AL CRISTALLO DI FIDENZA IL TRIBUTO AI PINK FLOYD DEI ‘RASTEROIDS’ CON LA STORIA DELLA ROCKSTAR PINK IN “THE WALL”: I VIDEO DELL’EVENTO
(gmajo) – Sperando che non si sia trattato dell’ultima volta “definitiva” – ché l’allarme che avevamo lanciato un paio di settimane fa circa gli ampi dubbi sul futuro dello storico “Cine di Prêt” (come lo ha definito su Nave Corsara, in calce al nostro articolo ben titolato “Le anime sono salve, il cinema un po’ meno”, la nota fidentina Claretta Ferrarini, aggiungendo un significativo “ät fâgh tant ävgüri, cum tütt èl cör”) non è affatto superato, e forse addirittura amplificato – venerdì sera, 14 giugno 2013, si è chiusa la stagione “invernale” del Cristallo di Fidenza con il “tribute” ai Pink Floyd del gruppo pramzàn dei Rasteroids. Alla programmazione cinematografica, sostanzialmente ridotta, circa i giorni di proiezioni, rispetto al recente passato,
l’Associazione Fidenza Cultura – che da un paio di anni ha ereditato la gestione, un tempo appannaggio dell’esperto Don Mario Fontanelli, della sala ultracinquantenne con un comodato gratuito concesso dalla proprietà (una fondazione che fa riferimento soprattutto alla Curia locale) che però ora pare abbia altri progetti che noi abbiamo definito un po’ più “secolari” che non favorire l’accrescimento culturale della comunità – ha aggiunto un
cartellone di eventi musicali, sfruttando il palco del teatro per proporre dei concerti (per l’assistenza tecnica no problem, giacché il presidente Gilberto Berzolla è un esperto del settore). Per l’estate Fidenza Cultura, dopo un accordo raggiunto con l’amministrazione municipale borghigiana, proporrà, nel cortile delle Orsoline, ormai consolidata location, un ciclo di
otto pellicole, che si concluderà a Ferragosto. L’idea iniziale era quella di bissare le proiezioni all’aperto con altre al chiuso del Cristallo il giorno successivo, ma poi è sfumata: la vetusta sala cinematografica, però, rimarrà a disposizione per eventuali proiezioni in caso di maltempo. L’autunno successivo, però, chissà
se riaprirà i battenti: il bilancio economico del biennio della gestione da parte dell’associazione culturale non è confortante (purtroppo i numeri sono quelli che sono: la piazza non risponde, per tutta una serie di svariate motivazioni, e così gli “economi” hanno buon gioco nel continuare a sostenere che è inutile continuare) e in più ci sarebbe da aggiungere l’alto costo per l’adeguamento delle apparecchiature di proiezione dopo lo switch off dalla pellicola al digitale che necessiterebbe di almeno cinque anni di tranquillità di esercizio per essere ammortizzato. Insomma, speriamo che “The Wall” dei Pink Floyd non sia stata la colonna sonora del funerale…
I "Rasteroids", l’altra sera, condividendo il rischio di impresa (i 40 componenti del gruppo sono tornati a casa con circa 150 euro da spartirsi, e direi, quindi, che hanno da evacuare sottile) altrettanti sono andati a Fidenza Cultura, giacché i paganti erano circa un’ottantina, per un incasso attorno ai 300 euro) hanno proposto la storia di Pink, una rockstar che durante un massacrante tour riflette sul rapporto con sua moglie ormai giunto al termine. Nelle lunghe giornate passate in solitudine in una anonima stanza di
albergo tra un concerto e l’altro, Pink, nel vano tentativo di mettersi in contatto con la moglie, rievoca i fantasmi della sua esistenza: la morte del padre in guerra e l’infanzia difficile, stretta tra l’atteggiamento iper-protettivo della madre e l’indottrinamento da parte di professori psicopatici. Simbolicamente le difficoltà e i traumi esistenziali di Pink sono stati rappresentati con dei mattoni che hanno costruito un muro di isolamento che lo allontanano dalla realtà, fino a un completo
isolamento. Alla fine, in uno spietato processo introspettivo, Pink ha affrontato i propri traumi fino alla caduta del muro che lo ha riportato a contatto diretto con i propri simili. I Rasteroids hanno proposto questo concept album per invitare a riflettere sulla paura dell’uomo di non riuscire a comunicare col prossimo, quindi di restare solo in un mondo che non lo comprende e che lo emargina. Tema sviluppato negli anni ’70, ma ancora attuale, nonostante (o complice?) l’avvento dei social networks.
La formazione: oltre ai Rasteroids le voci erano di Arnaldo Sacchelli e Patrizio Parisi; basso: G.Paolo Bizzaro; batteria: Tino Carretta; chitarra acustica: Alessandro Bonati; chitarra elettrica: Giuseppe Castagnetti; piano e tastiere: l’applauditissimo profeta in patria Luca Pollastri; le coriste: Annalisa Parisi, Casey Dickey e Luana Villani e, ospiti speciali, gli "Juvenes Cantores" della Cattedrale di Fidenza e la Compagnia Teatrale "Al Tremlo’n" con la regia di Annamaria Musi.
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