I METEORismi di Lorenzo Fava / LA ROCK STAR LUPATELLI, CHE A PARMA AVREBBE DOVUTO RAPPRESENTARE IL DOPO-FREY…

(Lorenzo Fava) – Si discute molto sul difficile, complicato, maledetto ruolo del portiere: meglio alternare gli estremi difensori nel corso della stagione o battezzare un titolare e il suo “eterno” vice? La stragrande maggioranza di quella tribù che è il mondo del calcio preferisce optare per la seconda ipotesi: «un buon portiere è già il 40 % della squadra» si sente spesso dire, ma viene di conseguenza la necessità di avere in rosa un “dodicesimo” affidabile. Da alcuni (parecchi) anni a questa parte, Cristiano Lupatelli, nato a Perugia in quella notte del 21 giugno del 1978, cresciuto calcisticamente nelle file della Fidelis Andria, incarna perfettamente il ruolo del portiere di riserva. Che – chiariamo – è di fondamentale importanza negli equilibri di una squadra, perché garantisce al titolare di allenarsi nelle migliori condizioni possibili e con serenità, ma – non siamo ipocriti, per cortesia! – ogni tanto sarebbe gradito anche rendersi protagonista e giustificare, perlomeno, la presenza.

Quel volto da rock star (lucida pelata, folte basette da musicista anni ’70 e pizzetto da non proporre ai minori di 14 anni) del buon Cristiano Lupatelli sono anni che non lo vediamo tra i riflettori della Serie A, e ormai, nemmeno nella collezione di figurine Panini. Infatti il Lupo è diventato ormai l’«eterno terzo» in quel di Firenze, ed è dal lontano 2005 – proprio quella che lo vide “protagonista” nel Ducato – che non parte all’inizio di una stagione con i gradi di titolare.

Lupatelli aveva esordito in Serie A non in una partita da niente: 25 marzo 2000, all’Olimpico c’è il derby sentitissimo con la Lazio e Cristiano Lupatelli deve sostituire “nonno” Antonioli tra i pali della porta giallorossa. Il derby, logicamente, se lo aggiudicheranno gli aquilotti biancocelesti. Ma l’avventura giallorossa dell’ex portiere della Fidelis Andria è partita e sembra avviarsi verso una degna conclusione: diventare l’erede dell’unico portiere che dal quel giorno a oggi i tifosi dei lupacchiotti hanno saputo (e potuto) amare, Antonioli, appunto. Gioca 12 partite in 2 anni e vince lo scudetto nella stagione 2000-2001, seppur non da protagonista, ma nel frattempo diventa il portiere della Nazionale Under 21. Passa al neo promosso Chievo Verona, una piccola realtà che per la prima volta si affaccia alla finestra del massimo campionato italiano. Qui, sotto la guida del tecnico Gigi Delneri, riesce a imporsi come uno dei portieri rivelazione della Serie A, giocando 33 partite e subendo 52 gol. Il 5° sorprendente posto finale sancì l’inizio della favola Chievo e un nuovo portiere da proporre a livello nazionale. Così, la stagione successiva, il curioso portiere dei Mussi Volanti, che indossava sulla spalle l’inconsueta casacca con il numero 10, riparte dal suo mentore Gigi Delneri e da quella piazza che gli aveva permesso di mettersi in luce: la stagione inizia come meglio non si potrebbe e termina con l’ennesimo miracolo sportivo, con il 7° posto centrato alla fine della stessa. Peccato che nel mezzo, dopo 28 partite, il Lupo sia costretto a salutare baracca e burattini in seguito alla rottura, nell’aprile 2003, del legamento crociato del ginocchio destro, che, combinata anche a una ricaduta sul menisco, lo costringerà a rimanere fermo per nove mesi (che vi scrive, stesso ruolo, purtroppo, ne sa qualcosa…).

Torna a Roma, dove rimane per una stagione all’ombra di Ivan Pelizzoli e Carlo Zotti, poi viene dirottato a Firenze con la squadra di casa neo promossa in A. Arrivato da svincolato, in viola supera la concorrenza (non troppo spietata) dell’argentino Sebastian Cejas, spesso infortunato, chiudendo, di fatto, la stagione 2004-2005 con 30 presenze e raggiungendo una tribolata salvezza. Lupatelli non convince né pubblico né tifoseria, e nell’ambito dell’operazione che porta Sebastien Frey in Toscana viene prestato per un campionato ai Ducali come contropartita tecnica (non troppo adeguata, a dire il vero). L’avventura della simil rock star sin dal primo giorno in crociato non si prospetta delle più semplici: il portiere perugino si trova in una realtà che deve ridimensionare bruscamente il proprio raggio d’azione sul mercato, per via del crack Parmalat, e soprattutto a combattere contro i fantasmi del predecessore Frey, ancora nella memoria degli addetti ai lavori.

