L’OPINIONE DI MAJO DOPO BOLOGNA-PARMA 1-1: “CHI E’ TROPPO DISFATTISTA NON E’ UN BUON TIFOSO CROCIATO”
(gmajo) – Capisco che chi tifa per una squadra voglia che la sua amata sia sempre la migliore del mondo, però, cercando di essere obiettivi e razionali, c’è modo di digerire meglio anche risultati e prestazioni non all’altezza delle aspettative. Usando un pizzico di consapevolezza dei mezzi, dei vizi oltre che delle virtù dei propri beniamini, e considerati certi precedenti specifici in materia, il pareggio era il risultato più facilmente pronosticabile alla vigilia, al di là della speranza dei tre punti. E considerato come questo magro punticino è arrivato, alla fine non c’è che da esser contenti, perché comunque sia la classifica si è mossa, e i danni sul breve, tutto sommato, sono stati limitati, come già ha ben spiegato il nostro Columnist Luca Russo che ieri si era dato alla composizione dopo le gare pomeridiane, salvo poi aggiungere una ulteriore postilla, nello spazio commenti, dopo che il Milan aveva spezzato le reni (si fa per dire) al derelitto Catania. La Gazzetta dello Sport, stamani, ha iniziato a pompare la resurrezione delle Milanesi, finendo per apparire più un giornale sportivo locale, anziché il più diffuso sul territorio nazionale: ora, quel sesto posto con vista al preliminare di Europa League, ancora saldamente nelle mani del Parma, potrebbe far gola ai rossoneri come premio di consolazione per questa stagione orribile, che sarebbe appunto meno orribile grazie a questo premio di consolazione, anche se c’è da chiedersi quanto possa impipare ad una multinazionale spesso vantatasi di essere la più titolata al mondo di fare le corse questa estate per partecipare ad un turno eliminatorio per la serie B d’Europa: questi preliminari sono spesso delle trappole malefiche che rischiano di andare a compromettere la stagione a seguire; dunque non so quanto convenga ad un Milan che ha bisogno di programmare la rinascita, senza ‘cannare’ il secondo campionato in stecca andarsi a complicare la vita. Così come non credo che per loro sarebbe comunque un salvare la stagione raggiungere questo striminzito obiettivo. Ergo: mettiamo il piede sul freno piantandola lì con le dietrologie secondo cui il Palazzo vorrebbe appunto il Milan anziché il Parma in Europa. Forse il Palazzo stesso sa bene quanto il Parma – ultimo detentore italiano della Coppa Uefa, l’odierna Europa League, in attesa di essere rimpiazzato dalla Juve alla fine di questa annata – possa davvero dare lustro al trofeo, così come spesso avvenuto durante la Dominazione Calisto. Il Palazzo, come obiettavo la scorsa settimana a Calcio & Calcio – cercando di mettere a tacere il buon Geremia Negri (ieri all’esordio nella tribuna stampa del Dall’Ara) che sosteneva il contrario – magari si sporcherà le mani per vicende di scudetto, ma non credo che stia lì a badare anche ai posti nobili della classifica… E poi, se il Parma si è mangiato quasi tutti i punti di vantaggio che aveva sui rossoneri non credo proprio che sia frutto di oscure manovre di qualcuno, quanto di situazioni contingenti che spaziano dal fatto che proprio dopo aver perso lo scontro diretto con noi, loro hanno vinto quattro partite in stecca (e noi sappiamo bene che vincere aiuta a vincere, e lo sa bene anche l’Atalanta, che sempre dopo una sconfitta inferta dai crociati a domicilio aveva inanellato ben sei vittorie consecutive), mentre noi, contestualmente, abbiamo visibilmente rallentato la marcia, essendoci trovati ad affrontare le più forti della classe (Juventus e Roma), e un’altra diretta concorrente (la Lazio), in un terribile ciclo ravvicinato, con la rosa ridotta ai minimi termini per infortuni e squalifiche che disdetta ha voluto si dessero appuntamento proprio in quei giorni. Certo, ce ne ha messo del suo anche l’allenatore, che a mio modo di vedere non ha eseguito una perfetta turnazione, non avendo schierato la formazione migliore possibile con Juve e Lazio, salvo poi pagar dazio nelle gare seguenti. E con buona pace di Parolo – o meglio, di chi si è servito delle parole di Parolo per cercare di smontare un mio teorema (che a ben vedere era una perfetta difesa d’ufficio del Parma, peraltro, come al solito non capita da chi è più realista del re, o dal re stesso) espresso nell’Opinione post sconfitta con la Roma – il Parma senza i suoi top player da super diventa normale. La mia tesi verte sul fatto che considero il Parma da Europa League se può contare su tutti quegli effettivi in grado di fare la differenza, ma se qualcuno di questi manca, e se ti manca proprio contro le migliori, non è che puoi pretendere la luna. La luna l’hai in qualche modo ottenuta lo stesso contro il