ASPETTANDO LA LICENZA UEFA / RICCARDO SCHIROLI E I MITICI PRANZI UFFICIALI EUROPEI COL PRESIDENTE PEDRANESCHI E ALTRI AMARCORD CONTINENTALI
(Riccardo Schiroli) – Quando ho letto che il Parma rischia di non partecipare alla prossima Europa League per 300.000 euro a suo tempo non versati, ho pensato che bastava farli versare alla gestione precedente, che con quel che hanno speso per i pranzi ufficiali tra il 1992 e il 2000, di sicuro ce li avevano… Ma è un pensiero un po’ maligno. E poi, quei pranzi ufficiali lì erano delle vere e proprie highlight della nostra attività di quegli anni, vero direttore?
“Siamo qui riuniti per augurare le migliori fortune al nostro Parma”. Il Presidente Giorgio Pedraneschi lo imitavamo tutti e qualche volta ci siamo anche fatti beccare. Il fatto è che ‘Il Pedro’ (lo chiamavamo così, anche se gli davamo poi ufficialmente del Lei) era quanto meno sovra esposto, dato che rilasciava decine di interviste ogni week end. Per noi delle radio, la sua esistenza era una vera e propria benedizione, considerata la cognizione degli editori. Ci mandavano in onda 3 ore prima dell’inizio della partita e ricordo il mantra di Fabrizio Pallini (detto, anzi, autodefinito ‘Il Babbo’), una volta trasformatosi da editore in cronista e mentre conduceva quella che potremmo definire un’anteprima di “Anteprima Parma” (sottotitolo: “Anteprima serie A” o anche “B” o “C”, a seconda della categoria in cui militavano i nostri): “Penso stia arrivando il Presidente Pedraneschi”.
Era una frase che nella sede di Onda Emilia il regista Alberto Barigazzi viveva come il via libera per andare a mangiare almeno un panino, perché se avesse cominciato a parlare il Pedro, ben difficilmente sarebbe tornata la linea allo studio. Ma sto divagando.
Oltre a “Siamo qui riuniti per augurare le migliori fortune al nostro Parma”, c’è un’altra frase di Pedraneschi che non potremo mai dimenticare. Ed è “Majo ce l’aveva…”. Proprio con i 3 puntini di sospensione e pronunciata sul campo di Arnhem (Olanda) al termine di una deludente sconfitta (1-0) nei trentaduesimi di finale della Coppa Uefa 1994-1995. Avevo appena finito di intervistare non so chi e il Presidente mi si era avvicinato, chiedendo se eravamo riusciti a fare la radiocronaca. Avevo risposto di sì, ma commentato che spesso avevamo restituito la linea allo studio perché avevamo l’autorizzazione solo a collegarci di tanto in tanto e non per tutta la partita. A fianco a me era seduto Bruno Longhi, telecronista Mediaset, e lo avevo di fatto cooptato come mio commento tecnico. Ma non potevo comunque tenere la linea più di tanto. Da qui in poi, riporto il dialogo tra me e Pedraneschi.
“Ma non avevate il cellulare gms?”
“Eh, no…non ci ho pensato, che potesse servire”
“Majo ce l’aveva…”.
Non si saprà mai se Pedraneschi intendesse che Majo poteva prestarmelo, che Majo si che era furbo e io no o se credesse che io e Majo fossimo esponenti della stessa emittente. Ma è interessante notare come allora un cellulare GMS, cioè che funzionava anche all’estero, potesse fare la differenza…
Era in effetti un altro mondo, quello del calcio dei primi anni ’90. Pensate che noi Italiani in linea di massima ci esprimevamo in atteggiamenti snob in tutti gli stadi d’Europa, visto che i nostri erano i più moderni (Italia ’90 non era per niente lontano, come ricordo). Mi vien da ridere, se penso a com’è oggi lo stadio di Amsterdam. Durante la Coppa delle Coppe 1993-1994, Ajax-Parma si giocò al vecchio stadio ‘Olimpico’. Dico delle Olimpiadi del 1928. I suoi 60 anni abbondanti li dimostrava tutti, ma la scaletta che si doveva utilizzare per salire alle postazioni delle radio era eccessiva anche per uno stadio ultimato nel 1927. Ricordo i momenti di terrore che ho provato per salire e scendere e la certezza che non avrebbe mai retto il passaggio consecutivo mio e di Sandro Piovani. La Coppa delle Coppe 1993-1994 il Parma la perderà a Copenhagen contro l’Arsenal. A parte la partita, fu una giornata bellissima. A cominciare dal fatto che rischiammo di perdere il volo charter da Malpensa (per colpa mia: la sveglia non aveva suonato), per proseguire con il pranzo scroccato alla sezione VIP. Al termine del pasto, senza vergogna, ci mettemmo in fila per ottenere i biglietti gratis di una partita che si sarebbe giocata in uno stadio esaurito, noi che avevamo già l’accredito UEFA. Ne scaturì un episodio di bagarinaggio, invero parecchio lucroso.
