RADIO BRUNO, NELLA STAGIONE DEL CENTENARIO CROCIATO, TOGLIE IL MICROFONO A CARLO CHIESA, LA VOCE DEL “GOL DEFINITIVO” DI CRESPO DEL 9 GENNAIO 2000
(gmajo) – Il 18 agosto del 2011, in anteprima assoluta, l’allora stadiotardini.com informò la comunità crociata dell’imminente avvicendamento, ai microfoni di Radio Bruno, la catena che trasmette le radiocronache delle partite del Parma, tra il Saltimbanco Enrico Boni e Carlo Chiesa, volto di Tv Parma, noto per essersi sgolato al gol di Crespo alla Juve del 9 gennaio 2000: fu lui ad urlare otto volte otto, senza timore di perdere la voce, la parola rete, allorché il Valdanito, con i gialloblù ridotti in nove, riuscì a pareggiare in pieno recupero, All’epoca fece discutere il
prestito da parte del gruppo editoriale Gazzetta di Parma di uno dei propri collaboratori di punta alla concorrenza, ma poi tutti vissero felici e contenti. Due anni dopo, con un paio di giorni di ritardo rispetto allora che ci siamo presi per le ultime verifiche, stadiotardini.it può svelare che, altrettanto clamorosamente, l’emittente di Carpi, dopo aver riacquistato i diritti radiofonici esclusivi in ambito locale dal club, ha provveduto a “licenziare” The voice, che così nella stagione del Centenario Crociato rimarrà solo il conduttore di Pronto chi Parma?
sul piccolo schermo. Ufficialmente per motivi di spending review (il racconto delle gesta crociate sarà direttamente a cura dell’ufficio stampa del club, quindi presumiamo che il radiocronista designato possa essere Luca Bertelli, bresciano, che già avevamo presentato ai nostri lettori il 20 agosto scorso quale telecronista di Parma Channel: sue tutte le telecronache integrali e le sintesi delle amichevoli estive diffuse sul canale ufficiale del Parma FC su youtube, anche se a specifica domanda di stadiotardini.it, sabato sera questi si è trincerato dietro un “Non so, vedremo domenica”), ufficiosamente perché ritenuto più giornalista che tifoso:
al microfono della radio ufficiale, infatti, risulterebbe più gradito che, comunque vadano le cose, ci fosse qualcuno che esaltasse il prodotto, anziché proporre critiche sia pure propositive e fatte con il cuore. Come è strano il mondo: io, ad esempio, ho sempre creduto che il principale limite (giornalistico) di Carlo Chiesa fosse appunto quello di essere troppo tifoso (la sua radiocronaca cult del gol definitivo è davvero emozionante, ma, a mio parere, un po’ troppo da “urlatore”). Ma evidentemente non lo era abbastanza. Insomma si vorrebbero anche alla nostra latitudine dei fenomeni tipo Carlo Alvino o Carlo Zampa (Toh: si chiamano tutti Carlo, proprio come Chiesa), anche se il sostituto che sarebbe stato identificato non so
quanto possa corrispondere ai canoni preferiti, dal momento che sulla sua pagina autobiografica (Sportivo ma non troppo sul blog WordPress), ha così raccontato: “per due anni ho lavorato come redattore a Milan Channel. Un’esperienza intensa, che mi ha fatto entrare dentro al film della mia vita da tifoso. Esperienza che si è chiusa a fine 2012, per motivi a me ancora non
molto chiari. Facevo troppo il giornalista, mi hanno detto. Un complimento? Non mi è stato rinnovato il contratto”. Faceva troppo il giornalista, Bertelli, al che, presentandolo, mi permisi di scrivergli: “Cursus honorum ricco e spina dorsale diritta, buon segno. Anche se talora non bastano. Anzi, magari sono pure di ostacolo… Caro mio, se sei troppo giornalista la vita è dura, lasciatelo dire da chi senza accorgersene è passato da essere il più giovane della compagnia a uno
dei più anziani…”. In effetti, però, le sue prime telecronache ascoltate durante la preparazione, non nascondevano un certo qual entusiasmo a prescindere. E’ chiaro che a questo punto è l’ascoltatore a dover fare la tara. Un po’ come un lettore di quotidiani politici… Non è la prima volta – e, a titolo personale, da giornalista, nonché consigliere del GERGS, lo trovo davvero inquietante – che Radio Bruno decide di servirsi, per la confezione dei propri radioservizi sul Parma, di personale messo a disposizione dall’ufficio stampa della società dalla quale ha acquistato i diritti:
nel 2011, infatti, le trasferte che Chiesa non riusciva a garantire per esigenze Tv (tra l’altro beffa delle beffe, quest’anno avrebbe potuto fare molte più radiocronache esterne, essendoci molti campi vicini e non dovendo più confezionare “A tutta A”, cioè il commento, in tandem con Luca Ampollini, alla videocarrellata di reti della massima serie, giacché Tv Parma pare abbia rinunciato all’acquisto dei relativi diritti tv) vennero assicurate da Mario Robusti, temporibus illis indirettamente della scuderia
