E ORA E’ IL CHIEVO IL MODELLO DEL GHIRO (CHE PERO’ HA COMPRATO CASSANO…) – L’opinione di Gabriele Majo, direttore di stadiotardini.it
(gmajo) – C’erano una volta i modelli Udinese e Catania (Ghirardi dixit al crepuscolo della stagione 2012-2013), adesso si è aggiunto anche il modello Chievo (Tom, che peraltro ha appena acquistato Cassano, lo ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport che ha pubblicato stamani una sua intervista realizzata da Giuseppe Calvi, inviato nel ritiro di Ostuni). Diciamo che il discorso mi pare un po’ contradditorio, giacché la minuscola squadra veneta non mi pare possa vantare la stessa forza contrattuale della muova grandeur crociata, e neppure quella dei due precedenti modelli gestionali ideali per Ghirardi. Il Chievo, semmai, potrà essere un modello per la correttezza dei suoi tifosi, pur non avendo il Parma nulla da invidiargli, giacché la Coppa Disciplina occhieggia ai colori gialloblù, veronesi e pramzàn: il Chievo potrà magari avere le stesse problematiche dei crociati a
proposito del mini bacino d’utenza, che è uno dei cavalli di battaglia del “Pres” e del “Leo” che non perdono occasione (il riferimento c’è anche oggi sulla Rosea) per sottolineare quanto sia iniqua l’odierna spartizione dei diritti tivvù. Però il Chievo, nonostante fosse arrivato persino alla Champions League, non mi pare abbia avuto al proprio servizio dei top player come Amauri, Cassano, Crespo, Giovinco o C. Lucarelli. Sul concetto che si possa fare calcio bene, senza esser delle superpotenze mi trovo in perfetta sintonia con Ghirardi, e non ho difficoltà ad ammettere, come fa lui, che in questo
senso il Chievo possa essere esemplare; ma la ricetta di Campedelli, rispetto a quella di Ghirardi mi pare un po’ diversa. Tommaso non ha mai lesinato acquisti di top player, sia per appagare le proprie ambizioni personali (quando il piccolo Enrico sarà grandicello potrà fargli vedere le figurine dei campioni di fama che ha avuto a libro paga), sia per accontentare una piazza più propensa ad apprezzare le grandi firme che non “i saranno famosi” (tipo
Udine, come spesso rimarca Leonardi). In tutto questo, poi, c’è un’altra contraddizione: da una parte c’è la voglia matta di andare in Europa (tant’è che il Pres ha rivelato di aver considerato solo questi premi a vincere), dall’altra c’è il timore di ammetterlo: “Non faccio proclami – ha detto il Ghiro a Calvi – per evitare di esser poi ripreso dai soliti saputelli del calcio”. Io penso sia offensivo, nei confronti di squadre che hanno meno mezzi del Parma da investire sul mercato, quello di insistere con la favoletta piuttosto stantia dei 40 punti e poi ci divertiamo, né credo che Donadoni
abbia convinto Fantantonio dicendogli vieni da noi a provare l’ebbrezza della lotta per non retrocedere. I proclami non si fanno solo con le parole (e del resto, saputelli o non saputelli, il Ghiro sono anni che ci dice che sogna perfino la Champions), ma con i fatti: e trattenere Amauri e Paletta, con tutte le richieste che hanno ricevuto (così sostengono Tom & Leo) e prendendo un top player come Cassano non mi pare si manifesti la volontà di vivere la giornata, ma appunto di cercare di migliorare il 10° posto (sono sempre parole di Ghirardi raccolte sul taccuino di Calci e riproposte ai lettori della Rosea). Io credo che sarebbe anche più funzionale svelare gli obiettivi, tanto, saputello o non saputello, proclami o non proclami, se il Parma
non dovesse rispettare le mie legittime aspettative io lo criticherei comunque: così come lo elogerei qualora mi stupisse andando oltre. Io penso che un eventuale flop di Cassano – scelta coraggiosissima, quella di FantAntonio, che meriterebbe di esser premiata – non dovrebbe preoccupare per i risvolti mediatici, o per le punzecchiature delle fastidiose zanzare o api, quanto per quello che molto più seriamente potrebbe
comportare. Concorrere per un obiettivo non significa avere l’obbligo di perseguirlo: ma concorrere, quello sì, è un must cui non venire meno. Io credo che i tifosi del Catania, pur non essendo arrivati in Europa, non possano che essere orgogliosi di quanto fatto dalla propria squadra, che si è preso il lusso di mettere l’Inter dietro le spalle. Concorrere per un obiettivo, fino in fondo. Non fermarsi, come un campionato fa, a metà del percorso. Gabriele Majo
Direttore, forse sarò vittima dei suoi concetti CAPZIOSI (cme le bela cla parola chi) ma i paragoni con il Chievo sono quasi ridicoli. Il Ghiro fa il modesto in pubblico, come fanno tutti, specie sui media nazionali, ma la verità è questa qua. Quest’anno si punta all’Europa, poche balle. Chi è scaramantico si tocchi gli zebedei ma quando si investe per andare in Europa, un risultato inferiore è insoddisfacente, specie per chi ci ha messo i soldi.
Comunque andrà a finire l’impegno di Ghirardi è innegabile, tutti gli altri invece dovranno rispettare le aspettative. Etor che 40 pont…