CARTELLINO GIALLOBLU’ di Matteo Agoletti / “VISTO COME STAVANO ANDANDO LE COSE TRA GERVASONI E AMAURI, FOSSI STATO IN DONADONI AVREI TOLTO L’ATTACCANTE PRESERVANDOLO DAL ROSSO…”
(Matteo Agoletti) – Il turno infrasettimanale offre nella gara del Tardini una serie di spunti interessanti per cui concentrerò l’analisi dal punto di vista dell’arbitro totalmente su Parma – Atalanta.
Con molta onestà devo dire che il sig. Gervasoni di Mantova non mi è piaciuto. Non parlo di episodi contro o a favore, di decisioni che possano mutare il risultato della partita, ma più in generale non mi è piaciuta la gestione dell’intera gara. L’approccio con i giocatori mi è parso fin da subito non dei migliori, ha interrotto molte volte il gioco rischiando di innervosire la gara. Ha ammonito sette giocatori più un espulso in una partita che probabilmente poteva essere gestita con più tranquillità.
Parma – Atalanta, però, è stata caratterizzata dall’espulsione di Amauri. Cominciamo col dire che dopo pochi istanti di gioco il direttore di gara ha deciso di lasciare proseguire dopo un contrasto tra Amauri e la difesa avversaria. Il brasiliano del Parma ha chiesto il fallo, anche in maniera abbastanza accesa e per tutta risposta l’arbitro ha fatto segno di ritardare la ripresa del gioco per andare a riprendere l’attaccante del Parma verbalmente in maniera abbastanza plateale. Non appartengo alla schiera di chi critica la designazione, per me ogni partita vale per se stessa e non so nemmeno se vi fossero ruggini antiche tra il sig. Gervasoni ed Amauri, però il richiamo plateale dopo pochi istanti di gioco è quantomeno singolare. Ogni arbitro ha chiaramente i suoi metodi, ma molti al posto del sig. Gervasoni, avrebbero optato forse per un richiamo generico, magari “urlato” in modo da far intendere a tutti che non era il modo di porsi, per poi magari sulla ripresa di gioco passare accanto ad Amauri e ammonirlo verbalmente senza dargli possibilità di ribattere e soprattutto senza che il pubblico cogliesse il rimprovero al giocatore del Parma, perché impegnato a seguire lo svolgimento del gioco.
A dir il vero lo stesso metro è stato utilizzato anche per richiamare anche i giocatori di mister Colantuono, ma non credo sia il modo migliore nell’approcciarsi ai giocatori. Intendiamoci: quando serve il richiamo plateale è dovuto, ma per quel che è accaduto al Tardini mercoledì sera mi è sembrato fuori luogo.
Se fossi stato Donadoni, però, mi sarei chiesto se era il caso di lasciare in campo Amauri, non tanto per l’impegno o per le esigenze tattiche della squadra, quanto perché molti dei contrasti che subiva l’attaccante del Parma passavano come per regolari con tanto di invito a rialzarsi. Per la minima esperienza che ho maturato nell’ambiente mi è bastato per capire che tra il bomber del Parma e l’arbitro non fosse serata di grazia. Tanto che se fossi stato l’allenatore, se pur a malincuore, ma in virtù di due gol di scarto avrei pensato di toglierlo, al fine di non esasperare la situazione e dare spazio a qualcun altro. Pochi istanti prima del fallo che poi causerà l’espulsione, infatti, Amauri subiva l’ennesimo contrasto dubbio, finiva a terra e il sig. Gervasoni faceva continuare. In occasione dell’espulsione va detto che per un contrasto molto simile, da posizione altrettanto simile, nel derby tra Roma e Lazio è stato espulso Dias, colpevole di aver steso Totti in velocità.
Il sig. Gervasoni – a ragione o torto – non ha riscontrato il fallo, però va riconosciuta l’enorme ingenuità di Amauri che non ha resistito nell’apostrofare l’arbitro con qualche commento poco simpatico per poi “beccarsi” il cartellino rosso. Sono episodi particolari, se fosse capitato ad un ragazzino si poteva anche perdonare una simile ingenuità, ma ad un professionista esperto, leader in campo, come Amauri, non doveva proprio capitare. Infatti non solo ha penalizzato la squadra lasciandola in dieci per quasi un tempo, ma salterà anche le prossime due gare.
La squalifica infatti ha sentenziato due turni. Premesso che la durata della squalifica la decide il giudice sportivo in base a quanto scrive l’arbitro sul proprio referto, io avevo ipotizzato le due giornate, perché credo che gli episodi di offesa nei confronti di chi dirige la gara vadano pesantemente contrastati. Probabilmente anche sull’onda delle parole di Balotelli al sig. Banti, la mano del giudice sportivo vuole punire chi trascende nei confronti del direttore di gara. L’arbitro infatti è parte del gioco e soggetto a sbagliare – come dice Michelotti “l’arbitro più bravo è quello che sbaglia meno” – e come tale va rispettato.
L’obiettivo sarebbe infatti quello di raggiungere quel famoso fair play che coinvolge giocatori e società. Un esempio su tutti è quello che riguarda Campedelli dopo Chievo – Juve, che ha dato prova di grande sportività.
Il Parma ha comunque conquistato tre punti importantissimi per classifica e morale, ha messo in luce aspetti positivi come la prova di Parolo e la manovra corale che ha portato a realizzare ben 4 gol e ne ha messi i risalto altri meno positivi. C’è però tempo per crescere e migliorare. Lunedì si va a Firenze senza Amauri e per il sostituto paiono andare in ballottaggio Okaka e Sansone. È vero che il primo rispecchia più le caratteristiche di Amauri, ma anche restando fedeli al 3-5-2 proposto da Donadoni, io personalmente lancerei Sansone per dare velocità alla manovra e attaccare gli spazi nella difesa viola. Matteo Agoletti
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