EUROPEO UNDER 21 / ITALIA-OLANDA 1-0: FORSE CON SANSONE DENTRO SUBITO NON CI SAREBBERO STATI DA ASPETTARE 80 MINUTI PRIMA DEL COLPO DA BILIARDO DI BORINI…

foto 4 (2)(Luca Russo) – Un passaggio ben assestato di Insigne e il colpo quasi da biliardo di Borini: palla in buca e Olanda nel sacco. Tanto basta ai ragazzini di Mangia per superare gli arancioni (1-0) e guadagnarsi l’ultimo atto di questo Europeo contro la temibilissima e fortissima Spagna. Siamo in finale. Non accadeva dal 2004, anno in cui vincemmo il nostro ultimo titolo grazie (soprattutto) alle prodezze di Gilardino. Bravi Azzurrini. Festeggiate pure, ma senza esagerare. E foto 5non fatevi troppe illusioni in vista della sfida di martedì prossimo. Perché tra le due formazioni scese in campo nel minuscolo impianto di Petah Tikwa, quella che avrebbe meritato il biglietto per Gerusalemme, sede della finale, sarebbe stata l’Olanda. E non l’Italia, che si è imbattuta in una partita nella quale non le è riuscito praticamente niente, se non due cose: la tattica del fuorigioco, che a più riprese ha diluito il potenziale offensivo degli avversari, e, appunto, la combinazione foto 2 (3)(vincente) lungo l’asse Insigne-Borini che ci ha permesso di aprire, senza lasciare segni di effrazione, lo scrigno olandese. Per il resto, considerando il (non) gioco che abbiamo espresso, si è trattato di una gara da dimenticare. Di quelle che, se replicassimo in finale contro l’elegante e pericolosa Spagna, ci rimetteremmo certamente la pelle. Nel primo tempo (e in verità anche nel secondo) è l’Olanda a fare la partita. In apertura una bella punizione calciata da foto 1 (4)Maher va a sbattere contro il palo. E in chiusura di frazione Blind, con un missile scagliato da lunghissima distanza, costringe Bardi agli straordinari. L’Italia si vede poco, molto poco. Gli unici due squilli azzurri portano la firma di Immobile, il cui diagonale si spegne sui piedi del quasi inoperoso Zoet, e Borini, che da posizione un tantino defilata spara sull’esterno della rete. I Mangia-Boys non carburano, restano inchiodati alla propria metà campo, si espongono foto 2 (2)sistematicamente alle offensive olandesi e nei primi quindici minuti rimediano addirittura due gialli (l’uno sventolato a Borini, l’altro a Verratti): segno che l’Olanda spinge tanto e bene. Le cose non migliorano nella ripresa. Ok, gli arancioni calano, tengono un po’ meno la palla e Bardi corre meno rischi che nei primi quarantacinque giri di lancette. Ma l’Italia continua a stentare. E’ a centrocampo che gli Azzurrini denunciano le maggiori difficoltà. Verratti foto 5 (1)non è in serata, così come Fausto Rossi che non ne indovina una. Insigne procede a corrente alternata (è evidente che non ha ancora completamente smaltito l’infortunio alla caviglia sinistra) e dall’altra parte Florenzi attacca male e difende anche peggio. Ci servirebbe un miracolo per sbloccare una gara che pare inevitabilmente indirizzata verso i supplementari. Arriva al 79’: Insigne sguscia via sulla sinistra e serve la palla sui piedi di Borini che prima si libera del proprio marcatore e poi, di destro, trafigge foto 3 (6)l’incolpevole Zoet. E’ il gol che ci spalanca le porte della finale e quelle di Gerusalemme. Ma quanta sofferenza. Negli ultimi dieci minuti c’è stato spazio anche per il nostro Sansone. Che, dato il basso (se non bassissimo) minutaggio, non ha potuto lasciare il segno (come invece era riuscito a fare, da titolare, contro la Norvegia). Il CT Mangia gli ha preferito un Insigne a mezzo servizio. Sbagliando, secondo noi. Perché se è vero che il nostro vantaggio è stato ispirato dal Magnifico, è altrettanto innegabile che la prestazione foto 2 (3)del folletto di Frattamaggiore non è stata superlativa. Di palle ne ha perse parecchie, alcune pure in modo banale, e non sempre ha ripiegato per dare man forte al povero Regini che spesso s’è trovato in balia di un Wijnaldum in serata di grazia. Insomma, Insigne ci ha permesso di vincere, però ha anche rischiato di farci perdere il treno per Gerusalemme. Non avremo mai la controprova, ma crediamo che con Sansone nell’undici di partenza (e, intendiamoci, il Sansone visto all’opera contro i vichinghi) l’Italia non avrebbe dovuto attendere ottanta minuti per piegare un’Olanda tanto bella quanto inconcludente… Luca Russo

Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.