IL COMMERCIALISTA MAROTTA E LE STRANE PLUSVALENZE NEL CALCIO: “PRASSI DIFFUSA, MA SENZA DOLO SPECIFICO NON C’E’ FALSO IN BILANCIO”
(gmajo) – La settimana scorsa, nello spazio commenti di stadiotardini.it, erano arrivati alcuni scritti di lettori che, leggendo attentamente il bilancio del Parma FC, si stupivano per le valutazioni piuttosto elevate di calciatori oggetto di scambio con altri club. Come sempre, al fine di offrire loro una risposta coi crismi della competenza, ci siamo rivolti all’esperto Luca Marotta, dottore commercialista, specializzato nell’analisi delle scritture contabili di società di calcio, per avere un nuovo autorevole e neutrale parere sulla delicata materia, a puro scopo divulgativo, a beneficio di quegli sportivi consapevoli e desiderosi di saperne di più. Anche stavolta partiamo da una interpellanza di Daniele Ambroggi, che il 21 agosto scorso già ottenne una risposta dallo stimato professionista, al quale ora, di nuovo, si rivolge per scendere un po’ più nei dettagli ed approfondire alcune operazioni intessute dal Parma con il Siena, di cui si fa riferimento nella nota al bilancio chiusa il 30.06.2012:
“Ringrazio il dott. Marotta per le risposte ma non volevo un riepilogo delle norme che regolano la contabilizzazione dei diritti pluriennali. Nel concreto, prendendo come spunto la nota al bilancio chiuso al 30/06/12 e portando ad esempio le operazioni di acquisto e cessioni calciatori avvenute tra Parma e Siena, leggo che il Parma avrebbe acquistato:
– Rossi Andrea con una valutazione del diritto pari ad Euro 3.600.000
– Iacobucci Alessandro con una valutazione pari ad Euro 3.400.000
– Pacini Giuseppe con una valutazione pari ad Euro 1.000.000
ed avrebbe ceduto al Siena
– Coppola Manuel per un valore del diritto pari ad Euro 3.200.000 (plusvalenza 1.311.000 euro)
– Abdou Doumbia per un valore del diritto pari ad Euro 1.000.000 (plusvalenza 969.000 euro)
– Galuppo Alberto per un valore del diritto pari ad Euro 3.400.000 (plusvalenza 2.400.000 euro)
Ora, non credo sia un caso che il valore assoluto totale dei diritti acquistati e ceduti tra Parma e Siena siano simili (circa 8 ML di euro), immagino che la logica sia “scambiamoci giocatori con diritti simili ma con valori netti contabili residui bassi in modo che facciamo entrambi plusvalenze, tanto soldi non ne escono perché il tutto viene compensato”, ma con tutto il rispetto come è possibile che siano così alti i valori attribuiti a questi giocatori?? Galuppo varrebbe solo 1.2 milioni di euro in meno di Borini???
Cordiali saluti
Daniele Ambroggi”
Ecco la risposta di Luca Marotta:
(Luca Marotta) – Ufficialmente, bisogna parlare di valori reali derivanti da scambi effettuati in base ad un prezzo frutto dell’incontro tra domanda e offerta. Indubbiamente, cercare di capire il perché domanda e offerta si siano incrociate in modo così perfettamente sinallagmatico, può portare anche alla conclusione esposta dal lettore. Il fenomeno non è nuovo e riguarda anche club più importanti. Si pensi allo scambio di ragazzini della Primavera di Inter e Milan. Riporto un passo di un
articolo di Marco Liguori del 25.06.2007 apparso su quotidiano.net dal titolo <<Milan e Inter rivali nel derby ma alleate nelle plusvalenze>>, in cui si leggeva: <<Infatti, stando al bilancio 2002/2003 del Milan, la società di via Turati scambiò con quella presieduta da Massimo Moratti due quartetti di giocatori.Il Milan cedette all’Inter Simone Brunelli, Matteo Definite, Matteo Giordano e Ronny Toma. In cambio, la società nerazzurra cedette a quella rossonera Salvatore Ferraro, Alessandro Livi, Giuseppe Ticli e Marco Varaldi. Il prezzo complessivo pattuito fu di 13,95 milioni. Il Milan incassò una plusvalenza di 11,961 milioni, mentre l’Inter ottenne un maggior introito di 13,941 milioni. Particolare curioso: Livi fu ceduto a 3,45 milioni contro i 3,5 per ciascun altro calciatore. Visti i prezzi gettati a caso, perché sono state tolte proprio a lui 50mila euro di valutazione? E’ un mistero rossonerazzurro>>. Se non ricordo male, sulla questione ci furono delle indagini, sia giudiziarie che sportive, che non portarono ad alcuna conclusione.
