MODENA E’ LA PROVINCIA D’ELITE CON TRE SQUADRE TRA A E B. A PARMA, INVECE, CI SONO SOLO I GIALLOBLU’ SALVATI DAL BRESCIANO GHIRARDI. E IL FIDENZA STAVA PER RINUNCIARE ALLA SERIE D…

modena qui(gmajo) – Come sta il calcio a Parma? Male grazie. O meglio bene, perché c’è sempre una squadra in serie A, anche se per merito del bresciano Ghirardi, ché se fosse stato per la nostra classe imprenditoriale, dopo la grandeur dell’era Calisto, il Parma FC sarebbe finito nell’inferno delle serie minori, sorte toccata ai nostri confinanti ad Est (Reggio Emilia) ed Ovest (Piacenza). Del resto Bondi ed Angiolini, prima di individuare l’appassionato ex presidente del Carpenedolo – che loro, specie il Commissario, conoscevano bene poiché rampollo di una famiglia di imprenditori della Brescia bene (lo zio Marino Pasotti, fratello di Mamma Gabriella, è stato socio storico di Gnutti) – come interlocutori per l’acquisto della società in bonis, cioè senza debito alcuno e ancora con qualche pezzo di gioielleria ancora invenduto, avevano avuto solo il povero Gaetano Valenza, e il futuro galeotto, ma già ex presidente del Real Madrid, Lorenzo Sanz. Indigeni? Manco l’ombra… E così non ci può essere partita con Modena che ora è la provincia italiana che guarda tutti dall’alto, come oggi orgogliosamente scrive il quotidiano Modena Qui, dopo le promozioni in A del Sassuolo e in B del Carpi, che affianca gli storici canarini, ormai abbonati alla cadetteria per un totale di tre squadre tra i professionisti. Una sorta di record per la provincia italiana, indubbiamente, anche se nel passato, come precisa il giornale citato (che mi pare modena on linefaccia un po’ le pulci all’entusiasta Vanni Zagnoli, il quale in un pezzo per Modena On Line – in cui tra l’altro mi ha menzionato, e lo ringrazio, per la definizione che gli avevo affibbiato di teorico dell’abbattimento dei campanili lungo la Via Emilia – aveva scritto: “Dovrei ristudiarmi la storia del calcio italiano, a memoria credo che l’unica provincia con 3 squadre nelle prime due serie sia stata solo Milano, con il Monza in B e naturalmente Inter e Milan in A”), con tanto di sottotitolo con punto esclamativo, “Il primato assoluto ce l’ha tuttavia la città di Milano, e non poteva essere altrimenti. Gli almanacchi, che sono fatti per essere letti per filo e per segno, raccontano infatti – guardando dal  secondo dopoguerra in avanti – come, nel 1951-52 e nel 1953-54, la provincia di Milano avesse contemporaneamente ben 3 squadre in A e 2 in  B: Inter, Legnano e Milan nella massima divisione, Monza (che ancora non faceva provincia) e Fanfulla (la squadra di Lodi, città per la quale vale lo stesso discorso) in Serie B. Negli anni ‘50, per Milano, avere 5 squadre fra A e B era del resto la norma, considerando anche le fugaci apparizioni in B di Seregno e Pro Sesto. Numeri impossibili da raggiungere per le grandi metropoli, figuriamoci per Modena”. Ciò nonostante: “Per essere una piccola-media provincia, non certo una metropoli – prosegue l’autore – Modena nella stagione 2013-2014 sarà senz’altro la provincia del pallone: una squadra in A, il Sassuolo, due in B, Carpi e Modena, vale a dire tre club nelle prime due divisioni del calcio italiano. Una provincia d’elite, quella modenese, il ‘made in Mo’ che trionfa e si prende il primato anche per quanto riguarda la classifica delle province del calcio professionistico per la prossima stagione, a pari merito con Milano, Genova e Napoli ma davanti, e per distacco, a Roma e Torino, per esempio, oltre che a Brescia, Firenze, Bergamo, Padova e Salerno che compongono la top 12 del calcio professionistico italiano”. Il servizio del foglio geminiano è completato con una tabella, un po’ da maniaci con la classifica completa in cui vengono attribuiti 4 punti per ogni squadra in A, 3 per la B, 2 per la Prima, 1 per la Seconda Divisione. “Un risultato strepitoso – aggiunge Modena Qui – soprattutto alla luce delle dimensioni della provincia di Modena (a proposito: Reggio Emilia, che lo Stato avrebbe voluto accorpare a Modena nel disegno di riordino delle province, nella nostra classifica è in… zona retrocessione) rispetto alle altre province del pallone italiano; ancora di più se si tiene conto del solo risultato regionale: Bologna e  Parma hanno un solo club in A e nessuna altra società fra i pro’, di Reggio s’è detto, Ferrara ha solo la Giacomense (la Spal è in D) e, passando in Romagna, tiene botta Forlì-Cesena  (2 club, uno in B e uno in Seconda Divisione) menre Rimini ha tre squadre tutte in Seconda. Zero società professionistiche a Piacenza e Ravenna, sorpassate anche dalla… Repubblica di San Marino, enclave estera inserita a tutti gli effetti nella nostra regione”.

