LA MOSTRA DEL CENTENARIO IN GHIAJA. BELLO, MA PERCHE’ NON FARLA DENTRO IL PONTE A NORD? SCHERZI A PARTE: IL LUOGO GIUSTO PER IL MUSEO DEL PARMA RIMANE IL TARDINI

(gmajo) – Ieri Settore Crociato, facendo parte del comitato popolare per il Centenario, ha potuto anticipare che la mostra-museo sul secolo di vita del Parma sarà allestita in Piazza Ghiaja. Bella come soluzione: in effetti è lodevole esportare i pezzi di storia della squadra di calcio cittadina anche in luoghi di aggregazione che non siano lo stadio Tardini, tentando di contaminare o coinvolgere anche altre realtà che non la sola comunità dei tifosi. Ma perché non scegliere il Ponte a Nord, che non si sa proprio come utilizzare? Poteva esser bello aprirlo propria con una delle varie riedizioni della Mostra del Centenario Crocitato. Eh sì, perché, l’esposizione – che immagino sarà oggi illustrata nella conferenza stampa verspertina con Ghirardi, Molossi, Crespo e Scala – non è certo inedita, avendo già fatto bella mostra di sé a Ravadese (peraltro non visitata dal Ghiro, presidente in carica, ma da tutti i suoi predecessori intervenuti), e prima ancora, almeno in parte, al Bodoni, grazie al professor Massimo Zannoni, altro storico tifoso del Parma, che ha cercato di inculcare il seme crociato ai tanti suoi studenti di diverse generazioni. Ben venga, dunque, la Mostra, che magari potrebbe pure diventare itinerante, ma non vorrei che con questo escamotage finisse in cavalleria l’idea primaria, quella che c’era all’alba, di ricavare un percorso museale nella sua sede naturale, cioè lo Stadio Ennio Tardini di Parma. Museo che valorizzerebbe non poco il novantenne impianto monumentale cittadino, che ultimamente è stato trasformato in una sorta di esclusivo ristorante per i frequentatori dell’Upper Class, giacché gli spazi ricavati dopo il trasferimento degli uffici al Direzionale di Collecchio, sono stati esclusivamente dedicati alla ristorazione e non a un luogo della memoria, di quelli così tipici negli impianti inglesi che si vorrebbe imageemulare. Un Museo al Tardini – composto non solo dai ricordi popolari dei tifosi, ma anche e soprattutto con i trofei del blasonato palmares – sarebbe anche di interesse per la stessa municipalità, proprietaria della struttura, considerato che dall’estero continuano ad arrivare appassionati di pallone che vorrebbero poterla visitare: ma la risorsa non viene affatto sfruttata, ma abbandonata a sé stessa, con degrado e scarsa pulizia. La mostra in Ghiaja (che dopo la riqualificazione ha perso tutto il suo fascino)  insomma, è solo un palliativo: quel che manca è il Museo allo Stadio Tardini, e questo penso che possa essere una sconfitta per chi all’alba di una idea lo anelava talmente tanto da non condividere i progetti di altri pensatori che vorrebbero un Museo di tutte le discipline sportive, in diverse delle quali il Parma ha toccato punti di eccellenza, come nel calcio. Adesso quelli di Settore Crociato ci dicono che ci sarebbe “la volontà del Parma Calcio e il sogno di tutti” di trasferire la mostra provvisoria che resterà aperta per circa due mesi, da fine novembre a gennaio inoltrato “in un definitivo museo, magari allo stadio ‘Ennio Tardini’ quando, un giorno, diventerà concreto il progetto della sua ristrutturazione e riqualificazione”. Campa cavallo, mi verrebbe da dire, perché di questa fantomatica ristrutturazione e riqualificazione si sente parlare da anni, ma se non si è concretizzato nulla per il Centenario, immaginarsi negli anni a venire. Non si è ancora riusciti a dare una semplice tettoia ai diversamente abili (e stasera, se le previsioni non cambiano, continuerà per l’ennesima volta a piover loro addosso) e la famosa Copertura della Nord promessa solennemente da Leonardi undici mesi fa (“anche a costo di prendere un giocatore in meno”, e viene da sorridere a ripensarci dopo il mercato dei record con le 300 transazioni effettuate, e l’arrivo di un top player come Cassano), dopo il diluvio dell’ultimo Parma-Roma, è rimasta lettera morta, perché, come avrebbe spiegato poche settimane dopo quel proclama, senza legge sugli stadi non si riesce ad intervenire (anche se Valentini, ex presidente del Credito Sportivo, e a capo della ghirardiana STS è di tutt’altro avviso, e la stessa Udinese ha dimostrato che con un po’ di buona volontà il privato può intervenire anche sulla cosa pubblica). A parte i soldi investiti per il marchio del Centenario (che non è che abbia poi entusiasmato molto, e che gli stessi popolari del secolo hanno visto a cose fatte) non mi pare che il club si sia dissanguato per sovvenzionare le iniziative del gruppo “che da mesi vi si sta volontariamente dedicando” e, come ha specificato Settore Crociato – “è costituito da Giancarlo Ceci, Giampiero Convalle, Francesco Frignani, Michele Galli, Paolo Gandolfi, Angelo Giovati, Pietro Giuberti, Angelo Manfredini, Alessandro Romani, Stefano Sassi, Giuseppe Squarcia e Massimo Zannoni, ma se non fosse per i ricordi che la gente di Parma ha conservato negli anni e concesso per questa iniziativa, vivere l’emozione di questo percorso non sarebbe stato possibile”. E Parma Brand, che avrebbe dovuto essere il cubo delle idee del secolo? L’ultima risposta in merito ce l’aveva data il presidente Volpi una decina di giorni fa: “Per quanto riguarda il Centenario devo dirle che siamo partiti con delle idee molto chiare e ci siamo trovati, lungo il percorso, a dover adattare il progetto alle situazioni che incontravamo. Rispetto al progetto di partenza, da qui alla scadenza del Centenario, abbiamo in conto due tipi di interventi, che stiamo mettendo a punto per poter dare poi una corretta informazione nel momento in cui saranno pronti e strutturati. Il Museo è uno di questi aspetti, sui quali stiamo ancora lavorando, e per il quale stiamo mettendo a punto tutti i dettagli”. Se la messa a punto degli ultimi dettagli ha partorito il topolino della mostra in Ghiaja, mi chiedo a cosa possa esser servito o a cosa serva il cubo delle idee?

