IL MEMORIAL SAPONARA NEL RACCONTO DI UN PENNIVENDOLO ANONIMO
(pennivendolo anonimo) – E vabbè, terzo posto. "Medaglia di legno", ha scritto Gabriele Majo nel suo pezzo, privandoci anche di un meritatissimo bronzo e, di fatto, relegandoci al quarto posto nella classifica di un triangolare. Del resto, Gabriele, nel mestiere di noi pennivendoli refusi e boiate assortite sono all’ordine del giorno, e non poteva non mancare anche da parte di chi ha scritto delle nostre gesta nel terzo Memorial Saponara di sabato scorso ad Alberi.
Francesco – c’è da dire – si sarebbe divertito un mondo anche per questo, perché si può essere seri e professionali, pur senza prendersi sul serio e sorridendo di un errore. Noi pennivendoli, però, quel bronzo lo vogliamo, altro che legno. Perché quel bronzo è un po’ argento, dal momento che la stampa parmigiana ha dimostrato ancora una volta la sua scarsa incisività,
incapace di mettere pressione sull’arbitro come invece, si suppone, siano riusciti a fare i politici. Perché, quando dagli spalti è partito un "ma che punizione è, devi farti togliere una multa?", il buon De Matteis non ha potuto che abbozzare. Ed espellere, successivamente e senza il minimo ammortizzatore sociale, uno dei giornalisti. Segno inequivocabile della crisi del mercato editoriale.
Con un Gabriele Majo presente sì, ma solo nella foto di rito, un Matteo Billi organizzatore-allenatore-non giocatore e con l’obiettivo di ricordare al meglio non solo Francesco Saponara, ma anche l’indimenticabile ‘mister’ Pino Colombi, i giornalisti hanno giocato per lo spettacolo più che per i punti. E’ quello che si dice quando si perde. Ben
allenato in merito dal ruolo avuto in Municipio, dove c’era da bloccare tiri ben più potenti, Monguidi ha parato tutto nella sfida con i politici, arrendendosi ad un rimpallo e ad una rete all’ultimo minuto, questo nonostante la squadra dei giornalisti abbia condotto in vantaggio gran parte della gara. Ma quella maglietta rossa con la scritta CCCP comparsa sulla panchina
pennivendola subito dopo la rete segnata dal giornalista più a sinistra del gruppo, un gol ribattezzato il "tacco di Breznev" (qualcosa a metà fra il "tacco di Allah" di Madjer in una vecchia finale di Coppa Campioni, il tacco di Crespo una sera al Delle Alpi e – perdonate il francesismo – un classico gol di culo), deve avere… rinsaldato le larghe intese e unito i politici. Centrodestra e centrosinistra, tutt’insieme appassionatamente...
Il 2-3 subito dai giornalisti contro i politici, o quel che ne restava, ha rappresentato la gara più combattuta del torneo. Gli ‘Amici di Francesco’, infatti, hanno rullato gli avversari, strameritando il trionfo: se ho contato bene (e non ci scommetterei) le loro sfide le hanno vinte con un doppio 8-0. Roba che manco con la nazionale di Tahiti… Ma nel conteggio lo scrivente
(che in campo era in debito d’ossigeno) potrebbe essersi perso qualche gol, soprattutto nel finale della partita contro i giornalisti. I quali, vedendo ormai tutto perduto, negli ultimi cinque minuti dell’ultima gara contro gli Invincibili, hanno schierato prima otto, poi nove, poi dieci uomini. L’obiettivo era fare ricorso ed ottenere la sconfitta a tavolino: sarebbe stato un ben più onorevole 3-0. De Matteis, però, guardava altrove…
(gmajo) – La medaglia di legno l’ho attribuita in piena coscienza alla formazione di cui ho indossato la maglia, ma per la quale non ho giocato neppure un secondo (ero infortunato, ma meglio così, se no la nostra medaglia manco avrebbe avuto la nobiltà del legno, viste le mie qualità agonistiche…): non si tratta, dunque, di un refuso, come sostiene, erroneamente, il pennivendolo
anonimo estensore del reportage sopra riportato, né di una boiata. Perché la medaglia di legno e non il bronzo? Semplice: perché se si arriva terzi tra tre competitor si è ultimi, e la medaglia di legno, più del bronzo, rimarca l’insuccesso. Alla prossima tenzone bisognerà arrivare più preparati e meno raccogliticci, per non sembrare l’ItalRugby al Sei Nazioni…
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IL MEMORIAL SAPONARA RACCONTATO DA MATTEO AGOLETTI
indimenticabile Francesco Saponara, come pure PIno. Come Gianluca Bacchi Modena, Anghinetti, il fotografo di cui mi sfugge sempre il nome. il pennivendolo si riconosce benissimo…
Claudio Piola e Marco Badolati sono i due fotografi (il primo era anche un dj e programmatore radio) che seguivano il Parma prematuramente scomparsi
Ciao Gmajo