IL TETTO PER I DISABILI DEL TARDINI NON PUO’ ASPETTARE LA RIQUALIFICAZIONE DELL’ENNIO – editoriale di Gabriele Majo, direttore di stadiotardini.it

(gmajo) – Che per la prima volta approdi sulle colonne della Gazzetta di Parma la vexata quaestio della tettoia per i disabili dello Stadio Tardini è una magra consolazione, dal momento che reputiamo di una gravità inaudita le parole riportate dell’amministratore delegato del Parma FC Pietro Leonardi, peraltro benedette dall’assessore allo sport del Comune di Parma Giovanni Marani, seduto al suo fianco, durante la conferenza stampa di martedì 1° ottobre per la presentazione della traversata in handbike in Tanzania dell’atleta disabile, Norberto De Angelis – per sostenere, attraverso CEFA Onlus, l’emancipazione dei disabili in un contesto ostile, dove il pregiudizio è forte – cui il club ha dedicato il derby Parma-Sassuolo.

image”Pietro Leonardi – scrive il cronista Vittorio Rotolo – ha voluto illustrare la posizione della società rispetto alla necessità di un restyling dell’impianto. In merito alla possibile costruzione di una tettoia
per i tifosi in carrozzina, Leonardi ha precisato: «Non credo sia utile investire risorse per soluzioni
tampone: a questo punto meglio concentrarsi su una serie di interventi complessivi, capaci di rendere più funzionale ed accogliente la struttura. Che, intendo ribadirlo a chiare lettere, è e resterà anche in futuro la casa del Parma»”.

Che il Tardini resterà la casa del Parma, ci perdonerà il Plenipotenziario, è aria fritta, fumo negli occhi che non aggiunge nulla rispetto a quanto va ripetendo da tempo: così come della fantomatica riqualificazione dell’Ennio è da tempo che se ne sente parlare, ma di concreto non s’è ancora visto nulla. A parte la riqualificazione dei settori dell’Upper Class – mi riferisco ai soliti G BOX et similaria, dove si gozzoviglia o si degustano bollicine – per i quali, evidentemente, non contano le pastoie burocratiche o le cifre, più o meno modeste da investire. Mentre per dare un tetto ai disabili sembra esser di fronte ad un’impresa interplanetaria! Quando invece, sostanzialmente, basterebbero più o meno le stesse finanze necessarie per realizzare un singolo sky box. Anche quest’anno di spazi per i Vip ne sono stati creati a bizzeffe, spostando anche la Tribuna Stampa, e creando anche problemi di visibilità ai cronisti di Radio Rai, dalla cui cabina il terreno di gioco è ora ostruito non solo dalle persone fisiche, ma anche da opere strutturali. E intanto l’amministratore delegato del Parma FC, nonostante tutti questi lavori fatti nella Tribuna Centrale Petitot, non si è vergognato a definire “soluzione tampone” la tettoia dei disabili del Tardini (da anni INCIVILMENTE esposti alle intemperie) rimandando l’intervento a quando si farà (campa cavallo…) la totale riqualificazione dello stadio.

E quando avverrà questa  riqualificazione? Quando lo stadio Tardini risponderà alle normative Uefa? Un anno, due, tre? Prima? Tra sei mesi? Un mese? Quando?!? E intanto sui poveri disabili continua a piovere ! Perché dargli uno straccio di tettoia è una soluzione tampone, un rattoppo. Una spesa superflua, insomma, un qualcosa di inutile “meglio concentrarsi su una serie di interventi complessivi, capaci di rendere più funzionale ed accogliente la struttura”. Dopo 50 ore, ancora non riesco a capacitarmi di come possa aver pronunziato parole del genere. Parma, la civile Parma, non può tollerare oltre che sui propri cittadini diversamente abili continui a piovere addosso. Ed è assurdo che tutto questo sia consentito anche dal Comune di Parma, che è il proprietario della struttura, data in gestione, a condizioni economiche vantaggiose, alla società di Tommaso Ghirardi.

Non si possono mettere sullo stesso piano la tettoia della intera Curva Nord e quella dei disabili del Tardini: sono due interventi assai differenti, sia come costi, sia come realizzazione. Noi di stadiotardini.it fummo i primi, mesi addietro, a scrivere che non ha senso fare rattoppi, e che è meglio una totale riqualificazione, riferendoci anche alla famosa tettoia della Nord (peraltro promessa da Leonardi dopo il diluvio di Parma-Roma 2012,  “a costo di prendere un giocatore in meno faremo la riqualificazione del Tardini, perché è una vergogna che sul 2012 piova in testa ai nostri tifosi”, proclamò il Plenipotenziario, salvo poi fare 300 transazioni al calciomercato estivo e rimangiarsi tutto già al Natale Gialloblù, col paravento della mancata entrata in vigore della Legge sugli Stadi”), ma la tettoia per i disabili è tutta un’altra storia. Non può essere considerata un tampone, un rattoppo, bensì una priorità improcrastinabile.

Penso sia inutile ricordare, per l’ennesima volta, le puntate precedenti di questa pessima telenovela iniziata con il primo sfogo da noi raccolto di Fabio Giarelli, tifoso crociato in carrozzina, a Cogollo nell’estate del 2011, le rassicurazioni di Martino Ferrari (“Alla tettoia ci pensa G Sport”), per arrivare alla sparata populistica di Marani (“La paghino i calciatori”), che era stato delegato dal Sindaco Pizzarotti a risponderci in vece sua, fino alle ultime prese per i fondelli.

E’ da farisei, sepolcri imbiancati, dedicare il derby col Sassuolo ai piccoli disabili della Tanzania, se non si sanno accogliere degnamente quelli adulti di casa propria, lasciati impunemente sotto l’acqua! Gabriele Majo

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Gabriele Majo

Gabriele Majo, 59 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.

2 pensieri riguardo “IL TETTO PER I DISABILI DEL TARDINI NON PUO’ ASPETTARE LA RIQUALIFICAZIONE DELL’ENNIO – editoriale di Gabriele Majo, direttore di stadiotardini.it

  • 3 Ottobre 2013 in 20:32
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    Il Parma farà nuovamente spallucce, ma anke il Comune? Questi articoli/domande nn meritano risposta? Stiamo parlando di una proprietà comunale!!
    X il Cente-nador oltre a fare il tifo x Malesani ……… (e ki più ne ha più ne metta) lasciamo anke i disabili all’acqua?

  • 4 Ottobre 2013 in 09:24
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    Direttore, sottoscrivo pienamente ciò che scrive. I termini che lei ha utilizzato suonano tanto pesanti quanto grave è il falso interessamento di chi è chiamato in causa. Se così non fosse il problema sarebbe già stato risolto. Ma andiamo pure avanti con i festeggiamenti!…

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