IL COLUMNIST / LA FEDERAZIONE HA RINNOVATO IL CONTRATTO A PRANDELLI FINO ALL’EUROPEO, MA PER IL MONDIALE IL SUO CANTIERE E’ ANCORA APERTO E SEI CROCIATI SONO AZZURRABILI

Luca Russo (www.ilcolumnist.net) – Dai, ormai ci siamo. Manca una sola primavera al Mondiale che verrà e che aprirà i propri battenti poco dopo l’inizio di giugno e un attimo prima dell’arrivo della bella stagione. Grossomodo tutti i commissari tecnici sanno già quali saranno i giocatori a cui concederanno un bel nulla osta per il Brasile. Tutti, tranne uno: Cesare Prandelli, ahinoi. Al quale, nonostante questo, la Federazione ha di fatto rinnovato ieri il contratto per il prossimo biennio, cioè fino all’Europeo (a parte che se lo chiama un club è prevista una clausola che gli consente di liberarsi). Magari chioserò anche in seguito, ma qui mi piace riportare la caustica battuta in proposito che il nostro direttore Gabriele Majo si è lasciato sfuggire iersera a Calcio & Calcio: “Gli hanno rinnovato il contratto? Così ora può tranquillamente permettersi di perdere il Mondiale…”.  Insomma, a meno di tre mesi dal pronti via l’Italia è ancora un cantiere aperto e col personale tutt’altro che al completo. Qualcuno è già sicuro di un posto in Sudamerica. Parlo di quelli del blocco juventino, di De Rossi, Maggio, Abate, Montolivo e Thiago Motta. Le altre caselle, al contrario, restano in attesa di essere riempite. Un lavoro lontano dall’essere abbordabile, perfino per un tecnico navigato e meticoloso come l’ex allenatore, tra le altre, di Parma e Fiorentina. E il perché è presto detto: le proposte della massima serie italiana non sono poi tanto migliori dell’usato sicuro cui il nostro CT ha fatto ricorso nell’ultimo biennio. Insomma, in giro di materiale veramente buono in vista della rassegna carioca ce n’è ben poco. Ma Cesare ci prova comunque a scovarlo. Ed è per questo che l’altro ieri ha assistito alla gara tra i Crociati ed il Grifone (nella foto di Geremia Negri sta salutando Angelo Giovati, ex leader di Settore Crociato e suo ammiratore di vecchia data). Il Parma vanta nel suo organico almeno sei elementi azzurrabili. Vediamo quali. Per il reparto arretrato la nostra gioielleria offre due pezzi del calibro di Paletta e Lucarelli. Il primo, che in Serie A sta giocando DI VI NA MEN TE, ha debuttato con la maglia della Nazionale in quel di Madrid, nel recente confronto amichevole che ha visto l’Italia essere opposta ai campioni di tutto  della Spagna. L’argentino, quella sera autore di una prestazione allo stesso tempo maschia e maiuscola, ha colto al volo l’occasione, riuscendo a guadagnarsi la stima imagedi tutti gli osservatori e diversi crediti, nei confronti del selezionatore, da spendere in sede di convocazioni. Il secondo sta vivendo una delle migliori stagioni della propria carriera. Non so quale sia la sua media voto in campionato, ma sospetto che sia al di sopra del sei o molto prossima al sei. Perché convocare anche il livornese e non solo l’argentino? Semplice: da un punto di vista strettamente tecnico, il trio di difensori juventini offre ancora le dovute e opportune garanzie. Ma quanto ad integrità fisica comincia a mostrare preoccupanti crepe. Sulla tenuta di Barzagli non ci giurerei. E nemmeno su quella di Giorgio Chiellini, che qualche acciacco di troppo lo ha già sofferto in passato. E allora insieme a Paletta si convochi anche Lucarelli, così che se a causa di un infortunio non potessimo contare sul blocco difensivo della Juve, avremmo almeno la possibilità di aggrapparci a quello del Parma. Che in termini di affidabilità e affiatamento non è secondo a nessuno. In Serie A, naturalmente. A centrocampo l’unico che può ambire ad un’estate brasiliana è Parolo. Vale per lui lo stesso discorso fatto per Paletta e Lucarelli. La linea mediana azzurra è una delle meglio attrezzate d’Europa. Ma De Rossi non è più il giovincello di un tempo. E il rendimento di Montolivo, come del resto quello di Thiago Motta, è fin troppo altalenante per immaginare che sia capace di sopravvivere con la sigaretta in bocca ai ritmi ed al caldo del mondiale verdeoro. Un Parolo nelle vesti di riserva di lusso sarebbe tutto grasso che cola per l’Italia. E sapete perché? Beh, proprio perché non si tratterebbe di una semplice riserva di lusso, ma di un titolare aggiunto. Da lanciare in mischia a gara in corso, quando gli avversari sono sulle gambe e si ha la necessità di dargli scacco matto. Dalla nostra batteria di attaccanti Prandelli, se volesse, potrebbe cavare quella fantasia e quel dinamismo che al momento mancano, eccome se mancano!, al reparto offensivo azzurro. L’inventiva di Cassano è merce rara in Serie A e tra i giocatori col passaporto italiano. La corsa di Schelotto, dotato peraltro di un dribbling piuttosto efficace, idem. Con Balotelli che procede a corrente alternata, un Rossi che non sappiamo quando e se recupererà dal brutto infortunio occorsogli qualche tempo fa, e un Cerci che ha iniziato a fare i capricci anche al Torino, ritengo che il CT debba quantomeno prendere in considerazione le candidature di FantAntonio e del Levriero. Capitolo portieri: Buffon e Sirigu sono già in Brasile. La terza maglia dovrebbe finire sulle spalle di Perin. Ma sarebbe giusto che finisse su quelle di Mirante. Sia chiaro: entrambi stanno attraversando un’ottima annata ed entrambi meriterebbero la chiamata per il Brasile. Tuttavia il portiere del Genoa è giovanissimo e al Mondiale può andarci anche tra quattro anni. Mirante, invece, è giunto alla sua ultima chance: se non ora, che sta giocando alla grande, quando? Luca Russo (www.ilcolumnist.net)