Napoli, ma è la classica eccezione che conferma la regola… Certo, con il senno di poi fin che si vuole, però mi vien da pensare che il mercato invernale, con la partenza degli scontenti, abbia alla fine finito per pesare nel momento topico della stagione, togliendo, di fatto, delle alternative al tecnico che avrebbero potuto rivelarsi assai utili, sia in ottica turn over, sia per far fronte a infortuni e squalifiche. Ad esempio Marchionni, da settimane, sta piuttosto boccheggiando e in rosa non ha una controfigura se non nel giovane Mauri (che appena entra si becca sempre un cartellino giallo…), peraltro a propria volta fattosi male proprio quando avrebbe potuto essere utile. Poi s’è fatto male Gargano, un altro che poteva dare spazio allo stesso Marchino, costretto agli straordinari come Valdes un anno fa, quando giocava sempre, nonostante fosse afflitto da pubalgia (e anche quella volta era stata ceduta la sua controfigura a gennaio). Peggio ancora in difesa, dove se è anche vero che Molinaro è riuscito a scalzare un inamovibile come Gobbi, la falla si è aperta sull’opposto versante con la partenza dei tre destri di difesa Benalouane, Rosi e Mendes: così Cassani non ha una alternativa e se se si fa male, chenneso, a un tendine, poi sono cavoli amari rimpiazzarlo… E’ accaduto a Torino, allorquando per risparmiarlo in vista del tour de force, Donadoni era stato costretto al ritorno alla difesa a 3 con il mancino Lucarelli dirottato a terzino destro! A gennaio sono arrivati Rossini e Vergara che per problemi fisici (e forse non solo) non sono mai stati tenuti in considerazione da Donadoni, costretto a riciclare Molinaro centrale all’Olimpico al fianco di Felipe… Certo, situazioni contingenti, per carità, ma che si sono tutte condensate proprio al momento topico, rendendo quella che era considerata una rosa anche fin troppo nutrita (se ne lamentava a inizio stagione lo stesso Donadoni) di fatto risicata. Ma al di là delle alternative, comunque sempre rivelatesi all’altezza della situazione, è chiaro che se ti mancano insieme Parolo e Cassano come ieri, perdi in qualità anche al cospetto del Bologna, che sarà anche male in arnese, ma che proprio dalla sua difficile condizione ha tratto la forza per tenere in scacco un avversario più titolato come il Parma. Alla fine sono loro che hanno perso i due punti, ieri… Poi che i nostri portacolori abbiano il difettuccio di smarrire punti (che in prospettiva potrebbero rivelarsi pesanti) proprio al cospetto di squadre di medio-piccolo cabotaggio non ci rimane che prenderne atto, lamentarcene, magari, sperando che si possa porre rimedio per le volte successive, ma se fossero perfetti non starebbero qui in concorso per la Europa League, bensì per lo scudetto. Il rendimento complessivo della squadra, in assoluto, è comunque più che sufficiente, considerato che ha saputo recuperare raccogliendo frutti insperati in altre occasioni. Dunque non solo è inutile, ma perfino nocivo, che qualche nostro lettore usufruisca dello spazio commenti come se fosse un lavandino in cui vomitar dentro la propria delusione persino a gara in corso, come accaduto ieri. Intanto perché la gara termina quando arbitro fischia (la fine), e poi perché chi è troppo disfattista è un nemico del Parma o non è un buon tifoso crociato… Il Parma è ancora pienamente padrone del proprio destino, malgrado ieri abbia solo pareggiato (comunque in rimonta), e non è certo diffondendo sentimenti di scoramento che lo si aiuta a meglio prepararsi al confronto con l’Inter, nuovo match ball con vista continentale. I Mazzarriani sono reduci dalla scorpacciata ai danni della Samp, e magari arriveranno qui meno affamati che se avessero perso: il Parma, stavolta, non dovrà fallire l’opportunità perché davvero siamo di fronte allo snodo fondamentale. Sempre la Gazza Rosa di Milano rimarcava come la partita del sabato santo al Tardini interessi indirettamente ai rossoneri sempre in prospettiva Europa. Io non sto qui a far di calcolo o tabelle, che poi vengono smentite, ma il passaporto lo si bolla in questa occasione. E per aiutare chi va in campo a non sbagliare la sfida che vale una stagione è meglio evitare di venire su questo forum a scrivere, come qualcuno ha fatto, “grazie lo stesso sarà per un’altra volta”. Intanto perché un’altra volta difficilmente ci sarà ancora e poi perché l’imperativo di crederci tutti, fino in fondo, non deve valere solo per chi scende sul terreno di gioco, ma anche per chi li sostiene. Non so bene ieri quanti fossero i tifosi crociati sugli spalti del Dall’Ara (lo stitico Bisantis di Radio Rai, in diretta ha detto prima 300, salvo poi aumentarli a 400, io ne ho stimati tra i 500 e i 700…), tuttavia mi pare