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Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.

4 pensieri riguardo “LA MOSTRA DEL CENTENARIO IN GHIAJA. BELLO, MA PERCHE’ NON FARLA DENTRO IL PONTE A NORD? SCHERZI A PARTE: IL LUOGO GIUSTO PER IL MUSEO DEL PARMA RIMANE IL TARDINI

  • 16 Settembre 2013 in 14:49
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    @Majo è se davvero volessero spostare il Tardini?

    • 16 Settembre 2013 in 14:53
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      Ma va là…

      Il Tardini rimane dov’è. Su questo non ci piove (sul Tardini, specie sui disabili e sulla Nord, sì che ci piove…). Il fatto è che la riqualificazione è spostata alle calende greche. Se non la si è fatta per il Centenario e se Leonardi (e pure Ghirardi) dicono che prima vogliono che l’Ennio sia di proprietà…

      Cordialmente

      Gmajo

      • 16 Settembre 2013 in 17:42
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        Comunque non capisco perchè si deve aspettare che il Tardini sia di proprietà, a Udine mi sembra che Pozzo non abbia fatto tante storie, eppure ha preso lo stadio per 99 anni, lasciando la questione stadio ai suoi nipoti quindi… Anche a Modena pur ormai essendo una squadra di serie b non di vertice, ha comunque uno stadio migliore del nostro, eppure quando arrivano in serie a, non si fecero grossi problemi a fare 3/4 dello stadio daccapo, la mia paura è che a Parma manchi un po di volontà e soprattutto la voglia di spendere soldi, ovvio Majo che anche io amo lo stadio in città, è qualcosa di unico che nessuna squadra o tifoseria può dire di avere.

  • 16 Settembre 2013 in 15:07
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    Siamo al museo ambulante? Bodoni, Ravadese, Ghiaia.
    L’esposizione è già stata fatta a Ravadese, molto bella, ma è già stata fatta. Per il Centenario ci voleva il museo. Anche perchè l’inaugurarlo proprio in occasione dei cento anni sarebbe stata una bella pubblicità. Hanno liberato tutto il Tardini, trasferendo la sede del Parma a Collecchio, e non c’è il posto x il museo????
    Ristrutturazione e riqualificazione??? Ma di cosa????
    Qui si occupano spazi con sky box e ristoranti ma niente altro. Ma il Tardini è un centro commerciale o lo stadio comunale di Parma? Se c’è da aprire i bar, negozi, ristoranti, Parma Prend (lapsus) va tutto bene, ma per fare altre cose (anche la semplice manutenzione): ci vogliono leggi dello stato, finanziamenti pubblici, ecc. ecc.
    All’alba dell’idea si diceva che lo stadio Tardini nn si prostituisce. Adesso mi sa che ci prostiuiamo ma non solo, mi viene il dubbio che lo diamo via (e miga al stadio) a-macca. Io vorrei sempre sapere quanto paga il Parma (se paga….) al Comune x il Tardini. E se dentro può farci tutte queste cose senza che nessuno ci metta il becco.
    Ma all’alba dell’idea, la sede del Parma trasferita al centro direzionale di Collecchio, andava bene? Ecco come inizia il Centenador, con un bel san martino fora Perma. No ma andiamo a Brescia.
    Forse xchè all’alba dell’idea eravamo tifosi e basta mentre al tramonto qualcuno è andato a fare dell’altro. Adesa le nota e ghe scur bombe ma ci raccontano che si vede bene perchè c’è la….. luce.

    Ovviamente grande rispetto x i collezionisti e x i tifosi ke si sbatteranno anke x questa storia.

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