Nel bilancio del Genoa 2011 emerge un intenso rapporto col Milan. A tal proposito scrissi: <<Le plusvalenze realizzate col Milan ammontano a 32,7 milioni (più di quelle realizzate dal Porto nel 2010/11) e riguardano: Oduamadi per 1,6 milioni, ceduto per 7 milioni; Strasser per 1,1 milioni, ceduto per 4,5 milioni; Zigoni per 1,8 milioni, ceduto per 7,5 milioni; Amelia per € 946.807, ceduto per 3,5 milioni; Paloschi per 2,3 milioni, ceduto per 10 milioni; El Shaarawy per € 19.776.640; ceduto per 20 milioni; Chinellato per 3,5 milioni, ceduto per lo stesso importo; Tuncara Pelé per 1,7 milioni, ceduto per 1,9 milioni. L’importo totale delle cessioni al Milan è stato di € 57.900.000.>>
Si pensi che il Porto è uno dei maggiori “plusvalenzifici” d’Europa e il solo scambio di calciatori Genoa-Milan ha generato plusvalenze superiori.
Se si risalisse ancora nel tempo, si dovrebbe approfondire lo studio della Lazio di Cragnotti, che pare abbia diffuso in Italia il meccanismo delle plusvalenze. All’epoca c’era un intenso rapporto tra Lazio e Parma e, se non ricordo male, le cifre erano nettamente superiori all’interscambio attuale Siena-Parma.
Non bisogna dimenticare, infine, che ad un certo punto intervenne anche la Legge dello “spalma – ammortamenti”.
(gmajo) – Come dire: già ai tempi di Calisto, da queste parti, ci si marciava, non stiamo troppo a formalizzarci sulle attuali operazioni quantitativamente inferiori rispetto a quelle di allora. A me torna da sorridere ripensando a quella volta, davanti al Teatro Regio, in cui ebbi l’ardire di dire al deposto Re del Latte, a proposito dei miliardi dell’operazione Crespo: “tanto sono tutti soldi virtuali”, al che lui replicò, scuro in volto: “Eh? Virtuali? Cosa intende dire?”. Solo anni dopo avremmo saputo dei soldi virtuali coniati da fotocopiatori e scanner della Zecca di Collecchio. Ma torniamo alla corrispondenza con i nostri lettori: il commento di Daniele Ambroggi di cui sopra, infatti, aveva dato la stura ad altri utenti di stadiotardini.it per intervenire sull’argomento:
Ad esempio il 22/08/2013 alle 15:15, Ermete Bottazzi chiosava:
“Ma poi non scherziamo: il valore di Galuppo sarebbe di 3.400.000 euro? Andrea Rossi 3.600.000? E su quale pianeta? Se per la legge questi sono valori reali m’inchino, ma se la azienda in cui lavoro facesse valutazioni così spropositate su costo dei macchinari e ammortamento probabilmente sarebbe sotto processo…”
Il commercialista Luca Marotta, nel rispondergli, riporta un interessante articolo della Gazzetta dello Sport:
(Luca Marotta) – Come già accennato nella precedente risposta, l’autorità giudiziaria ha tentato di occuparsi della faccenda del falso in bilancio generato da plusvalenze fittizie, ma con un nulla di fatto. Come riportato nell’articolo seguente, perché si abbia reato di falso in bilancio occorre il “dolo specifico”.
FALSO IN BILANCIO: PROSCIOLTI INTER E MILAN (da Gazzetta dello Sport del 31.01.2008)
Niente processo penale per le plusvalenze relative al biennio 2003/2004: secondo il gup di Milano “il fatto non costituisce più reato”. Cadono le accuse anche per Galliani, vicepresidente e a.d. rossonero, Ghelfi, vicepresidente nerazzurro, e Gambaro, ex dirigente del club di via Durini
MILANO, 31 gennaio 2008 – Il Giudice dell’udienza preliminare di Milano, Paola Di Lorenzo, ha prosciolto Adriano Galliani, vicepresidente vicario e amministratore delegato del Milan, Rinaldo Ghelfi, vicepresidente dell’Inter, e Mauro Gambaro, ex dirigente nerazzurro, accusati dalla Procura di Milano di falso in bilancio. Il giudice ha anche prosciolto le due società, accusate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa.