che fossero decisamente di meno rispetto ai 2.000 del Mapei Stadium e anche questo non è il massimo, così come temo che il ponte pasquale possa affievolire l’appeal della gara contro i nerazzurri. Ho letto lodi sperticate per Acquah: io, ieri, al contrario dei colleghi, pur essendone uno estimatore (io preferisco lui a Gargano)l’ho visto troppo pasticcione, molto arruffone e molto… Morrone quando si trattava di andare a concludere. D’accordo la volontà e lo spirito, ma ho notato molti passaggi sbagliati, con palle regalate agli avversari: capisco che fosse meglio, come vis agonistica, rispetto agli altri due compagni di reparto, però di qui a farne l’eroe del Dall’Ara ce ne corre… Così come qualcuno ha detto dei sette e mezzo a Palladino: certo, ha segnato il gol partita (e un altro gli è stato annullato, ma se fosse stato alla Juve… glielo convalidavano, come ha detto un collega ieri) però il resto della sua prestazione non so quanto sia stata così esaltante. Nel primo tempo a fare il finto nueve era più Biabiany di lui: Amauri, che l’ufficio legale aveva restituito alla causa, forse sarebbe stato meglio gettarlo nella mischia all’inizio, magari tenendo fuori Schelotto per far spazio a Biabiany, così coem è avvenuto a partita in corsa. Certo, lo dico col senno di poi, ma col senno di prima chi stila la formazione può più o meno prevedere che tipo di prestazione gli possono garantire i prescelti. Infine la questione Cassano: sarà anche stato bello vederlo vicino a Ghirardi al Dall’Ara, anziché a casa, ma a quel punto perché non portarlo in panchina? Se sette giorni prima era lì lì per giocare, al punto che la questione era stata pompata anche dal giornale che lo aveva persino messo in formazione malgrado i forti dubbi, possibile che a Bologna non potesse esser in grado di disputare uno spezzoncino di partita in caso di bisogno, o tenerlo lì, in panchina, come spauracchio per gli avversari? Se è in grado di rispondere ai test della Nazionale, diceva Luca Russo alla vigilia, allora può anche andare a Bologna. A parte che a Coverciano FantAntonio non deve giocare una partita, però resto dell’idea che – riconquistato l’azzurro, impresa che sembrava impossibile, ma riuscita grazie al Parma – correre il rischio di fargli saltare questo traguardo sarebbe controproducente non solo per lui, ma anche per la società. Io non vorrei esagerare, ma credo che Cassano al Mondiale possa avere un effetto benefico per il club persino superiore al raggiungimento della Europa League: dunque meglio non compromettere quanto è stato ottenuto. Però se in panca ci vanno Galloppa e Rossini che non sembrano offrire garanzie fisiche all’allenatore, e anche due portieri di scorta, nell’epoca dei 23 calciatori a distinta ci poteva stare anche Cassano, al di là del ragionamento di Donadoni alla vigilia secondo cui se uno è a mezzo servizio non è utile né a sé stesso, né agli altri… Gabriele Majo
Capitolo calendario e inseguitrici: non temo il sorpasso da parte della Lazio, che io considero definitivamente ‘scoppiata’. Temo molto di più il Milan, che, tolto il confronto con la Roma, ha un calendario morbido, ed il Torino, che ha un reparto d’attacco niente male ed in grado di risolvere anche partite complicate come quella di ieri col Genoa. Ma…al di là di questi discorsi, non scordiamoci che siam noi quelli in fuga, davanti. Con tre punti di margine su chi ci insegue, il nostro destino è nei nostri piedi, e non in quelli delle altre concorrenti.
Il pessimista è spesso un ottimista che ha aperto gli occhi. Ringrazio il sempre attento direttore che riprende concetti evidentemente condivisi e rilancio quel sano, sportivo, a volte ingunuo ma sempre genuino tifo che è amore per la città e la squadra che calcisticamente la rappresenta. Per Parma il calcio è stato una locomotiva commerciale e turistica che ci ha molto aiutato, perchè torni ad esserlo occorre quest’ultimo sforzo, perchè i mercati esteri possono essere molto importanti per il sistema Parma e siamo a un passo da tornare ad esportare insieme al calcio anche il prosciutto di PARMA e il PARMIGIANO, sarei curioso di capire quanto può significare lo spot indiretto che ne verrebbe. Forza, proviamoci sempre.
Non sono per le tabelle ma, se vogliamo ragionare sulla carta, dopo la partita con l inter abbiamo probabilmente il calendario migliore (che non significa che le vinciamo tutte) Di sicuro la settimana del derby non vincono entrambe 🙂
Detto questo sono già teso per sabato anche perchè all andata abbiamo dimostrato di potercela giocare.
Teniamo anche presente che il Milan non è così scarso e mal allenato come si diceva dopo la sconfitta col Parma mentre l inter non è matematicamente ne 5a ne 6a