Da quella sera originò anche un’altra frase che caratterizzerà spesso le comunicazioni nonsense tra me e il direttore di questo sito: “Piscia nel cesso delle donne”.
E’ bene chiarire che non siamo pazzi, o almeno non del tutto. Gian Franco Bellè della Gazzetta di Parma allora non ci rivolgeva ancora la parola. Dopo tutto, noi eravamo pubblicisti e lui professionista. Trovammo così estremamente divertente, quasi lusinghiero, che apostrofasse qualcuno così: “Cosa fa, piscia nel cesso delle donne?”. La particolarità è anche che Bellè parla senza quasi aprire la bocca.
Se ci giudicate male per aver scroccato un pranzo, è bene che sappiate che la giornata standard della trasferta al seguito del Parma era terrificante. Sveglia all’alba, volo dall’aeroporto di Parma, pranzo con brindisi “alle fortune del nostro Parma”, trasferimento allo stadio, radiocronaca e interviste, trasferimento all’aeroporto e volo di ritorno. Considerato che si saltava sistematicamente la cena e che a Copenhagen eravamo in ritardo per il pranzo del brindisi, durante quel viaggio è nata la cosiddetta ‘strategia del cammello’, cioè mangiare ogni volta che te ne danno, indipendentemente dalla fame.
Come detto, a Copenhagen il Parma perse. Vincerà invece la Coppa Uefa 1994-1995, ma io non vidi nessuna delle gare di finale. Per vincere la Coppa Uefa dovetti quindi aspettare il maggio del 1999, quando il Parma sconfisse 3-0 l’Olympique di Marsiglia a Mosca e Laurent Blanc, che aveva fatto un gentile dono a Crespo in occasione del primo gol, si rifiutò di farsi intervistare nelle mixed zone.
Quella edizione di Coppa fu memorabile. Anche perché ci mostrò in modo incontrovertibile che il mondo del calcio stava cambiando. A Glasgow, ad esempio, rimasi sconcertato dall’organizzazione, dall’efficienza e dall’atmosfera. Quando i Rangers entrarono in campo sulle note di ‘Simply the best’ di Tina Turner cantate da 50.000 persone, feci per un attimo il paragone con lo speaker del mio ‘Tardini’ con il cielo bigio e le tribune in tubi innocenti (Pippo Rizzati con la maglia numero 11 ): “Ass Mond…il vostro ufficio di assicurazioni generali”. E mi venne un groppo in gola, perché sapevo che un’epoca era finita.
La mia ultima trasferta europea con il Parma calcio è stata nel 2000 ed è stata corta: a Graz, in Austria, appena dopo il confine. Quando arrivammo, trovammo Graz letteralmente colonizzata da Corradone Marvasi e dal suo gruppo.
Credo che ci sarebbe tanto ancora da ricordare, ma per il momento può bastare. Se la UEFA confermerà la licenza al Parma, prima dell’inizio dell’Europa League potrei scrivere la seconda puntata. A partire dalla spiegazione di questa frase: “La bella passerottina ha fame”. E ripromettendomi di parlare di quando Hristo Stoichkov colse (a ragione) una certa ironia nella definizione “L’asso di Plovdiv”… Riccardo Schiroli
Splendido Riccardo. Io non sono mai andato fuori dall’Italia per lavoro, solo in vacanza. Per la verità, neanche o quasi fuori casa con il Parma. In genere mi muovo in Emilia. Il mutismo di Bellè è straordinario. Il suo atteggiamento mi ricorda qualcuno…