IL MISTER / SULLA MAGLIA CROCIATA NON C’E’ SCRITTO “FOLLETTO”, MA “WORK IN PROGRESS”: SOLO DOPO LA PROSSIMA SOSTA VEDREMO CHE PARMA SARA’
(Il Mister) – Se in questo momento, e fino alla prossima sosta, si potesse mettere una scritta “work in progress” sulla maglia del Parma, al posto del main sponsor Folletto, credo che Roberto Donadoni lo farebbe volentieri… Ne ho avuto la sensazione una volta in più ieri sera, quando i crociati hanno colto il primo successo in campionato battendo 4-3 l’Atalanta. Capita così che la squadra che sinora ha prodotto due 0-0 su tre nella Serie A 2013/14, sia divenuta anche quella in grado di partecipare al match con più reti della stagione. Basterebbe questo per spiegare ciò che intendo con “work in progress”. Quel retrogusto da lavori in corso e quel sapore di cantiere che mi ha lasciato la partita con l’Atalanta, forse ancor di più di quella di Catania. L’impressione di una squadra ancora alla ricerca di equilibri, di picchi d’eccellenza che vedono un commovente Lucarelli ovviare all’assenza di Paletta con statistiche da miglior recuperatore di palloni del campionato. E il contraltare di un Amauri immalinconito nonostante l’arrivo di Cassano e dunque finito ancora una volta fuori anzitempo, questa volta per proteste nei confronti di Gervasoni (ma a dire il vero già innervosito di suo dall’inizio e quasi mai all’interno dell’area al momento del dunque). Queste due sfide rendono molto difficile ogni giudizio, che preferirei rinviare al periodo successivo alla sosta, quando credo che il Parma scoprirà il proprio vero volto un po’ come accadde l’anno scorso. Allo stato attuale, credo che l’unico dato di fatto sia l’assenza di un equilibrio di base e che si sia sostanzialmente dimostrato che in un campionato migliorato nei valori delle prime 6-7 squadre sarà molto difficile continuare in sogni di gloria (leggasi alla voce ritorno in Europa). Partite come quella di ieri, ma anche quella di domenica con un Catania sempre più sull’orlo del baratro, fanno pensare che il Parma sia stato costruito per una salvezza tranquilla da conquistarsi negli scontri diretti, dove la qualità di Cassano può realmente fare la differenza (guardare all’assist per il primo gol di Parolo per credere). Se dovessi giudicare ora, direi quindi che i crociati sono destinati a vincere lo scudetto della parte destra di classifica, traguardo che in una Serie A di ottimo livello mi pare tutt’altro che trascurabile. Ma, come detto, preferisco aspettare che il lavoro nella settimana di sosta che seguirà Parma-Sassuolo faccia vedere i propri frutti. Restando alla stretta attualità, ho notato come contro Catania e Atalanta Donadoni sia tornato a un 3-5-2 puro, scelta che l’anno scorso era un atto dovuto contro formazioni che si schieravano con due punte. La legge non scritta si ripete, specie contro i nerazzurri quando Mesbah ha giocato molto più alto rispetto a Gobbi e lo ha fatto con insospettabile profitto (quanta qualità nel gol e nel cross che ha portato al secondo gol di Parolo dopo la girata di Cassano!). L’apporto degli esterni di centrocampo non è stato determinante perché anche Rosi è andato in rete, ma per la tonicità generale espressa e la fisicità messa nella partita. Gobbi e Biabiany dovranno prendere appunti insieme a Donadoni, che per una volta è sceso sotto i 30 anni di età media nella formazione iniziale (29,45). Anche questo, in fondo, fa rima con un maggiore tono fisico. Ho visto un Gargano sempre più padrone della mediana e sempre più affiatato con Marchionni, un duo che pensa meno al lancio rispetto a quando gioca Valdés, ma più al fraseggio. Probabilmente qualcosa che piace parecchio a Cassano, che così riceve meno palle sugli esterni e più dentro al gioco, finendo per divenire il vero regista offensivo della squadra (a proposito, non facciamoci spaventare dalle statistiche che lo propongono come il giocatore che ha perso più palloni nel campionato: a naso direi anche che è uno di quelli che ne ha giocate di più, quindi…). Tra i bocciati, metterei invece Benalouane. Il francese si è perso Bonaventura nell’azione dell’1-1 e Livaja nel 4-3. A conferma che quando deve giocare nel pacchetto a tre, fatica sempre di più rispetto al ruolo da terzino destro in una retroguardia a quattro. Non mi esprimo invece su Mendes: mi limito a sottolineare che forse incassare tre gol dall’Atalanta non è un buon segno e che forse bisognerebbe tener più in considerazione questo fatto rispetto ai quattro gol segnati. Quando rivedremo, infatti, una doppietta di Parolo (e che doppietta!) con due eurogol di Mesbah e Rosi? Meglio pensare ad aggiustare ciò che non va, piuttosto che adagiarsi sugli allori. E, poi, dopo la sosta vedremo che Parma sarà.