L’inchiesta, condotta dal pm Carlo Nocerino, riguardava i presunti falsi in bilancio relativi agli anni 2003-2004 e l’accusa era quella di aver violato in quel biennio, con le cosiddette plusvalenze, la legge 231 sui bilanci. Il pm Carlo Nocerino aveva chiesto per questo il rinvio a giudizio per i dirigenti e i due club, stralciando invece, fin dalle prime battute, la posizione del presidente dell’Inter, Massimo Moratti.
La formula con cui questa mattina Galliani, Ghelfi e Gambaro sono stati prosciolti è “perché il fatto non costituisce reato” e non, come si era saputo in un primo momento, perché il fatto non sussiste. Questo in base alla nuova legge sul falso in bilancio, che prevede il dolo specifico, dolo che in questo caso non è stato riscontrato. Infatti nel suo provvedimento il gup “dichiara non luogo a procedere nei confronti degli imputati, in relazione a tutte le imputazioni a loro ascritte, perché il fatto non costituisce reato“. Inoltre il giudice ha dichiarato il “non luogo a procedere” nei confronti delle società rossonera e nerazzurra, imputate in base alle legge 231, “in relazione alle imputazioni concernenti il bilancio al 30/6/2003 perché l’azione penale non poteva essere esercitata per essere il reato presupposto anteriormente prescritto“. Il “non luogo a procedere” per Milan e Inter riguarda anche le “imputazioni concernenti i bilanci al 31/1/2003 e al 31/12/2004 perché il fatto non costituisce reato”. (da Gazzetta dello Sport)
(gmajo) – Ma ad Ermete Bottazzi, prima ancora di Marotta, rispose proprio Daniele Ambroggi, con queste parole:
“Caro Ermete,
considera poi che Galuppo è stato preso dal Cesena e valutato 2.000.000 di Euro e nello stesso esercizio sociale venduto al Siena e valutato per 3.400.000 di Euro. In pochi mesi si è valorizzato per 1.400.000 di Euro. Mah..”
E Ambroggi non fu l’unico: il 22/08/2013 alle 19:25 l’utente firmatosi Lapo Valla ha così allargato il giro si orizzonte, prendendo spunto dalla stretta attualità del pianeta Parma e i suoi satelliti Gubbio e Nova Gorica:
“Forse solo cosi si spiegano i quasi 100 acquisti del Parma in questa sessione di mercato (e non solo di giovani di belle speranze)”.
Considerazioni che il razionale, equilibrato e attento dottor Marotta, che preferisce i freddi numeri alle calde chiacchiere, liquida così:
(Luca Marotta) – Le ultime mail dei lettori riguardano considerazioni personali, che lascerei così come sono. Anche perché sfociano nell’argomento calciomercato, che appassiona molto i tifosi. Dal punto di vista del bilancio il disallineamento tra valori di scambio risultanti dalle scritture contabili e considerazioni soggettive o valutazioni di calciatori similari è molto frequente e come già accennato non è un’esclusività del Parma, ma è una prassi del Sistema Calcio italiano.
Da un punto di vista formale e ufficiale il valore di scambio risultante in bilancio è un valore reale, fino a prova contraria. Per lo più, i valori su cui si può discutere sono frutto di permute, che dal punto di vista finanziario sono operazioni neutre. Si è già accennato alla vicenda Inter-Milan, della necessità del dolo specifico perché possa configurarsi l’ipotesi del reato di falso in bilancio.
Nell’ottimo sito transfermarkt è riportato l’elenco degli acquisti e delle cessioni per stagione sportiva: sembra che negli acquisti per il 2013/14 prevalgano gli under 21. Transfermarkt stima attualmente il valore della rosa del Parma in Euro 67.100.000. Si clicchi su questo link per il dettaglio.
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direi che è tutto abbastanza chiaro e molto italiano, bilanci dopatissimi ma tuttovabenemamdamalamarchesa
Interessante documento in cui sono esposti alcuni modelli di valutazione dei diritti pluriennali dei giocatori ed un caso concreto.
http://host.uniroma3.it/facolta/economia/db/materiali/insegnamenti/660_6777.pdf