UN UOMO IN DUE MAGLIE / DOMENICO MORFEO TRA PARMA E ATALANTA

un uomo in due maglie(Luca Savarese) – Il crociato incantato milanese Pietro Sironi, me lo ha rivelato la prima volta che lo conobbi, nel casting  lombardo per Quelli che. “Sono affezionato a Morfeo, bel giocatore e persona semplice”. Eo eo Domenico Morfeo, questo cantavano i tifosi del Parma. Già, canti, canzoni, poeti e cantori. Domenico Morfeo da Pescina, 16 gennaio 1976, a metà esatta tra il suo omonimo divino, il dio Morfeo quello che addormentava gli umani, e tra il poeta antico Orfeo, fine dicitore che aveva una parola così dolce che anche i corsi d’acqua rimanevano ad ascoltarlo. In effetti Morfeo ha addormentato parecchie difese con le sue giocate e scritto diversi morfeo e colysonetti con i suoi piedi, discontinui, girovaghi, ma che in qualche modo erano imparentati con la magia. Mimmo come lo chiamano gli amici, fin da piccolo con la palla sembra essere un taxi in pieno traffico: va velocissimo. In Abruzzo arriva una proposta dalla Lombardia: si è fatta avanti l’Atalanta, grazie anche all’intercessione del suo primo allenatore, Bixio Liberale, abruzzese anch’egli ed all’epoca, osservatore atalantino. Mimmo a 14 anni lascia l’Adriatico e il Delfino per Bergamo sport_calcio_italiano_domenico_morfeo_atalanta_vicenza_stjapan_tomas_ansae la Dea. A 17 anni come i predestinati, arriva l’esordio in A, allo stadio Atleti azzurri d’Italia arriva il Genoa. Inizia qui la sua carriera. Il giovane non è niente male, ha fantasia e numeri. Claudio Cesare Prandelli, il mago di Orz(inuovi), attuale timoniere azzurro, lo aveva avuto nel settore giovanile atalantino e non aveva dubbi sulle sue qualità. A Bergamo si prende la dea sulle spalle: domenico morfeodal 1993 al 1997 ne è il faro ed il trascinatore, sia in A che in B, il gioco degli orobici passa, come i pneumatici sull’asfalto,dai suoi piedi. Mezza Italia pallonara se ne innamora:lo porta a casa la Fiorentina di allora per 8,5 miliardi delle vecchie lire. Firenze però non è Bergamo alta né bassa, lì era il talento, nella città di Marsilio Ficino e Girolamo Savonarola, è uno dei tanti, deve sgomitare con grossi calibri quali Batistuta, Rui Costa, morfeo domenicoEdmundo e le presenze sono col contagocce. Inizia quindi il suo tour dell’Italy, a guisa di Goethe e degli scrittori sette-ottocenteschi che volevano scoprire le storie del nostro bel paese. Romantico ed illuminista al tempo stesso Mimmo, nel senso che accendeva la luce ad intermittenza, costretto a vagare ed a portare la sua lanterna per tutto lo stivale: Milano, sponda rossonera, Cagliari, Verona, poi ancora Firenze, di nuovo Bergamo e riecco Firenze, finché, complice anche il fallimento della Fiorentina, riapproda a Milano, questa volta all’Inter. Se fosse stato alcuni anni di seguito nella stessa squadra…, dicono di lui. Il ragazzo ha 28 anni, può ancora dare parecchio. Il Parma di Prandelli, suo mentore nel vivaio atalantino e poi suo mister al Verona, lo accasa. Nel ducato morfeoresta più a lungo che in qualunque altro posto. Quando si dice trovarsi bene. Vive diversi Parma. Si salva con Gedeone Carmignani a Bologna, è presente nella salvezza tranquilla targata Mario Beretta, nell’exploit-salvezza di Claudio Ranieri nel 2007 e nella tregenda del 2008 finita con retrocessione in B. In tutto fanno 101 presenze condite da 16 gol come quella punizione che gelò il Via del Mare in un epico Lecce-Parma: 3-3 a fine maggio 2005. Se il Gila a Parma segnava a raffica, molto nutrimento sotto porta lo riceveva da lui. Una piccola parentesi lombarda, con il Brescia e con la Cremonese di Emiliano Mondonico, prima di tornare nel domenicomorfeosuo Abruzzo da dove il suo amore per il pallone è iniziato: San Benedetto dei Marsi, formazione della seconda categoria. Il ducato però deve averlo affascinato ed infatti oggi ha un ristorante con la sua famiglia a Parma. Da un pallone su un campo ad un piatto sul tavolo il passo è breve. Stessa esperienza del cagliaritano Pietro Paolo Virdis, prima con il Milan da calciatore ed oggi a Milano da ristoratore. Numero dieci orobico e piedini dolci parmensi, gli ingredienti giusti per essere Un uomo in due maglie di oggi. Luca Savarese

 

LE PRECEDENTI PUNTATE DI UN UOMO IN DUE MAGLIE

1. MARCIO AMOROSO (PARMA-UDINESE)

2. PIERLUIGI ORLANDINI (INTER-PARMA)

3. SERGIO CONCEICAO (PARMA-LAZIO)

Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.