L’OPINIONE DI MAJO DOPO PARMA-GENOA 1-1: “NON SEMPRE SI PUO’ VINCERE: ALLA FINE QUESTO PUNTO E’ PESANTISSIMO VISTI GLI ALTRI RISULTATI. CICLO TERRIBILE? SONO OTTIMISTA”
(gmajo) – Mentre ieri lasciavo il Tardini, dopo Parma-Genoa 1-1, l’allegra combriccola di ragazzotti del Parma Club Traversetolo mi domandava se, considerato il pari, il bicchiere era da considerarsi mezzo pieno o mezzo vuoto. Lì per lì me la sono cavata dicendo che l’importante era aver pur sempre il bicchiere in mano: ma la consapevolezza dell’importanza di aver comunque mosso la classifica l’avrei avuta alla sera, tirando le somme della intera 29^ giornata di campionato che alla fin fine ci vede salire una posizione giacché ora siamo quinti
appaiati all’Inter. Certo, sono più i demeriti loro – purgati a domicilio dall’Atalanta, desiderosa di lasciare in questo finale di campionato tracce positive di sé: ha già scavalcato il ridimensionato Toro e affiancato il Verona umiliato dalla Sampdoria – che continuano a giocare a Ciapanò, del resto come Milan e Lazio che si sono annullate reciprocamente in un pareggio inutile o utile solo per non perdere ulteriore terreno dai crociati, che rimangono tra i più autorevoli candidati al passaggio in
Europa minimo minimo come sesti. E mi piace affermarlo, in modo piuttosto perentorio, anche alla vigilia del cosiddetto ciclo terribile che tanto sta preoccupando gli uomini di poca fede di fede crociata. Non vorrei tirar troppo la corda, giacché Eupalla mi ha assistito nei miei pronostici impossibili fino a questo punto azzeccati (la vittoria di Napoli da cui è partito tutto, il tris di vittorie consecutive dopo il successo sul Torino, la sconfitta a domicilio del Milan), ma rimango dell’idea che al momento attuale il Parma possa misurarsi con tutte e con tutte fare bottino. Sì, certo, anche con la terribile Juventus di Conte, il quale, iersera cacciato dall’arbitro Damato al Cibali, assieme al collega catanese Maran, considerati altri suoi precedenti, difficilmente potrà sedere in panchina contro i Ducali, in quanto è lecito attendersi una squalifica, e la sua assenza (anche se per via di Scommessopoli aveva a suo tempo saltato un cospicuo numero di gare, senza che ci
fossero particolari ripercussioni sulla marcia dei suoi) potrebbe rivelarsi pesante, essendo indubbiamente uno dei migliori motivatori anche dalla panchina. E per i bianconeri – che continuano a mietere risultati striminziti nel punteggio, con prestazioni non proprio esaltanti – doversi misurare proprio adesso con i secondi nella graduatoria del 2014, che non stanno evidenziando palesi segnali di cedimento, potrebbe rivelarsi deleterio. Quel piangina del Capellone, ieri sera, al microfono di Giuseppe Bisantis di Radio Rai, ha persino avuto da recriminare sui contingenti problemi di organico, perché non avrebbe alternative. Ma se si lamenta lui, con
quel che ha speso, malgrado la spending review, la sua società, cosa dovrebbero dire gli altri che si arrabattano con rose decisamente meno attrezzate? Insomma: credo che a questo punto – loro, tra l’altro, sono al centro di un tour de force su più fronti – chi abbia più da rimetterci siano proprio i bianconeri, i quali potrebbero tranquillamente permettersi di accontentarsi di chiuderla pari e patta. Intendimento questo, però, sui quali non dovranno fare i conti i nostri portacolori, giacché la specialità della real casa sarebbe quella di mettercelo in quel posto, scusate il francesismo, dopo averci atto illudere di tornare a casa con il punticino che sarebbe comunque più che onorevole al cospetto di chi sta per vincere il terzo tricolore in stecca (roba che a loro non riesce dai lontanissimi Anni 30). Proprio in vista di una logica amministrazione delle forze – non solo per l’impegno infrasettimanale con i Campioni d’Italia, ma anche degli altri turni ravvicinati – ieri Donadoni ha risparmiato Biabiany (messo dentro solo nel finale di partita in luogo del nuovo Sansone Schelotto, anche ieri in rete) non accontentandosi del turn over forzato imposto dalla squalifica di Marchionni (e, stando al nostro Mister, quello di stadiotardini.it, la sua assenza è stata rilevante, poiché, senza nulla togliere a chi lo ha sostituito, è mancata la gestione dei ritmi e dei palloni scottanti) e dall’infortunio di Gargano. Acquah ha recuperato a tempo di record e Munari, per la prima volta titolare, non hanno… fatto rimpiangere Morrone… Peccato per quella conclusione di Gianni, il quale ha avuto gli attributi di non cercare comode scuse come il vento, per giustificare la sua conclusione a porta vuota davvero da dimenticare. In effetti se alla fine mancano due punti questi possono esser ricercati in questo clamoroso errore sotto porta: evidentemente Eupalla, offesasi perché ci sono dei tifosi o dei tifosi che si improvvisano giornalisti che le negano dei meriti, ha pensato bene di non metterci lo zampino, e di non collaborare con Amauri, pure autore di una molteplice serie di conclusioni, nessuna delle quali realizzatasi, a dimostrazione che il gesto tecnico, per riuscire in gol, non ha bisogno solo della bravura come vorrebbero gli scienziati del pallone. E il calcio non è certo una scienza esatta… Come spiegavo iersera a Federico, nello spazio commenti di stadiotardini.it è evidente che non si possano vincere tutte le partite: in “Bisogna saper perdere” i Rokes, già nel lontano 1967, ammonivano, appunto, “non sempre si può vincere”. Anche se è chiaro che, dopo averci fatto su la bocca battendo il Milan