dell’ufficio stampa del Parma FC (la struttura esternalizzata che si occupava di comunicazione per il club, Eligyro, era intestata a suo padre Giovanni), e la cosa era avvenuta pure l’anno prima, sempre per risparmiare sulle spese di trasferte dalle quali Boni era già stato esentato, e lo stesso pure la scorsa stagione con il microfono affidato a Matteo Pia, l’addetto stampa al quale, a sorpresa, non sarebbe poi stato rinnovato il contratto dalla società. E’ la prima volta, invece, che Radio Bruno rinunzia in toto alla produzione in proprio delle radiocronache, affidandosi completamente al Parma
Calcio. Il prodotto che ne scaturirà non sarà dunque di “informazione”, ma di “comunicazione” e le due cose sono ben diverse. Io ci trovo un po’ di conflitto di interessi, ma si sa, sono un po’ demodè… Se uno si “sintonizza” su Parma Channel o su Radio Parma FC (a parte che mi pare solo una colonna sonora musicale, ultimamente: almeno, lo stillicidio di veline della PPA che si era interrotto a fine campionato non è ancora ripreso) sa perfettamente che si trova al cospetto di un
prodotto societario; Radio Bruno, invece, trattandosi di iniziativa privata imprenditoriale indipendente dal Parma FC, a mio modesto avviso dovrebbe avere l’onere (e l’onore) di confezionare in proprio le radiocronache, servendosi di personale al proprio servizio. Da quanto ci risulta, invece, anche i servizi che andranno in onda nei giornali radio quotidiani – fino alla passata stagione garantiti dal collaboratore Jonathan Belletti – potrebbero arrivare direttamente preconfezionati dalla società. Non ho ancora avuto modo di sentire Carlo Chiesa, ma immagino che, da innamorato
del mezzo radiofonico, non ci sia rimasto bene, e non solo perché è la stagione del Centenario Crociato (quando una “memoria” e “voce” storica avrebbe potuto coinvolgere ancor di più l’ascoltatore): basterebbe rivedere il volto raggiante che aveva nella video intervista che ci concesse il 3 settembre 2011, a Colorno, quando il suo ritorno a Radio Bruno (aveva già militato per l’emittente edita da Gianni Prandi fino alla stagione 2005-06, quando poi venne scritturato dal colosso di Via Mantova) era ormai divenuto ufficiale. All’epoca ci dichiarò: “Per me è un ritorno assolutamente gradevole: la radiocronaca è sempre stato il mio primo amore e
come tu sai il primo amore non si scorda mai. Per cui per me è un piacere ritornare a raccontare le gesta del Parma Calcio, anche se in tanti dicono che lo strumento radiocronaca, ormai, non ha più l’appeal di una volta per me non è assolutamente così, dunque sono felicissimo di essere ritornato a fare un qualcosa che mi dà forti emozioni e quindi sono molto felice”. Sempre in quella occasione ci riferì la sua linea editoriale: “Io sono convinto che un radiocronista possa anche essere tifoso, ma non deve mai perdere di obiettività e io cerco di fare questo, avendo a cuore,
naturalmente, le gesta del Parma Calcio”. E a proposito della radiocronaca cult del Gol Definitivo, che lo ha reso immortale ci disse: “Fa piacere essere ricordati anche per quello, ma fa piacere perché viene fuori tutta la spontaneità del momento e quindi a me piace molto quello di quel pezzo di radiocronaca, e sono contento che sia anche piaciuto a tanti altri. Poi, dai, quello che faccio abitualmente la gente lo vede tutte le domeniche sere per televisione per cui, dai, va bene così. L’importante è avere lasciato qualcosa”.
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Per me chi fa giornalismo e informazione, chi fa una radiocronaca, scrive su un giornale o conduce una trasmissione tv non deve essere tifoso e deve cercare di essere il più obiettivo e onesto possibile. A me i Chiesa come i Piovani piacciono poco. Detto questo Chiesa, rispetto al soggetto indicato nell’articolo (il bresciano dell’ufficio stampa del Parma), ha il vantaggio di essere indipendente e di non essere a libro paga della società.
Il giorno in cui il Parma dovesse perdere giocando da cani cosa dirà l’addetto stampa-radiocronista di Radio Bruno? Se il Parma perderà 3-0 dirà che non meritava la sconfitta? Che la colpa è dell’arbitro? Del campo? Della sfortuna? Oppure racconterà una partita diversa dicendo che è stato il Parma a vincere 3-0, un po’ come quel tipo che aveva imboccato l’autostrada contromano e imprecava contro tutti quelli che gli venivano addosso?
ormai le societa’ di calcio si son vendute anche le posate..per cosa poi,chissenefrega dei tifosi se voglio sentire per radio un bel servizio prima durante e dopo la partita devo riascoltarmi i nastri di radio emilia anni 70…
Nastri di Radio Emilia anni 70? Bisogna, assioma, che li metta a disposizione della comunità…
mi interesserebbe la vittoria al rastrello per 3 a 2
o a la spezia per 1 a 0
la storia è una ripetizione di eventi…
un saluto a Gianluigi, gloriosa voce di Onda Emilia
Dietro il termine di spending review si compiono le più grandi oscenità senza realmente badare al giusto controllo del denaro pubblico o privato che sia.
E con questo termine si buttano a mare scienza, coscienza, sapienza e professionalità di questo nostro povero paese.
Mah
Infatti avevo utilizzato apposta la definizione “spending review”…