La prima apparizione è nel 2° turno preliminare di Coppa Italia, alla vigilia del Ferragosto 2005, all’Euganeo contro il Padova: il Parma di Mario Beretta si aggiudica il passaggio con una misera vittoria per 1-0, nella quale il nuovo portiere del Parma non aveva di certo brillato per sicurezza. Si arriva al debutto in campionato, in casa contro il Palermo: la partita termina con un buon 1-1. Ma è l’unica nota positiva del Lupo nella breve parentesi parmigiana. La squadra dalla 2^ giornata di campionato, complice un calendario quasi proibitivo, inanella sconfitte su sconfitte e il portiere finisce sul banco degli imputati. Questo lo score (di partite perse) di Cristiano Lupatelli dalla seconda partita alla sesta di A: a Chievo finisce 1-0 per i padroni di casa (ma lui esce dopo 35′ per problemi muscolari), a Roma i lupacchiotti ci strapazzano per 4-1, poi Lupatelli & co cadono in casa contro la Juve (è 1-2), ad Ascoli fa una figura barbina (3-1), dimostrando tutti i suoi limiti. Proprio al Del Duca si ferma, una volta per tutte, l’esperienza da numero 1 del Lupo, che perde la titolarità in favore di Luca Bucci. Presto il veterano del Parma s’infortuna e alla 12^ giornata a 5′ dal termine con la partita contro l’Inter (già sul 2-0 per i nerazzurri) si rivede il pizzetto matto, che gioca le altre 2 gare successive che vedono il Parma sconfitto prima dall’Udinese (1-2) e poi in terra calabra dalla Reggina (2-1). Da qui in avanti Lupatelli scompare dalla circolazione. A gennaio giungono voci da Palermo che sussurrano la volontà di Matteo Guardalben di tornare a difendere i pali del Tardini: Zamparini in cambio si prende il 22 del Parma. In Sicilia, dove inizialmente aveva ritrovato il mentore Delneri, fatica e perde il posto in favore di Agliardi, dopo sole 5 apparizioni e 10 gol subiti. Torna a Firenze, dove inizia a fare il terzo portiere alle spalle di Frey (guarda le strane coincidenze della vita…) e del rumeno Lobont, che, una volta ceduto a gennaio, viene rimpiazzato da Avramov. Nel biennio viola che va dal 2006 al 2008 Lupatelli gioca la miseria di 2 match, poi rimane svincolato. Il Cagliari trova sul mercato un esperto portiere che può fare da chioccia al giovane promettente Marchetti e gli fa sottoscrive nel settembre 2008 un contratto biennale. La nuova esperienza è limitata dalla classe dell’astro nascente proveniente dall’Albinoleffe, che Cristiano si limita a sostituire solo in 3 circostanze (nell’ultima di campionato 2008-2009 riuscì nell’impresa di subire 6 reti in una sola partita dall’Udinese). Nella stagione successiva lo si vede calcare il terreno in 2 partite – Palermo-Cagliari alla 15^ e Roma-Cagliari alla 17^ – entrambe perse dai sardi. L’avventura finisce, il contratto ancora una volta non viene rinnovato e trasloca a Bologna, dove si trova, per l’ennesima volta in carriera, subordinato a un giovane di prospettiva: Emiliano Viviano. Gioca 3 partite in Coppa Italia e mezza in campionato, quando a Lecce è chiamato, a partita ormai finita, a sostituire l’infortunato ex Brescia. Svincolato al termine della stagione, per quella 2011-2012 trova un contratto con il Genoa di Preziosi, che ha appena acquistato Seba Frey, di cui è stato il successore a Parma e il vice nella sua seconda esperienza fiorentina. Risultato? Non gioca mai, se non in due circostante per la Coppa Italia. E cambia di nuovo meta. Si arriva al 3° ritorno a Firenze, divenuta ormai la sua seconda casa: Montella per tutta la scorsa stagione nel ruolo di dodicesimo gli ha preferito il giovane brasiliano Neto, che si è alternato con il fiorentino d’origine Emiliano Viviano, partito originariamente come titolare, senza mai concedere spazio al 35enne estremo difensore ex Chievo e Parma. Unica apparizione dal 71′ di Pescara-Fiorentina (finita 1-5), ultima di campionato, in cui, con una generosa respinta corta, ha consentito all’abruzzese Marco Vittiglio la gioia del primo gol alla prima in A. Surclassato da tutto e da tutti, di quel portiere che all’inizio del nuovo millennio aveva fatto così tanto parlar bene di sé ormai non rimane più nessuna traccia. Da 8 anni (proprio da quell’esperienza nel Parma) non gioca più con regolarità, ma è diventato solo l’uomo spogliatoio. È il cinguettio di Giuseppe Rossi delle scorse ore, che fa presente a tutta la community di Twitter quanto la nostra simil rock star non sia portata per il tre-sette, che mantiene vivo il ricordo e l’utilità della sua presenza all’interno del gruppo viola… Lorenzo Fava

Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.

2 pensieri riguardo “I METEORismi di Lorenzo Fava / LA ROCK STAR LUPATELLI, CHE A PARMA AVREBBE DOVUTO RAPPRESENTARE IL DOPO-FREY…

  • 21 Luglio 2013 in 11:35
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    Lupatelli ulula’ Lupatelli ululi’ ,parola di aigor

  • 21 Luglio 2013 in 14:28
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    Di tutti i portieri che ho visto a Parma è quello che mi ha fatto maggiormente rabbrividire ogni volta che lo vedevo in campo.Mi stupisco che sia rimasto così tanto nelle alte sfere del calcio. Max

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