RANKING & DINTORNI: QUANDO I RAGAZZINI DEL PARMA STUPIVANO IN COPPA UEFA…

(Luca Russo) – Per un roseo che si ‘scorda’  del Parma, ce n’è uno che invece se ne ricorda e gli rende onore. L’uno è Andrea Schianchi, l’altro è Fabio Licari: due delle firme più popolari de La Gazzetta dello Sport. Dei tanti articoli che ho consultato sull’edizione odierna del diffusissimo quotidiano milanese, quelli dei due giornalisti appena citati li ho trovati particolarmente interessanti.

DSCN1351Andrea Schianchi, nel mettere a fuoco i delicati equilibri della lotta per non retrocedere, e affermando, giustamente, che restare in A vale quanto accedere alla Champions (chi sopravvive mette in tasca 25 mln, chi scivola in B deve rinunciarvi e prepararsi ad almeno tre anni di stenti), iscrive appena quattro squadre alla volata salvezza. Si tratta di Siena, Genoa, Palermo e Torino. Scelta comprensibile, ma che io, al lume di ciò che ho scritto sul tema non meno di ventiquattro ore fa, non condivido del tutto. Ok, è difficile considerare Cagliari, Parma, Bologna e Sampdoria ancora seriamente esposte al rischio di retrocedere. Ma ritenerle già aggregate al novero di formazioni che columnist finale di stagionel’anno prossimo prenderanno parte alla massima serie, è un azzardo in cui io non mi sarei (ed in effetti non mi sono) lanciato. La serie A è strana, e studiandone un po’ la storia non è raro imbattersi in rimonte clamorose o vertiginosi crolli: l’Inter, undici anni fa, e la Juventus, nel 2000, ci hanno rimesso uno scudetto; Verona (2001/2002), Bologna (2004/2005) e Sampdoria (2010/2011) addirittura la categoria.

DSCN1348Chi invece non si scorda del Parma, e anzi gli rende perfino onore, è Fabio Licari, che nel suo pezzo si chiede se i club italiani abbiano davvero voglia d’Europa. A giudicare dal modo in cui quest’anno Udinese e Napoli hanno affrontato i propri impegni di EuroLeague, direi che di voglia d’Europa ce n’è pochina. A meno che non si tratti della redditizia ed esilarante (ma poi quanto?) Champions. “L’Italia – ci ricorda Licari continua a perdere posizioni nel ranking Uefa: perfino il Portogallo è in corsia di sorpasso”. E se il Benfica, giunto fino alle semifinali del DSCN1346secondo torneo continentale, dovesse eliminare i turchi del Fenerbahce, guadagnandosi la finale di Amsterdam, prepariamoci a cedergli la nostra quarta piazza (che al momento ci garantisce due squadre nei gironi di Champions, una ai preliminari e tre in Europa League). Perché stiamo lentamente addentrandoci nella “fascia B d’Europa”? Semplice: non per i nostri insuccessi in Champions, quanto per quelli rimediati in Europa League. “Da quando esiste – continua Licari – la Spagna ha qualificato ben 9 squadre nelle DSCN1349semifinali della vecchia Coppa Uefa (e vinto 4 coppe); la Germania 6; il Portogallo (un successo) e l’Inghilterra 5; l’Ucraina 2 (con una coppa vinta). E l’Italia? Una semifinalista: il Parma nel 2005”. Finalmente: era ora che qualcuno si ricordasse che l’ultima italiana a fare bella figura nel secondo torneo continentale è stato il Parma. Temevo che i media avessero tempo e spazio solo per tessere le lodi del Napoli che padroneggia nei gironi – i gironi! – di Europa League o dell’Inter che nella stessa manifestazione a momenti sfiora un’incredibile 2004-05-cska-parmaremuntada (contro il Tottenham). Onestamente mi ero rassegnato all’idea che quella piccola grande impresa del 2005 fosse irrimediabilmente scivolata nel sottoscala del calcio italiano, riconoscente con chi è grande, quanto ingrato con chi invece è provinciale o semplicemente una nobile decaduta. Come lo era il Parma otto anni fa. Non un Parma qualunque. Ma quello 2004-05-parma-cskadell’amministrazione straordinaria; quello della salvezza conquistata in un drammatico doppio spareggio coi cugini del Bologna (dopo i 42 punti, dico 42, della regular season…); quello che iniziò la stagione con Baldini e la chiuse col mitico Carmignani; quello che la Cupola avrebbe voluto mandar giù al posto della Fiorentina; quello che in squadra aveva gente del calibro di Gilardino, Bresciano, Morfeo, Grella, Simplicio, Frey, cska parma 3Bovo, Cardone… eppure dovette soffrire fino a metà giugno per conservare la massima serie; quello che, proprio perché rischiava di farsi sbattere fuori dal calcio che conta, la trionfale onda europea decise di cavalcarla con una squadra intrisa di Primavera tipo Savi, Dessena e Ruopolo; quello che, nonostante i ragazzini, in quella Coppa Uefa fece fuori, nell’ordine, Maribor, Besiktas, Standard Liegi, Stoccarda (e che partita lì in Germania!), Siviglia e cska parma 2 (2)Austria Vienna. Per poi piegarsi, ad un solo passo dalla finale di Lisbona, allo strapotere tecnico ed economico del CSKA Mosca, futuro vincitore della Coppa. E se il giudice sportivo non avesse ‘omesso’ il petardo che nella semifinale di ritorno scombinò timpani e pensieri di Luca Bucci, beh forse ora parleremmo anche di un altro Parma: quello che, se l’avesse vinta per la terza volta, la Coppa Uefa, ora Europa League, è un po’ come casa sua… Luca Russo

2 pensieri riguardo “RANKING & DINTORNI: QUANDO I RAGAZZINI DEL PARMA STUPIVANO IN COPPA UEFA…

  • 2 Maggio 2013 in 01:45
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    Genio guarda che la Fiorentina è arrivata in semifinale nel 2008 contro il Glasgow Rangers…se vuoi fare il “giornalista” impara ad indagare invece di fare copia-incolla

    credo che il buon majo è d’accordo con me 😉

  • 2 Maggio 2013 in 08:28
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    Chiedo scusa per l’errore e mi preoccuperò di indirizzare lo stesso consiglio, quello di andare a indagare, anche al buon Licari, che come il sottoscritto credeva che il Parma fosse stata l’ultima italiana a togliersi qualche soddisfazione nel secondo torneo continentale. Grazie mille per la segnalazione e per aver dedicato parte del suo tempo alla lettura dell’articolo.

    Comunque l’omissione non cambia la sostanza del discorso: l’Italia è in caduta libera perché snobba l’Europa League.

    Ah, caro Disinformato…a proposito di consigli, mi permetto di rivolgergliene uno: non abbia paura di ricorrere al congiuntivo.

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