è la possibilità di vedere la sfida live, altri canali di trasmissione cessano, invece no, non si sa come, ma riesce nel far coesistere occhi ed orecchi in una perfetta armonia: piccolissimo auricolare azzurro nell’orecchio sinistro, occhi che guardano lo schermo ed ecco anche il tatto, veloce a brandire la macchina fotografica per immediati
scatti. La realtà è un grande prato ricco di una multiforme varietà di particolari, lui, come un’impressionista en plain-air, non vuole perdersene nemmeno uno. Ecco che parte la presentazione del parterre: dal genoano Baccini al tifoso senese. Quando Victoria arriva a Majo è generosa: Tu hai creato un sito di riferimento del Parma… Realista e
modesto, lui riprende la parola e specifica: “Di riferimento magari della tifoseria… Si cerchiamo di parlare del Parma in un modo un po’ diverso, facendo del giornalismo d’una volta di approfondimento con strumenti moderni, coinvolgendo e interagendo con i tifosi”. Con una battuta inquadra il tema d’attualità della partita: “La nostra squadra ha sul petto una croce nera, ma quella croce ogni tanto diventa rossa, tipo la scorsa settimana quando abbiamo fatto la respirazione bocca a bocca all’Inter. Insomma speriamo di non ribadire questa vocazione
crocerossina, anche perché il Parma nel girone di ritorno ha fatto 10 punti, meglio solo del Pescara, mentre la Lazio ne ha prodotti 12”. Il primo collegamento è il più denso. L’apatia del pomeriggio del Tardini non consente infatti azioni salienti e marcature che consentano di dare la linea al Direttore che ha allestito la sua postazione con tanto di sciarpetta (un caro ricordo dell’ultima trasferta europea del Parma in quel di Braga, in
Portogallo). Ad un certo punto la sciarpetta probabilmente coinvolta anch’essa nella stanchezza delle emozioni, casca un pochino in giù dalla tv. Viene prontamente ristesa ed allargata. Si segna e si sogna da tutti gli altri cinque campi, tranne che al Tardini. “E’ una partita da terza serata”, sentenzia Majo alla domanda sull’andamento del match postagli da Victoria. Ma, tra uno sbadiglio e l’altro, succede quello che non ti aspetti: la voce di Caputi arriva tonante
più di un missile: gol della Lazio. Commento felice di Giacomo Mazzocchi: "Avevano appena annullato un gol al Parma e poi Kozak di testa, finalmente". Tristi e pesanti si fanno i pensieri. Poi l’annuncio rassicurante di Caputi, questa volta più carezzevole di una fetta di miele: "Il gol della Lazio è stato annullato, dopo un lungo conciliabolo, Parma-Lazio sullo 0 a 0 e finisce in questo momento". Menomale, che respiro di sollievo. Finiscono le partite e si spengono le luci della diretta. Prosegue la corsa del Direttore che prima parla con il Trio Medusa
che gli ricorda gli antichi comuni trascorsi di Radio Capital, quando Majo faceva i collegamenti per il Parma. Sono tre indizi che fanno una prova: il nostro buon pastore crociato non è solo conosciuto nella sua diocesi ducale, ma in tutto lo Stivale. Il gentile omaggio del suo libro (il volume Parma in A, che curò dopo la promozione del 2009, sua ultima fatica prima della dolorosa interruzione del rapporto di lavoro con il club) a Victoria che lo saluta cordialmente e lo invita a
ritornare, è la chiosa ad un pomeriggio vissuto con piglio e discrezione, da tifoso e da giornalista, certo, ma prima di tutto da una persona che non si vuole perdere nemmeno una virgola di quello che gli accade intorno, anche quando quest’intorno si chiama Rai due, Quelli che, dove la sua voce ha raccontato le scarse emozioni odierne del Parma. Nei corridoi dei camerini ci si incontra con Totò Schillaci ed i suoi occhi non più spiritati. Lo spirito oggi, è tutto del nostro direttore che da homo digitans per una volta e abilmente è stato serio homo videns. Luca Savarese
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Caro Gabriele, molti complimenti per tutto. Da anni vorrei visitare le trasmissioni più popolari d’Italia ma ho tempo solo d’estate, quando non vengono disputate. Approfitto per complimentarmi con i due Luca che collaborano qui. Bravi, bravi, bravi. scrittura, idee, ottimi colleghi. Che, come sempre, ti vorrei rubare senza pagare… ciao
Ho letto gli articoli e passato in rassegna la galleria fotografica di !”Quelli che”. Ho ritrovato esattamente il Majo a cui ci siamo abituati. Tenace ed entusiasta, vocato alla sua squadra. Schiena dritta e un’emozionante curiosità bambina. Trovarne di giornalisti appassionati così! Bravo Direttore, la città, ogni tanto, ha qualche motivo di orgoglio.
Troppo buona, Simona. Ringrazio di cuore. Un entusiasta col cuore da bambino. Malgrado il mezzo secolo si stia avvicinando…
Cordialmente
Gmajo