a domicilio, c’era la voglia di mandare al tappetto anche quegli antipaticoni del Genoa, anche per vendicarsi dello sgarro dell’andata. Diciamo che ci sono formazioni che riescono piuttosto di difficile digestione alle altre: ad esempio il Parma al Milan, così come il Genoa al Parma, c’è poco da fare. Essere riusciti a limitare i danni (gli ospiti erano passati per primi in vantaggio, anche se i ducali sono stati bravi a rimediare dopo una decina di minuti) alla fine ha portato in dote la promozione in classifica, in virtù, come ricordavo all’inizio, del capitombolo interno dell’Inter. La Fiorentina, nel contempo, ne ha approfittato per ristabilire un po’ di distanze dalla neo-coppia delle inseguitrici, consolidando il quarto posto, regolando il Napoli un po’ in caduta. Segnali confortanti per i crociati: avere a che fare con squadre che stanno perdendo le proprie certezze (Lazio e Napoli), o comunque non al top (io ci infilo, scusate, anche la Juve) non può che esser confortante, così come il recupero con i giallorossi non è detto che ci debba già vedere vittime sacrificali. Io ho sempre trovato un che di innaturale in questa cavalcata da imbattibili dei nostri eroi, però, appunto, la si può razionalmente spiegare, oltre che con la propria bravura, anche con la modestia degli altri
competitor. I nostri eroi, tra l’altro, hanno come propria caratteristica distintiva quella di esaltarsi con avversari di categoria superiore, ci perdonerà Donadoni – il quale predica sempre che gli avversari di medio e basso lignaggio dovrebbero essere considerati dai suoi allievi alla stessa stregua di quelli di alto, concetto espresso anche alla vigilia di Parma-Genoa – ma noi speriamo che continuino a disobbedirgli per le prossime quattro gare. Poi, quando gli avversarti torneranno normali, promettiamo di dargli manforte, nel sostenere che Juventus e Catania sono la stessa cosa
benché al momento separate da appena 58 punti in classifica. 58 punti di distanza che, peraltro, iersera non mi sono parsi così evidenti. Un altro aspetto che mi fa essere ottimista, per l’imminente tour de force – è il fatto che ultimamente il Parma si esprime meglio in trasferta (come dimostrato dal perfezionamento del record di vittorie consecutive) che tra le mura amiche. Don Donadoni, ieri nella Omelia post gara, ne ha approfittato per recitare un altro dei suoi celebri salmi, quello per cui tutti i terreni di gioco sono grandi uguali, e quello che succede sugli spalti non riguarda gli atleti in campo che debbono essere concentrati solo su quello… Sarà: ma ieri mi è parso che ad un certo punto Amauri avesse alzato le braccia per chiedere un maggiore sostegno del pubblico in uno dei momenti topici del match. Insomma, anche il pubblico fa la sua parte. E proprio per questo nei giorni scorsi mi ero permesso di criticare in modo propositivo l’ultimo coro della Curva Nord quello che sostanzialmente dice “Chi se ne frega dell’Europa League”: a parte la spiacevole sensazione di piaggeria verso la società che emana, io penso che l’ambizione dei tifosi non dovrebbe essere seconda al campanilismo. Quel coro andava bene al Mapei Stadium, decisamente meno a San Siro. Fornire alibi prima ancora della conclusione del torneo non mi pare propriamente geniale. Posto che i giudizi finali si trarranno alla fine e non adesso, non mi trovo d’accordo con chi asserisce che il mancato raggiungimento dell’Europa non debba essere considerato motivo di biasimo. Appunto vedremo come andranno le cose, ma con quelli che sono stati gli investimenti fatti, al lume della serie positiva fin qui condotta, e considerata la palese inconsistenza degli altri avversari, ove ci fosse una involuzione tale da buttare la qualificazione alle ortiche, sarebbe motivo di biasimo, eccome! Cerchiamo di avere un po’ di mentalità vincente e non facciamo i falsi modesti. Se iniziamo a pensare a feste di squalificazione o a fare cori da perdenti che stimolo ulteriore possiamo offrire alla squadra? Cori del genere non rendono nemmeno onore al presidente Ghirardi che generosamente (e io da grillo parlante sottolineo: anche troppo generosamente) non ha badato a spese per allestire lo squadrone. Capisco, infine, la costernazione di quei tifosi delusi dal pareggino di ieri (tra i quali anche il buon Savarese, il quale, peraltro, non ha tutti i torti con la sua riedizione del trapattoniano non dire gatto fin che non è nel sacco) in prospettiva del ciclo terribile alle porte, ma io, per le varie ragioni sopra esposte, mi sento ottimista: senza essere eccessivamente spavaldi bisogna saper essere consapevoli dei propri mezzi e delle proprie possibilità: per me il Parma mercoledì sera può andare a battere la Juve…
Sono preoccupato per la mia salute mentale. Dopo aver inviato il mio articolonzo compare quello di Majo che dice praticamente gli stessi concetti. Mi aspetto ora di essere oggetto di un TSO. Che sta per Trattamento Sanitario Obbligatorio
Sono sostanzialmente d’accordo su tutto.
Più che differenze tra casa e trasferta e grandi – piccole credo che il Parma abbia dimostrato di soffrire un po di più contro gli avversari che si chiudono per poi tentare di ripartire. Me lo fa pensare soprattutto il filone di pareggi interni chievo – bolgna – cagliari e genoa.
Con la lazio sarà molto importante.
Appunto: quel filone da te ricordato, a maggior ragione, consolida le mie sensazioni sul fatto che il Parma non sia una vittima sacrificale predestinata nelle prossime quattro gare.
Cordialmente
Gmajo