IL COLUMNIST / QUELLE ANALOGIE EUROPEE TRA L’ATALANTA CADETTA DELL’87-88 E I RAGAZZINI DEL PARMA DEL 2004-05
(Luca Russo) – Son tre anni che non riusciamo a battere l’Atalanta. Eravamo alla metà di marzo del 2010 e il Parma di Guidolin, appena risalito dall’inferno della cadetteria, aveva la necessità di riscattarsi dopo essersi addentrato nel nuovo anno e nel girone di ritorno di quel campionato con un ruolino di marcia non degno della squadra rivelazione che fino alla pausa natalizia aveva incantato la serie A facendo credere (e, soprattutto, temere) ad un paio di grandi di potersi iscrivere, e con notevole profitto, alla volata Champions: prima della gara contro gli orobici, il Parma aveva raggranellato la miseria di 6 punti in 11 partite. Quasi nulla rispetto ai 28 conquistati nelle 16 gare precedenti. Quella domenica pomeriggio conquistammo un successo essenziale per la permanenza in massima serie, quanto decisivo per la retrocessione in B dei nerazzurri bergamaschi: di Bojinov, su assist al bacio dell’intramontabile Crespo, il gol della pesantissima vittoria. Da allora in campionato non li abbiamo più battuti, mentre nella coppa nazionale l’ultimo doppio confronto risale alla stagione 1997/1998, quando li eliminammo ai quarti di finale. Ma in passato, tra serie A, serie B, serie C1 e Coppa Italia, lo sfizio di sconfiggerli, a domicilio o all’Ennio, ce lo siamo tolto per ben 15 volte. Sono stati invece 21 i pareggi e 17 le affermazioni della formazione orobica. Di cui una davvero umiliante per i nostri colori: si giocava in serie B, a Bergamo, correva il 17 gennaio 1932 e l’Atalanta ci rifilò uno storico 7-0 con le reti di Bedetti al 1’, Panzeri al 25’, Sanero al 29’ ed al 38’, di nuovo Panzeri al 39’ ed al 58’ ed infine ancora Sanero al 68’. Altri tempi, per fortuna. Altro calcio. E altro Parma.
Tanto per restare in tema Atalanta: nel momento in cui ne sento pronunciare il nome, non posso esimermi dal ricordarne la splendida cavalcata che nella stagione 87/88, quando gli orobici militavano in serie B (ripeto: in serie B), li vide arrivare ad un tiro di schioppo dalla finale di Coppa delle Coppe (vi partecipavano perché finalisti della Coppa Italia 86/87, conquistata dal Napoli che però, forte dello scudetto appena vinto, era iscritto di diritto alla Coppa dei Campioni): dopo aver eliminato i gallesi del Merthyr Tydfil, i greci dell’OFI Creta e i portoghesi dello Sporting Lisbona,
in semifinale dovettero arrendersi ai belgi del KV Mechelen, che in finale superarono l’Ajax di Danny Blind, John van’t Schip e un giovanissimo Dennis Bergkamp e l’anno successivo sollevarono al cielo anche la Supercoppa Europea, ai danni di un’altra compagine olandese: il PSV Eindhoven di Romario e Ronald Koeman. Un cammino, quello della mitica Atalanta 87/88, che, diciamolo, sembra imparentato con l’impresa, anch’essa solamente sfiorata, dei ragazzini del Parma 2004/2005. Luca Russo