CARTA CANTA: MARCO FERRARI NON E’ PIU’ UN MEMBRO DEL CDA DEL PARMA F.C.
(gmajo) – In questi giorni si è tanto disquisito, e si continuerà a farlo anche in quelli che seguiranno, del nuovo socio del Parma F.C., la Energy T.I. Group, che ha rilevato il 10% direttamente del capitale della società di calcio (e non della controllante Eventi Sportivi, scesa al 90% dal totalità delle quote prima detenute), anche perché la speranza dei tifosi, alimentata dalle parole dello stesso presidente Tommaso Ghirardi, è che con questa iniezione di denari si possa ripetere anche nei prossimi anni una stagione come l’attuale, cioè con i crociati ancora in corsa, a tre
giornate dalla fine, per obiettivi ambiziosi. Durante la conferenza stampa di presentazione di martedì scorso, però, qualche volta è emerso il nome di Marco Ferrari, l’unico socio parmigiano del Ghiro – fatta eccezione per Banca Monte Parma, istituzione che, come spiegato dal Pres, ha visto ridotto il proprio capitale dal 20% fino a circa il 4%, non avendo più sottoscritto, per via delle varie vicissitudini che ha avuto, gli aumenti ripetutisi nel tempo – da lui definito “amico” come i due “Alberto” Volpi e Rossi, che detengono altre quote di minoranza del pacchetto di Eventi Sportivi. Rispondendo ad una
precisa domanda del collega Marco Balestrazzi, della redazione di Tv Parma (“Questa situazione comporta l’uscita di qualcuno nel CdA, tipo Marco Ferrari Rolli?”), il presidente Tommaso Ghirardi aveva affermato: “No, no. Il CdA verrà arricchito della presenza di Roberto e probabilmente di un altro suo collaboratore, perché non ne abbiamo ancora parlato. Il CdA del Parma Calcio, perciò, non subisce variazioni da quello che è in essere, e viene aggiunto della presenza di Roberto Giuli e probabilmente di un’altra persona”. (Clicca qui per vedere il video, nr.4).
La risposta di Ghirardi, per certi versi, è in parte esatta (ma solo in parte), poiché è vero che non ci saranno variazioni nel CdA in essere a parte l’aggiunta dei due nuovi consiglieri in quota ad Energy Group T.I. (e chissà che oltre a Roberto Giuli non sieda nel consesso anche quel Gaetano Tedeschi che della società che acquisito il 10% del Parma F.C. è il presidente, e che grazie alle ricerche dell’investigatore Angella abbiamo conosciuto i trascorsi a capo dell’Avellino e i tentativi non andati a buon fine di acquisto del Vicenza e della Cremonese), dal momento che Marco Ferrari non era già più consigliere d’amministrazione del Parma F.C. lo scorso 22 gennaio, allorché si riunì l’assemblea ordinaria dei soci non solo per l’approvazione del bilancio chiuso al 30 giugno 2013, e per il cambio
del revisore legale (ora Audirevi S.r.l.) ma anche (punto 3 all’Odg) per la riduzione dei consiglieri passati da otto a sette, come si può leggere nel verbale, in cui, appunto, è stato sancito di ridurre il numero dei componenti il consiglio di amministrazione della società PARMA FC SPA da otto a sette membri. A seguito di tale decisione il consiglio di amministrazione risulta pertanto formato da sette membri nelle persone dei sigg.ri: Tommaso Ghirardi, Pietro Leonardi, Susanna Ghirardi, Giovanni Schinelli, Arturo Balestrieri, Alberto Volpi, Alberto Rossi, mantenendo invariate cariche e deleghe previamente conferite ai componenti dello stesso”. Dunque tra l’entrata di Energy Group T.I. e l’uscita di Marco Ferrari non c’è alcun tipo di nesso, neppure temporale: ma che non faccia da tempo parte del CdA è sancito, come si suol dire, carta canta. Lo scorso 13 gennaio, stadiotardini.it, a seguito del rincorrersi di voci
sull’uscita di Marco Ferrari dal CdA, gli aveva richiesto ufficialmente una intervista cortesemente declinata: “Ciao Gabriele, Ti ringrazio per l’interessamento, ma non sono disponibile a rilasciare interviste / videointerviste a tema Parma Calcio, né a te né ad altri colleghi”. Le ragioni della sua uscita dal consiglio, dunque, non siamo in grado di fornirle, ma l’ufficialità che non ne faccia più parte sì. Gabriele Majo
Ma rimane comunque socio del parma?
Per il momento e’ rimasto socio del parma, anche se persone a lui vicine sostengono che non disdegnerebbe di cedere le sue quote. Del resto, come altri soci che hanno fatto la valigia, e qualcuno pure e’ rimasto, non e’ che abbia avuto modo di esprimersi in modo operativo in una societa’ monopolizzata da leonardi. Cordialmente gmajo
Leonardi basta e avanza. Se poi a qlc sgheo da spendere saran scintille