“CARMINA ASPRILLA” / CARO TINO, FAI UNA CAPRIOLA E GIOCA LA PARTITA DEL CENTENARIO…
(Luca Savarese) – Caro Tino, io ed una moltitudine di ventinovenni oggi, siamo stati dei bambini di sana e robusta costituzione anche perché accanto alle merendine della nonna ed ai piattoni di pasta della mamma, guardavano i tuoi gol con la maglia del Parma celebrati da quelle capriole che erano un inno pirotecnico alla libertà del corpo e dello spirito. Andavamo a giocare all’oratorio e quando quelli più
grandi ci passavano il pallone, volevamo segnare e provare a fare anche noi quelle capriole, ad essere anche noi dei piccoli-Asprilla. Ma, caro Faustino, tutte le volte finiva sempre uguale. Nessuno ci riusciva, o poggiavamo male le mani, o sbagliavamo nello stacco, o sbattevamo i gomiti, o ci veniva il torcicollo, e poi, puntualmente, arrivavano i ragazzi più grandi di noi, i boss del campetto, che ridevano per quell’improbabile
tentativo di imitazione delle capriole di Asprilla e così, ci mettevano in porta e la gioia per essere riusciti a fare gol in quelle partitelle a metà campo, tra diverse etnie di ragazzini, durava poco. Ecco, Tino la gioia: è la parte più nobile del calcio, il suo motivo fondante, anche se spesso soldi, soldini e soldacci fanno di tutto per bloccarla. Io poi ed altri amici eravamo felici il triplo quando ti vedevamo giocare, segnare e capriolare perché avevamo scelto pochi anni prima del tuo arrivo, che il Parma sarebbe stata, per sempre, la nostra squadra. Tu, arrivando a Parma, hai mostrato e regalato la gioia, quella delle tue prodezze, come un sinistro con deviazione ed un colpo di testa che fermarono l’Atletico Madrid a casa sua, al Vicente Calderon e fecero addormentare i materassai, e i tifosi del Parma o come me di altre parti
d‘Italia, hanno gioito con te perché si volava in finale di Coppa delle Coppe. Asprilla che segna era la potenza della gioia elevata al cubo, voleva dire non solo che il Parma aveva segnato, ma che lo aveva fatto con il suo fortissimo bomber colombiano e la gioia, caro Tino, è una medicina importante per arrivare all’eternità senza tutti quei pesanti malanni della tristezza. La vita passa, ma alla fine la gioia resta. La vita del Parma sta per compiere 100 anni, tanti tantissimi se paragonati ad
una persona, giusti, giustissimi per una squadra di calcio. La tua mamma Parma fa 100 anni Tino e tu ti perdi la ricorrenza che lei desidera di più, quella con tutti i tuoi fratelli giocatori, stelle crociate vs stelle gialloblù, perché devi per forza andare in Colombia? Tino, ma questa festa non capita più, o se capiterà, sarà tra cent’anni, quando tu e molti di noi non ci saranno più. Coraggio Tino, puoi fare ancora un ultimo grande gol per il Parma: vieni, corri, annulla ogni appuntamento e goditi la festa della mamma-Parma. Pensaci bene, per lei sei importante e lei lo è stata per te, perché
altrimenti io e i miei amichetti mica ti imitavamo, mica compravamo la tua maglia. Ringrazia la mamma Parma perché ti ha nutrito e ti ha fatto diventare l’estroso talento dinoccolato e spietato che sei stato. Allora, vai, la gente ti aspetta, fai un’altra capriola e presentati per quella partita. Anche se pensavi di no, anche se hai già detto di no, anche se non puoi. Il tempo certe volte passa lento. La gioia nessuno te la presta, fai una capriola e goditi quella che sarà anche una tua festa. Luca Savarese
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Sempre bravissimo Luca savarese
Rivedere in campo Asprilla, oggi, credo sarebbe come rivedere nuda, oggi, Brigitte Bardot. Etor che gerontofilia… qui siamo alle gallerie ‘oldies’ 🙂