locandina gdpProprio la mattina del giorno in cui il Carpi avrebbe poi guadagnato la storica promozione tra i Cadetti, cioè domenica scorsa, grazie al pareggio al Via del Mare di Lecce per 1-1, dopo il successo di misura nel play off di andata, transitando dalle parti del Quartiere Luce di Fidenza mi era caduto l’occhio su una locandina (che poi avrei scoperto essere di qualche giorno prima) della Gazzetta di Parma, che strillava: “Il Fidenza rifiuta la serie D”. Non sono un grosso esperto di calcio dilettantistico, essendo piuttosto assorbito dalle vicende di casa Parma, in cui, come noto, mi piace ficcare il mio capiente naso, ma una notizia del genere mi aveva oltremodo disturbato, poiché la volontaria rinuncia al titolo sportivo non è mai molto edificante, anche se sovente necessario, per fidenza 13 06 2013 gdpmotivi di carattere economico, immaginarsi in periodo di congiuntura, soprattutto se la proprietà di un club fa riferimento ad una azienda del settore edile; ed è stato, poi, estremamente soddisfacente, invece, apprendere, leggendo un successivo articolo (di giovedì 13 giugno 2013) della Gazzetta di Parma, a firma di Marco Bernardini, che infine la gloriosa società borghigiana, ha romanticamente optato per giocarsi le proprie chance, sia pure con un budget ridottissimo, nella categoria che aveva sportivamente meritato di occupare. La decisione non è stata indolore: con l’uscita di scena dei soci di minoranza, in particolare il dg Faroldi e Rastelli, gli ideologi del declassamento per la ragion di stato (il previsto premio di circa 37.000 euro per l’impiego di giovani, non si capisce bene per quale motivo è stato attribuito al solo Montebelluna e non già anche all’avente diritto Fidenza, e senza quel contributo i chiari di luna sono tutt’altro che rosei). Il tutto è scaturito da una nuova assemblea dei soci, svoltasi martedì 11, in cui la votazione, per alzata di mano, ha ribaltato il verdetto dell’assemblea precedente (in cui avevano pesato di più i voti delle singole unità, che non l’effettivo peso bella proprietà). E’ chiaro che le ambizioni per la prossima stagione non potranno che essere ridottissime come il budget a disposizione. A guidare la squadra, che ha già perso non pochi effettivi, è stato (ri)chiamato Francesco Montanini, che già si era seduto in passato su quella panchina. Il depauperato Fidenza, unico club pramzàn in D, è la prima risposta parmigiana (a parte il Parma FC of course) al Sassuolo o al Carpi, squadre modenesi dal passato minore, che sono riusciti nel salto di qualità. In passato, a resistere alle turbolenze della Lega Pro, ci avevano provato i Crociati (Noceto, e prima  ancora Collecchio), che poi decisero un doloroso doppio declassamento, non avendo più le risorse disponibili per misurarsi in quel tipo di torneo. Peccato: sarebbe stato bello, ad esempio, se quelle collaborazioni che ora il Parma sta cercando di avere nel centro Italia (Gubbio su tutti) si fossero materializzate alla nostra latitudine, ma, onestamente, all’orizzonte non appare alcuna squadra del territorio che possa legittimamente ambire alla prossima serie C. Già sarà tanto – e davvero tanto – se il Fidenza manterrà la categoria in D. E pare fantascienza poter pensare che il grande balzo lo possano in futuro tentare le cinque formazioni di Eccellenza (una volta erano sei, ma dopo una ventina di anni di onorevole permanenza il Monticelli è stato retrocesso). Rimangono appunto, i già citati Crociati (che almeno hanno vissuto le ultime due stagioni meno pericolosamente), il Colorno (in orbita Erreà), il Pallavicino (frutto della fusione di più di un lustro fa tra Polesine e Busseto), il Salsomaggiore, che è una sorta di incompiuta, essendo la squadra con le migliori strutture del territorio (ricordiamo che fino a pochi anni fa, d’estate, ne usufruiva perfino il Parma), anche se sono tre stagioni che si salva solo dopo i play out; la Fidentina, alias i cugini minori del Fidenza, nati 25 anni fa in un quartiere borghigiano, che si cavò la soddisfazione di giocare con loro un derby in Promozione. Non è un caso, dunque, se il settore giovanile del Parma, gestione Palmieri, da alcuni anni a questa parte prova a dialogare più con squadre del Piacentino, tipo la Lupa Piacenza (ex Piacenza di Garilli) o Pro Piacenza (neopromossa in Eccellenza) che non del nostro territorio. E anche la PFS ha un solido punto di riferimento con la Pontenurense. Tra l’altro, rispetto al passato, ora il Parma non disdegna di far fare esperienza a propri calciatori prestandoli a squadre dilettantistiche, laddove possono proseguire ad allenarsi con certi ritmi, e a costruire il proprio bagaglio misurandosi con calciatori più scafati. Ad esempio Moroni, che con Cerri ha posato come modello alla presentazione delle maglie crociate 2013 al Regio, ha arricchito il proprio bagaglio giocando titolare in Eccellenza con i Crociati. Qualcuno si è anche chiesto come mai nella rete di squadre satelliti che il Parma sta costruendo non ci sia il Carpenedolo: l’ex squadra di Ghirardi, non esiste più, o meglio, si è fusa con il Montichiari. Racconta Wikipedia: “Nel maggio 2010 la formazione rossonera, dopo sei anni nel calcio professionistico, retrocesse in Serie D, categoria nella quale militò nella stagione 2010-2011, inserita nel girone D. Tale stagione fu travagliata per i rossoneri che giunsero in zona play-out; negli "spareggi salvezza" contro il Ponsacco la squadra bresciana perse sia l’andata che il ritorno, retrocedendo così in Eccellenza Lombardia. Tornata in serie D, al termine della stagione 2011-2012, ottenuta la salvezza ai play-out contro il Darfo Boario, trasferì la sede nella vicina Montichiari (la cui squadra, il Montichiari, non si è più iscritta in Lega Pro) cambiando i colori sociali in rosso-blu e formando così il nuovo Football Club Atletico Montichiari”. Formazione allenata da una vecchia gloria parmigiana, Marco Torresani, già allenatore dei Crociati (dal 2008 al 2011) e poi dello stesso Carpenedolo (2011-12) prima della fusione.

Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.

6 pensieri riguardo “MODENA E’ LA PROVINCIA D’ELITE CON TRE SQUADRE TRA A E B. A PARMA, INVECE, CI SONO SOLO I GIALLOBLU’ SALVATI DAL BRESCIANO GHIRARDI. E IL FIDENZA STAVA PER RINUNCIARE ALLA SERIE D…

  • 18 Giugno 2013 in 17:39
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    C’è anche da dire che Sassuolo ha quasi 40mila abitanti, Carpi 70mila e il più grande comune di Parma raggiunge appena i 25mila con Fidenza. Numeri un po’ diversi.

    • 18 Giugno 2013 in 17:53
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      Sì, ma anche le rispettive categorie sono un po’ diverse…

  • 18 Giugno 2013 in 19:17
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    il “dramma” sportivo modenese è che il Modena è in B….

  • 21 Ottobre 2013 in 12:13
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    Verona ha tre squadre tra i professionisti: Hellas e Chievo in A e Virtus verona in lega pro.

  • 21 Ottobre 2013 in 12:38
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    il pezzo è di giugno, la Virtus allora non era ancora stata ripescata. Comunque, il discorso (il giornale qui, più o meno insensatamente, metteva i punti: sarebbero 10-9, cioè 4+3+3 vs 4+4+1) cambia poco

  • 16 Novembre 2013 in 17:16
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    però a verona sono 3 squadre della stessa città, non della provincia! un po come quando c’era a roma la Cisco (poi Atletico, con Ostia Mare in C2, tra l’altro)

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