IL MISTER / DONADONI HA IMBRIGLIATO GUIDOLIN, CHE NON AVEVO MAI VISTO SUBIRE COSI’ TANTO IN CONTROPIEDE
(Il Mister) – Se una settimana fa avevo descritto il successo del Bentegodi come una vittoria non troppo larga, questa volta mi sentirei di dire che l’1-0 sull’Udinese definisce soltanto in parte quella che è stata la partita del Tardini. Un match nel quale i crociati hanno fatto in lungo e in largo quello che volevano, cogliendo una bella rivincita dopo il – per certi versi – drammatico 0-3 della scorsa stagione. Questa volta Donadoni ha imbrigliato Guidolin, mettendolo alle corde in un modo quasi insolito per il grande ex di turno, che mai avevo visto subire tanto in contropiede. Credo che, alla fine, sia stata fondamentale soprattutto l’organizzazione di gioco del Parma e la condizione eccellente che ha sorretto gialloblù in uno dei migliori mesi di gennaio che si ricordino (quattro vittorie su quattro in campionato). Complimenti a Donadoni, dunque, che è riuscito per la seconda settimana di fila a gestire una vigilia difficilissima, con il caso Biabiany molto simile a quello del maxi-scambio con il Sassuolo. Il francese è stato convocato, ma la mossa è stata quella di metterlo in panchina per fare spazio ad Acquah e non a Palladino. Ne è nato un Parma molto duttile, che in sede di analisi può far discutere. A discutere, innanzitutto, siamo stati io e il presidente Majo a gara in corso. Io sostenevo che fosse né più né meno il 4-3-3 duttile delle ultime settimane, lui che fosse un 3-5-2. A dare la sentenza è stato Donadoni in sede di commento, il quale ha detto apertamente di aver scelto la difesa a tre. La mia impressione, però, resta. Ed è quella che è cambiato il giocatore (Acquah per Biabiany), non il modulo. Lo schieramento mi è parso lo stesso 4-3-3 spurio visto al Bentegodi, un modulo pronto a divenire un 4-4-2 o un 5-3-2 (più del 3-5-2) a seconda dell’occasione. Nello specifico, direi che in fase difensiva si trattava di una difesa a tre (Cassani, Paletta e Felipe) più due (Acquah e Gobbi). In fase offensiva, invece, mi è parso che si attaccasse alternando un 4-4-2 con Parolo e Acquah larghi sulle fasce di centrocampo e un 4-3-3 con Acquah in linea con Amauri e Cassano. Il risultato è stato che il 3-5-2 piuttosto piatto dell’Udinese non ha mai trovato valvole di sfogo in ripartenza, non ha mai dominato in mezzo al campo ed è spesso parso scoperto in fase difensiva. Soprattutto, in partenza, quando i friulani mi sono parsi piuttosto sorpresi dall’assetto scelto dal Parma. E dall’intensità messa in campo dai crociati, autori a mio avviso di uno dei migliori inizi di gara dell’anno (forse anche più che a Livorno e San Siro). Il forcing dei gialloblù ha tagliato le gambe all’Udinese, il resto lo ha fatto l’asse Cassano-Amauri, in quella che per certi versi è la miglior apparizione contemporanea della coppia. La testimonianza arriva dal momento del gol, segnato al 35’ dall’italo-brasiliano su assist memorabile di Cassano, per l’occasione scattato a destra anziché a sinistra. Certo, a tratti il Parma ha anche sofferto il ritorno degli ospiti, specie quando Guidolin è passato al 3-4-3 inserendo Maicosuel per Allan e Di Natale per Muriel (il fratello scarso di quello ammirato l’anno scorso). Ma è bastato rimettere in campo Biabiany per Acquah per poter osservare un paio di ripartenze brucianti, con il francese vicinissimo al raddoppio a due minuti dal 90’. Ha fatto il suo cameo anche Mauri, che si è preso ufficialmente i gradi di vice-Marchionni rimpiazzando il regista titolare all’86’ e sfiorando la rete al debutto in Serie A. L’avevamo già ammirato nel finale di Coppa Italia contro il Varese, lo rivedremo ancora da qui alla fine del campionato (e oltre). Forse non rivedremo Biabiany, ma penso che il solco sia stato ormai tracciato. Con tanti problemi, molte vicende di mercato e dubbi su possibili cessioni importanti. Donadoni è riuscito a mettere assieme quattro vittorie di fila (sua seconda miglior serie dopo quella fenomenale che chiuse il campionato 2011-12). Il totale fa 10 partite senza sconfitta (l’ultima è stata quella del 2 novembre contro la Juventus) e -1 dall’Inter quinta in classifica. Proprio l’Inter, in questo lasso di tempo, è stata l’unica squadra capace di segnare più di un gol a Mirante. E il Parma, nelle ultime 10 giornate, ha segnato 16 gol subendone 8. Nelle prime 11 ne aveva prodotto uno in meno, incassandone ben 19. Sintomo che il 4-3-3 duttile – in tutte le sue variazioni possibili a gara in corso e a seconda delle fasi – è il vestito più adatto, così come era già accaduto l’anno scorso. Da qui si dovrà ripartire nel primo impegno di febbraio contro una Roma ai limiti dell’ingiocabile.
Anche a me é parso un 3-5-2. Alla lettura delle formazioni credevo fosse un 4-4-2 col rombo, con parolo avanzato, ma poi la linea a 3 sembrava a tratti evidente, cassani sempre bloccato.
guidolin ha fatto scelte naif, molti giovani su e senatori in panca e credo comunque che sia stato il Parma a controllare abbastanza bene la gara quasi ininterrottamente