COMPROPRIETA’: C’E’ CHI LE VORREBBE ABOLIRE. IL PARMA NO
(gmajo) – Stamani la Gazzetta dello Sport, in un articolo dello specialista Marco Iaria, ha riportato la notizia della volontà di alcuni club di serie A di abolire le “comproprietà”, ritenuto un istituto superato, anche alla luce del fatto che in altri Paesi non è previsto. Il Parma Calcio non è d’accordo con questa proposta – che per altro è nata da una commissione (quella sulle carte federali, che ha vagliato il lavoro del gruppo tecnico circa la modifica delle norme relative ai tesseramenti/trasferimenti dei calciatori, con voto favorevole, tra gli altri, di Juventus, Roma, Lazio, presenti, e di Inter e Milan che hanno inviato una memoria scritta) ma non è stata ancora affrontata in assemblea, dove i pareri potrebbero esser ben diversi – e già lo ha fatto sapere a chi di dovere attraverso il proprio amministratore delegato Pietro Leonardi, il quale è riuscito, in questi anni, a far quadrare i conti della società ducale, proprio attraverso importanti operazioni in “compartecipazione”, tipo quelle di Giovinco, Borini e Belfodil solo per citare alcuni esempi. Secondo il Plenipotenziario i club medio-piccoli, dividendo il rischio con i più grandi, non possono che ricavarne dei benefici: l’abolizione delle comproprietà, voluta solo da qualcuno, invece favorirebbe solo i Paperoni non costretti, ad una data certa, quella che lui ha spesso definito come “la resa dei conti”, a versare somme congrue nelle casse di chi si priva della propria metà del cartellino. Un altro nodo dolente sono gli effetti bilancistici delle compartecipazioni: il Parma, ad esempio, ha degli ammortamenti in essere per i prossimi cinque anni, qualora passasse la proposta di abolizione come dovrebbe regolarsi? Al momento non è dato a sapersi, anche perché la GdS ha riferito solo di una moratoria di due anni per quelle in corso, con stop alle nuove già da quest’estate. La formula sostitutiva, e cioè l’obbligo del diritto di riscatto dei prestiti, risulterebbe, poi, essere obsoleta, poiché già superata da altre modifiche degli ultimi anni. Se da un lato è vero che le comproprietà, con tutti i propri pregi e difetti, a seconda dei punti di vista, sono una prerogativa tutta italiana, è altrettanto vero che nel resto del mondo esistono i Fondi che fanno il bello e il cattivo tempo sul cartellino dei giocatori: basti ricordare cosa accadde, ad esempio, al Palermo, quando decise di cedere Pastore. Attualmente le comproprietà aperte sono 164, di cui 92 quelle in scadenza a giugno 2014. Secondo quanto riporta Iaria sulla rosea, questo asset vale a livello patrimoniale circa 130 milioni, mentre nel conto economico il saldo positivo è stato di appena 15 milioni. L’accusa principale mossa alle compartecipazioni sarebbe quella di favorire operazioni di “cosmesi contabile” e che in passato ha fatto drizzare le antenne del Fisco.
L’obbligo di riscatto è illegale.
Non sono un esperto ma ho sempre pensato che siano da abolire. Sono un modo tipicamente italiano (non a caso sono consentite solo da noi) per concludere operazioni muovendo meno danaro possibile. Giusto responsabilizzare le società a ponderare meglio i propri investimenti.
L’obbligo di riscatto è illegale ma pare che vengano concluse spesso scritture private parallele, ossia scritture inefficaci per la Lega ma perfettamente invocabili innanzi a un giudice ordinario. Vorrebbero abolire il relativo divieto, anche in questo caso non sono d’accordo, il riscatto deve essere una facoltà (come nel resto del mondo)
Chiudere con le proprietà e poi magari aprire ai fondi privati come in brasile (più che Pastore, vedi il caso Neymar)? Non penso proprio che possa essere utile al calcio italiano.
Chi vorrebbe abolire le comproprietà? Le grandi squadre, ma perché? Perché così loro ci possono guadagnare e rischiare meno! Una qualsiasi media società con qualche soldo, non andrà a prendere un calciatore in prestito secco, nella maggior parte dei casi, perché se no non avrebbe ritorni economici dal suo lavoro di valorizzazione (e anche se ci fossero sarebbe inferiori). Meglio prendere un calciatore incomproprietà perché: Primo, posso rivendere la mia metà e guadagnare (beneficio economico per la valorizzazione). Secondo, posso avere voce in capitolo sul calciatore (se non si trova un accordo, le buste fanno paura a tutti!).
Alternativa futura? Prestito con diritto di riscatto e di contro riscatto (vedi caso Bojan), formula molto usata in giro per l’europa da parte di grandi club come Real e Barca.
Io abolirei la possibilità di cedere un calciatore in comproprietà in prestito a una terza (vedi Gallinetta, in comproprietà tra Parma e Juve e gioca a Chieti).